COMISO - CLAUDIO MELCHIORRE ( COMITATO DI TUTELA DEGLI UTENTI DELL´AEROPORTO DI COMISO ) SI CHIEDE COME ABBIA FATTO L´EX SINDACO SPATARO A DORMIRE PER BEN 5 ANNI SONNI TRANQUILLI CON UN AEROPORTO CHE HA PERSO 200.000 EURO AL MESE.
Siamo venuti in possesso del testo di un articolo scritto dal presidente onorario del comitato Vussia, Claudio Melchiorre, per il settimanale "I Vespri", in edicola la prossima settimana. Il Vussia è il comitato degli utenti aeroportuali per tutelare l´aeroporto di Comiso intitolato a Pio La Torre che ha deciso di rappresentare i contribuenti nella intricata storia degli sprechi legati alla gestione fallimentare della Soaco, la societa di gestione operativa dell´aerostazione.
"1 agosto 2018. Assemblea dei soci dell´aeroporto di Comiso per decidere il futuro dell´aeroporto che rischia la chiusura. Sono passati appena cinque anni (dall´apertura) e il gestore pare aver bruciato l´intero capitale sociale, l´aeroporto stenta, le strade di accesso restano quelle del dopoguerra. L´assemblea dei soci di Soaco dovrebbe affittare un ramo d´azienda, ma in realtà si tratta dell´intera missione societaria, vale a dire l´aeroporto ibleo, allo stesso soggetto che ha fatto terra bruciata nello scalo che avrebbe dovuto segnare la ricchezza di un´area che va da Siracusa ad Agrigento...
(Anni fa) Non è un caso, con ogni probabilità, che le interminabili discussioni sulla funzione dell´aeroporto comisano come scalo cargo o civile fossero in realtà dovute al timore di Catania, che non ha aree cargo e non ne ha create nemmeno negli iblei, di perdere una consistente fetta di mercato che avrebbe potuto avere, come conseguenza, il declassamento di Fontanarossa ad aeroporto di interesse regionale. Tanta fu la paura che il declassamento puntualmente arriva, in ogni caso.
(In virtù della) stessa miopia imprenditoriale, Comiso era rimasto chiuso per almeno cinque anni, prima di essere aperto nel 2013, quando atterra il primo volo.
La struttura di controllo è affidata alla Soaco, società di gestione di Intersac, a sua volta di proprietà della Sac di Catania, la società di gestione aeroportuale etnea, per il sessantacinque per cento. Il restante trentacinque per cento è di proprietà del Comune di Comiso, che possiede anche le strutture. Sembrerebbe un´impresa privata, ma in realtà Sac è un´impresa pubblica a tutti gli effetti. I soci sono le Camere di Commercio di Siracusa, Catania e Ragusa, più la IRSAP società della Regione Sicilia che gestisce le aree industriali. Di fatto, ora che le tre istituzioni camerali sono state fuse in un corpo unico, a comandare sono le Camere di Commercio.
La gestione praticamente monocratica non riesce però a gestire utili, né a Catania né a Comiso. Solo saltuariamente compaiono segni positivi, senza però che sia certo l´utile poiché, grattando tra le pieghe delle controllate, si scoprono i segni meno.
Uno di questi segni meno, tra i più gravi, si deve addebitare proprio allo scalo ibleo.
L´ex sindaco del Comune di Comiso, Filippo Spataro, proprio in questi giorni, ricorda come l´aeroporto del sud Sicilia perda duecentomila Euro al mese, per un totale di due milioni e quattrocentomila Euro l´anno. Non si riesce a capire come il primo cittadino di quella città, proprietario per un terzo di quelle somme, riesca a dormire sonni tranquilli per ben cinque anni.
E non si comprende come un´infrastruttura costata più di cinquanta milioni ai contribuenti italiani possa essere lasciata nelle mani di un gestore che continua a perdere tutti questi soldi...
Ecco quindi arrivare la soluzione elaborata dalla mente etnea: ordinare alla Soaco, la società di gestione dell´aeroporto di Comiso, di affittare un ramo d´azienda, vale a dire l´intera gestione aeroportuale di Comiso e quindi l´intera società, alla Sac di Catania, vale a dire il proprio socio di maggioranza che della Soaco è proprietario.
Quando i siciliani scoprono che qualcuno gli sta rubando da sotto il naso i propri soldi, in genere reagiscono male. I comisani, ma più in generale i siciliani del Sud, hanno ora davanti ai loro occhi un progetto di usurpazione da parte di Catania di un loro prezioso immobile, l´aeroporto, che è anche la chiave della loro crescita economica, a cominciare dai posti di lavoro dell´aeroporto di Comiso, ma anche di tutte le attività produttive dell´area che va da Siracusa ad Agrigento, passando per il calatino. Riuscirà questo scippo?"
Noi pensiamo che il neo sindaco Maria Rita Schembari abbia già detto di no."
"1 agosto 2018. Assemblea dei soci dell´aeroporto di Comiso per decidere il futuro dell´aeroporto che rischia la chiusura. Sono passati appena cinque anni (dall´apertura) e il gestore pare aver bruciato l´intero capitale sociale, l´aeroporto stenta, le strade di accesso restano quelle del dopoguerra. L´assemblea dei soci di Soaco dovrebbe affittare un ramo d´azienda, ma in realtà si tratta dell´intera missione societaria, vale a dire l´aeroporto ibleo, allo stesso soggetto che ha fatto terra bruciata nello scalo che avrebbe dovuto segnare la ricchezza di un´area che va da Siracusa ad Agrigento...
(Anni fa) Non è un caso, con ogni probabilità, che le interminabili discussioni sulla funzione dell´aeroporto comisano come scalo cargo o civile fossero in realtà dovute al timore di Catania, che non ha aree cargo e non ne ha create nemmeno negli iblei, di perdere una consistente fetta di mercato che avrebbe potuto avere, come conseguenza, il declassamento di Fontanarossa ad aeroporto di interesse regionale. Tanta fu la paura che il declassamento puntualmente arriva, in ogni caso.
(In virtù della) stessa miopia imprenditoriale, Comiso era rimasto chiuso per almeno cinque anni, prima di essere aperto nel 2013, quando atterra il primo volo.
La struttura di controllo è affidata alla Soaco, società di gestione di Intersac, a sua volta di proprietà della Sac di Catania, la società di gestione aeroportuale etnea, per il sessantacinque per cento. Il restante trentacinque per cento è di proprietà del Comune di Comiso, che possiede anche le strutture. Sembrerebbe un´impresa privata, ma in realtà Sac è un´impresa pubblica a tutti gli effetti. I soci sono le Camere di Commercio di Siracusa, Catania e Ragusa, più la IRSAP società della Regione Sicilia che gestisce le aree industriali. Di fatto, ora che le tre istituzioni camerali sono state fuse in un corpo unico, a comandare sono le Camere di Commercio.
La gestione praticamente monocratica non riesce però a gestire utili, né a Catania né a Comiso. Solo saltuariamente compaiono segni positivi, senza però che sia certo l´utile poiché, grattando tra le pieghe delle controllate, si scoprono i segni meno.
Uno di questi segni meno, tra i più gravi, si deve addebitare proprio allo scalo ibleo.
L´ex sindaco del Comune di Comiso, Filippo Spataro, proprio in questi giorni, ricorda come l´aeroporto del sud Sicilia perda duecentomila Euro al mese, per un totale di due milioni e quattrocentomila Euro l´anno. Non si riesce a capire come il primo cittadino di quella città, proprietario per un terzo di quelle somme, riesca a dormire sonni tranquilli per ben cinque anni.
E non si comprende come un´infrastruttura costata più di cinquanta milioni ai contribuenti italiani possa essere lasciata nelle mani di un gestore che continua a perdere tutti questi soldi...
Ecco quindi arrivare la soluzione elaborata dalla mente etnea: ordinare alla Soaco, la società di gestione dell´aeroporto di Comiso, di affittare un ramo d´azienda, vale a dire l´intera gestione aeroportuale di Comiso e quindi l´intera società, alla Sac di Catania, vale a dire il proprio socio di maggioranza che della Soaco è proprietario.
Quando i siciliani scoprono che qualcuno gli sta rubando da sotto il naso i propri soldi, in genere reagiscono male. I comisani, ma più in generale i siciliani del Sud, hanno ora davanti ai loro occhi un progetto di usurpazione da parte di Catania di un loro prezioso immobile, l´aeroporto, che è anche la chiave della loro crescita economica, a cominciare dai posti di lavoro dell´aeroporto di Comiso, ma anche di tutte le attività produttive dell´area che va da Siracusa ad Agrigento, passando per il calatino. Riuscirà questo scippo?"
Noi pensiamo che il neo sindaco Maria Rita Schembari abbia già detto di no."