COMISO - AGATINO REITANO E GIANNI INSACCO ( MUSEO DI STORIA NATURALE ), INSIEME A STUDIOSI DELLE UNIVERSITA' DI PISA, CATANIA E DELL' ISTITUTO BELGA DI SCIENZE NATURALI, HANNO SCOPERTO UN NUOVO CROSTACEO, CON UN IMPORTANTE RISULTATO NEL CAMPO DELLA PALEONTOLOGIA.

Una nuova Specie di crostaceo Cirripede "Platylepas mediterranea" è stata descritta da una équipe di paleontologi del Museo Civico di Storia Naturale - Comiso (RG) e dell'Università di Pisa, dell'Università di Catania e del Royal Belgian Institute of Natural Sciences, pubblicato su European Journal of Taxonomy:
The oldest platylepadid turtle barnacle (Cirripedia, Coronuloidea): a new species of Platylepas from the Lower Pleistocene of Italy.
http://zoobank.org/References/F1771E0A-0C42-41C9-AD57-2ADD58AF7E29
Questa nuova scoperta, apre nuove prospettive di ricerca e la Sicilia si riconferma uno scrigno naturalistico di grande eccezione per chi cerca di scrivere una storia della vita nel Mar Mediterraneo.
I Cirripedi balanomorfi appartenenti alla superfamiglia Coronuloidea, noti come organismi epizoici, abitano la pelle o lo scheletro dermico di vari vertebrati marini (come cetacei, tartarughe marine etc.) e di altri crostacei. L'interesse degli scienziati nei confronti di questi crostacei cirripedi ha una storia antica e nobile: di essi si occupò attivamente il grande Linneo e persino Darwin dedicò loro parte di una poderosa monografia.
I Coronuloidei, vengono suddivisi in tre famiglie:
- la famiglia Chelonibiidae (i più comuni ospiti epibionti delle tartarughe marine), noti allo stato fossile sin dal Paleogene;
- la famiglia dei Coronulidae (che raccoglie esclusivamente simbionti obbligati dei cetacei), limitata al Quaternario e a parte del Pliocene;
- la famiglia dei Platylepadidae, oggi nota da molte specie comuni sul carapace e sulla pelle delle tartarughe marine.
Nonostante la loro grande diffusione ed abbondanza allo stato attuale, sino a poco tempo fa, i platilepadidi erano noti allo stato fossile per un solo reperto risalente al Pleistocene superiore (poche decine di migliaia di anni fa)
della Florida.
La storia evolutiva dei platilepadidi era dunque quasi
del tutto sconosciuta.
La recente scoperta di una porzione della
conchiglia di un platilepadide dal Pleistocene inferiore (ca. 2 milioni di anni fa) di Milazzo, costituisce dunque un nuovo, importante contributo alla conoscenza di questo gruppo di cirripedi.
La Sicilia si riconferma uno scrigno naturalistico di grande eccezione per chi cerca di scrivere una storia della vita nel Mar Mediterraneo e non solo.
Grazie agli autori per il proficuo risultato: Alberto Collareta e Giovanni Biannucci (Università di Pisa), Agatino Reitano e Gianni Insacco (Museo di Storia Naturale di Comiso), Antonietta Rosso e Rossana Sanfilippo (Università di Catania), @Mark Bosselaers ( Royal Belgian Institute of Natural Sciences)
The oldest platylepadid turtle barnacle (Cirripedia, Coronuloidea): a new species of Platylepas from the Lower Pleistocene of Italy.
http://zoobank.org/References/F1771E0A-0C42-41C9-AD57-2ADD58AF7E29
Questa nuova scoperta, apre nuove prospettive di ricerca e la Sicilia si riconferma uno scrigno naturalistico di grande eccezione per chi cerca di scrivere una storia della vita nel Mar Mediterraneo.
I Cirripedi balanomorfi appartenenti alla superfamiglia Coronuloidea, noti come organismi epizoici, abitano la pelle o lo scheletro dermico di vari vertebrati marini (come cetacei, tartarughe marine etc.) e di altri crostacei. L'interesse degli scienziati nei confronti di questi crostacei cirripedi ha una storia antica e nobile: di essi si occupò attivamente il grande Linneo e persino Darwin dedicò loro parte di una poderosa monografia.
I Coronuloidei, vengono suddivisi in tre famiglie:
- la famiglia Chelonibiidae (i più comuni ospiti epibionti delle tartarughe marine), noti allo stato fossile sin dal Paleogene;
- la famiglia dei Coronulidae (che raccoglie esclusivamente simbionti obbligati dei cetacei), limitata al Quaternario e a parte del Pliocene;
- la famiglia dei Platylepadidae, oggi nota da molte specie comuni sul carapace e sulla pelle delle tartarughe marine.
Nonostante la loro grande diffusione ed abbondanza allo stato attuale, sino a poco tempo fa, i platilepadidi erano noti allo stato fossile per un solo reperto risalente al Pleistocene superiore (poche decine di migliaia di anni fa)
della Florida.
La storia evolutiva dei platilepadidi era dunque quasi
del tutto sconosciuta.
La recente scoperta di una porzione della
conchiglia di un platilepadide dal Pleistocene inferiore (ca. 2 milioni di anni fa) di Milazzo, costituisce dunque un nuovo, importante contributo alla conoscenza di questo gruppo di cirripedi.
La Sicilia si riconferma uno scrigno naturalistico di grande eccezione per chi cerca di scrivere una storia della vita nel Mar Mediterraneo e non solo.
Grazie agli autori per il proficuo risultato: Alberto Collareta e Giovanni Biannucci (Università di Pisa), Agatino Reitano e Gianni Insacco (Museo di Storia Naturale di Comiso), Antonietta Rosso e Rossana Sanfilippo (Università di Catania), @Mark Bosselaers ( Royal Belgian Institute of Natural Sciences)