" IL 25 NOVEMBRE CONTRO LA VIOLENZA " della dott/ssa Stella Morana
IL 25 NOVEMBRE CONTRO LA VIOLENZA:
l´importanza di "rimanere umani" ogni giorno.
La violenza non ha sesso.
Non esistono solo uomini violenti, anche le donne possono essere maltrattanti nei confronti di altre donne, uomini e bambini.
Tuttavia non possiamo rimanere in silenzio di fronte alle evidenze statistiche, che ci obbligano a confrontarci con una realtà che non lascia dubbi; una realtà fatta da moltissime donne maltrattate, abusate,violentate o uccise da uomini che hanno confuso l´amore con la proprietà, ritenendole di loro dominio e dunque arrogandosi il diritto di esercitare su di loro qualsiasi decisione, anche quella più importante di vivere o morire.
Si tratta di relazioni - e parliamo nella stragrande maggioranza dei casi, di relazioni significative tra partners - dove quel sentimento definito "amore" si mescola alla paura, al dolore, all´impotenza, alla colpa, alla rassegnazione. Sono veri e propri atti di criminalità, intrisi di violenza e sopraffazione, commessi in nome dell´amore, un amore di certo malato; relazioni in cui controllo fisico e controllo psicologico si mescolano e si intrecciano.
Ma cosa induce gli uomini ad esercitare violenza sulle donne, cosa li porta a maltrattare, abusare, uccidere la propria compagna o moglie, la propria madre o la figlia?
La risposta non è semplice e un articolo – certamente – non può e non vuole rappresentare una disamina esaustiva circa le cause o le ragioni della violenza, rischieremmo di scivolare in spiegazioni semplicistiche che non servono a nessuno e che non tengono conto della complessità rappresentata da una storia fatta da persone.
Tuttavia c´è un autore – Carlo De La Ville Sur Illon – che nel trattare la lunga, sofferta e incerta emancipazione delle donne, offre un suo personale punto di vista in tema di uomini e dominio; è un punto di vista maschile sulla questione della violenza sulle donne e mi è sembrato interessante condividerlo con voi. Secondo lo scrittore, in estrema sintesi (spero che non me ne voglia l´autore), i quasi quotidiani fenomeni di femminicidio e di violenza in genere, rappresentano un disperato quanto miserabile tentativo da parte degli uomini di ristabilire l´antico rapporto di potere e di supremazia che – nel corso della battaglia per la parità fra i sessi - si è molto modificato, fino quasi a ribaltarsi. Questa condizione che ha privato gli uomini di una virilità maschilista, riconosciuta da un mandato sociale e non posseduta per qualità naturali, ha talmente spaventato e disorientato i maschi, (non gli uomini, i maschi!) da portare questi ultimi a mortificare la donna e le sue intrinseche e naturali doti, fra cui il fondamentale pregio di "generare la vita". Ma in questo modo si è creato il paradosso: il maschio "dominatore", per ironia della sorte, sembra essere dominato a sua volta dall´immagine sociale che deve avere, di cui non riesce a liberarsi e a cui spesso sottostà.
Ad ogni modo, a prescindere dalle ragioni che conducono alla violenza, schierarsi e dichiararsi contro il maltrattamento e la sopraffazione è il punto di partenza per qualsiasi tipo di intervento; tuttavia qualsiasi tipo di azione per essere efficace deve tener conto che la violenza non è solo l´abuso sessuale o non coincide unicamente con il femminicidio. Si può essere maltrattanti, facendo violenza psicologica, attuando una violenza economica, si può essere spietati attraverso le parole, che possono umiliare e ferire mortalmente la voglia di vivere. In questo caso non possiamo parlare di violenza di genere perché non sono solo gli uomini a perpetrarla; quanta aggressività esiste sui Social Network verso tutte quelle persone che sono minacciate solo perché hanno un´opinione diversa? E qui il genere maschio/femmina non c´entra. Credo sia a conoscenza di tutti la quasi quotidiana e brutale violenza verbale nei confronti della Presidente della Camera, Laura Boldrini, oggetto di aggressioni verbali e minacce di varia natura – generate da notizie che nella maggior parte dei casi sono delle bufale .
È preoccupante la facilità con cui ci si scaglia contro qualcuno con messaggi e insulti in cui gli si augura che venga stuprato, picchiato, abusato, solo perché ha un´opinione diversa dalla propria.
Al di là delle auspicabili azioni di prevenzione primaria, secondaria e terziara che si possono realizzare per contrastare la violenza, credo sia necessario che ognuno di noi, nella nostra quotidianità fatta di piccole cose, dia il proprio contributo scegliendo ogni giorno di trovare una valida alternativa alla violenza, mostrando ai propri figli e nipoti che c´è sempre un altro modo di reagire.
Non dobbiamo solamente "dire" che non bisogna essere violenti; è necessario dare l´esempio di essere "persone" e che in quanto tali abbiamo la facoltà di scegliere come gestire le dispute, come affrontare i conflitti, come esprimere in modo corretto tutte le proprie emozioni, senza agirle in modo impulsivo.
Possiamo sempre scegliere di RESTARE UMANI.
Questo è un impegno che dovremmo assumerci tutti noi: in famiglia, a scuola e a livello comunitario e sociale.
l´importanza di "rimanere umani" ogni giorno.
La violenza non ha sesso.
Non esistono solo uomini violenti, anche le donne possono essere maltrattanti nei confronti di altre donne, uomini e bambini.
Tuttavia non possiamo rimanere in silenzio di fronte alle evidenze statistiche, che ci obbligano a confrontarci con una realtà che non lascia dubbi; una realtà fatta da moltissime donne maltrattate, abusate,violentate o uccise da uomini che hanno confuso l´amore con la proprietà, ritenendole di loro dominio e dunque arrogandosi il diritto di esercitare su di loro qualsiasi decisione, anche quella più importante di vivere o morire.
Si tratta di relazioni - e parliamo nella stragrande maggioranza dei casi, di relazioni significative tra partners - dove quel sentimento definito "amore" si mescola alla paura, al dolore, all´impotenza, alla colpa, alla rassegnazione. Sono veri e propri atti di criminalità, intrisi di violenza e sopraffazione, commessi in nome dell´amore, un amore di certo malato; relazioni in cui controllo fisico e controllo psicologico si mescolano e si intrecciano.
Ma cosa induce gli uomini ad esercitare violenza sulle donne, cosa li porta a maltrattare, abusare, uccidere la propria compagna o moglie, la propria madre o la figlia?
La risposta non è semplice e un articolo – certamente – non può e non vuole rappresentare una disamina esaustiva circa le cause o le ragioni della violenza, rischieremmo di scivolare in spiegazioni semplicistiche che non servono a nessuno e che non tengono conto della complessità rappresentata da una storia fatta da persone.
Tuttavia c´è un autore – Carlo De La Ville Sur Illon – che nel trattare la lunga, sofferta e incerta emancipazione delle donne, offre un suo personale punto di vista in tema di uomini e dominio; è un punto di vista maschile sulla questione della violenza sulle donne e mi è sembrato interessante condividerlo con voi. Secondo lo scrittore, in estrema sintesi (spero che non me ne voglia l´autore), i quasi quotidiani fenomeni di femminicidio e di violenza in genere, rappresentano un disperato quanto miserabile tentativo da parte degli uomini di ristabilire l´antico rapporto di potere e di supremazia che – nel corso della battaglia per la parità fra i sessi - si è molto modificato, fino quasi a ribaltarsi. Questa condizione che ha privato gli uomini di una virilità maschilista, riconosciuta da un mandato sociale e non posseduta per qualità naturali, ha talmente spaventato e disorientato i maschi, (non gli uomini, i maschi!) da portare questi ultimi a mortificare la donna e le sue intrinseche e naturali doti, fra cui il fondamentale pregio di "generare la vita". Ma in questo modo si è creato il paradosso: il maschio "dominatore", per ironia della sorte, sembra essere dominato a sua volta dall´immagine sociale che deve avere, di cui non riesce a liberarsi e a cui spesso sottostà.
Ad ogni modo, a prescindere dalle ragioni che conducono alla violenza, schierarsi e dichiararsi contro il maltrattamento e la sopraffazione è il punto di partenza per qualsiasi tipo di intervento; tuttavia qualsiasi tipo di azione per essere efficace deve tener conto che la violenza non è solo l´abuso sessuale o non coincide unicamente con il femminicidio. Si può essere maltrattanti, facendo violenza psicologica, attuando una violenza economica, si può essere spietati attraverso le parole, che possono umiliare e ferire mortalmente la voglia di vivere. In questo caso non possiamo parlare di violenza di genere perché non sono solo gli uomini a perpetrarla; quanta aggressività esiste sui Social Network verso tutte quelle persone che sono minacciate solo perché hanno un´opinione diversa? E qui il genere maschio/femmina non c´entra. Credo sia a conoscenza di tutti la quasi quotidiana e brutale violenza verbale nei confronti della Presidente della Camera, Laura Boldrini, oggetto di aggressioni verbali e minacce di varia natura – generate da notizie che nella maggior parte dei casi sono delle bufale .
È preoccupante la facilità con cui ci si scaglia contro qualcuno con messaggi e insulti in cui gli si augura che venga stuprato, picchiato, abusato, solo perché ha un´opinione diversa dalla propria.
Al di là delle auspicabili azioni di prevenzione primaria, secondaria e terziara che si possono realizzare per contrastare la violenza, credo sia necessario che ognuno di noi, nella nostra quotidianità fatta di piccole cose, dia il proprio contributo scegliendo ogni giorno di trovare una valida alternativa alla violenza, mostrando ai propri figli e nipoti che c´è sempre un altro modo di reagire.
Non dobbiamo solamente "dire" che non bisogna essere violenti; è necessario dare l´esempio di essere "persone" e che in quanto tali abbiamo la facoltà di scegliere come gestire le dispute, come affrontare i conflitti, come esprimere in modo corretto tutte le proprie emozioni, senza agirle in modo impulsivo.
Possiamo sempre scegliere di RESTARE UMANI.
Questo è un impegno che dovremmo assumerci tutti noi: in famiglia, a scuola e a livello comunitario e sociale.