" LE " SMANIE GENEALOGICHE " DELLA FAMIGLIA GRIMALDI- CASER ANCHE CON MICHELE GRIMALDI " DI CARMELO CATALDI
Le "smanie genealogiche" della Famiglia Grimaldi/Caser o Caser/Grimaldi si allungano con Michele fino al XIX secolo.
Ho letto con molto interesse e attenzione il magnifico intervento effettuato dall´amico e finissimo archivista sciclitano Francesco Pellegrino sul carteggio avuto dai Grimaldi/Caser o Caser/Grimaldi, come meglio si vogliano ormai appellare, con gli ipotetici e ritenuti parenti monegaschi e genovesi.
E´ molto interessante come viene smontato il mito del riconoscimento reciproco con la Casa principesca monegasca e uno dei rami "I Cavalleroni" della famiglia Grimaldi di Genova.
I due maldestri tentativi di Francesco del 1682 prima e di Carlo poi del 1701, non sono i soli posti in essere periodicamente dalla famiglia Caser/Grimaldi per ottenere non una nobilitazione, che peraltro avevano già ottenuto nel 1692, con il massimo dei titoli nobiliari, quello di principe, bensì un accreditamento della filiazione unigenita da un capostipite della potentissima Famiglia Grimaldi.
Come ormai sappiamo, grazie al volume di Francesco Pellegrino, questa operazione ebbe inizio da molto lontano, sin da quando Francesco Caser di Medina del Campo mutò il cognome del proprio figlio da Caser in de grimaldo, progetto che prosegui e si rafforzo con il nipote Giuseppe, a parte un autogol da questo perpetrato nel momento della presentazione delle "fedi" per essere accettato nell´Ordine di Nostra Signora della Montesa.
E se questi sforzi proseguirono alternativamente attraverso le generazioni non può passare inosservato, agli storici locali ed agli archivisti, che proprio a Modica, presso la Sezione dell´Archivio di Stato (Archivio Grimaldi vol. I), esiste un nutrito carteggio in cui, a distanza di quasi un secolo (1783), il Cavaliere di Giustizia dell´Ordine Costantinano di San Giorgio (Ferdinando IV re di Napoli, 15 marzo 1773) e Cavaliere di Gran Croce, Senatore dello stesso Ordine (17 novembre 1777) Michele Caser/Grimaldi, tentò, per l´ennesima, volta "l´abbordaggio genealogico" della Famiglia Grimaldi di Genova.
La lettera più significativa di questo carteggio è del 24 giugno 1783 diretta a tale Lorenzo Roisecco di Genova, con la speranza di poter rimpinguare le proprie casse con introiti dovuti all´iscrizione della propria famiglia all´Albo d´oro della nobiltà genovese, essendo che non aveva avuto, peraltro, figli maschi e doveva fare la dote a ben 9 figlie femmine!
In questa missiva Michele Grimaldi evidenzia che la persona del Roisecco gli è stata introdotta dall´Abate Musenga di Napoli e che si affida a lui per raccordare l´albero genealogico della sua famiglia dal "capostipite modicano" Agostino al padre Francesco ed al nonno Rabella, poichè egli non ha contezza degli elementi genealogici a supporto della filiazione diretta, soprattutto ascendente dopo Rabella.
E´ importante questo documento perché dimostra, inequivocabilmente, che i Caser/Grimaldi di Modica sul finire del XVIII secolo, genealogicamente, non sapevano nemmeno da dove arrivavano!
Letteralmente scrive: "Per documentare quest´Albero mi abbisognano tanto le sc.re(scritture) legittimanti la filiazione di Rabella fino ad Agostino, quanto le altre, della filiazione di detto Agostino sino a me, e mie figlie, giacchè maschi Iddio Sig.re non ha voluto concedermene sinora." e aggiunge che vi sono prove della filiazione genovese della famiglia nelle fedi di Agostino Grimaldi per l´ingresso nell´Ordine di Malta, come si rileva da una nota del 21 ottobre del 1634 nel Notaio Gian Andrea Celesia.
Il Roisecco risponde direttamente alla richiesta di Michele Caser/Grimaldi il 15 settembre 1783, facendo presente le difficoltà di raccordo genealogico tra il "patron" Caser/Grimaldi, Agostino, e l´ascendenza genovese e rimarca che le prove portate alla sua attenzione sono totalmente destituite di ogni valenza giuridica/genealogica, per non dire di quelle supposte e non trovate, come la fede di Agostino, il cavaliere di Malta, di cui specifica: " Io però non dispero nell´impresa. Si è ritrovata una nota che nell´anno 1634 a 21 8bre in Not.o Gian And.a Celesia siano state fatte alcune prove dal q. Cav.e Agostino Grimaldi q. Giuseppe forse per la di lui ascrizione alla Relig.e di Malta; ma rivoltati i protocolli del d.o Not.o, nulla si ritrova"!
L´approssimazione, o la voluta approssimazione, del Michele Caser/Grimaldi è di tutta evidenza in questo caso perché doveva almeno sapere che il suo antenato Agostino era nato nel 1639 e non si potevano fare quindi delle "prove" per l´ammissione nell´Ordine di Malta ben 5 anni prima che lo stesso nascesse!
Che alcuni Caser/Grimaldi (ad esempio Francesco Caser e suo figlio Agostino) fossero stati adusi a mistificare le carte lo abbiamo rilevato nell´ultimo volume di Francesco Pellegrino, ma che tale spregiudicato comportamento si ripetesse nel tempo con altri membri autorevoli della famiglia lo si è scoperto attraverso la lettera successiva del Roisecco, che oltre ad aver smentito la genuinità delle precedenti "prove", inviate dal Michel Caser/Grimaldi per verificare in Genova un´eventuale ascendenza dai Grimaldi autentici, si risente fortemente, in una lettera del 16 luglio 1784, del travisamento "scritto" posto in essere dal Michele e precisamente: "In vista di questi fatti inmancabili, non so comprendere come mi possa esser uscito dalla penna che V.E. discende da progenitori ascritti nel libro d´Oro, quali sono Rabella q. Federico, Francesco etc. come mi indica rilevato dalla mia del 15 settembre...".
Il Roisecco spazientito per il comportamento del Michele nella seconda pagina della missiva, elencando le sue capacità professionali ed i clienti che aveva nel recente passato egregiamente seguito (il Doge di Genova in persona, Pietro Francesco Grimaldi e un ministro della Serenissima Repubblica di Genova in Roma) si congeda dallo stesso e dall´incarico: " Spero che V.E. troverà soggetto più adatto fuori di me per far cadere detta procura.".
In buona sostanza i Caser/Grimaldi ben conoscevano la loro origine e probabilmente sospettavano del peccato originale commesso dall´antenato Francesco Caser e da suo figlio Agostino de grimaldo e periodicamente tentavano, come altre famiglie pseudo-Grimaldi che si trovano nella penisola, di accreditarsi nell´Albergo nobilitante degli autentici Grimaldi, soprattutto quando un suo ramo assurge a piccola potenza al termine delle costi ligure di ponente.
Purtroppo non poteva esser diversamente e il voler piegare le regole della genealogia, ma nel caso di specie, anche quelle dell´araldica, ad un fabbisogno personale e di famiglia, alla fine è stato persino controproducente.
Non esiste alcun legame, e ne abbiamo avuto anche la prova archivistica e documentale, con gli atti presentati da Francesco Pellegrino nel suo recente volume, tra i Caser/Grimaldi e la Famiglia Grimaldi.
L´aver voluto ad ogni costo agganciare Agostino, che nasce nel 1520 a Francesco Grimaldi, che muore assieme alla sorella nel 1474 a Genova e quindi a Rabella etc. etc. alla fine non è stata una mossa delle migliori, ancorché volersi agganciare al ramo dei "Cavalleroni" di cui, nell´ipotesi di un´effettiva ascendenza, alla fine sarebbero stati solo degli ultra lontanissimi consanguinei.
Dicevo anche araldicamente, perché, l´aver adottato come blasone un fusato dei grimaldi, con un capo di rosso caricato di un´aquila di nero, probabile blasone dei Salineri, questa sì famiglia nobile di Genova inserita nell´Albergo dei Grimaldi, è stata un´altra mossa sbagliatissima, seppur successivamente corretta con un inquartato del fusato dei grimaldi e dell´aquila di nero, blasone effettivo dell´unica e autentica famiglia Grimaldi (di Santa Caterina di Villaermosa) presente nella storia della Sicilia.
Comunque, prossimamente, sempre sulla scorta di ulteriore documentazione archivistica si proverà come anche l´ammissione nell´Ordine di Malta, in punta di diritto, anche canonico, del giovane Agostino fu viziata dal peccato originale commesso dallo bisnonno Francesco Caser di Medina del Campo.
Ho letto con molto interesse e attenzione il magnifico intervento effettuato dall´amico e finissimo archivista sciclitano Francesco Pellegrino sul carteggio avuto dai Grimaldi/Caser o Caser/Grimaldi, come meglio si vogliano ormai appellare, con gli ipotetici e ritenuti parenti monegaschi e genovesi.
E´ molto interessante come viene smontato il mito del riconoscimento reciproco con la Casa principesca monegasca e uno dei rami "I Cavalleroni" della famiglia Grimaldi di Genova.
I due maldestri tentativi di Francesco del 1682 prima e di Carlo poi del 1701, non sono i soli posti in essere periodicamente dalla famiglia Caser/Grimaldi per ottenere non una nobilitazione, che peraltro avevano già ottenuto nel 1692, con il massimo dei titoli nobiliari, quello di principe, bensì un accreditamento della filiazione unigenita da un capostipite della potentissima Famiglia Grimaldi.
Come ormai sappiamo, grazie al volume di Francesco Pellegrino, questa operazione ebbe inizio da molto lontano, sin da quando Francesco Caser di Medina del Campo mutò il cognome del proprio figlio da Caser in de grimaldo, progetto che prosegui e si rafforzo con il nipote Giuseppe, a parte un autogol da questo perpetrato nel momento della presentazione delle "fedi" per essere accettato nell´Ordine di Nostra Signora della Montesa.
E se questi sforzi proseguirono alternativamente attraverso le generazioni non può passare inosservato, agli storici locali ed agli archivisti, che proprio a Modica, presso la Sezione dell´Archivio di Stato (Archivio Grimaldi vol. I), esiste un nutrito carteggio in cui, a distanza di quasi un secolo (1783), il Cavaliere di Giustizia dell´Ordine Costantinano di San Giorgio (Ferdinando IV re di Napoli, 15 marzo 1773) e Cavaliere di Gran Croce, Senatore dello stesso Ordine (17 novembre 1777) Michele Caser/Grimaldi, tentò, per l´ennesima, volta "l´abbordaggio genealogico" della Famiglia Grimaldi di Genova.
La lettera più significativa di questo carteggio è del 24 giugno 1783 diretta a tale Lorenzo Roisecco di Genova, con la speranza di poter rimpinguare le proprie casse con introiti dovuti all´iscrizione della propria famiglia all´Albo d´oro della nobiltà genovese, essendo che non aveva avuto, peraltro, figli maschi e doveva fare la dote a ben 9 figlie femmine!
In questa missiva Michele Grimaldi evidenzia che la persona del Roisecco gli è stata introdotta dall´Abate Musenga di Napoli e che si affida a lui per raccordare l´albero genealogico della sua famiglia dal "capostipite modicano" Agostino al padre Francesco ed al nonno Rabella, poichè egli non ha contezza degli elementi genealogici a supporto della filiazione diretta, soprattutto ascendente dopo Rabella.
E´ importante questo documento perché dimostra, inequivocabilmente, che i Caser/Grimaldi di Modica sul finire del XVIII secolo, genealogicamente, non sapevano nemmeno da dove arrivavano!
Letteralmente scrive: "Per documentare quest´Albero mi abbisognano tanto le sc.re(scritture) legittimanti la filiazione di Rabella fino ad Agostino, quanto le altre, della filiazione di detto Agostino sino a me, e mie figlie, giacchè maschi Iddio Sig.re non ha voluto concedermene sinora." e aggiunge che vi sono prove della filiazione genovese della famiglia nelle fedi di Agostino Grimaldi per l´ingresso nell´Ordine di Malta, come si rileva da una nota del 21 ottobre del 1634 nel Notaio Gian Andrea Celesia.
Il Roisecco risponde direttamente alla richiesta di Michele Caser/Grimaldi il 15 settembre 1783, facendo presente le difficoltà di raccordo genealogico tra il "patron" Caser/Grimaldi, Agostino, e l´ascendenza genovese e rimarca che le prove portate alla sua attenzione sono totalmente destituite di ogni valenza giuridica/genealogica, per non dire di quelle supposte e non trovate, come la fede di Agostino, il cavaliere di Malta, di cui specifica: " Io però non dispero nell´impresa. Si è ritrovata una nota che nell´anno 1634 a 21 8bre in Not.o Gian And.a Celesia siano state fatte alcune prove dal q. Cav.e Agostino Grimaldi q. Giuseppe forse per la di lui ascrizione alla Relig.e di Malta; ma rivoltati i protocolli del d.o Not.o, nulla si ritrova"!
L´approssimazione, o la voluta approssimazione, del Michele Caser/Grimaldi è di tutta evidenza in questo caso perché doveva almeno sapere che il suo antenato Agostino era nato nel 1639 e non si potevano fare quindi delle "prove" per l´ammissione nell´Ordine di Malta ben 5 anni prima che lo stesso nascesse!
Che alcuni Caser/Grimaldi (ad esempio Francesco Caser e suo figlio Agostino) fossero stati adusi a mistificare le carte lo abbiamo rilevato nell´ultimo volume di Francesco Pellegrino, ma che tale spregiudicato comportamento si ripetesse nel tempo con altri membri autorevoli della famiglia lo si è scoperto attraverso la lettera successiva del Roisecco, che oltre ad aver smentito la genuinità delle precedenti "prove", inviate dal Michel Caser/Grimaldi per verificare in Genova un´eventuale ascendenza dai Grimaldi autentici, si risente fortemente, in una lettera del 16 luglio 1784, del travisamento "scritto" posto in essere dal Michele e precisamente: "In vista di questi fatti inmancabili, non so comprendere come mi possa esser uscito dalla penna che V.E. discende da progenitori ascritti nel libro d´Oro, quali sono Rabella q. Federico, Francesco etc. come mi indica rilevato dalla mia del 15 settembre...".
Il Roisecco spazientito per il comportamento del Michele nella seconda pagina della missiva, elencando le sue capacità professionali ed i clienti che aveva nel recente passato egregiamente seguito (il Doge di Genova in persona, Pietro Francesco Grimaldi e un ministro della Serenissima Repubblica di Genova in Roma) si congeda dallo stesso e dall´incarico: " Spero che V.E. troverà soggetto più adatto fuori di me per far cadere detta procura.".
In buona sostanza i Caser/Grimaldi ben conoscevano la loro origine e probabilmente sospettavano del peccato originale commesso dall´antenato Francesco Caser e da suo figlio Agostino de grimaldo e periodicamente tentavano, come altre famiglie pseudo-Grimaldi che si trovano nella penisola, di accreditarsi nell´Albergo nobilitante degli autentici Grimaldi, soprattutto quando un suo ramo assurge a piccola potenza al termine delle costi ligure di ponente.
Purtroppo non poteva esser diversamente e il voler piegare le regole della genealogia, ma nel caso di specie, anche quelle dell´araldica, ad un fabbisogno personale e di famiglia, alla fine è stato persino controproducente.
Non esiste alcun legame, e ne abbiamo avuto anche la prova archivistica e documentale, con gli atti presentati da Francesco Pellegrino nel suo recente volume, tra i Caser/Grimaldi e la Famiglia Grimaldi.
L´aver voluto ad ogni costo agganciare Agostino, che nasce nel 1520 a Francesco Grimaldi, che muore assieme alla sorella nel 1474 a Genova e quindi a Rabella etc. etc. alla fine non è stata una mossa delle migliori, ancorché volersi agganciare al ramo dei "Cavalleroni" di cui, nell´ipotesi di un´effettiva ascendenza, alla fine sarebbero stati solo degli ultra lontanissimi consanguinei.
Dicevo anche araldicamente, perché, l´aver adottato come blasone un fusato dei grimaldi, con un capo di rosso caricato di un´aquila di nero, probabile blasone dei Salineri, questa sì famiglia nobile di Genova inserita nell´Albergo dei Grimaldi, è stata un´altra mossa sbagliatissima, seppur successivamente corretta con un inquartato del fusato dei grimaldi e dell´aquila di nero, blasone effettivo dell´unica e autentica famiglia Grimaldi (di Santa Caterina di Villaermosa) presente nella storia della Sicilia.
Comunque, prossimamente, sempre sulla scorta di ulteriore documentazione archivistica si proverà come anche l´ammissione nell´Ordine di Malta, in punta di diritto, anche canonico, del giovane Agostino fu viziata dal peccato originale commesso dallo bisnonno Francesco Caser di Medina del Campo.