" L´ INVOLUZIONE DELLA SCUOLA ITALIANA: PRIMA C´ERANO RISPETTO VERSO GLI ALTRI E COMPETENZE ACQUISITE, MENTRE ORA..." DELLA PROF/SSA LAURA BARONE
L´involuzione della Scuola Italiana.
Ho conosciuto tre tipi diversi di Scuola: quella che ho frequentato dai 5 ai 22 anni (se ci mettiamo l´università). Quella in cui ho insegnato dai 23 ai 54 anni (la Legge Dini lo permetteva). Quella di adesso della quale sono felice di non fare parte, a causa di ciò che l´ha fatta diventare la dissennata politica dei vari governi succedutisi in questi ultimi anni.
La scuola che ho frequentato è quella nata dalla riforma Gentile e susseguenti aggiustamenti degli anni immediatamente successivi alla guerra.(Per esempio i programmi della Scuola Elementare del 1945, migliori di quelli di 10 anni dopo. Parlo per conoscenza diretta perché ho il diploma magistrale , un concorso vinto nel 1967 e la laurea in Pedagogia.)
So che non è politicamente corretto dir bene di una riforma di un ministro del Regime Fascista ma anche gli antifascisti non possiamo fare a meno di testimoniare che quella scuola funzionava bene e ci ha dato molto.
A parte la formazione culturale che ci consentiva di affrontare l´università senza problemi, parliamo di quello che oggi la scuola non è più grado di dare cioè l´Educazione Morale e Civile
(così era definita prima di denominarla Condotta).
Non esisteva la materia denominata Educazione Civica, di cui dirò successivamente, ma i nostri insegnanti con la piena collaborazione dei nostri genitori e della Chiesa, per chi la frequentava , non si limitavano a insegnarci a leggere, scrivere e far di conto o, più in là , ad introdurci alla Letteratura, alla Filosofia, all´Arte, alla Geometria Euclidea, all´Algebra, alle lingue Straniere, ma con grande rigore ci educavano al rispetto degli altri, delle persone adulte, delle regole comuni (allora) alla morale cristiana e laica. Chi violava le regole era soggetto a durissime sanzioni. Ma già una lieve infrazione comportava il rimprovero e la disistima del docente o del preside e questo bastava molto spesso a fare rigare diritto chiunque, perché a casa poi bisognava andare incontro ad altre sanzioni.
Poi c´è stata la Scuola in cui ho insegnato. La Scuola post sessantotto. Molti oggi non ricordano che anche allora c´erano insegnanti picchiati, insultati , ridicolizzati, in nome di una rivoluzione che poi deragliò nel terrorismo brigatista.
Comunque siamo riusciti, molti fra gli insegnanti, a sopravvivere e a fare il nostro lavoro, nonostante parecchie ore di lezione perdute per le inutili assemblee, per gli scioperi pretestuosi degli alunni quando cominciava il momento delle verifiche, nonostante gli esami di maturità ridotti ad una barzelletta, ai giudizi (che dicevano e non dicevano ) al posto dei voti.
Siamo sopravvissuti alla fallimentare esperienza degli organi collegiali, siamo riusciti, nella stragrande maggioranza , a farci rispettare quando c´era autorevolezza, cultura e professionalità.
Basti dire, nel mio caso, che ho esordito a 23 anni come docente di lettere in una quinta Geometri con alunni quasi miei coetanei e alti il doppio di me. Ho avuto sempre il loro rispetto e la loro stima, nonostante le riserve del Preside che non avrebbe voluto affidarmi quella classe.
In quegli anni qualcuno pensò di introdurre nella scuola l´Educazione Civica, sottraendo un ´ora ogni due settimane alla Storia, al fine di formare i cittadini di domani. Con il risultato che ben pochi oggi sanno qualcosa di Storia e men che meno di Educazione Civica. Basti pensare che in certi quiz televisivi qualcuno, a domanda, risponde che Hitler è morto nel 1972?!
Dalla scuola con l´educazione civica non sono venuti fuori cittadini migliori di quelli venuti fuori dalla scuola senza educazione civica. Per questo forse è stata abolita.
Con il concordato con la Chiesa Cattolica del 1984 l´insegnamento della Religione va richiesto da chi vuole avvalersene. C´è chi è contrario a questa soluzione perché gli alunni che "non si avvalgono" non fanno nulla di alternativo. Ma dopo tanti anni ,perché non si è trovata una soluzione? Non è certo colpa della Conferenza Episcopale o del Concordato! Vorrei dire, invece, che proprio nel contesto dell´insegnamento della Religione potrebbero essere trasmessi quei valori, quelle regole che consentono alla nostra scuola di lottare contro ogni forma di violenza e di bullismo. I ragazzi che per loro scelta o per scelta delle famiglie , giusta e legittima, non frequentano l´ora di Religione potrebbero , anziché perdere il loro tempo, conoscere, con la guida di un insegnante, tra i tanti con ore " a disposizione", quei principi condivisi di etica che permettono alla società di non finire alla mercè dei prepotenti.
Infine è indispensabile ripristinare ogni forma di deterrente sia con sanzioni comminate all´interno della Scuola: sospensioni, espulsioni , bocciature, sia chiedendo l´ intervento dell´ Autorità Giudiziaria. Chi sbaglia deve pagare, anche se chiede scuse tardive, e, nella maggior parte dei casi, insincere.
Laura Barone
Ho conosciuto tre tipi diversi di Scuola: quella che ho frequentato dai 5 ai 22 anni (se ci mettiamo l´università). Quella in cui ho insegnato dai 23 ai 54 anni (la Legge Dini lo permetteva). Quella di adesso della quale sono felice di non fare parte, a causa di ciò che l´ha fatta diventare la dissennata politica dei vari governi succedutisi in questi ultimi anni.
La scuola che ho frequentato è quella nata dalla riforma Gentile e susseguenti aggiustamenti degli anni immediatamente successivi alla guerra.(Per esempio i programmi della Scuola Elementare del 1945, migliori di quelli di 10 anni dopo. Parlo per conoscenza diretta perché ho il diploma magistrale , un concorso vinto nel 1967 e la laurea in Pedagogia.)
So che non è politicamente corretto dir bene di una riforma di un ministro del Regime Fascista ma anche gli antifascisti non possiamo fare a meno di testimoniare che quella scuola funzionava bene e ci ha dato molto.
A parte la formazione culturale che ci consentiva di affrontare l´università senza problemi, parliamo di quello che oggi la scuola non è più grado di dare cioè l´Educazione Morale e Civile
(così era definita prima di denominarla Condotta).
Non esisteva la materia denominata Educazione Civica, di cui dirò successivamente, ma i nostri insegnanti con la piena collaborazione dei nostri genitori e della Chiesa, per chi la frequentava , non si limitavano a insegnarci a leggere, scrivere e far di conto o, più in là , ad introdurci alla Letteratura, alla Filosofia, all´Arte, alla Geometria Euclidea, all´Algebra, alle lingue Straniere, ma con grande rigore ci educavano al rispetto degli altri, delle persone adulte, delle regole comuni (allora) alla morale cristiana e laica. Chi violava le regole era soggetto a durissime sanzioni. Ma già una lieve infrazione comportava il rimprovero e la disistima del docente o del preside e questo bastava molto spesso a fare rigare diritto chiunque, perché a casa poi bisognava andare incontro ad altre sanzioni.
Poi c´è stata la Scuola in cui ho insegnato. La Scuola post sessantotto. Molti oggi non ricordano che anche allora c´erano insegnanti picchiati, insultati , ridicolizzati, in nome di una rivoluzione che poi deragliò nel terrorismo brigatista.
Comunque siamo riusciti, molti fra gli insegnanti, a sopravvivere e a fare il nostro lavoro, nonostante parecchie ore di lezione perdute per le inutili assemblee, per gli scioperi pretestuosi degli alunni quando cominciava il momento delle verifiche, nonostante gli esami di maturità ridotti ad una barzelletta, ai giudizi (che dicevano e non dicevano ) al posto dei voti.
Siamo sopravvissuti alla fallimentare esperienza degli organi collegiali, siamo riusciti, nella stragrande maggioranza , a farci rispettare quando c´era autorevolezza, cultura e professionalità.
Basti dire, nel mio caso, che ho esordito a 23 anni come docente di lettere in una quinta Geometri con alunni quasi miei coetanei e alti il doppio di me. Ho avuto sempre il loro rispetto e la loro stima, nonostante le riserve del Preside che non avrebbe voluto affidarmi quella classe.
In quegli anni qualcuno pensò di introdurre nella scuola l´Educazione Civica, sottraendo un ´ora ogni due settimane alla Storia, al fine di formare i cittadini di domani. Con il risultato che ben pochi oggi sanno qualcosa di Storia e men che meno di Educazione Civica. Basti pensare che in certi quiz televisivi qualcuno, a domanda, risponde che Hitler è morto nel 1972?!
Dalla scuola con l´educazione civica non sono venuti fuori cittadini migliori di quelli venuti fuori dalla scuola senza educazione civica. Per questo forse è stata abolita.
Con il concordato con la Chiesa Cattolica del 1984 l´insegnamento della Religione va richiesto da chi vuole avvalersene. C´è chi è contrario a questa soluzione perché gli alunni che "non si avvalgono" non fanno nulla di alternativo. Ma dopo tanti anni ,perché non si è trovata una soluzione? Non è certo colpa della Conferenza Episcopale o del Concordato! Vorrei dire, invece, che proprio nel contesto dell´insegnamento della Religione potrebbero essere trasmessi quei valori, quelle regole che consentono alla nostra scuola di lottare contro ogni forma di violenza e di bullismo. I ragazzi che per loro scelta o per scelta delle famiglie , giusta e legittima, non frequentano l´ora di Religione potrebbero , anziché perdere il loro tempo, conoscere, con la guida di un insegnante, tra i tanti con ore " a disposizione", quei principi condivisi di etica che permettono alla società di non finire alla mercè dei prepotenti.
Infine è indispensabile ripristinare ogni forma di deterrente sia con sanzioni comminate all´interno della Scuola: sospensioni, espulsioni , bocciature, sia chiedendo l´ intervento dell´ Autorità Giudiziaria. Chi sbaglia deve pagare, anche se chiede scuse tardive, e, nella maggior parte dei casi, insincere.
Laura Barone