LA RUBRICA DI KAIROS - " DISTURBI SPECIFICI DELL´APPRENDIMENTO : LA DISLESSIA " DELLA DOTT/SSA SARA SOLARINO
Leonardo da Vinci, Einstein, Napoleone, Walt Disney, Roosevelt, Beethoven avevano in comune una caratteristica: la dislessia.
Spesso, erroneamente, si tende a parlare solo di Dislessia Evolutiva. In effetti, la dislessia rappresenta una condizione fra quelle che possono acquisire un´etichetta diagnostica di Disturbo Specifico dell´Apprendimento.
Con il termine "dislessia specifica evolutiva" si fa riferimento a una difficoltà del bambino nella lettura, non dovuta all´ azione di altri fattori, quali per esempio handicap, cattiva istruzione, o altri svantaggi. Non è causata da un deficit di intelligenza né da problemi ambientali o psicologici o da deficit sensoriali o neurologici.
La DISLESSIA è un disturbo a carattere neurobiologico, che contraddistingue quei bambini che, nonostante abbiano uno sviluppo tipico, non acquisiscono o faticano ad acquisire una lettura fluente e accurata in termini di velocità e correttezza. Nello specifico, la dislessia riguarda la difficoltà a riconoscere le lettere, i segni dell´ortografia, le regole di conversione da grafemi a suono e nella costruzione di singoli suoni in parole, in maniera automatica. Ciò significa che il bambino fatica a utilizzare queste competenze in maniera rapida e automatica (con dispendio di attenzione e risorse minimo), producendo molti errori.
A differenza di chi è in ritardo nell´acquisire la lettura, per un bambino con dislessia tale processo rimarrà lento e faticoso anche col procedere della scolarizzazione. Uno sviluppo delle competenze è sempre possibile, a prescindere dalla gravità di partenza; un bambino con dislessia non arriva però mai a normalizzare la sua competenza di lettura. Tuttavia questi bambini sono intelligenti e, di solito, vivaci e creativi.
Il bambino dislessico può leggere e scrivere, ma riesce a farlo solo impegnando al massimo le sue capacita e le sue energie, poiché non può farlo in maniera automatica e perciò si stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro, non impara.
La dislessia si manifesta con una lettura scorretta (numero di errori commessi durante la lettura) e/o lenta (tempo impiegato per la lettura) e può manifestarsi anche con una difficoltà di comprensione del testo scritto indipendente sia dai disturbi di comprensione in ascolto che dai disturbi di decodifica (correttezza e rapidità) del testo scritto. La Consensus Conference ha ribadito l´importanza di promuovere la ricerca per identificare il disturbo di comprensione del testo come separato da quello di decodifica (correttezza e rapidità).
Il bambino spesso compie nella lettura e nella scrittura errori caratteristici come l´inversione di lettere e di numeri (es. 21 - 12) e la sostituzione di lettere (m/n; v/f; b/d). A volte non riesce ad imparare le tabelline e alcune informazioni in sequenza come le lettere dell´alfabeto, i giorni della settimana, i mesi dell´anno. Può fare confusione per quanto riguarda i rapporti spaziali e temporali (destra/sinistra; ieri/domani; mesi e giorni; lettura dell´orologio) e può avere difficoltà a esprimere verbalmente ciò che pensa. In alcuni casi sono presenti anche difficoltà in alcune abilità motorie (ad esempio allacciarsi le scarpe), nella capacità di attenzione e di concentrazione. Spesso il bambino finisce con l´avere problemi psicologici, quale demotivazione, scarsa autostima, ma questi sono una conseguenza, non la causa della dislessia.
Il bambino appare disorganizzato nelle sue attività, sia a casa che a scuola. Ha difficoltà a copiare dalla lavagna e a prendere nota delle istruzioni impartite oralmente.
Il disturbo specifico comporta un impatto significativo e negativo per l´adattamento scolastico e /o per le attività della vita quotidiana.
La diagnosi viene fatta alla fine del II anno della scuola primaria. Già alla fine del I° anno della scuola primaria, tuttavia, profili funzionali compromessi e presenza di altri specifici indicatori diagnostici (ritardo del linguaggio e anamnesi familiare positiva per DSA) possono anticipare i termini della formulazione diagnostica. Un ulteriore strumento per la rilevazione di queste difficoltà è lo screening, inteso come ricerca-azione da condurre direttamente nelle scuole, da parte di professionisti. Esso andrebbe condotto all´inizio dell´ultimo anno della scuola dell´infanzia con l´obiettivo di realizzare attività didattiche-pedagogiche mirate a potenziare le abilità deficitarie. Nel caso in cui alla fine dell´anno permangano significativi segnali di rischio è opportuna la segnalazione ai servizi sanitari per l´età evolutiva. La diagnosi viene effettuata da un equipe multidisciplinare composta da Neuropsichiatria Infantile, Psicologo, Pedagogista e Logopedista. Dopo la diagnosi il percorso è differenziato a seconda dell´età del soggetto dislessico, della specificità del disturbo (correttezza, rapidità, comprensione del testo), e dal grado di gravità. Non dobbiamo mai dimenticare che i ragazzi dislessici possono imparare anche se in maniera un po´ diversa dagli altri.
dott/ssa Sara Solarino
Spesso, erroneamente, si tende a parlare solo di Dislessia Evolutiva. In effetti, la dislessia rappresenta una condizione fra quelle che possono acquisire un´etichetta diagnostica di Disturbo Specifico dell´Apprendimento.
Con il termine "dislessia specifica evolutiva" si fa riferimento a una difficoltà del bambino nella lettura, non dovuta all´ azione di altri fattori, quali per esempio handicap, cattiva istruzione, o altri svantaggi. Non è causata da un deficit di intelligenza né da problemi ambientali o psicologici o da deficit sensoriali o neurologici.
La DISLESSIA è un disturbo a carattere neurobiologico, che contraddistingue quei bambini che, nonostante abbiano uno sviluppo tipico, non acquisiscono o faticano ad acquisire una lettura fluente e accurata in termini di velocità e correttezza. Nello specifico, la dislessia riguarda la difficoltà a riconoscere le lettere, i segni dell´ortografia, le regole di conversione da grafemi a suono e nella costruzione di singoli suoni in parole, in maniera automatica. Ciò significa che il bambino fatica a utilizzare queste competenze in maniera rapida e automatica (con dispendio di attenzione e risorse minimo), producendo molti errori.
A differenza di chi è in ritardo nell´acquisire la lettura, per un bambino con dislessia tale processo rimarrà lento e faticoso anche col procedere della scolarizzazione. Uno sviluppo delle competenze è sempre possibile, a prescindere dalla gravità di partenza; un bambino con dislessia non arriva però mai a normalizzare la sua competenza di lettura. Tuttavia questi bambini sono intelligenti e, di solito, vivaci e creativi.
Il bambino dislessico può leggere e scrivere, ma riesce a farlo solo impegnando al massimo le sue capacita e le sue energie, poiché non può farlo in maniera automatica e perciò si stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro, non impara.
La dislessia si manifesta con una lettura scorretta (numero di errori commessi durante la lettura) e/o lenta (tempo impiegato per la lettura) e può manifestarsi anche con una difficoltà di comprensione del testo scritto indipendente sia dai disturbi di comprensione in ascolto che dai disturbi di decodifica (correttezza e rapidità) del testo scritto. La Consensus Conference ha ribadito l´importanza di promuovere la ricerca per identificare il disturbo di comprensione del testo come separato da quello di decodifica (correttezza e rapidità).
Il bambino spesso compie nella lettura e nella scrittura errori caratteristici come l´inversione di lettere e di numeri (es. 21 - 12) e la sostituzione di lettere (m/n; v/f; b/d). A volte non riesce ad imparare le tabelline e alcune informazioni in sequenza come le lettere dell´alfabeto, i giorni della settimana, i mesi dell´anno. Può fare confusione per quanto riguarda i rapporti spaziali e temporali (destra/sinistra; ieri/domani; mesi e giorni; lettura dell´orologio) e può avere difficoltà a esprimere verbalmente ciò che pensa. In alcuni casi sono presenti anche difficoltà in alcune abilità motorie (ad esempio allacciarsi le scarpe), nella capacità di attenzione e di concentrazione. Spesso il bambino finisce con l´avere problemi psicologici, quale demotivazione, scarsa autostima, ma questi sono una conseguenza, non la causa della dislessia.
Il bambino appare disorganizzato nelle sue attività, sia a casa che a scuola. Ha difficoltà a copiare dalla lavagna e a prendere nota delle istruzioni impartite oralmente.
Il disturbo specifico comporta un impatto significativo e negativo per l´adattamento scolastico e /o per le attività della vita quotidiana.
La diagnosi viene fatta alla fine del II anno della scuola primaria. Già alla fine del I° anno della scuola primaria, tuttavia, profili funzionali compromessi e presenza di altri specifici indicatori diagnostici (ritardo del linguaggio e anamnesi familiare positiva per DSA) possono anticipare i termini della formulazione diagnostica. Un ulteriore strumento per la rilevazione di queste difficoltà è lo screening, inteso come ricerca-azione da condurre direttamente nelle scuole, da parte di professionisti. Esso andrebbe condotto all´inizio dell´ultimo anno della scuola dell´infanzia con l´obiettivo di realizzare attività didattiche-pedagogiche mirate a potenziare le abilità deficitarie. Nel caso in cui alla fine dell´anno permangano significativi segnali di rischio è opportuna la segnalazione ai servizi sanitari per l´età evolutiva. La diagnosi viene effettuata da un equipe multidisciplinare composta da Neuropsichiatria Infantile, Psicologo, Pedagogista e Logopedista. Dopo la diagnosi il percorso è differenziato a seconda dell´età del soggetto dislessico, della specificità del disturbo (correttezza, rapidità, comprensione del testo), e dal grado di gravità. Non dobbiamo mai dimenticare che i ragazzi dislessici possono imparare anche se in maniera un po´ diversa dagli altri.
dott/ssa Sara Solarino