COMISO - UNA SERATA ALL' INSEGNA DELL'UMANITA' QUELLA LEGATA ALLA PRESENTAZIONE DI " CAMICE ROSSO " DEL DOTT. EMANUELE CAGGIA.

E' il " paese più straziato ... in cui nessuna croce manca "( per parafrasare " San Martino del Carso " di Giuseppe Ungaretti ) il cuore di ogni medico, che alla fine della giornata e di ogni anno di attività fa il bilancio delle sue azioni, con il ricordo struggente di quelle non andate a buon fine, di tutte.
E' quanto emerso, ieri sera, alla presentazione del libro del dott. Emanuele Caggia, dirigente del reparto di Neurologia a Ragusa. Con sorpresa di tutti, colleghi di lavoro, amici e conoscenti, il dott. Caggia si è cimentato con una sorta di " istant book ", proprio in estate, in seguito alla notizia dell'ennesima aggressione ai danni di medici, avvenuta a Crotone.
" Che sta succedendo? "- si è chiesto il dott. Caggia. " Come è cambiata la professione medica, dal vecchio " barone " ai nuovi eroi del pronto soccorso ? ". " Come mai non si riesce più a comunicare, in modo corretto, e a creare rapporti di rispetto con tutti e verso tutti ?".
A questi interrogativi cerca di rispondere il dott. Caggia nella sua riflessione, condotta con ferrea logica e, soprattutto, con profonda umanità. L'umanità è la cifra, che caratterizza l'intero percorso seguito dal dott. Caggia. Emergono i dubbi, le gioie, le incertezze, le paure legate a un professionista che, quando si alza e va a lavorare, sfidando ogni giorno tutte le avversità, pensa solo a una cosa: essere di sollievo agli altri e salvare quante vite umane possibile.
Certo, in una società in cui trionfa il dott. Google, con il paziente indottrinato da " fake news " e dal web, il compito del medico diventa arduo: ma non si può certo abbassare la guardia.
Se poi aggiungiamo l' emotivismo - come ha rilevato nella prefazione al libro il prof. Francesco Pira, sociologo dell' Università di Messina - la realtà si fa più complessa: non si tratta di emozioni, legate al cuore, ma alla rabbia, alla disperazione, alla delusione con cui pazienti e parenti si affidano alla pancia, a reazioni istintive, di fronte al disagio sanitario ( i 50.000 infermieri mancanti nel sistema sanitario nazionale o la negatività di qualcosa che inceppa la catena diagnostica e di intervento dal pronto soccorso in su).
Il tutto si complica nell'assenza di una " pedagogia isittuzionale " ( parole sempre del prefatore ), visto che è venuto a mancare il rispetto per l'altro e per il professionista, sia medico che insegnante, come le continue aggressioni e fatti di cronaca testimoniano.
Che fare ? Intanto comunicare meglio, anche nelle difficoltà. Certo è difficile comunicare ai parenti il caso " di cun cadavere con cuore battente ", come viene clinicamente definito un uomo con morte cerebrale: va fatto tutto con il dovuto rispetto, sempre. L'autore ha citato un suo punto di riferimento, un chirurgo cardiaco che non ha smesso mai il sorriso abituale amche nei momenti di estrema drammaticità, con sollievo per il paziente e per i parenti.
La serata, impreziosita dalla lettura di alcuni passi a cura della prof/ssa Gambina, ha registrato una grande attenzione del numeroso pubblico presente nei locali del Castello Aragonese, dove si è svolta la presentazione.