LA RUBRICA DI KAIROS - " BEN - ESSERE IN FAMIGLIA / PARTE II " DELLA DOTT.SSA STELLA MORANA
La volta scorsa ho iniziato a scrivere della sempre più gettonata tematica del benessere, affrontandola – tuttavia - in una veste assai diversa: il benessere in famiglia. Data la ricchezza dell´argomento, ne parleremo insieme nel corrente articolo e anche nel prossimo.
La famiglia è sostanzialmente un fondamentale ammortizzatore sociale; essa è costantemente impegnata in una sorta di mediazione tra i singoli membri e il contesto sociale; i suoi "compiti o doveri", da questo punto di vista, non sono affatto semplici. Per questo motivo può succedere che lasciandosi sopraffare dagli impegni quotidiani, dalle sempre più pressanti richieste della società in continuo mutamento, la famiglia possa mettere al secondo/terzo/quarto o ultimo posto la propria serenità familiare e rincorrere chimere di vario genere.
Una delle risorse più importanti che essa deve possedere è certamente la capacità di adattarsi agli input di cambiamento che provengono sia dal suo interno che dal contesto socio-culturale in cui è immersa.
Ma cos´è questa capacità di adattamento?
In sintesi e con estrema semplicità potremmo definirla come quella capacità che permette alla famiglia di essere flessibile e non rigida. Le cose rigide si spezzano, quelle flessibili invece resistono nel tempo. Mi viene in mente – quasi in modo immediato – un esempio tanto banale quanto esplicativo del concetto: uno spaghetto crudo, come ben sappiamo, è assai rigido e se cerchiamo di piegarlo, esso si spezza. Se proviamo a fare la stessa cosa dopo averlo cotto, il risultato invece sarà ben diverso, perché avrà acquisito quella flessibilità che ci permetterà di poterlo muovere a nostro piacimento senza spezzarlo.
Tralasciando adesso questa immagine "gastronomica" e parlando di famiglia in senso stretto, mi viene in mente un altro esempio: una coppia di neo genitori alle prese con l´arrivo del primo figlio. Si tratta di un vero e proprio evento critico, perché le abitudini della coppia devono modificarsi per accogliere e fare spazio al nuovo arrivato. Immaginatevi una coppia che si aspetterà di non modificare nulla delle proprie abitudini e dunque di dormire all´incirca sempre le stesse ore, di avere lo stesso tempo da dedicare a sé, al proprio partner, agli amici, alla casa o al lavoro. O ancora, che penserà al post parto come un´isola temporale felice, un periodo bello, dove tutto andrà sempre meravigliosamente bene.
Ecco, certamente questo atteggiamento così rigido non aiuterà la coppia di neo genitori ad accogliere nel modo più sereno possibile il loro bambino e ad assolvere alle richieste che questa nuova fase della loro vita solleciterà.
Continuando a parlare di coppia coniugale, mi capita di notare - durante il mio lavoro clinico - un fatto assai curioso; i genitori presi dal tram tram quotidiano, dimenticano un piccolissimo particolare, si scordano di essere anche e soprattutto "marito e moglie"! Tuttavia essi "sono marito e moglie" e hanno bisogno della loro intimità coniugale per poter discutere e confrontarsi, per potersi divertire, per poter litigare – che ci tengo a ricordare non deve essere mai fatto davanti ai figli perché questi hanno il diritto di restare fuori dagli "affari di mamma e papà" - .
La famiglia si logora quando mamma e papà si dimenticano lo spazio per sé e purtroppo noto che ci sono sempre più genitori che riservano troppo spazio ai figli e a concedere loro tutto il tempo e le energie. Ma questo non fa bene ai bambini che in questo modo si abituano ad essere sempre più protagonisti . Il tempo da dedicare ai figli deve essere quantitativamente sufficiente e qualitativamente autentico, mai esagerato e privo di un reale interesse.
Naturalmente, non è semplice trovare il giusto incastro tra le mille incombenze della vita di tutti i giorni e non c´è – fortunatamente - una ricetta preconfezionata che io o altri possiamo dirvi di seguire alla lettera per "ritrovare o curare la propria serenità familiare".Ogni famiglia deve potersi organizzare in base alle personali risorse e ai propri limiti; tuttavia è fondamentale che riconosca l´importanza di dedicare a tutti, adulti compresi, momenti per sé.
Al prossimo articolo!
dott/ssa Stella Morana
La famiglia è sostanzialmente un fondamentale ammortizzatore sociale; essa è costantemente impegnata in una sorta di mediazione tra i singoli membri e il contesto sociale; i suoi "compiti o doveri", da questo punto di vista, non sono affatto semplici. Per questo motivo può succedere che lasciandosi sopraffare dagli impegni quotidiani, dalle sempre più pressanti richieste della società in continuo mutamento, la famiglia possa mettere al secondo/terzo/quarto o ultimo posto la propria serenità familiare e rincorrere chimere di vario genere.
Una delle risorse più importanti che essa deve possedere è certamente la capacità di adattarsi agli input di cambiamento che provengono sia dal suo interno che dal contesto socio-culturale in cui è immersa.
Ma cos´è questa capacità di adattamento?
In sintesi e con estrema semplicità potremmo definirla come quella capacità che permette alla famiglia di essere flessibile e non rigida. Le cose rigide si spezzano, quelle flessibili invece resistono nel tempo. Mi viene in mente – quasi in modo immediato – un esempio tanto banale quanto esplicativo del concetto: uno spaghetto crudo, come ben sappiamo, è assai rigido e se cerchiamo di piegarlo, esso si spezza. Se proviamo a fare la stessa cosa dopo averlo cotto, il risultato invece sarà ben diverso, perché avrà acquisito quella flessibilità che ci permetterà di poterlo muovere a nostro piacimento senza spezzarlo.
Tralasciando adesso questa immagine "gastronomica" e parlando di famiglia in senso stretto, mi viene in mente un altro esempio: una coppia di neo genitori alle prese con l´arrivo del primo figlio. Si tratta di un vero e proprio evento critico, perché le abitudini della coppia devono modificarsi per accogliere e fare spazio al nuovo arrivato. Immaginatevi una coppia che si aspetterà di non modificare nulla delle proprie abitudini e dunque di dormire all´incirca sempre le stesse ore, di avere lo stesso tempo da dedicare a sé, al proprio partner, agli amici, alla casa o al lavoro. O ancora, che penserà al post parto come un´isola temporale felice, un periodo bello, dove tutto andrà sempre meravigliosamente bene.
Ecco, certamente questo atteggiamento così rigido non aiuterà la coppia di neo genitori ad accogliere nel modo più sereno possibile il loro bambino e ad assolvere alle richieste che questa nuova fase della loro vita solleciterà.
Continuando a parlare di coppia coniugale, mi capita di notare - durante il mio lavoro clinico - un fatto assai curioso; i genitori presi dal tram tram quotidiano, dimenticano un piccolissimo particolare, si scordano di essere anche e soprattutto "marito e moglie"! Tuttavia essi "sono marito e moglie" e hanno bisogno della loro intimità coniugale per poter discutere e confrontarsi, per potersi divertire, per poter litigare – che ci tengo a ricordare non deve essere mai fatto davanti ai figli perché questi hanno il diritto di restare fuori dagli "affari di mamma e papà" - .
La famiglia si logora quando mamma e papà si dimenticano lo spazio per sé e purtroppo noto che ci sono sempre più genitori che riservano troppo spazio ai figli e a concedere loro tutto il tempo e le energie. Ma questo non fa bene ai bambini che in questo modo si abituano ad essere sempre più protagonisti . Il tempo da dedicare ai figli deve essere quantitativamente sufficiente e qualitativamente autentico, mai esagerato e privo di un reale interesse.
Naturalmente, non è semplice trovare il giusto incastro tra le mille incombenze della vita di tutti i giorni e non c´è – fortunatamente - una ricetta preconfezionata che io o altri possiamo dirvi di seguire alla lettera per "ritrovare o curare la propria serenità familiare".Ogni famiglia deve potersi organizzare in base alle personali risorse e ai propri limiti; tuttavia è fondamentale che riconosca l´importanza di dedicare a tutti, adulti compresi, momenti per sé.
Al prossimo articolo!
dott/ssa Stella Morana