COMISO - " IRENE, INA, MARIANNA MAI PIU' SOLE !": LA SOLIDARIETA' DEL LICEO " CARDUCCI " ALLE SORELLE NAPOLI.



Il Carducci dice no alla mafia.
I ragazzi del Liceo classico e scientifico del Carducci oggi hanno avuto l’onore di ospitare, durante l’assemblea di Istituto, le sorelle Napoli, coraggiose imprenditrici che non hanno abbassato la testa alla mafia dei pascoli finendo al centro dell'attenzione per avere denunciato le intimidazioni ricevute.
I rappresentanti di Istituto, Manuel Manfrè e Simone Ferrara, hanno organizzato e aperto la seduta, illustrando la storia e la vicenda delle sorelle Napoli, poi hanno introdotto gli altri ospiti: il Dott. Termini, garante dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, la sua collaboratrice, la Dott.ssa Sonia Fuschi e la scrittrice a attrice Antonella Nieri che nell’attesa dell’arrivo delle sorelle hanno parlato ai ragazzi.
Il Dott. Termini ha spiegato che la mafia è il voler comandare mettendo i piedi sulla testa dei più deboli e che dovranno essere i giovani, futuri governatori, a cancellare i fenomeni negativi creati dalle precedenti generazioni. La Dott.ssa Fuschi ha invitato i ragazzi del Carducci a non essere vittime dell’ignoranza, ad essere consapevoli nell’utilizzo degli strumenti tecnologici che ci ha fornito il progresso, a non farsi sfruttare, ma a sfruttarlo in modo da essere forti. “Solo così – ha affermato la Foschi- la mafia non potrà approfittarsi di voi.”.
Infine la Nardini ha sottolineato che ognuno sceglie da che parte stare, ricordando che la Sicilia è stata il centro del Mediterraneo, fulcro di cultura e storia, ma anche terra martoriata di cui sono stati vittima Turiddu Carnevale, Peppino Impastato e Rita Atria, solo per citare alcune vittime della mafia. Poi ha raccontato del viaggio effettuato lo scorso 8 marzo a casa delle sorelle Napoli, per far sentire loro la propria solidarietà, sottolineando l’indifferenza e lo sdegno della gente del posto.
All’arrivo di Irene, Ina e Marianna Napoli, le tre imprenditrici agricole di Mezzojuso, e Salvatore Battaglia tutta l’assemblea si è alzata in piedi accogliendo gli ospiti con un lungo applauso. Innanzitutto le sorelle hanno tenuto a sottolineare lo stato di isolamento in cui si trovano e hanno ringraziato l’Arma in cui hanno trovato supporto oltre che morale anche fisico: i carabinieri si sono prodigati materialmente per provvedere a spostare paletti e recinzioni. Con rammarico hanno riferito di essere state ascoltate dallo Stato solo dopo essere apparse in televisione e ringraziato Palazzolo, il giornalista che per primo ha raccontato le loro vicende su Repubblica. Irene Napoli ha spiegato che la mafia è tornata alle origini, a fare business nelle campagne cercando di costringere le gente onesta a cedere la propria azienda. Lo ha fatto in maniera barbara, in pieno stile mafioso con “invasioni di campo” di intere mandrie, minacce, pelli di pecora lasciate a penzolare sulla recinsione, pozzanghere piene di sangue, cani rapiti, avvelenati e perfino scuoiati e nascosti in azienda, ritrovati per il fetore della carne in putrefazione e riconosciuti dalle proprietarie solo dai pochi peli sulla coda. Eppure commossa ma fiera Irene sottolinea che lei e le sue sorelle non hanno mai abbassato la cresta e ha invitato i ragazzi a non farlo mai con nessuno, spiegando che la battaglia che lei ha combattuto a 55 anni è stata portata avanti per i giovani. Per ultimo ha portato lab sua testimonianza Salvatore Battaglia, un compaesano delle sorelle, a cui hanno bruciato l’auto per il solo motivo di essersi schierato dalla parte della giustizia e delle tre donne. Battaglia ha detto che l’unione fa la forza e che la mafia non può vincere se tutti insieme diciamo no: “ogni volta che c’è un prepotente dite “no”, solo così si potrà sconfiggere questo fenomeno che da anni affligge la terra”. E questo si potrà fare solo se ci sarà una cultura adeguata.
Marta Galofaro
I ragazzi del Liceo classico e scientifico del Carducci oggi hanno avuto l’onore di ospitare, durante l’assemblea di Istituto, le sorelle Napoli, coraggiose imprenditrici che non hanno abbassato la testa alla mafia dei pascoli finendo al centro dell'attenzione per avere denunciato le intimidazioni ricevute.
I rappresentanti di Istituto, Manuel Manfrè e Simone Ferrara, hanno organizzato e aperto la seduta, illustrando la storia e la vicenda delle sorelle Napoli, poi hanno introdotto gli altri ospiti: il Dott. Termini, garante dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, la sua collaboratrice, la Dott.ssa Sonia Fuschi e la scrittrice a attrice Antonella Nieri che nell’attesa dell’arrivo delle sorelle hanno parlato ai ragazzi.
Il Dott. Termini ha spiegato che la mafia è il voler comandare mettendo i piedi sulla testa dei più deboli e che dovranno essere i giovani, futuri governatori, a cancellare i fenomeni negativi creati dalle precedenti generazioni. La Dott.ssa Fuschi ha invitato i ragazzi del Carducci a non essere vittime dell’ignoranza, ad essere consapevoli nell’utilizzo degli strumenti tecnologici che ci ha fornito il progresso, a non farsi sfruttare, ma a sfruttarlo in modo da essere forti. “Solo così – ha affermato la Foschi- la mafia non potrà approfittarsi di voi.”.
Infine la Nardini ha sottolineato che ognuno sceglie da che parte stare, ricordando che la Sicilia è stata il centro del Mediterraneo, fulcro di cultura e storia, ma anche terra martoriata di cui sono stati vittima Turiddu Carnevale, Peppino Impastato e Rita Atria, solo per citare alcune vittime della mafia. Poi ha raccontato del viaggio effettuato lo scorso 8 marzo a casa delle sorelle Napoli, per far sentire loro la propria solidarietà, sottolineando l’indifferenza e lo sdegno della gente del posto.
All’arrivo di Irene, Ina e Marianna Napoli, le tre imprenditrici agricole di Mezzojuso, e Salvatore Battaglia tutta l’assemblea si è alzata in piedi accogliendo gli ospiti con un lungo applauso. Innanzitutto le sorelle hanno tenuto a sottolineare lo stato di isolamento in cui si trovano e hanno ringraziato l’Arma in cui hanno trovato supporto oltre che morale anche fisico: i carabinieri si sono prodigati materialmente per provvedere a spostare paletti e recinzioni. Con rammarico hanno riferito di essere state ascoltate dallo Stato solo dopo essere apparse in televisione e ringraziato Palazzolo, il giornalista che per primo ha raccontato le loro vicende su Repubblica. Irene Napoli ha spiegato che la mafia è tornata alle origini, a fare business nelle campagne cercando di costringere le gente onesta a cedere la propria azienda. Lo ha fatto in maniera barbara, in pieno stile mafioso con “invasioni di campo” di intere mandrie, minacce, pelli di pecora lasciate a penzolare sulla recinsione, pozzanghere piene di sangue, cani rapiti, avvelenati e perfino scuoiati e nascosti in azienda, ritrovati per il fetore della carne in putrefazione e riconosciuti dalle proprietarie solo dai pochi peli sulla coda. Eppure commossa ma fiera Irene sottolinea che lei e le sue sorelle non hanno mai abbassato la cresta e ha invitato i ragazzi a non farlo mai con nessuno, spiegando che la battaglia che lei ha combattuto a 55 anni è stata portata avanti per i giovani. Per ultimo ha portato lab sua testimonianza Salvatore Battaglia, un compaesano delle sorelle, a cui hanno bruciato l’auto per il solo motivo di essersi schierato dalla parte della giustizia e delle tre donne. Battaglia ha detto che l’unione fa la forza e che la mafia non può vincere se tutti insieme diciamo no: “ogni volta che c’è un prepotente dite “no”, solo così si potrà sconfiggere questo fenomeno che da anni affligge la terra”. E questo si potrà fare solo se ci sarà una cultura adeguata.
La solidarietà tra le sorelle Napoli e i ragazzi del Carducci è stata suggellata dalla consegna di uno striscione realizzato dai ragazzi con la scritta: “IRENE, INA, MARIANNA MAI PIÙ SOLE” e un cartellone firmato da tutta l’assemblea con la scritta “IL CARDUCCI È CON VOI”. Infine la lettura di Manuel Manfrè di una bellissima poesia di Pippo Fava, un’altra vittima della mafia ha concluso questa esemplare iniziativa del Carducci di Comiso.