RAGUSA - CELEBRATO IL VENTENNALE DI FONDAZIONE DELL´ASSOCIAZIONE " AMICI DEL BESTA ": TRA I VARI INTERVENTI UNA RIEVOCAZIONE DEL DOTT. EMANUELE OCCHIPINTI, OGGI DIRIGENTE DELLA BAPR E IERI ALUNNO DEL " FABIO BESTA".






Il 3 luglio 1997, presso lo studio notarile Demostene a Ragusa, veniva fondata l´associazione " Amici del Besta ", associazione di ex studenti e docenti dell´ITCA " Fabio Besta ", i cui primi ragionieri hanno conseguito il diploma nel 1948: l´Istituto, nato come privato, diventò statale nei primi anni ´50, con diverse sedi staccate, da Comiso a Santa Croce Camerina. Da oltre dieci anni il vecchio istituto per Ragionieri ha allargato la propria offerta formativa con l´indirizzo aeronautico, uno dei pochissimi esistenti a livello nazionale.
Venerdì 24 maggio, presso " Poggio del Sole " a Ragusa, sono stati celebrati i 20 anni dell´Associazione: nel 1997 Anna Maria Aiello, Giuseppina Antoci, Maria Teresa Azzaro, Giuseppe Campo, Giorgio Cascone, Aurelio Curiale, Sebastiano Dipasquale, Vincenzo Dipasquale, Giovanni Distefano, Giuseppe Firrincieli, Giovanni Guarino, Salvatore Gurrieri, Antonino Ilardo, Emanuele Leggio, Francesco Licitra, Girolamo Piparo, Giuseppina Potestà, Vittorio Schembari, Daniele Simonelli, Maria Teresa Tumino furono i soci fondatori e diedero vita a questa associazione che, nei venti anni, ha organizzato mostre, dibattiti, incontri e ha assegnato borse di studio, affiancando l´offerta formativa della scuola.
Grazie ai presidenti, Maria Teresa Azzaro e Maria Terersa Tumino, al segretario Vittorio Bracchitta e, oggi, al dott. Emanuele Leggio, coadiuvati dai vari organismi direttivi, l´associazione gode di ottima salute e vanta una miriade di attività.
Nel corso della serata sono intervenuti la presidente Maria Teresa Azzaro, il segretario Emanuele Leggio, i presidi Antonella Rosa e Girolamo Piparo, il magistrato contabile dott. Salvatore Cilia, il commercialista dott. Francesco Licitra, il dirigente di banca dott. Emanuele Occhipinti, di cui pubblichiamo integralmente di seguito l´intervento.
Ogni epoca, ogni generazione, ha il suo patrimonio di ricordi e di esperienze che l´Associazione Amici del Fabio Besta, è chiamata a custodire, un passato il quale, senza alcuna nostalgia, pensiamo sia prezioso per il presente e per il futuro.
Quella volta che il Preside occupò il Fabio Besta
di Emanuele Occhipinti
Era quella l´epoca – alla fine degli anni ´70 – in cui gli echi post sessantottini trovavano ancora vasta sequela, alimentata e favorita dall´impegno politico di studenti quali Giorgio Cilia o ´Zino Parisi o Turi Interi o dei più giovani Daniele Colombo, Rossana Monaco, Ignazio Grillo, quest´ultimi miei compagni di classe.
Al pari di ciò che succede in ogni epoca, se ne combinavano di tutti i colori: come le partite di rugby tra quinta e quarta in corridoio, protetti dall´abile schermo delle ragazze attorno alla cattedra per impedire la visione della classe deserta, salvo poi rientrare in classe con le tute strappate e qualche viso graffiato. Capitava pure di riempire l´atrio di sabbia, con tanto di ombrellone e mangiadischi per festeggiare il carnevale dal tema "No books but sunglasses and summer clothing". Fino ad arrivare ad appendere un motorino sull´albero (senza carrucole o corde, ovviamente) per punire lo sgarro del bulletto di turno.
Questa latente delinquenza – che tuttavia ha generato "ragionieri" affidabili – non impediva però di "stringerci a coorte", di fare squadra, di essere uniti nei momenti seri ed importanti. Quale erano per esempio le lotte studentesche, sia per i grandi ideali sociali, sia per difendere la scuola. Capitò così che il consiglio studentesco decretò l´occupazione dell´Istituto al fine di costringere le autorità amministrative – ree di sordità perenne – a concedere risorse per lavori urgenti di sistemazione e ristrutturazione e un adeguato riscaldamento dell´Istituto.
L´occupazione si svolse con ordine e rispetto della scuola; dopo le lezioni gran parte degli studenti restavano nelle classi, notte compresa. Fu così che inaspettatamente ricevettero la visita del Preside, non per convincere gli occupanti a desistere dalla lotta bensì per unirsi a loro: con umanità e coraggio il professor Guastella portò termos di caffè e guantiere di biscotti, permise, durante le notti, di mettere i motorini nell´atrio ed ebbe pubblicamente parole di elogio per la determinatezza composta dell´iniziativa di protesta. Non disdegniamo di credere che quella sua vicinanza era un modo cortese di controllare la situazione e che aveva i gettoni in tasca per chiamare la Digos al primo disordine, non mancando certo soggetti scalmanati, ma si era troppo concentrati sull´obiettivo per deludere il Preside. Perché c´è da aggiungere che la notte si preparavano gli striscioni per il corteo programmato: niente colore rosso-comunista né nero- fascista: scritte aragosta su fondo bianco per non strumentalizzare la protesta e non impedire a nessun alunno – per motivi ideologici - di partecipare.
Ah! dimenticavo: se abbiamo avuto qualche aula in più o meglio fatta e un impianto di riscaldamento efficiente fu grazie a quella protesta studentesca ed all´occupazione "gentile" - come la si chiamerebbe oggi – che "occupò" pure il Preside.