" PER 6 MESI SI VOLA TRA I TIFONI, TI COMUNICANO IN UN PESSIMO INGLESE, HAI PROBLEMI CON I CONTROLLORI DI VOLO... MA OSSERVARE DALL´ALTO L´ALBA TI RIPAGA DI TUTTO " : PAROLA DI SERGIO GURRIERI, COMANDANTE DI AIRBUS 320 A 29 ANNI,




Nella compagnia per cui vola, la cinese " Spring Airlines ", Sergio Gurrieri, 30 anni compiuti lo scorso ottobre, originario di Chiaramonte Gulfi, è il più giovane comandante di " Airbus 320 ", un aereo di costruzione europea con una capienza di 180 passeggeri e, ormai, uno tra i velivoli più diffusi nel mondo.
Sono trascorsi diversi anni dagli studi che Sergio, da sempre appassionato di volo, ha compiuto prima presso l´Istituto aeronautico " Ferrarin " di Catania ( non esisteva ancora l´indirizzo aeronautico presso il " Fabio Besta " di Ragusa ) e poi alla scuola di volo " Turin Flying " in Piemonte, dove il nostro giovane ha conseguito l´ATPL, la patente per piloti di aerei per passeggeri.
Sono stati anni duri di formazione, di studio e di lavoro, perchè, quando in estate rientrava a Chiaramonte Gulfi, Sergio si adattava a lavorare per potere guadagnare qualcosa.
Poi sono arrivati i vari incarichi, come primo ufficiale o copilota: Sergio ha iniziato con una compagnia siciliana, catanese, la " Wind Jet ", la società aerea di Pulvirenti, l´ex patron del " Catania calcio ", che qualche anno fa dichiarò bancarotta, truffando dipendenti e passeggeri: molti piloti ci rimisero ben 3 mesi di stipendio.
Dopo la bancarotta della " Wind Jet " per molti piloti incominciò una vita errabonda, alla ricerca di un nuovo lavoro e di un nuovo ingaggio: come è successo, poi, con Alitalia e, prima, con " Meridiana ".
A Sergio Gurrieri toccò una compagnia coreana, la " Asiana Airlines ", con sede a Seul: in questa compagnia Sergio ha svolto attività di primo ufficiale, sempre a bordo di Airbus 320, per ben 4 anni. Si è assuefatto alle rotte e ai voli in Estremo Oriente e, soprattutto, alla mentalità dei paesi asiatici: a Seul ti devi adattare agli usi e ai costumi di un paese, dove c´è un rigido senso della gerarchia e dell´autorità degli anziani, come d´altra parte accade in Giappone.
Presso l´ " Asiana Airlines " Sergio ha operato ben ben 4 anni e, dopo avere totalizzato 4.000 ore di volo, dal recente mese di maggio è passato, all´età di 29 anni, al servizio della " Spring Airlines ", con base a Shangai: l´incarico attuale è quello di comandante dell´Airbus 320.
Ovviamente, come in tutte le attività, ci sono lati positivi e aspetti critici. Intanto va detto che la " Spring Airlines ", nata nel 2004 e riconosciuta come compagnia privata " low cost " cinese dal 2009 per le rotte internazionali, possiede una flotta di ben 66 Airbus 320, che diventeranno 100 entro il 2018. La compagnia serve ben 130 destinazioni, di cui 62 nazionali ( in Cina ) e 68 fuori dalla Cina, praticamente in tutto l´estremo Oriente, da Tokyo a Singapore, da Osaka a Pukhet, da Sapporo a Taiwan o Seul.
Alle dipendenze della " Spring Airlines " operano ben 150 piloti stranieri, non cinesi, 35 dei quali sono di origine italiana, quasi tutti provenienti da " WindJet ", da Alitalia e da Meridiana.
Tutti i piloti possono optare per ben quattro diverse tipologie contrattuali: il contratto " full time ", che prevede 40 giorni di ferie l´anno e il lavoro tutte le settimane; un contratto con 6 settimane di lavoro e due settimane di riposo; un contratto con 6 settimane di lavoro e 3 settimane di riposo; infine un contratto che prevede l´alternarsi di 4 settimane di lavoro e 4 di riposo. Ovviamente sono a carico del lavoratore le spese per l´assistenza sanitaria e i contributi pensionistici.
Mensilmente il carico di lavoro si aggira intorno alle 70 ore: giornalmente un pilota non viene impegnato per più di 5/ 6 ore, vale a dire un volo A/R di medio raggio.
Ovviamente le difficoltà e le criticità non mancano, come in ogni attività. Se la Cina è maggiormente flessibile e aperta rispetto ad altri paesi, per cui l´inserimento dello " straniero " è abbastanza agevole, è vero pure che esistono delle norme, che regolano il volo, molto diverse dalle nostre. In primo luogo occorre dire che l´altitudine, e non solo, viene calcolata in metri e non in piedi: ogni pilota, quindi, è costretto a rapidi calcoli di riconversione di un sistema, che a livello mondiale usa la misurazione in " piedi ". In secondo luogo, per ben sei mesi l´anno, da giugno fino a novembre, con l´avvicinarsi della stagione dei monsoni, si verificano facilmente delle condizioni meteo difficili e pericolose, con il formarsi di tifoni ( ne pubblichiamo una foto ), che costringono i piloti a una stressante attenzione, per evitare situazioni incresciose. In terzo luogo va sottolineato il cattivo uso della lingua inglese da parte dei cinesi, specie sul piano della pronuncia, e, quindi, da parte degli operatori delle torri di controllo, per non dimenticare, infine, il divieto per piloti non cinesi di sorvolare zone sensibili e della necessità di avere sempre un pilota cinese a bordo: ci sono, infatti, aerovie per piloti stranieri ( di solito più lunghe e tortuose ) e aerovie più agevoli per piloti cinesi.
Naturalmente tutto questo non fa altro che creare situazioni di stress per ogni pilota, che, nella maggior parte dei casi, proprio per queste motivazioni, non sceglie mai un contratto " full time ", troppo impegnativo e stancante: eppure, basta osservare, come candidamente annota Sergio, lo spettacolo meraviglioso del sorgere del sole dall´ altezza di 10.000 metri ( o 30.000 piedi ) per dimenticare ogni stress. Basta attraversare una soffice coltre di nuvole, ammirare i primi raggi che spuntano dalle cime innevate, tuffarsi nell´ azzurro, che si trasforma cangiante dall´azzurro di Voronet al blu di Prussia, per sentirsi sollevato e godere di quello che un asso dell´aviazione italiana, il generale Giulio De Marchis, era solito definire " il mestiere più bello del mondo ", quello dell´aviatore.
Girolamo Piparo
Nelle foto a corredo il comandante Sergio Gurrieri, due albe riprese sopra le nuvole, una foto meteo con tifoni sopra il Pacifico, tra la Nuova Guinea, l´ Indonesia e il sud-est dell´Asia, un Airbus 320 della " Spring Airlines ".
Sono trascorsi diversi anni dagli studi che Sergio, da sempre appassionato di volo, ha compiuto prima presso l´Istituto aeronautico " Ferrarin " di Catania ( non esisteva ancora l´indirizzo aeronautico presso il " Fabio Besta " di Ragusa ) e poi alla scuola di volo " Turin Flying " in Piemonte, dove il nostro giovane ha conseguito l´ATPL, la patente per piloti di aerei per passeggeri.
Sono stati anni duri di formazione, di studio e di lavoro, perchè, quando in estate rientrava a Chiaramonte Gulfi, Sergio si adattava a lavorare per potere guadagnare qualcosa.
Poi sono arrivati i vari incarichi, come primo ufficiale o copilota: Sergio ha iniziato con una compagnia siciliana, catanese, la " Wind Jet ", la società aerea di Pulvirenti, l´ex patron del " Catania calcio ", che qualche anno fa dichiarò bancarotta, truffando dipendenti e passeggeri: molti piloti ci rimisero ben 3 mesi di stipendio.
Dopo la bancarotta della " Wind Jet " per molti piloti incominciò una vita errabonda, alla ricerca di un nuovo lavoro e di un nuovo ingaggio: come è successo, poi, con Alitalia e, prima, con " Meridiana ".
A Sergio Gurrieri toccò una compagnia coreana, la " Asiana Airlines ", con sede a Seul: in questa compagnia Sergio ha svolto attività di primo ufficiale, sempre a bordo di Airbus 320, per ben 4 anni. Si è assuefatto alle rotte e ai voli in Estremo Oriente e, soprattutto, alla mentalità dei paesi asiatici: a Seul ti devi adattare agli usi e ai costumi di un paese, dove c´è un rigido senso della gerarchia e dell´autorità degli anziani, come d´altra parte accade in Giappone.
Presso l´ " Asiana Airlines " Sergio ha operato ben ben 4 anni e, dopo avere totalizzato 4.000 ore di volo, dal recente mese di maggio è passato, all´età di 29 anni, al servizio della " Spring Airlines ", con base a Shangai: l´incarico attuale è quello di comandante dell´Airbus 320.
Ovviamente, come in tutte le attività, ci sono lati positivi e aspetti critici. Intanto va detto che la " Spring Airlines ", nata nel 2004 e riconosciuta come compagnia privata " low cost " cinese dal 2009 per le rotte internazionali, possiede una flotta di ben 66 Airbus 320, che diventeranno 100 entro il 2018. La compagnia serve ben 130 destinazioni, di cui 62 nazionali ( in Cina ) e 68 fuori dalla Cina, praticamente in tutto l´estremo Oriente, da Tokyo a Singapore, da Osaka a Pukhet, da Sapporo a Taiwan o Seul.
Alle dipendenze della " Spring Airlines " operano ben 150 piloti stranieri, non cinesi, 35 dei quali sono di origine italiana, quasi tutti provenienti da " WindJet ", da Alitalia e da Meridiana.
Tutti i piloti possono optare per ben quattro diverse tipologie contrattuali: il contratto " full time ", che prevede 40 giorni di ferie l´anno e il lavoro tutte le settimane; un contratto con 6 settimane di lavoro e due settimane di riposo; un contratto con 6 settimane di lavoro e 3 settimane di riposo; infine un contratto che prevede l´alternarsi di 4 settimane di lavoro e 4 di riposo. Ovviamente sono a carico del lavoratore le spese per l´assistenza sanitaria e i contributi pensionistici.
Mensilmente il carico di lavoro si aggira intorno alle 70 ore: giornalmente un pilota non viene impegnato per più di 5/ 6 ore, vale a dire un volo A/R di medio raggio.
Ovviamente le difficoltà e le criticità non mancano, come in ogni attività. Se la Cina è maggiormente flessibile e aperta rispetto ad altri paesi, per cui l´inserimento dello " straniero " è abbastanza agevole, è vero pure che esistono delle norme, che regolano il volo, molto diverse dalle nostre. In primo luogo occorre dire che l´altitudine, e non solo, viene calcolata in metri e non in piedi: ogni pilota, quindi, è costretto a rapidi calcoli di riconversione di un sistema, che a livello mondiale usa la misurazione in " piedi ". In secondo luogo, per ben sei mesi l´anno, da giugno fino a novembre, con l´avvicinarsi della stagione dei monsoni, si verificano facilmente delle condizioni meteo difficili e pericolose, con il formarsi di tifoni ( ne pubblichiamo una foto ), che costringono i piloti a una stressante attenzione, per evitare situazioni incresciose. In terzo luogo va sottolineato il cattivo uso della lingua inglese da parte dei cinesi, specie sul piano della pronuncia, e, quindi, da parte degli operatori delle torri di controllo, per non dimenticare, infine, il divieto per piloti non cinesi di sorvolare zone sensibili e della necessità di avere sempre un pilota cinese a bordo: ci sono, infatti, aerovie per piloti stranieri ( di solito più lunghe e tortuose ) e aerovie più agevoli per piloti cinesi.
Naturalmente tutto questo non fa altro che creare situazioni di stress per ogni pilota, che, nella maggior parte dei casi, proprio per queste motivazioni, non sceglie mai un contratto " full time ", troppo impegnativo e stancante: eppure, basta osservare, come candidamente annota Sergio, lo spettacolo meraviglioso del sorgere del sole dall´ altezza di 10.000 metri ( o 30.000 piedi ) per dimenticare ogni stress. Basta attraversare una soffice coltre di nuvole, ammirare i primi raggi che spuntano dalle cime innevate, tuffarsi nell´ azzurro, che si trasforma cangiante dall´azzurro di Voronet al blu di Prussia, per sentirsi sollevato e godere di quello che un asso dell´aviazione italiana, il generale Giulio De Marchis, era solito definire " il mestiere più bello del mondo ", quello dell´aviatore.
Girolamo Piparo
Nelle foto a corredo il comandante Sergio Gurrieri, due albe riprese sopra le nuvole, una foto meteo con tifoni sopra il Pacifico, tra la Nuova Guinea, l´ Indonesia e il sud-est dell´Asia, un Airbus 320 della " Spring Airlines ".