COMISO – LO SPETTACOLO PIROTECNICO DELLA PASQUA COMISANA: UN CAPOLAVORO COREOGRAFICO DI ARTISTI ARTIFICIERI SUPERIORE ALL´ "ADDIO ALL´ESTATE "DI MARINA DI RAGUSA.









Si avvicina la Pasqua comisana, un evento che affonda le radici nella religiosità e nelle tradizioni catalane dell´antica Contea di Modica: tutti aspettano, a margine e a chiusura delle celebrazioni rituali, lo spettacolo pirotecnico e i fuochi d´ artificio, che il comitato per i festeggiamenti ogni anno predispone per la gioia dei fedeli e di tutti gli spettatori.
Vale la pena osservare che, proprio in virtù dell´impegno e dell´esperienza sicuramente secolare manifestati per l´occasione, lo spettacolo pirotecnico merita un discorso a parte, avulso dal resto dei festeggiamenti. Proprio per questo andrebbe valorizzato e pubblicizzato a dovere, in quanto rappresenta un contributo unico alla fruizione del bello in tutta la Sicilia: sicuramente si tratta dello spettacolo pirotecnico più importante esteticamente e tecnicamente nella zona, spettacolo di gran lunga superiore ai fuochi dell´ "Addio all´estate " di Marina, più dispendiosi economicamente e meno attraenti dal punto di vista specialistico.
Da decenni, per non dire da secoli, i fuochi, che accompagnano i festeggiamenti pasquali, si sono svolti dentro le mura cittadine prima e verso la stazione ferroviaria dopo, fino al 2011: l´ incendio di un canneto, causato da spezzoni infuocati, ha costretto a spostare l´ubicazione dello spettacolo pirotecnico in un sito più distante, lungo i primi tornanti dello stradale per Ragusa.
Anni e anni di spettacoli pirotecnici hanno affinato il gusto e le conoscenze di diversi fedeli, tanto che al comitato per i festeggiamenti partecipano persone, che non solo hanno saputo fare tesoro della tradizione locale, ma al tempo stesso hanno girato in lungo e in largo le località della Sicilia e dell´Italia meridionale, dove maggiormente sono presenti veri e propri artisti-artigiani delle varie scuole pirotecniche.
E´ assodato il fatto che la polvere nera, scoperta per caso in Cina nell´ VIII secolo e utilizzata per fini bellici o di divertimento, venne importata in Europa attraverso vari canali: gli Arabi la diffusero nel Mediterraneo, mentre in Ungheria e in Europa furono i Mongoli a farla conoscere dopo il 1240, con il nome di " neve cinese " o " sale cinese ".
In Italia conseguirono grande notorietà i Ruggieri di Bologna, padre e figlio, che agli inizi del XVIII secolo organizzarono a Parigi grandiosi spettacoli pirotecnici.
In Sicilia la ditta catanese Vaccalluzzo dalla fine dell´ 800 ha dominato le feste patronali ( si pensi ai festeggiamenti catanesi per Sant´Agata ) ed è stata presente anche a Comiso per la Pasqua del 2004 e del 2005. Sono stati presenti anche i Vallefuoco di Mugnano, prima del mortale incidente in fabbrica successivo al 2002, e, a partire dal 2012, la palma delle presenze spetta alla ditta di Luigi Di Matteo di Sant´Antimo.
Siamo così entrati nel merito delle due grandi scuola meridionali, quella siciliana e quella napoletana, imitata dai pugliesi.
La scuola siciliana si caratterizza per la " moschetteria ", vale a dire per la lunga serie di moschetti o cilindretti da un centimetro ( la moschetteria catanese presenta cilindretti più piccoli rispetto a quella palermitana ) legati a un filo, che ne contiene 100 o anche 200 . La moschetteria viene usata nei pressi della Chiesa dell´Annunziata in occasione della " Svelata " del 24 marzo o del Sabato Santo.
Al posto della moschetteria la scuola napoletana presenta la " batteria ", formata da canne e non da cilindretti, più lenta nella successione degli spari per il maggiore intervallo tra una canna e l´altra.
Il pezzo forte di ogni spettacolo pirotecnico è offerto dalle bombe vere e proprie, che possono essere costituite da cilindri di vario diametro ( 21 centimetri il più usato ) o bombe sferiche ( di 40 centimetri e oltre ): i siciliani danno luogo a spettacoli più fantasiosi e coreografici, ma meno barocchi e imponenti rispetto ai napoletani.
Vengono adoperati per gli spettacoli artifici di grosso calibro, interamente fabbricati " in loco " come nel caso della ditta Di Matteo: presentano più bombe con 10 o 12 aperture ( nel caso dell´artificio cilindrico ) o un´unica apertura con diversi colori ( nel caso dell´artificio sferico ).
Fino a poco tempo fa si usavano bombe a mortaio anche di calibro 8.
Il repertorio pirotecnico non si esaurisce con quanto abbiamo fino a ora rilevato: infatti esistono ancora altre specialità utilizzate nelle serate dei festeggiamenti comisani: alludiamo, per esempio, allo sbruffo ( getto di colore che può raggiungere i venti metri di altezza ) o alle candele romane ( strisce di colore con code sempre fino a 20 metri di altezza ).
Se a tutto questo aggiungiamo i particolari espedienti luminosi ( la ditta pugliese Faniuolo di Putignano si aggiudica da anni l´illuminazione artistica della città), lo spettacolo è assicurato: sul piano delle sensazioni percettive, ma anche a livello cinestetico ( data quasi la partecipazione di tutto il corpo agli eventi pirotecnici ), il godimento pervade l´intera folla degli spettatori e permette alla città di costituire un faro di attrazione per l´intero sud-est siciliano e oltre.
Girolamo Piparo
Nelle foto ( concesse da don Michele Bordonaro ):
1) striscioni con sbruffi
2) batteria napoletana
3) bomba da tiro calibro 21
4) candele romane
5) effetto sfera cal. 40
6) fermata cal. 16
7) moschetteria
8) moschetteria
9) sbruffo
10) sfera calibro 40
Vale la pena osservare che, proprio in virtù dell´impegno e dell´esperienza sicuramente secolare manifestati per l´occasione, lo spettacolo pirotecnico merita un discorso a parte, avulso dal resto dei festeggiamenti. Proprio per questo andrebbe valorizzato e pubblicizzato a dovere, in quanto rappresenta un contributo unico alla fruizione del bello in tutta la Sicilia: sicuramente si tratta dello spettacolo pirotecnico più importante esteticamente e tecnicamente nella zona, spettacolo di gran lunga superiore ai fuochi dell´ "Addio all´estate " di Marina, più dispendiosi economicamente e meno attraenti dal punto di vista specialistico.
Da decenni, per non dire da secoli, i fuochi, che accompagnano i festeggiamenti pasquali, si sono svolti dentro le mura cittadine prima e verso la stazione ferroviaria dopo, fino al 2011: l´ incendio di un canneto, causato da spezzoni infuocati, ha costretto a spostare l´ubicazione dello spettacolo pirotecnico in un sito più distante, lungo i primi tornanti dello stradale per Ragusa.
Anni e anni di spettacoli pirotecnici hanno affinato il gusto e le conoscenze di diversi fedeli, tanto che al comitato per i festeggiamenti partecipano persone, che non solo hanno saputo fare tesoro della tradizione locale, ma al tempo stesso hanno girato in lungo e in largo le località della Sicilia e dell´Italia meridionale, dove maggiormente sono presenti veri e propri artisti-artigiani delle varie scuole pirotecniche.
E´ assodato il fatto che la polvere nera, scoperta per caso in Cina nell´ VIII secolo e utilizzata per fini bellici o di divertimento, venne importata in Europa attraverso vari canali: gli Arabi la diffusero nel Mediterraneo, mentre in Ungheria e in Europa furono i Mongoli a farla conoscere dopo il 1240, con il nome di " neve cinese " o " sale cinese ".
In Italia conseguirono grande notorietà i Ruggieri di Bologna, padre e figlio, che agli inizi del XVIII secolo organizzarono a Parigi grandiosi spettacoli pirotecnici.
In Sicilia la ditta catanese Vaccalluzzo dalla fine dell´ 800 ha dominato le feste patronali ( si pensi ai festeggiamenti catanesi per Sant´Agata ) ed è stata presente anche a Comiso per la Pasqua del 2004 e del 2005. Sono stati presenti anche i Vallefuoco di Mugnano, prima del mortale incidente in fabbrica successivo al 2002, e, a partire dal 2012, la palma delle presenze spetta alla ditta di Luigi Di Matteo di Sant´Antimo.
Siamo così entrati nel merito delle due grandi scuola meridionali, quella siciliana e quella napoletana, imitata dai pugliesi.
La scuola siciliana si caratterizza per la " moschetteria ", vale a dire per la lunga serie di moschetti o cilindretti da un centimetro ( la moschetteria catanese presenta cilindretti più piccoli rispetto a quella palermitana ) legati a un filo, che ne contiene 100 o anche 200 . La moschetteria viene usata nei pressi della Chiesa dell´Annunziata in occasione della " Svelata " del 24 marzo o del Sabato Santo.
Al posto della moschetteria la scuola napoletana presenta la " batteria ", formata da canne e non da cilindretti, più lenta nella successione degli spari per il maggiore intervallo tra una canna e l´altra.
Il pezzo forte di ogni spettacolo pirotecnico è offerto dalle bombe vere e proprie, che possono essere costituite da cilindri di vario diametro ( 21 centimetri il più usato ) o bombe sferiche ( di 40 centimetri e oltre ): i siciliani danno luogo a spettacoli più fantasiosi e coreografici, ma meno barocchi e imponenti rispetto ai napoletani.
Vengono adoperati per gli spettacoli artifici di grosso calibro, interamente fabbricati " in loco " come nel caso della ditta Di Matteo: presentano più bombe con 10 o 12 aperture ( nel caso dell´artificio cilindrico ) o un´unica apertura con diversi colori ( nel caso dell´artificio sferico ).
Fino a poco tempo fa si usavano bombe a mortaio anche di calibro 8.
Il repertorio pirotecnico non si esaurisce con quanto abbiamo fino a ora rilevato: infatti esistono ancora altre specialità utilizzate nelle serate dei festeggiamenti comisani: alludiamo, per esempio, allo sbruffo ( getto di colore che può raggiungere i venti metri di altezza ) o alle candele romane ( strisce di colore con code sempre fino a 20 metri di altezza ).
Se a tutto questo aggiungiamo i particolari espedienti luminosi ( la ditta pugliese Faniuolo di Putignano si aggiudica da anni l´illuminazione artistica della città), lo spettacolo è assicurato: sul piano delle sensazioni percettive, ma anche a livello cinestetico ( data quasi la partecipazione di tutto il corpo agli eventi pirotecnici ), il godimento pervade l´intera folla degli spettatori e permette alla città di costituire un faro di attrazione per l´intero sud-est siciliano e oltre.
Girolamo Piparo
Nelle foto ( concesse da don Michele Bordonaro ):
1) striscioni con sbruffi
2) batteria napoletana
3) bomba da tiro calibro 21
4) candele romane
5) effetto sfera cal. 40
6) fermata cal. 16
7) moschetteria
8) moschetteria
9) sbruffo
10) sfera calibro 40