DONNAFUGATA - " QUEL TOCCO IN PIU´ ... NEL TRIONFO DEGLI ACCESSORI ": GRAZIA E COMPETENZA NELL´ARCHITETTO GIUSEPPE NUCCIO IACONO.






Che alla giunta Piccitto, che amministra ormai da 4 anni la città di Ragusa, vanno riconosciuti dei meriti in campo culturale è fuori di dubbio: il sindaco pentastellato ha saputo utilizzare al meglio quel grande patrimonio di abiti, di intimo e di accessori di varie epoche, patrimonio appartenuto a un ramo della famiglia Arezzo di Trifiletti e acquistato, meritoriamente, dal comune di Ragusa. E dire che, se non fosse intervenuto un apposito veto da parte della Regione Sicilia, tutti gli abiti, ora al Castello di Donnafugata, sarebbero andati a finire a Palazzo Pitti, a Firenze : infatti l´erede Gabriele di Trifiletti si era ritenuto beffato dalla fortuna per avere ricevuto in eredità, per sorteggio, le casse con gli indumenti ( " quattro pezze " si ebbe a dire ), mentre agli altri membri della famiglia erano toccati ori e gioielli e mobili pregiati. Eppure le casse acquisite dal comune di Ragusa si stanno rivelando una fonte inesauribile di pezzi museali d´eccezione e, al tempo stesso, occasione di ricchi introiti per l´ amministrazione comunale, grazie ai biglietti venduti alla fila ininterrotta di visitatori, che si accalcano per vedere il castello e le sue esposizioni.
L´altro grande merito del sindaco Piccitto è quello di avvalersi di un collaboratore di eccezione, l´architetto Giuseppe Nuccio Iacono, che , con solidi studi a Firenze e in Francia, sta mettendo a disposizione del capoluogo ibleo la sua esperienza e le sue conoscenze: sono opera dell´architetto Iacono le varie mostre tematiche a Donnafugata, aventi come oggetto l´utilizzo dei beni della collezione Arezzo di Trifiletti. E così, dopo la mostra sull´abbigliamento e sull´intimo, possiamo ammirare , in questi giorni, la mostra " Quel tocco in più... nel trionfo degli accessori ". Grazie alla collaborazione di Giuseppe Cosentini, Simona Occhipinti, Antonio Sortino Trono, Giacomo Triberi Silvestri, l´architetto Iacono questa volta espone, in splendide teche e con utilissime didascalie, ombrelli ( per ripararsi dal sole e mantenere la pelle bianca, visto che l´abbronzatura si addiceva alle contadine), guanti, borse, bastoni da passeggio, cappelli per donna e per uomo, ventagli, tutti oggetti che Iacono illustra, quando può, con raffinata grazia e profonda competenza.
Viene furi la storia dei vari accessori e il linguaggio criptato di alcuni oggetti, come il ventaglio, che nascondeva, a seconda dell´uso e della disposizione, una serie di significati, quasi assolvendo alla funzione delle moderne e-mail: " vieni", " seguimi ", " ti penso ", " ti voglio bene ", " non importunare " etc sono i messaggi, che l´architetto Iacono spiega al visitatore sulla scorta della disposizione del ventaglio.
E che dire, poi, del bastone, che sostituisce la spada, una volta eliminate le divise, con i vari pomi in avorio, o in argento o, in alcuni casi, in oro. E che dire del curioso bastone da medico, con all´interno cavo una serie di flaconcini medicinali? E che dire, ancora, dell´apertura del canale di Suez e dei rapporti ravvicinati con l´Oriente, che ci porta le piume di struzzo per la " Bella epoque " o l´uccello del paradiso imbalsamato sulla fronte di un cappellino da donna. Non possiamo trascurare l´evoluzione del cappello da uomo, dal tricorno al bicorno, al cilindro, alla bombetta e, infine, al " borsalino ".
Curiosità, storia, leggenda si mescolano nel racconto di Nuccio Iacono, che sta organizzando la spedizione per il G7 di Taormina dell´abito indossato da Angelica nel " Gattopardo " di Luchino Visconti, appartenente alle collezioni del Castello, che si avvia a inaugurare il Museo del Costume.
Donna Franca Florio ( bello l´anedoto sulle due scimmie ), le famiglie Amari ( quella di Michele e di Emerico ) e Arezzo sono state in possesso di questi bellissimi capi di abbigliamento e di questi particolari accessori: la mostra, aperta tutta l´estate, è da non perdere, come non è da perdere la visita guidata al giardino, accompagnati, se possibile, dall´eclettico architetto Iacono, che vi guiderà lungo i meandri dell´esoterismo, spiegandovi segni e significati di sfingi, leoni, colonnati ionici, grotte, ninfei, cupole e labirinti, che, con la presenza insistente del numero " 6 ", riportano al mistero del " Grande architetto dell´ Universo " e della Massoneria, presente tra le mura e nei giardini del castello di Donnafugata.
Girolamo Piparo
L´altro grande merito del sindaco Piccitto è quello di avvalersi di un collaboratore di eccezione, l´architetto Giuseppe Nuccio Iacono, che , con solidi studi a Firenze e in Francia, sta mettendo a disposizione del capoluogo ibleo la sua esperienza e le sue conoscenze: sono opera dell´architetto Iacono le varie mostre tematiche a Donnafugata, aventi come oggetto l´utilizzo dei beni della collezione Arezzo di Trifiletti. E così, dopo la mostra sull´abbigliamento e sull´intimo, possiamo ammirare , in questi giorni, la mostra " Quel tocco in più... nel trionfo degli accessori ". Grazie alla collaborazione di Giuseppe Cosentini, Simona Occhipinti, Antonio Sortino Trono, Giacomo Triberi Silvestri, l´architetto Iacono questa volta espone, in splendide teche e con utilissime didascalie, ombrelli ( per ripararsi dal sole e mantenere la pelle bianca, visto che l´abbronzatura si addiceva alle contadine), guanti, borse, bastoni da passeggio, cappelli per donna e per uomo, ventagli, tutti oggetti che Iacono illustra, quando può, con raffinata grazia e profonda competenza.
Viene furi la storia dei vari accessori e il linguaggio criptato di alcuni oggetti, come il ventaglio, che nascondeva, a seconda dell´uso e della disposizione, una serie di significati, quasi assolvendo alla funzione delle moderne e-mail: " vieni", " seguimi ", " ti penso ", " ti voglio bene ", " non importunare " etc sono i messaggi, che l´architetto Iacono spiega al visitatore sulla scorta della disposizione del ventaglio.
E che dire, poi, del bastone, che sostituisce la spada, una volta eliminate le divise, con i vari pomi in avorio, o in argento o, in alcuni casi, in oro. E che dire del curioso bastone da medico, con all´interno cavo una serie di flaconcini medicinali? E che dire, ancora, dell´apertura del canale di Suez e dei rapporti ravvicinati con l´Oriente, che ci porta le piume di struzzo per la " Bella epoque " o l´uccello del paradiso imbalsamato sulla fronte di un cappellino da donna. Non possiamo trascurare l´evoluzione del cappello da uomo, dal tricorno al bicorno, al cilindro, alla bombetta e, infine, al " borsalino ".
Curiosità, storia, leggenda si mescolano nel racconto di Nuccio Iacono, che sta organizzando la spedizione per il G7 di Taormina dell´abito indossato da Angelica nel " Gattopardo " di Luchino Visconti, appartenente alle collezioni del Castello, che si avvia a inaugurare il Museo del Costume.
Donna Franca Florio ( bello l´anedoto sulle due scimmie ), le famiglie Amari ( quella di Michele e di Emerico ) e Arezzo sono state in possesso di questi bellissimi capi di abbigliamento e di questi particolari accessori: la mostra, aperta tutta l´estate, è da non perdere, come non è da perdere la visita guidata al giardino, accompagnati, se possibile, dall´eclettico architetto Iacono, che vi guiderà lungo i meandri dell´esoterismo, spiegandovi segni e significati di sfingi, leoni, colonnati ionici, grotte, ninfei, cupole e labirinti, che, con la presenza insistente del numero " 6 ", riportano al mistero del " Grande architetto dell´ Universo " e della Massoneria, presente tra le mura e nei giardini del castello di Donnafugata.
Girolamo Piparo