COMISO - LA CITTA´ PERDE, PER LA SECONDA VOLTA, UN´OCCASIONE STORICA: IL CASTELLO ARAGONESE, SIMBOLO DELLA COMUNITA´, VENDUTO ANCORA UNA VOLTA A PRIVATI.




E´ la seconda volta che la cittadina casmenea manca l´appuntamento con la Storia: una prima volta nella seconda metà del secolo scorso, sotto l´amministrazione dell´on. Giacomo Cagnes, e una seconda volta in questi giorni.
Tra gli anni ´60 e gli anni ´70 del 1900 Giacomo Cagnes, sindaco di Comiso per ben 26 anni, storico leader del PCI in provincia e in Sicilia, deputato regionale all´ARS per tre legislature, esponente di punta del movimento pacifista durante gli " anni di Comiso ", gli anni dei missili, permise che il Castello Aragonese, sorto in periodo medievale sui resti di precedenti costruzioni arabo-bizantine e poi normanne, venisse acquistato da privati, nonostante lo stesso Cagnes elogiasse una legge regionale, di cui era stato artefice, che permetteva ai Comuni di acquisire, con imponenti finanziamenti regionali, edifici di carattere storico-culturale. Ebbene il simbolo di Comiso, il Castello Aragonese, dimora in origine militare riadattata a scopi civili dalla dinastia dei Naselli, conti di Comiso, nonostante la legge regionale, vide il Comune inerte e passivo, di fronte all´acquisto dello storico maniero da parte di un privato.
La beffa per la città di Comiso si ripete: in questi giorni il Castello Aragonese pare sia stato acquistato da altri privati, che hanno in mente di trasformarlo in un´attività ricettiva o enogastronomica, forse un ristorante o, forse, un resort di lusso. I mobili e le varie suppellettili sono stati trasportati altrove, al fine di liberare i vari ambienti del castello: se ne ignora la destinazione.
Tutto è avvenuto senza che, da parte dell´amministrazione comunale, ma anche da parte della opposizione consiliare, venisse mosso un dito o venisse tentato un salvataggio dello storico edificio a vantaggio della collettività comisana.
E che dire poi della Sovrintendenza ai BB.CC., che dovrebbe certamente sveglirsi dallla sonnecchiosa atmosfera ragusana e intervenire pesantemente: incastonate nelle pareti e sotto le finestre del torrione vi sono sculture risalenti al periodo romano, recuperate in zona e forse legate a episodi bellici delle guerre puniche. E lasciamo sotto silenzio le iscrizioni ebraiche e arabe presenti nel maniero.
Altro scempio è stato perpetrato ai danni della storia, della memoria e della cultura della nostra città! Chi ci ripagherà dell´indifferenza colpevole di amministratori e di politici ? Vero è che a livello nazionale abbiamo ministri della levatura dell´attuale responsabile della Pubblica Istruzione e dell´Università, l´arcinota Fedeli titolare di un diploma di terza media e con difficoltà a comprendere la differenza tra una laurea e un diploma di media inferiore: ma Comiso - come recitava lo scrittore - non è una sorta di " granducato intellettuale "?
Girolamo Piparo
Tra gli anni ´60 e gli anni ´70 del 1900 Giacomo Cagnes, sindaco di Comiso per ben 26 anni, storico leader del PCI in provincia e in Sicilia, deputato regionale all´ARS per tre legislature, esponente di punta del movimento pacifista durante gli " anni di Comiso ", gli anni dei missili, permise che il Castello Aragonese, sorto in periodo medievale sui resti di precedenti costruzioni arabo-bizantine e poi normanne, venisse acquistato da privati, nonostante lo stesso Cagnes elogiasse una legge regionale, di cui era stato artefice, che permetteva ai Comuni di acquisire, con imponenti finanziamenti regionali, edifici di carattere storico-culturale. Ebbene il simbolo di Comiso, il Castello Aragonese, dimora in origine militare riadattata a scopi civili dalla dinastia dei Naselli, conti di Comiso, nonostante la legge regionale, vide il Comune inerte e passivo, di fronte all´acquisto dello storico maniero da parte di un privato.
La beffa per la città di Comiso si ripete: in questi giorni il Castello Aragonese pare sia stato acquistato da altri privati, che hanno in mente di trasformarlo in un´attività ricettiva o enogastronomica, forse un ristorante o, forse, un resort di lusso. I mobili e le varie suppellettili sono stati trasportati altrove, al fine di liberare i vari ambienti del castello: se ne ignora la destinazione.
Tutto è avvenuto senza che, da parte dell´amministrazione comunale, ma anche da parte della opposizione consiliare, venisse mosso un dito o venisse tentato un salvataggio dello storico edificio a vantaggio della collettività comisana.
E che dire poi della Sovrintendenza ai BB.CC., che dovrebbe certamente sveglirsi dallla sonnecchiosa atmosfera ragusana e intervenire pesantemente: incastonate nelle pareti e sotto le finestre del torrione vi sono sculture risalenti al periodo romano, recuperate in zona e forse legate a episodi bellici delle guerre puniche. E lasciamo sotto silenzio le iscrizioni ebraiche e arabe presenti nel maniero.
Altro scempio è stato perpetrato ai danni della storia, della memoria e della cultura della nostra città! Chi ci ripagherà dell´indifferenza colpevole di amministratori e di politici ? Vero è che a livello nazionale abbiamo ministri della levatura dell´attuale responsabile della Pubblica Istruzione e dell´Università, l´arcinota Fedeli titolare di un diploma di terza media e con difficoltà a comprendere la differenza tra una laurea e un diploma di media inferiore: ma Comiso - come recitava lo scrittore - non è una sorta di " granducato intellettuale "?
Girolamo Piparo