" LO PSICOLOGO E LA RELAZIONE CHE CURA " della dott/ssa Stella Morana
" PARLA CON ME, PARLAMI DI TE. IO TI ASCOLTERO´ ":
LO PSICOLOGO E LA RELAZIONE CHE CURA.
Chi è lo psicologo?
La domanda sorge spontanea, la risposta invece è un po´ meno immediata e non perché il lavoro dello psicologo sia misterioso o magico ma semplicemente perché il suo operato può declinarsi in svariate situazioni che possono essere legate tanto alla presenza di un malessere psicologico che si vuole superare, quanto ad una situazione specifica (fobie,lutto, divorzio, menopausa, trasferimenti, licenziamenti, pensionamento, situazioni ansiogene ect) a cui bisogna far fronte o ancora, al desiderio di migliorarsi ed accrescere le proprie capacità personali ed il proprio benessere psicofisico.
La musica, diceva Gilbram, ci insegna a vedere con le orecchie e ad ascoltare con il cuore ed è proprio per questo che mi capita spesso di prendere in prestito i testi di alcune canzoni e di inserirli nei miei articoli. Una canzone in particolare, a mio avviso, sposa bene il senso di un percorso psicologico.
"Ma dove guardano ormai
Quegli occhi spenti che hai?
Cos´è quel buio che li attraversa?
Hai tutta l´aria di chi
Da un po´ di tempo oramai
Ha dato la sua anima per dispersa
Non si uccide un dolore
Anestetizzando il cuore
C´è una cosa che invece puoi fare [...]
Parla con me
Parlami di te
Io ti ascolterò
Vorrei capire di più
Quel malessere dentro che hai tu
Parla con me [...]
Non ti giudicherò [...]
Col mondo messo com´è
Anche il futuro per te
Lo vedi come un mare in burrasca
Ti fa paura lo so
Io non ci credo però
Che almeno un sogno tu non l´abbia in tasca
Ma perché quel pianto asciutto?
Non tenerti dentro tutto
C´è una cosa che invece puoi fare se vuoi.
Parla con me, io ti ascolterò.
[...]Tu dimmi che cosa c´è
Io ti risponderò
Se vuoi guarire però
Prova un po´ a innamorarti di te
Non negarti la bellezza di scoprire
Quanti amori coltivati puoi far fiorire
Sempre se tu vuoi "
Sono diversi gli aspetti messi in risalto da questa canzone ("Parla con me" di Ramazzotti) e vorrei partire anzitutto da una premessa importante: il lavoro dello psicologo non è giudicante; non cerca la verità come farebbe un giudice ma ascolta e accoglie l´esperienza di vita del cliente, la sua realtà soggettiva.
Nel testo c´è anche un riferimento alle pressioni della società e del contesto entro i quali viviamo, come condizioni che influiscono tanto sul nostro benessere quanto sul nostro malessere (col mondo messo com´è/anche il futuro per te/ lo vedi come un mare in burrasca).
La canzone fra le altre cose, coglie la peculiarità del lavoro psicologico: non ci si focalizza sulle mancanze o sui "vuoti a perdere" ma si cercano le risorse del cliente, tutti quegli aspetti che possano consentirgli di metterlo nella condizione di aiutare se stesso (Ti fa paura lo so/Io non ci credo però/Che almeno un sogno tu non l´abbia in tasca). Un altro aspetto degno di nota sapientemente sottolineato dalla canzone è quello legato alle emozioni e a quanto sia importante imparare ad ascoltarle, a gestirle in modo corretto al fine di poter far fronte alle diverse situazioni di vita. A tal proposito il cantante dice"non si uccide un dolore, anestetizzando il cuore"; in effetti il dolore fa parte di una sana esperienza di vita di ogni persona e anestetizzarlo o silenziare le emozioni non aiuterà a sentirsi meglio.
Sono due gli aspetti che fanno da sfondo alla canzone: la volontà di cambiare che è una condizione imprescindibile per ogni percorso psicologico (C´è una cosa che invece puoi fare/Se vuoi/Sempre se tu vuoi) e la relazione con l´altro(parla con me, io ti ascolterò, non ti giudicherò, ti risponderò).
La relazione di aiuto fra psicologo e cliente caratterizza l´intero percorso psicologico: una relazione che implica un ascolto autentico e attento; un ascolto che è presenza e rispetto per l´altrui storia. Un ascolto dunque "che si prende cura" perché rivolto verso l´altro e le sue bellezze al fine di permettere all´altro di scoprire quanti "amori coltivati ci sono ancora da far fiorire" nella propria vita.
Dott.ssa Stella Morana
LO PSICOLOGO E LA RELAZIONE CHE CURA.
Chi è lo psicologo?
La domanda sorge spontanea, la risposta invece è un po´ meno immediata e non perché il lavoro dello psicologo sia misterioso o magico ma semplicemente perché il suo operato può declinarsi in svariate situazioni che possono essere legate tanto alla presenza di un malessere psicologico che si vuole superare, quanto ad una situazione specifica (fobie,lutto, divorzio, menopausa, trasferimenti, licenziamenti, pensionamento, situazioni ansiogene ect) a cui bisogna far fronte o ancora, al desiderio di migliorarsi ed accrescere le proprie capacità personali ed il proprio benessere psicofisico.
La musica, diceva Gilbram, ci insegna a vedere con le orecchie e ad ascoltare con il cuore ed è proprio per questo che mi capita spesso di prendere in prestito i testi di alcune canzoni e di inserirli nei miei articoli. Una canzone in particolare, a mio avviso, sposa bene il senso di un percorso psicologico.
"Ma dove guardano ormai
Quegli occhi spenti che hai?
Cos´è quel buio che li attraversa?
Hai tutta l´aria di chi
Da un po´ di tempo oramai
Ha dato la sua anima per dispersa
Non si uccide un dolore
Anestetizzando il cuore
C´è una cosa che invece puoi fare [...]
Parla con me
Parlami di te
Io ti ascolterò
Vorrei capire di più
Quel malessere dentro che hai tu
Parla con me [...]
Non ti giudicherò [...]
Col mondo messo com´è
Anche il futuro per te
Lo vedi come un mare in burrasca
Ti fa paura lo so
Io non ci credo però
Che almeno un sogno tu non l´abbia in tasca
Ma perché quel pianto asciutto?
Non tenerti dentro tutto
C´è una cosa che invece puoi fare se vuoi.
Parla con me, io ti ascolterò.
[...]Tu dimmi che cosa c´è
Io ti risponderò
Se vuoi guarire però
Prova un po´ a innamorarti di te
Non negarti la bellezza di scoprire
Quanti amori coltivati puoi far fiorire
Sempre se tu vuoi "
Sono diversi gli aspetti messi in risalto da questa canzone ("Parla con me" di Ramazzotti) e vorrei partire anzitutto da una premessa importante: il lavoro dello psicologo non è giudicante; non cerca la verità come farebbe un giudice ma ascolta e accoglie l´esperienza di vita del cliente, la sua realtà soggettiva.
Nel testo c´è anche un riferimento alle pressioni della società e del contesto entro i quali viviamo, come condizioni che influiscono tanto sul nostro benessere quanto sul nostro malessere (col mondo messo com´è/anche il futuro per te/ lo vedi come un mare in burrasca).
La canzone fra le altre cose, coglie la peculiarità del lavoro psicologico: non ci si focalizza sulle mancanze o sui "vuoti a perdere" ma si cercano le risorse del cliente, tutti quegli aspetti che possano consentirgli di metterlo nella condizione di aiutare se stesso (Ti fa paura lo so/Io non ci credo però/Che almeno un sogno tu non l´abbia in tasca). Un altro aspetto degno di nota sapientemente sottolineato dalla canzone è quello legato alle emozioni e a quanto sia importante imparare ad ascoltarle, a gestirle in modo corretto al fine di poter far fronte alle diverse situazioni di vita. A tal proposito il cantante dice"non si uccide un dolore, anestetizzando il cuore"; in effetti il dolore fa parte di una sana esperienza di vita di ogni persona e anestetizzarlo o silenziare le emozioni non aiuterà a sentirsi meglio.
Sono due gli aspetti che fanno da sfondo alla canzone: la volontà di cambiare che è una condizione imprescindibile per ogni percorso psicologico (C´è una cosa che invece puoi fare/Se vuoi/Sempre se tu vuoi) e la relazione con l´altro(parla con me, io ti ascolterò, non ti giudicherò, ti risponderò).
La relazione di aiuto fra psicologo e cliente caratterizza l´intero percorso psicologico: una relazione che implica un ascolto autentico e attento; un ascolto che è presenza e rispetto per l´altrui storia. Un ascolto dunque "che si prende cura" perché rivolto verso l´altro e le sue bellezze al fine di permettere all´altro di scoprire quanti "amori coltivati ci sono ancora da far fiorire" nella propria vita.
Dott.ssa Stella Morana