LA RUBRICA DI KAIROS - " ORO NERO: LE PAROLE SANNO FARE MALE " DELLA DOTT/SSA STELLA MORANA
"Parlano di me / Una donna facile / Con le difficoltà di un giorno semplice.
Parlano di te / Che sei fragile / Ma cammini a testa alta / Senza chiedere.
Parlano di lui / Uno stronzo senza fine / Che si perde sotto le prime luci di aprile. [...]
Parla un po´ con me / Che sono come te /
E le parole sono aria e sanno fare male / Devi saperle usare."
Ho volutamente preso in prestito alcune delle frasi intonate da Giorgia nella canzone "Oro Nero", una canzone che parla di rispetto, di critiche e giudizi che feriscono e inquinano i rapporti tra le persone. E in effetti in una manciata di minuti, la cantante riesce a trasmettere in modo semplice e diretto le emozioni legate ad un tema noto a molti.
Avete mai pensato quante volte – nel corso della vostra vita – vi siete ritrovati a criticare qualche comportamento, uno stile di vita o una qualche particolarità di una persona? O quante sono le critiche che ogni giorno sentiamo? Avete mai riflettuto circa la quantità di critiche che subiamo? Frasi come "Stai sbagliando tutto", "Non hai ambizione", "Fai come ti dico io e ti troverai meglio", "Mi hai deluso", "Non sei all´altezza", sono solo alcune degli "attestati di disistima" con cui a volte le persone che ci circondano, siano essi familiari amici o conoscenti, tentano - spesso riuscendoci - di influenzare la nostra vita.
Essere criticati è un´esperienza assai comune ma anche molto dolorosa: può farci arrabbiare, può farci vergognare; alcune volte le critiche negative possono alimentare insicurezze personali e sentimenti di inadeguatezza, compromettendo così la fiducia in se stessi.
In tutto ciò noi – comunque - giochiamo un ruolo fondamentale, anche quando ci troviamo nel ruolo di "vittima criticata"; abbiamo un "pezzetto" di responsabilità nel modo in cui rispondiamo al contraccolpo delle critiche assimilandone effetti e conseguenze. Mi spiego meglio; una critica ferisce nella misura in cui gli consentiamo di farlo, in base al potere che gli riconosciamo. Fa male perché va a punzecchiare quella nostra zona sensibile che non riusciamo a digerire, che sotto certi aspetti riteniamo sbagliata.
Perché si ha questo impellente bisogno di criticare? Domanda da cento milioni di dollari. Le risposte come al solito sono svariate e riassumerle sarebbe riduttivo. Tuttavia possiamo sicuramente affermare una cosa: molte delle persone che criticano spesso gli altri, stanno cercando di distrarsi dal disagio esistenziale che stanno vivendo. Criticare gli altri per non essere costretti a criticare se stessi ed evitare –dunque- di prendere delle misure per integrare e risolversi il proprio malessere emozionale. Per dirla con le parole di Giorgia "La gente parla quando non ascolta neanche sé"
Come fare, allora, per non soccombere di fronte ad una critica? Come ci si può aiutare per non lasciarsi ferire dai giudizi negativi altrui? È ovvio che non possiamo decidere di vivere isolati dalla società, né tantomeno possiamo tentare di fare delle opere di convincimento per piacere a tutti. Oltre ad essere disfunzionale è assolutamente improbabile.
L´unica possibilità che abbiamo per vivere serenamente i giudizi altrui è lavorare su se stessi; "bonificare" quelle parti del proprio sé, della propria storia personale e familiare che non ci piacciono, che ci fanno male, che stonano al fine di renderle intonate. Colui che non lavorerà su di sè per migliorarsi, rimarrà invece schiavo di un circolo vizioso emotivo disfunzionale. Non accettando sé stesso gli sarà difficile riuscire ad accettare gli altri.
Renderci più forti per affrontare meglio le vicissitudi esterne.
Per dirla come Giorgia, "basta oro nero !"
dott/ssa Stella Morana
Parlano di te / Che sei fragile / Ma cammini a testa alta / Senza chiedere.
Parlano di lui / Uno stronzo senza fine / Che si perde sotto le prime luci di aprile. [...]
Parla un po´ con me / Che sono come te /
E le parole sono aria e sanno fare male / Devi saperle usare."
Ho volutamente preso in prestito alcune delle frasi intonate da Giorgia nella canzone "Oro Nero", una canzone che parla di rispetto, di critiche e giudizi che feriscono e inquinano i rapporti tra le persone. E in effetti in una manciata di minuti, la cantante riesce a trasmettere in modo semplice e diretto le emozioni legate ad un tema noto a molti.
Avete mai pensato quante volte – nel corso della vostra vita – vi siete ritrovati a criticare qualche comportamento, uno stile di vita o una qualche particolarità di una persona? O quante sono le critiche che ogni giorno sentiamo? Avete mai riflettuto circa la quantità di critiche che subiamo? Frasi come "Stai sbagliando tutto", "Non hai ambizione", "Fai come ti dico io e ti troverai meglio", "Mi hai deluso", "Non sei all´altezza", sono solo alcune degli "attestati di disistima" con cui a volte le persone che ci circondano, siano essi familiari amici o conoscenti, tentano - spesso riuscendoci - di influenzare la nostra vita.
Essere criticati è un´esperienza assai comune ma anche molto dolorosa: può farci arrabbiare, può farci vergognare; alcune volte le critiche negative possono alimentare insicurezze personali e sentimenti di inadeguatezza, compromettendo così la fiducia in se stessi.
In tutto ciò noi – comunque - giochiamo un ruolo fondamentale, anche quando ci troviamo nel ruolo di "vittima criticata"; abbiamo un "pezzetto" di responsabilità nel modo in cui rispondiamo al contraccolpo delle critiche assimilandone effetti e conseguenze. Mi spiego meglio; una critica ferisce nella misura in cui gli consentiamo di farlo, in base al potere che gli riconosciamo. Fa male perché va a punzecchiare quella nostra zona sensibile che non riusciamo a digerire, che sotto certi aspetti riteniamo sbagliata.
Perché si ha questo impellente bisogno di criticare? Domanda da cento milioni di dollari. Le risposte come al solito sono svariate e riassumerle sarebbe riduttivo. Tuttavia possiamo sicuramente affermare una cosa: molte delle persone che criticano spesso gli altri, stanno cercando di distrarsi dal disagio esistenziale che stanno vivendo. Criticare gli altri per non essere costretti a criticare se stessi ed evitare –dunque- di prendere delle misure per integrare e risolversi il proprio malessere emozionale. Per dirla con le parole di Giorgia "La gente parla quando non ascolta neanche sé"
Come fare, allora, per non soccombere di fronte ad una critica? Come ci si può aiutare per non lasciarsi ferire dai giudizi negativi altrui? È ovvio che non possiamo decidere di vivere isolati dalla società, né tantomeno possiamo tentare di fare delle opere di convincimento per piacere a tutti. Oltre ad essere disfunzionale è assolutamente improbabile.
L´unica possibilità che abbiamo per vivere serenamente i giudizi altrui è lavorare su se stessi; "bonificare" quelle parti del proprio sé, della propria storia personale e familiare che non ci piacciono, che ci fanno male, che stonano al fine di renderle intonate. Colui che non lavorerà su di sè per migliorarsi, rimarrà invece schiavo di un circolo vizioso emotivo disfunzionale. Non accettando sé stesso gli sarà difficile riuscire ad accettare gli altri.
Renderci più forti per affrontare meglio le vicissitudi esterne.
Per dirla come Giorgia, "basta oro nero !"
dott/ssa Stella Morana