IL COMMENTO - "RIFLESSIONI DI ECONOMIA . USCIREMO DALLA CRISI? " DI MIRKO CARFI´
L´apertura della nuova "bottega Eenogastromica hyblea" ha suscitato diverse reazioni. In particolare Una ragazza, su FB, ha scritto :
" Il mercato a Ragusa è saturo già da qualche anno. Gli abitanti sono sempre 70.000 e non c´è chiaramente un afflusso turistico tale da giustificare l´apertura di nuove attività, soprattutto a Ragusa superiore, dove si concentrano la maggior parte delle pasticcerie, gastronomie, pizzerie e ristoranti, come quest´ultimo arrivato. Le piccole realtà imprenditoriali, che hanno impiegato decenni a farsi un nome e che lottano tutti i giorni per far quadrare i conti senza abbassare l´alta qualità con cui si sono affermate, sono in sofferenza già da qualche anno: in parte a causa della crisi globale e delle tassazioni sempre più alte, che erodono i guadagni netti, ma soprattutto per la concorrenza sempre più agguerrita al ritmo di decine di nuove aperture ogni anno".
Il sottoscritto, Mirko Carfì, studioso di economia, risposi cosi: " Stesso discorso vale per il centro commerciale Elisa, per il quale, in Cina, produrre un prodotto costa un decimo che in Italia: ovviamente, tutti vanno da " Elisa ". Così le fabbriche italiane chiudono, il lavoro non c´è; e se si continua così, ovvero con un non ritorno a nazionalismi, finiremo vittime delle logiche di libero mercato. "
Ritornando alle problematiche evidenziate, il punto è il seguente: " Davvero questa nuova impresa, che produce profitti che non andranno a ragusani, rientra in una fattispecie in cui c´è un´ oggettiva prospettiva di decrescita del PIL ragusano? Il fatturato non potrà essere tale da poter influire in modo incisivo in un settore tale da potere dire: "blitz (economico) da parte di catanesi"? La strategia di tale sturt-up: H24, prezzi bassi, prodotti diversificati ma correlati, sono un´ ovvia innovazione per Ragusa, e se nessuno dei ragusani lo abbia fatto prima, non può che essere colpa degli stessi. Essere imprenditori significa anche: "anticipare il futuro e innovarsi costantemente". Pertanto che un imprenditore catanese abbia intuito un vuoto nel mercato ragusano, scegliendo di investire in codesta attività, dovrebbe essere visto come una sfida dagli imprenditori del settore ragusano. Purtoppo la cultura imprenditoriale ragusana non è ancora arrivata a tal punto. Ovvero: assenza di reciprocità coniugata ad ipocrisia, detto diversamente: "se mi servi, ti chiamo e, se hai bisogno, ti aiuto solo se non ho niente da fare" è la caratteristica che rischia di farci subire scalate, in tutti i comparti economico-sociali del territorio.
Nel settore commerciale, i centri commerciali hanno ucciso l´economia del corso Italia. Se gli attori del commercio non sono più ragusani ma ad esempio cinesi, le prospettive di PIL sono ovviamente negative.
Molti imprenditori commerciali hanno scelto di intraprendere la via "alimentare" perché nei momenti di crisi economica è il settore c.d. "sicuro". Infatti quanto osservato da colei che ha espresso il suo punto di vista, scrivendo che tale mercato è saturo rispecchia il vero. La difficoltà è riuscire a intuire "profitti" perché la globalizzazione, dove negli anni ´90 la relazione tra " diritto ed economia " si è trasformata in relazione tra "politica ed economia " ha avuto come consulenza l´interdipendenza economica fra gli stati. E per salvaguardare gli equilibri tra stati si è finiti con la dipendenza economica, in cui molti stati sono piombati.
Sotto un altro profilo, l´apertura al commercio internazionale ha comportato il superamento di forme operative legate al territorio: così, per un verso, si è assistito a fenomeni di multinazionali da parte di imprese, per altro conto, fenomeni di finanziamento diversi da quelli convenzionali (causa della crisi finanziaria del 2007). Se non si ritorna a nazionalismi, il che non vuol dire fascismo, il pericolo di non uscire dalla stagnazione è attuale. Per questo per ripartire nel settore economico, ragusano, siciliano, italiano si deve comprendere la speciale rilevanza d´attribuire alla funzione esegetica che ha la norma nel suo legame al fatto.
Detto semplicemente, il comune, la regione, lo stato devono mutare orientamento legislativo, altrimenti "la guerra fra poveri" è alle porte.
Mirko Carfì
" Il mercato a Ragusa è saturo già da qualche anno. Gli abitanti sono sempre 70.000 e non c´è chiaramente un afflusso turistico tale da giustificare l´apertura di nuove attività, soprattutto a Ragusa superiore, dove si concentrano la maggior parte delle pasticcerie, gastronomie, pizzerie e ristoranti, come quest´ultimo arrivato. Le piccole realtà imprenditoriali, che hanno impiegato decenni a farsi un nome e che lottano tutti i giorni per far quadrare i conti senza abbassare l´alta qualità con cui si sono affermate, sono in sofferenza già da qualche anno: in parte a causa della crisi globale e delle tassazioni sempre più alte, che erodono i guadagni netti, ma soprattutto per la concorrenza sempre più agguerrita al ritmo di decine di nuove aperture ogni anno".
Il sottoscritto, Mirko Carfì, studioso di economia, risposi cosi: " Stesso discorso vale per il centro commerciale Elisa, per il quale, in Cina, produrre un prodotto costa un decimo che in Italia: ovviamente, tutti vanno da " Elisa ". Così le fabbriche italiane chiudono, il lavoro non c´è; e se si continua così, ovvero con un non ritorno a nazionalismi, finiremo vittime delle logiche di libero mercato. "
Ritornando alle problematiche evidenziate, il punto è il seguente: " Davvero questa nuova impresa, che produce profitti che non andranno a ragusani, rientra in una fattispecie in cui c´è un´ oggettiva prospettiva di decrescita del PIL ragusano? Il fatturato non potrà essere tale da poter influire in modo incisivo in un settore tale da potere dire: "blitz (economico) da parte di catanesi"? La strategia di tale sturt-up: H24, prezzi bassi, prodotti diversificati ma correlati, sono un´ ovvia innovazione per Ragusa, e se nessuno dei ragusani lo abbia fatto prima, non può che essere colpa degli stessi. Essere imprenditori significa anche: "anticipare il futuro e innovarsi costantemente". Pertanto che un imprenditore catanese abbia intuito un vuoto nel mercato ragusano, scegliendo di investire in codesta attività, dovrebbe essere visto come una sfida dagli imprenditori del settore ragusano. Purtoppo la cultura imprenditoriale ragusana non è ancora arrivata a tal punto. Ovvero: assenza di reciprocità coniugata ad ipocrisia, detto diversamente: "se mi servi, ti chiamo e, se hai bisogno, ti aiuto solo se non ho niente da fare" è la caratteristica che rischia di farci subire scalate, in tutti i comparti economico-sociali del territorio.
Nel settore commerciale, i centri commerciali hanno ucciso l´economia del corso Italia. Se gli attori del commercio non sono più ragusani ma ad esempio cinesi, le prospettive di PIL sono ovviamente negative.
Molti imprenditori commerciali hanno scelto di intraprendere la via "alimentare" perché nei momenti di crisi economica è il settore c.d. "sicuro". Infatti quanto osservato da colei che ha espresso il suo punto di vista, scrivendo che tale mercato è saturo rispecchia il vero. La difficoltà è riuscire a intuire "profitti" perché la globalizzazione, dove negli anni ´90 la relazione tra " diritto ed economia " si è trasformata in relazione tra "politica ed economia " ha avuto come consulenza l´interdipendenza economica fra gli stati. E per salvaguardare gli equilibri tra stati si è finiti con la dipendenza economica, in cui molti stati sono piombati.
Sotto un altro profilo, l´apertura al commercio internazionale ha comportato il superamento di forme operative legate al territorio: così, per un verso, si è assistito a fenomeni di multinazionali da parte di imprese, per altro conto, fenomeni di finanziamento diversi da quelli convenzionali (causa della crisi finanziaria del 2007). Se non si ritorna a nazionalismi, il che non vuol dire fascismo, il pericolo di non uscire dalla stagnazione è attuale. Per questo per ripartire nel settore economico, ragusano, siciliano, italiano si deve comprendere la speciale rilevanza d´attribuire alla funzione esegetica che ha la norma nel suo legame al fatto.
Detto semplicemente, il comune, la regione, lo stato devono mutare orientamento legislativo, altrimenti "la guerra fra poveri" è alle porte.
Mirko Carfì