LA RUBRICA DI KAIROS - " LO SVILUPPO PSICOMOTORIO: " IL CORPO VISSUTO " DELLA DOTT/SSA MELODY BELVEDERE.
Nello scorso articolo abbiamo parlato delle generalità dello sviluppo psicomotorio, definendolo come il processo maturativo che consente al bambino di acquisire competenze e abilità motorie, cognitive, relazionali ed emotive.
Se volessimo fare un semplice esempio, e volessimo paragonarlo a qualcosa che ci riporti alla vita quotidiana, potremmo compararlo alla costruzione di un edificio che, partendo dalla prima gettata per le fondamenta, viene costruito secondo criteri e tappe precise, in modo tale da avere un´impalcatura solida che gli permetta di resistere agli agenti esterni. Per nostra fortuna, le tappe dello sviluppo psicomotorio sono meno rigide e si può sempre, nell´arco della vita, recuperare o consolidare ogni step ed inoltre, mentre un edificio subisce l´ambiente che lo circonda, noi possiamo confrontarci, rispondere e arricchirci attraverso esso.
La psicomotricità funzionale suddivide in 3 tappe lo sviluppo psicomotorio. La prima di queste è quella del "corpo vissuto" che va dai 0 ai 3 anni. In questa fase il bambino subisce e raccoglie stimoli, acquisisce molteplici competenze.
Il verbo " subire " non è stato scelto a caso. Nei primi mesi di vita in realtà il corpo non viene vissuto, ma viene quasi letteralmente subito. Questo ci permette di creare una sottocategoria della tappa, quella del "corpo subito" appunto, che va da 0 ai 3 mesi. In questo arco di tempo il neonato raccoglie stimoli visivi, uditivi, tattili, gustativi e olfattivi senza discriminarli completamente; i movimenti non sono consapevoli. Viene effettuata la prima gettata per le fondamenta della persona, vengono fatte le prime esperienze di senso. La relazione primaria in linea di massima è con la madre (o comunque con la figura genitoriale di riferimento). Nell´arco dei 3 mesi si arriva a risposte di base agli stimoli: mimica facciale che mostra soddisfazione o disgusto, vagiti e semplici vocalizzazioni, il bambino segue con lo sguardo stimoli luminosi e volti familiari, può sorridere ad essi; comincia alla fine di questa tappa a scoprire e esplorare il proprio corpo.
Dopo i 3 mesi i movimenti diventano più consapevoli. Il bambino gira la testa per cercare una fonte sonora di suo interesse, sorride in risposta, porta le mani e gli oggetti che afferra alla bocca grida per richiamare l´attenzione. Da qui in poi la volontà di esplorare il mondo che lo circonda e la volontà di comunicare con esso farà diventare il bambino sempre più autonomo. All´età di 6 mesi, comincerà a gattonere, riuscirà ad esprimere con chiarezza le sue emozioni, produce balbettii e vocalizzi che man mano si articoleranno fino a diventare vere e proprie combinazioni di vocali e consonanti. A 8 mesi riesce a reggersi leggermente sulle gambe e a 9, se aiutato muove i primi passi e riesce a stare in piedi con appoggio, comprende il senso di molte parole, comincia a mangiare da solo qualcosa che ha in mano. Intorno ai 10 mesi il bambino comincia ad esplorare il mondo in autonomia, sia gattonando che camminando, gli oggetti vengono afferrati opponendo pollice e indice. In questo periodo il bambino pronuncerà le prime parole oltre a "mamma" e "papà" e capirà dal tono di voce le intezioni dell´interlocutore. Dall´anno in poi, ci sarà un´ escalation di competenze acquisite: dal camminare al correre, al salire le scale, le parole diventeranno a gruppi di 3-4 delle frasi e avranno intorno all´età di 2 anni un vocabolario vario, anche di 200 parole. Il bambino riuscirà a bere e mangiare in autonomia, controllerà gli sfinteri e sarà in grado di imitare molte delle azioni della vita quotidiana (lavarsi, asciugarsi ecc). Intorno ai 3 anni cominciano a scarabocchiare e fare disegni semplici.
Tutto le azione svolte saranno effettuate grazie al gioco libero per prove ed errori; verranno gettate le basi per le esperienze senso-motorie (come le varie coordinazioni). Con l´aumentare delle esperienze positive e con un´entourage familiare (e non) stimolante e che funge da base solida, la voglia di autonomia e di scoperta del bambino crescerà sempre più. Crescerà parallelamente la fiducia in se stesso e nelle proprie capacità. Nutrita sarà l´autostima.
Come detto precedentemente, le tappe non sono fisse e il range di età è variabile da bambino a bambino. Un ritardo o una lieve difficoltà non necessariamente sono sintomo di una patologia propriamente detta.
In questo senso i percorsi di psicomotricità funzionale svolgeranno un ruolo di prevenzione per l´insorgenza di difficoltà relazionali e psicomotorie.
Nel prossimo articolo parleremo delle caratteristiche e dei tempi della fase successiva, quella del "corpo percepito".
Alla prossima lettura!
Dott.ssa Melody Belvedere
Se volessimo fare un semplice esempio, e volessimo paragonarlo a qualcosa che ci riporti alla vita quotidiana, potremmo compararlo alla costruzione di un edificio che, partendo dalla prima gettata per le fondamenta, viene costruito secondo criteri e tappe precise, in modo tale da avere un´impalcatura solida che gli permetta di resistere agli agenti esterni. Per nostra fortuna, le tappe dello sviluppo psicomotorio sono meno rigide e si può sempre, nell´arco della vita, recuperare o consolidare ogni step ed inoltre, mentre un edificio subisce l´ambiente che lo circonda, noi possiamo confrontarci, rispondere e arricchirci attraverso esso.
La psicomotricità funzionale suddivide in 3 tappe lo sviluppo psicomotorio. La prima di queste è quella del "corpo vissuto" che va dai 0 ai 3 anni. In questa fase il bambino subisce e raccoglie stimoli, acquisisce molteplici competenze.
Il verbo " subire "
Dopo i 3 mesi i movimenti diventano più consapevoli. Il bambino gira la testa per cercare una fonte sonora di suo interesse, sorride in risposta, porta le mani e gli oggetti che afferra alla bocca grida per richiamare l´attenzione. Da qui in poi la volontà di esplorare il mondo che lo circonda e la volontà di comunicare con esso farà diventare il bambino sempre più autonomo. All´età di 6 mesi, comincerà a gattonere, riuscirà ad esprimere con chiarezza le sue emozioni, produce balbettii e vocalizzi che man mano si articoleranno fino a diventare vere e proprie combinazioni di vocali e consonanti. A 8 mesi riesce a reggersi leggermente sulle gambe e a 9, se aiutato muove i primi passi e riesce a stare in piedi con appoggio, comprende il senso di molte parole, comincia a mangiare da solo qualcosa che ha in mano. Intorno ai 10 mesi il bambino comincia ad esplorare il mondo in autonomia, sia gattonando che camminando, gli oggetti vengono afferrati opponendo pollice e indice. In questo periodo il bambino pronuncerà le prime parole oltre a "mamma" e "papà" e capirà dal tono di voce le intezioni dell´interlocutore. Dall´anno in poi, ci sarà un´ escalation di competenze acquisite: dal camminare al correre, al salire le scale, le parole diventeranno a gruppi di 3-4 delle frasi e avranno intorno all´età di 2 anni un vocabolario vario, anche di 200 parole. Il bambino riuscirà a bere e mangiare in autonomia, controllerà gli sfinteri e sarà in grado di imitare molte delle azioni della vita quotidiana (lavarsi, asciugarsi ecc). Intorno ai 3 anni cominciano a scarabocchiare e fare disegni semplici.
Tutto le azione svolte saranno effettuate grazie al gioco libero per prove ed errori; verranno gettate le basi per le esperienze senso-motorie (come le varie coordinazioni). Con l´aumentare delle esperienze positive e con un´entourage familiare (e non) stimolante e che funge da base solida, la voglia di autonomia e di scoperta del bambino crescerà sempre più. Crescerà parallelamente la fiducia in se stesso e nelle proprie capacità. Nutrita sarà l´autostima.
Come detto precedentemente, le tappe non sono fisse e il range di età è variabile da bambino a bambino. Un ritardo o una lieve difficoltà non necessariamente sono sintomo di una patologia propriamente detta.
In questo senso i percorsi di psicomotricità funzionale svolgeranno un ruolo di prevenzione per l´insorgenza di difficoltà relazionali e psicomotorie.
Nel prossimo articolo parleremo delle caratteristiche e dei tempi della fase successiva, quella del "corpo percepito".
Alla prossima lettura!
Dott.ssa Melody Belvedere