IBLA - UN GRAZIE A CLORINDA, COSTANZA E VICKY PER LA SPLENDIDA CONFERENZA IN MUSICA DI ROBERTO VECCHIONI: L´AMORE, TRA GIAMBI ED ESAMETRI, DECLINATO IN OGNI MODO, DA SAFFO A PESSOA.





Si è conclusa ieri sera, ai Giardini iblei, la manifestazione " 3drammi3 ", organizzata per tre giornate da Clorinda Arezzo, Costanza e Vicky Di Quattro, impagabili animatrici delle serate culturali a Ibla.
Dopo il coro di " Idomeneo, re di Creta ", diretto da Marco Gandini ( con Eva Mei, soprano, ed Emanuele D´ Aguanno , tenore ), è stata la volta del professore Roberto Vecchioni, docente di Latino e Greco presso il Liceo classico di Lecco e raffinato cantautore di successo.
" Nessuno è libero se non è padrone di se stesso ": con questa citazione tratta da Epitteto, Vecchioni ha iniziato la sua vibrante e appassionata conferenza in musica, per trattare il tema della correttezza, della famiglia, dell´amore, declinato in tutte le sue versioni, sin da quando una donna, Saffo di Mitilene, non esaltò , nelle sue liriche basate sulla strofa saffica, questo sentimento universale chiamato " amore ", il " s´agapò " greco.
E subito si è dipanata una affascinante conversazione sulla lettura, sull´ignoranza di oggi, sui giovani che conoscono solo 530 parole ( contro le 3000 dei giovani di appena dieci anni fa ), sulla cultura classica, che non tramonta mai, sul giambo che denota, con l´accento sulle sillabe pari, tempestività e aggressività, o sull´esametro che denota malinconia, lirismo, sentimento. E poi ancora la discettazione su " cielo e mare ": il binomio di Saffo, con il mare che riflette il cielo, con gli uomini che sono il riflesso delle donne.
E che dire del " nostos ", del ritorno, che investe ogni uomo, da Leopardi dell ´ultima fase ( quella napoletana de " La ginestra " o de " Il tramonto della luna ", scritta in punto di morte con l´unico riferimento al sole, che continuerà a risplendere anche dopo ognuno di noi ) a Van Gogh o a Gauguin o a Fernando Pessoa, il portoghese che scriveva lettere, appassionate lettere d´amore in un mondo che ignorava gli sms.
E mentre il professore accarezzava con la sua voce ammaliante il pubblico, cantando canzoni di un repertorio sentito fino al pianto, fino alla commozione, la serata è scivolata verso la conclusione di " Samarcanda ", con una " standing ovation " che ha coinvolto tutti i presenti, partecipi di " Chiamalo ancora amore ", manifesto di una vita vissuta intensamente.
Girolamo Piparo