COMISO - DEBUTTO CON IL BOTTO, IERI SERA, PER IL GRUPPO TEATRO " KAOS ": DUE ATTI DI RISATE CON " SCUSI, VUOL SPOSARE MIO MARITO ?".




Il Gruppo Teatro " Kaos " ha avuto il battesimo del fuoco ieri sera, al Teatro Naselli di Comiso, con la messa in scena di una commedia brillante in due atti, " Scusi, vuol sposare mio marito ? ". L'opera, che ha fatto la sua prima apparizione in Romagna nel 2016, porta la firma del commediografo contemporaneo Stefano Palmucci, noto per avere composto diverse commedie, per lo più in dialetto romagnolo.
In un teatro gremito fino all'inverosimile, il Gruppo Teatro " Kaos ", costituito di recente con la presidenza dell'attore Biagio Barone, ha adattato, con frasi idiomatiche e con termini dialettali siciliani, la commedia di Stefano Palmucci, di cui era precedentemente stato rappresentato a Comiso un altro lavoro ( " Il diavolo li fa e poi li accoppia " ).
Biagio Barone, che ha firmato la regia, ha alle spalle una lunga esperienza nel cinema e nel teatro, avendo lavorato con registi famosi come i fratelli Taviani ( nel film " Kaos " ad esempio ) o in rappresentazioni sceniche di tutto rispetto, come quella legata a Scicli alla Festa della Madonna delle Milizie: per di più Biagio Barone da sempre ha fatto parte del comitato tecnico, che assegna ogni anno il premio " Capitale iblea della Cultura ".
" Scusi, vuol sposare mio marito ? " si basa sulle vicende esilaranti, messe bene in mostra dalla regia, di due bigami ( o aspiranti tali ) che alla fine pervengono al matrimonio: in filigrana la commedia mostra tutte le situazioni presenti nel teatro, dal Plauto dei " Menaecmi " ad esempio fino a Skahespeare, situazioni ancorate ai " qui pro quo ", agli equivoci e al gioco delle parti. L'avere impreziosito, da parte di Biagio Barone, la recitazione con parti musicali ( anche se manca il canto di ariette celebri ) fa accostare, poi, la commedia brillante al " vaudeville " di estrazione francese.
Il linguaggio, adattato a un italiano e a un dialetto sempre vivo, tocca la corda ironica e suscita facilmente l'ilarità nello spettatore: basti pensare alla " zia Adelina ", termine che per la protagonista Sara Squinzi indicherebbe l'adrenalina, o al filo interinale, alias il filo interdentale.
Giocata molto spesso su questi timbri, la recitazione si è avvalsa della estrema bravura di tutti gli attori, tanto più encomiabili in quanto nessuno è attore professionista.
Nasce, ovviamente, l'imbarazzo della scelta nell'elogiare l'uno invece dell'altro.Tutti sono stati superbamente all'altezza e tutti vanno quindi citati e appaluditi: Salvatore Cucuzza, nei panni dello scrittore bigamo Guido Trastulli, Mario Presti ( il testimone di nozze Filippo Verruca ), Stefania Salerno, cioè la bigama Sara Squinzi, Rita Salerno nei panni della moglie di Guido, Salvina Schembari, cioè la madre di Sara, con il suo compagno Maurizio Bencivinni, Francesco Alessandrello, che recita nel ruolo del marito di Sara, accompagnato dalla madre ( Maria Stella Modica ), Aurelio Giummarra, cioè il prete don Mansueto che deve celebrare il matrimonio, e Francesco Pelligra, dentista nella vita e paziente del dentista sulla scena.
Dietro le quinte M. Ferraro, I. Vitale, S. Occhipinti, G. Saraceno e G. Corallo hanno assicurato costumi, trucchi, luci e musiche.
Si replica stasera, domenica 19 maggio, alle ore 21, sempre al Teatro Naselli.
Girolamo Piparo