L´ANALISI - " UNA CASALINGA COME MINISTRO DELL´ECONOMIA " DI ANTONIO PALUDI
In questi giorni gli italiani stanno ottemperando all´obbligo di pagare il saldo di dicembre dell´imposta sulla casa, seconda casa. Al riguardo, nella storia italiana, non c´è stata tassa più odiosa, più ballerina, più tragicamente pirandelliana, più demagogicamente elettorale che non abbia attirato, da tutte le parti, commenti e critiche come l´I.M.U.. Ricordo la sua istituzione all´inizio degli anni novanta dell´altro secolo, ricordo le molte proteste dei cittadini e le altalenanti decisioni dei governi, che, di fronte al pericolo di perdere consenso o9 di8 alienarsi le simpatie dell´elettore, a secondo della convenienza, la confermavano, dopo un po´ la eliminavano, successivamente ci ripensavano e la rimetteva di nuovo, magari cambiandole il nome (ICI, ISI, IMU). Una storia infinita che potrebbe ancora riservare sorprese. Questo bizantinismo, questo eccessivo fiscalismo accompagna l´inerme cittadino italiano non solo dalla nascita, ma dal suo concepimenti, e finisce solo con la morte, perché da quel momento in poi lo Stato, se ci sono problemi fiscali in sospeso, si rivarrà sui parenti eredi del povero "de cuius".
Come cittadino di uno Stato democratico penso che tutti devono pagare le tasse, è un dovere civico, morale, etico, chi non lo fa, e sono molti, si pone fuori dalla società civile e, in questo status, vive da parassito, come la tenia nell´intestino di certi bambini. Le tasse sono indispensabili per assicurare servizi, garantire prestazioni che altrimenti sarebbero a pagamento e riservati solo a quelle persone con un reddito elevato. Come cittadino libero, che paga le tasse fino all´ultimo centesimo, dico che lo Stato deve spendere i soldi che riscuote, dai noi contribuenti, in maniera adeguata, corretta e utile per il bene generale, fino all´ultimo "euro". Dico anche di più! Lo Stato è abilitato, per Costituzione, a richiedere sì le tasse, ma solo nella quantità che i cittadini sono in grado di pagare, e sempre secondo il criterio della progressività ed equità, cosa che non sempre avviene. Le Istituzioni, insomma, non possono chiedere ai cittadini somme di denaro che questi non sono in grado di sborsare, somme di denaro che non hanno mai guadagnato. Richiedere una tassa che un cittadino non può pagare è un atto illegittima, una soverchieria, una prepotenza, un delitto contro l´umanità, e un voler spremere succo da un limone già abbondantemente spremuto. In questi anni, purtroppo, è avvenuto proprio questo sul piano fiscale, non c´è bisogno di dimostrare questo teorema, perché ognuno di noi ha vissuti sulla propria pelle gli effetti di questo esoso fiscalismo che si è abbattuto, in special modo, su dipendenti, pensionati, ma anche su piccoli imprenditori. Una classe politica miope, impreparata, economicamente limitata, non voglio inveire per non essere volgare, ha sperperato le risorse dello Stato, cioè le tasse dei cittadini a man bassa, senza nessuna programmazione e senza prevedere nel futuro gli effetti di decisioni del presente, ricordiamoci a tal proposito la legge sui baby pensionati. Per restare più vicini ad un discorso di cittadini comune, la cattiva politica, come si dice fra la nostra gente, "ha fatto il passo più lungo della gamba", fino a indebitare il nostro Paese con banche, Stati esteri, società finanziarie, persone fisiche di tutto il mondo, con cifre che, solo per scriverle, bisognerebbe riempire un´intera lavagna di scuola con moltissimi zero. Per tale ragione, in questi anni, i governanti hanno richiesto ai loro concittadini, per rientrare da questo ciclopico debito, non più tasse giuste, non più tasse amiche, ma imposte esose, sciolte da ogni vincolo di ragionevolezza, slegate da ogni rapporto di progressività con quanto un cittadini guadagnava con la sua attività lavorativa, con la sua azienda, insomma balzelli, gabelle da sembrare estorsioni di uno Stato verso i suoi abitanti. Le persone oneste, quelle che hanno sempre pagato il dovuto, sono stata costretta ad usare i risparmi di una vita, oppure quelli messi da parte in un intero anno per poter attemperare a questo gravoso obbligo. Obbligo che quando arriva non è visto come un dovere civico, ma come il giorno del tormento e del "paga e stai zitto", altrimenti l´alternativa, uso un termine fantozziano, l´orribile Agenzia delle Entrate o Equitalia con i loro sistemi sbrigativi "al limite della sopportabilità". Il cittadino elettore può stare in silenzio di fronte a questo sfacelo? Penso di no! E nessun politico può tirarsi fuori dalle responsabilità di questo disfacimento, perché, come spesso succede nella nostra bella Italia, siamo sempre bravi a riversare la colpa dei misfatti su gli altri, altri che non hanno mai un volto, un nome, un cognome, forse neanche una fisicità, fantasmi alla stato puro. Lo Stato quando si tratta di riscuotere, tutti lo abbiamo capito, anche i bambini, è un nostro socio discreto e occulto, guadagna tassando lo stipendio, guadagna tassando il consumo, guadagna tassando gli immobili, tassando la vita e la morte, la rendita, tassando l´aria che respiriamo etc. etc., sostengo e ne sono convinto che è giusto così. È giusto, però, riscuotere in modo equo, in modo progressivo, a condizione che ci siano, in cambio, dei servizi efficienti e garantiti per tutti: scuola, sanita, sicurezza, trasporto, etc, etc,. Il problema nasce quando lo Stato d´imperio riscuote dal cittadino in maniera irrazionale, non realistica, ed in cambio elargisce servizi scadenti, insufficienti, inesistenti e violando palesemente il principio costituzionale della progressività e dell´equità, così come succede quando si aumentano le accise sui carburanti, sui tabacchi, sull´alcool, oppure l´Iva sul consumo, com´è avvenuto qualche tempo fa, forse, immagino, perché ha paura di tassare i grandi patrimoni e capitali. Con questa modalità di tassazione il cittadino di strada potrebbe capire che le imposte servono per correggere le debolezze umane degli italiani o preservare l´ambiente, invece non è così! Lo Stato vuole solo incassare e basta, vuole raggiungere i suoi obiettivi economici non razionalizzando o tagliando gli sperperi lì dove si annidano, non togliendo privilegi o tagliando spese inutili, ma svuotando le tasche dei suoi cittadini, questa è la lettura che ne fa la gente comune. A questo livello le tasse non sono un diritto dovere del cittadino, ma una vera ingiustizia perpetrata da uno "Stato padrone" su sudditi inermi, a cui è richiesto, come ho detto sopra, solo di "pagare e tacere". Io non voglio tacere! Io voglio gridare a voce alta il mio disagio, che è il disagio di milioni di Italiani. In Italia c´è, poi, un altro grave problema, l´enorme evasione fiscale, evasione figlia anche di questo esoso fiscalismo, che nessun Governo ha affrontato con determinazione. Un vero crimine, da molti considerato invece una necessità per sopravvivere in questa società di lupi. Noi cittadini, l´evasione, la tocchiamo con le mani tutti i giorni, tutti i momenti, quando andiamo in un qualsiasi mercatino, o al bar, in un negozio, per acquistare della merce, a volte bisogna bisticciare per avere uno scontrino fiscale. L´evasione è figlia di tante mentalità che possono essere definite: qualunquiste, egoiste, criminale, che si basano sull´idea portante di chi pensa: "che tanto non verrò mai beccato", mentalità con valori civili capovolti che fa passare per "sperti / intelligenti" chi evade e "lolli / stupidi" chi fa il proprio dovere. Propongo una soluzione per far rientrare l´Italia dal debito, nominiamo ministro dell´economia una delle nostre brave casalinghe, una di quelle che, tutti i mesi, fanno quadrare i conti delle loro famiglia con uno stipendio magro e magari fanno anche qualche risparmio.
prof. Antonio Paludi
Come cittadino di uno Stato democratico penso che tutti devono pagare le tasse, è un dovere civico, morale, etico, chi non lo fa, e sono molti, si pone fuori dalla società civile e, in questo status, vive da parassito, come la tenia nell´intestino di certi bambini. Le tasse sono indispensabili per assicurare servizi, garantire prestazioni che altrimenti sarebbero a pagamento e riservati solo a quelle persone con un reddito elevato. Come cittadino libero, che paga le tasse fino all´ultimo centesimo, dico che lo Stato deve spendere i soldi che riscuote, dai noi contribuenti, in maniera adeguata, corretta e utile per il bene generale, fino all´ultimo "euro". Dico anche di più! Lo Stato è abilitato, per Costituzione, a richiedere sì le tasse, ma solo nella quantità che i cittadini sono in grado di pagare, e sempre secondo il criterio della progressività ed equità, cosa che non sempre avviene. Le Istituzioni, insomma, non possono chiedere ai cittadini somme di denaro che questi non sono in grado di sborsare, somme di denaro che non hanno mai guadagnato. Richiedere una tassa che un cittadino non può pagare è un atto illegittima, una soverchieria, una prepotenza, un delitto contro l´umanità, e un voler spremere succo da un limone già abbondantemente spremuto. In questi anni, purtroppo, è avvenuto proprio questo sul piano fiscale, non c´è bisogno di dimostrare questo teorema, perché ognuno di noi ha vissuti sulla propria pelle gli effetti di questo esoso fiscalismo che si è abbattuto, in special modo, su dipendenti, pensionati, ma anche su piccoli imprenditori. Una classe politica miope, impreparata, economicamente limitata, non voglio inveire per non essere volgare, ha sperperato le risorse dello Stato, cioè le tasse dei cittadini a man bassa, senza nessuna programmazione e senza prevedere nel futuro gli effetti di decisioni del presente, ricordiamoci a tal proposito la legge sui baby pensionati. Per restare più vicini ad un discorso di cittadini comune, la cattiva politica, come si dice fra la nostra gente, "ha fatto il passo più lungo della gamba", fino a indebitare il nostro Paese con banche, Stati esteri, società finanziarie, persone fisiche di tutto il mondo, con cifre che, solo per scriverle, bisognerebbe riempire un´intera lavagna di scuola con moltissimi zero. Per tale ragione, in questi anni, i governanti hanno richiesto ai loro concittadini, per rientrare da questo ciclopico debito, non più tasse giuste, non più tasse amiche, ma imposte esose, sciolte da ogni vincolo di ragionevolezza, slegate da ogni rapporto di progressività con quanto un cittadini guadagnava con la sua attività lavorativa, con la sua azienda, insomma balzelli, gabelle da sembrare estorsioni di uno Stato verso i suoi abitanti. Le persone oneste, quelle che hanno sempre pagato il dovuto, sono stata costretta ad usare i risparmi di una vita, oppure quelli messi da parte in un intero anno per poter attemperare a questo gravoso obbligo. Obbligo che quando arriva non è visto come un dovere civico, ma come il giorno del tormento e del "paga e stai zitto", altrimenti l´alternativa, uso un termine fantozziano, l´orribile Agenzia delle Entrate o Equitalia con i loro sistemi sbrigativi "al limite della sopportabilità". Il cittadino elettore può stare in silenzio di fronte a questo sfacelo? Penso di no! E nessun politico può tirarsi fuori dalle responsabilità di questo disfacimento, perché, come spesso succede nella nostra bella Italia, siamo sempre bravi a riversare la colpa dei misfatti su gli altri, altri che non hanno mai un volto, un nome, un cognome, forse neanche una fisicità, fantasmi alla stato puro. Lo Stato quando si tratta di riscuotere, tutti lo abbiamo capito, anche i bambini, è un nostro socio discreto e occulto, guadagna tassando lo stipendio, guadagna tassando il consumo, guadagna tassando gli immobili, tassando la vita e la morte, la rendita, tassando l´aria che respiriamo etc. etc., sostengo e ne sono convinto che è giusto così. È giusto, però, riscuotere in modo equo, in modo progressivo, a condizione che ci siano, in cambio, dei servizi efficienti e garantiti per tutti: scuola, sanita, sicurezza, trasporto, etc, etc,. Il problema nasce quando lo Stato d´imperio riscuote dal cittadino in maniera irrazionale, non realistica, ed in cambio elargisce servizi scadenti, insufficienti, inesistenti e violando palesemente il principio costituzionale della progressività e dell´equità, così come succede quando si aumentano le accise sui carburanti, sui tabacchi, sull´alcool, oppure l´Iva sul consumo, com´è avvenuto qualche tempo fa, forse, immagino, perché ha paura di tassare i grandi patrimoni e capitali. Con questa modalità di tassazione il cittadino di strada potrebbe capire che le imposte servono per correggere le debolezze umane degli italiani o preservare l´ambiente, invece non è così! Lo Stato vuole solo incassare e basta, vuole raggiungere i suoi obiettivi economici non razionalizzando o tagliando gli sperperi lì dove si annidano, non togliendo privilegi o tagliando spese inutili, ma svuotando le tasche dei suoi cittadini, questa è la lettura che ne fa la gente comune. A questo livello le tasse non sono un diritto dovere del cittadino, ma una vera ingiustizia perpetrata da uno "Stato padrone" su sudditi inermi, a cui è richiesto, come ho detto sopra, solo di "pagare e tacere". Io non voglio tacere! Io voglio gridare a voce alta il mio disagio, che è il disagio di milioni di Italiani. In Italia c´è, poi, un altro grave problema, l´enorme evasione fiscale, evasione figlia anche di questo esoso fiscalismo, che nessun Governo ha affrontato con determinazione. Un vero crimine, da molti considerato invece una necessità per sopravvivere in questa società di lupi. Noi cittadini, l´evasione, la tocchiamo con le mani tutti i giorni, tutti i momenti, quando andiamo in un qualsiasi mercatino, o al bar, in un negozio, per acquistare della merce, a volte bisogna bisticciare per avere uno scontrino fiscale. L´evasione è figlia di tante mentalità che possono essere definite: qualunquiste, egoiste, criminale, che si basano sull´idea portante di chi pensa: "che tanto non verrò mai beccato", mentalità con valori civili capovolti che fa passare per "sperti / intelligenti" chi evade e "lolli / stupidi" chi fa il proprio dovere. Propongo una soluzione per far rientrare l´Italia dal debito, nominiamo ministro dell´economia una delle nostre brave casalinghe, una di quelle che, tutti i mesi, fanno quadrare i conti delle loro famiglia con uno stipendio magro e magari fanno anche qualche risparmio.
prof. Antonio Paludi