" L´INFLUENZA NISSENA NEL DIALETTO RAGUSANO " del dott. Gianluca Vindigni
Partendo dal presupposto che i confini interprovinciali non sono anche confini linguistici, non risulterebbe anomalo, di tanto in tanto, rinvenire delle interferenze dialettali che abbracciano più città di due province differenti ma confinanti. È quello che più o meno accade tra la provincia di Caltanissetta e la parte occidentale della provincia di Ragusa (quella riguardante le città di Acate, Vittoria, Scoglitti e, seppur in maniera minore, Comiso). Un primo influsso del dialetto nisseno in queste città è possibile trovarlo nella prima persona plurale del presente indicativo, dove vige l´uso della nasale bilabiale geminata -mm, cosicché:
– Provincia di Caltanissetta:
1° coniug.: «niatri amammu» (noi amiamo);
2° coniug.: «niatri sapemmu/sapimmu» (noi sappiamo);
verbo essere: «niatri semmu/simmu» (noi siamo).
– Acate, Vittoria e Scoglitti:
1° coniug.: «niatri amammu» (noi amiamo);
2° coniug.: «niatri sapiemmu» (noi sappiamo);
verbo essere: «niatri siemmu» (noi siamo).
– Comiso (e Santa Croce Camerina):
1° coniug.: «niatri amamu» (noi amiamo);
2° coniug.: «niatri sapimu» (noi sappiamo);
verbo essere: «niatri simu» (noi siamo).
– Resto della provincia di Ragusa:
1° coniug.: «niatri amamu» (noi amiamo);
2° coniug.: «niatri sapiemu» (noi sappiamo);
verbo essere: «niatri siemu» (noi siamo).
Come è possibile evincere dagli esempi riportati, nelle città di Acate, Vittoria e Scoglitti, proprio come nel nisseno, l´uso della nasale geminata nel presente indicativo («amammu, sapiemmu, siemmu») potrebbe talvolta portare a una confusione col passato remoto, che risulterebbe omografo nella prima persona plurale: «niautri amammu» (noi amiamo; ora.), ma «niautri amammu» (noi amammo; allora.); «niautri partiemmu» (noi partiamo; ora.), ma «niautri partiemmu» (noi partimmo; allora.). Questo problema non tange minimamente il resto della provincia di Ragusa (dove è presente una sola -m) né la città di Comiso che, pur avendo qualche influenza nissena, presenta, assieme ad una curiosa chiusura vocalica che si ripete anche a Sanra Croce Camerina, una sola nasale bilabiale: «amamu, iucamu, partimu, capimu, simu»,etc.
Un´ulteriore influenza nissena, tra l´altro, è possibile notarla in maniera più marcata nella città di Acate (ultima città ad ovest del ragusano), la quale, per via della vicinanza con Niscemi e Gela, presenta l´assenza dell´affricata palatale, che risulta per lo più diffusa in quasi tutto il ragusano, per cui:
– Acate: «chiavi, chiuovu, chioviri, chiù», etc.;
– Resto della provincia di Ragusa (tranne Scicli e Monterosso Almo): «ciavi, ciuovu, cioviri, ciù», etc.
È possibile, tuttavia, notare questa influenza nissena anche nel verbo "riempire" che, proprio come a Gela e a Niscemi, ad Acate suona «allìnchiri» (in maniera opposta al resto del ragusano dove prevale la voce «inciri» o, a Scicli e a Monterosso Almo, «inchiri»).
L´influenza nissena, inoltre, si può riscontrare circa il numero "sei" che nella provincia di Caltanissetta tende ad assumere per lo più la forma di «sia» (ma a Gela ugualmente «sei»), forma che risulta presente anche ad Acate, Vittoria, Scoglitti e Comiso, in opposizione al resto del ragusano dove si preferisce la voce «siei». Si può, dunque, parlare di influenza nissena giacché nel vittoriese antico, ad esempio, si attestava la voce «siei» come nel resto del ragusano (cfr. Giovanni Consolino, Vocabolario del dialetto vittoriese, Pacini editore, Pisa 1986), che molto probabilmente andò perdendosi nel corso degli anni fino ad essere soppiantata del tutto dal più influente «sia».
IL GELESE A SCOGLITTI
Di singolare rarità e degna di studio risulta invece l´influenza del dialetto gelese a Scoglitti, unica frazione di Vittoria situata nella costa orientale del golfo di Gela, borgo marinaro che negli anni passati si trovò battuto da diverse migrazioni di gente di origine gelese. Il segno di tali migrazioni è possibile rinvenirlo ancora oggi nell´onomastica: cognomi, infatti, come Ferrigno, Ferrara, Izzia, etc. (tipici nel gelese) risultano presenti quasi esclusivamente nella sola Scoglitti e in maniera di gran lunga minore a Vittoria. Il dialetto di Scoglitti, innanzitutto, differisce dal vittoriese per la cadenza, una parlata esclusiva che risente parecchio del dialetto di Gela, cosicché, se si presta attenzione, sembra che uno scoglittese parli "come se avesse sempre una sorta di punto interrogativo alla fine di ogni frase".
Ma l´influenza gelese più caratteristica riguarda l´imperfetto indicativo, che, a differenza di tutto il territorio ragusano in cui prevalgono le voci sincopate, nella sola Scoglitti presenta la frivativa -v del suffisso temporale, tipica del dialetto di Gela, per cui:
– Gela: «iu diciva, iu cririva, iu sintiva, iu partiva», etc.;
– Scoglitti: «iu riciva, iu cririva, iu sintiva, iu partiva», etc.;
– Resto della provincia di Ragusa: «iu ricìa, iu crirìa, iu sintìa, iu partìa», etc.
Quest´oggi spero di essere riuscito a catturare la vostra attenzione circa questo argomento riguardante la lingua siciliana, che ricordiamo avere una certa dignità e una nobile storia, in particolar modo legata alla stretta vicinanza con la nostra lingua madre, la lingua latina, da cui trae la sua illustre origine.
Dott. Gianluca Vindigni
– Provincia di Caltanissetta:
1° coniug.: «niatri amammu» (noi amiamo);
2° coniug.: «niatri sapemmu/sapimmu» (noi sappiamo);
verbo essere: «niatri semmu/simmu» (noi siamo).
– Acate, Vittoria e Scoglitti:
1° coniug.: «niatri amammu» (noi amiamo);
2° coniug.: «niatri sapiemmu» (noi sappiamo);
verbo essere: «niatri siemmu» (noi siamo).
– Comiso (e Santa Croce Camerina):
1° coniug.: «niatri amamu» (noi amiamo);
2° coniug.: «niatri sapimu» (noi sappiamo);
verbo essere: «niatri simu» (noi siamo).
– Resto della provincia di Ragusa:
1° coniug.: «niatri amamu» (noi amiamo);
2° coniug.: «niatri sapiemu» (noi sappiamo);
verbo essere: «niatri siemu» (noi siamo).
Come è possibile evincere dagli esempi riportati, nelle città di Acate, Vittoria e Scoglitti, proprio come nel nisseno, l´uso della nasale geminata nel presente indicativo («amammu, sapiemmu, siemmu») potrebbe talvolta portare a una confusione col passato remoto, che risulterebbe omografo nella prima persona plurale: «niautri amammu» (noi amiamo; ora.), ma «niautri amammu» (noi amammo; allora.); «niautri partiemmu» (noi partiamo; ora.), ma «niautri partiemmu» (noi partimmo; allora.). Questo problema non tange minimamente il resto della provincia di Ragusa (dove è presente una sola -m) né la città di Comiso che, pur avendo qualche influenza nissena, presenta, assieme ad una curiosa chiusura vocalica che si ripete anche a Sanra Croce Camerina, una sola nasale bilabiale: «amamu, iucamu, partimu, capimu, simu»,etc.
Un´ulteriore influenza nissena, tra l´altro, è possibile notarla in maniera più marcata nella città di Acate (ultima città ad ovest del ragusano), la quale, per via della vicinanza con Niscemi e Gela, presenta l´assenza dell´affricata palatale, che risulta per lo più diffusa in quasi tutto il ragusano, per cui:
– Acate: «chiavi, chiuovu, chioviri, chiù», etc.;
– Resto della provincia di Ragusa (tranne Scicli e Monterosso Almo): «ciavi, ciuovu, cioviri, ciù», etc.
È possibile, tuttavia, notare questa influenza nissena anche nel verbo "riempire" che, proprio come a Gela e a Niscemi, ad Acate suona «allìnchiri» (in maniera opposta al resto del ragusano dove prevale la voce «inciri» o, a Scicli e a Monterosso Almo, «inchiri»).
L´influenza nissena, inoltre, si può riscontrare circa il numero "sei" che nella provincia di Caltanissetta tende ad assumere per lo più la forma di «sia» (ma a Gela ugualmente «sei»), forma che risulta presente anche ad Acate, Vittoria, Scoglitti e Comiso, in opposizione al resto del ragusano dove si preferisce la voce «siei». Si può, dunque, parlare di influenza nissena giacché nel vittoriese antico, ad esempio, si attestava la voce «siei» come nel resto del ragusano (cfr. Giovanni Consolino, Vocabolario del dialetto vittoriese, Pacini editore, Pisa 1986), che molto probabilmente andò perdendosi nel corso degli anni fino ad essere soppiantata del tutto dal più influente «sia».
IL GELESE A SCOGLITTI
Di singolare rarità e degna di studio risulta invece l´influenza del dialetto gelese a Scoglitti, unica frazione di Vittoria situata nella costa orientale del golfo di Gela, borgo marinaro che negli anni passati si trovò battuto da diverse migrazioni di gente di origine gelese. Il segno di tali migrazioni è possibile rinvenirlo ancora oggi nell´onomastica: cognomi, infatti, come Ferrigno, Ferrara, Izzia, etc. (tipici nel gelese) risultano presenti quasi esclusivamente nella sola Scoglitti e in maniera di gran lunga minore a Vittoria. Il dialetto di Scoglitti, innanzitutto, differisce dal vittoriese per la cadenza, una parlata esclusiva che risente parecchio del dialetto di Gela, cosicché, se si presta attenzione, sembra che uno scoglittese parli "come se avesse sempre una sorta di punto interrogativo alla fine di ogni frase".
Ma l´influenza gelese più caratteristica riguarda l´imperfetto indicativo, che, a differenza di tutto il territorio ragusano in cui prevalgono le voci sincopate, nella sola Scoglitti presenta la frivativa -v del suffisso temporale, tipica del dialetto di Gela, per cui:
– Gela: «iu diciva, iu cririva, iu sintiva, iu partiva», etc.;
– Scoglitti: «iu riciva, iu cririva, iu sintiva, iu partiva», etc.;
– Resto della provincia di Ragusa: «iu ricìa, iu crirìa, iu sintìa, iu partìa», etc.
Quest´oggi spero di essere riuscito a catturare la vostra attenzione circa questo argomento riguardante la lingua siciliana, che ricordiamo avere una certa dignità e una nobile storia, in particolar modo legata alla stretta vicinanza con la nostra lingua madre, la lingua latina, da cui trae la sua illustre origine.
Dott. Gianluca Vindigni