RAGUSA - CNA INTERVIENE SULLA CERTIFICAZIONE DEGLI IMPIANTI TERMICI
Certificazione degli impianti termici, attività deregolamentata
La Cna territoriale di Ragusa invia formale diffida a tre comuni dell´area iblea (Ragusa, Vittoria e Modica) e all´ex Provincia
L´Unione Installazione e Impianti: "Situazione non tollerabile"
La Cna territoriale di Ragusa ha inviato una diffida ai Comuni di Ragusa, Vittoria e Modica, oltre che al Libero consorzio comunale, avente ad oggetto l´avvio del procedimento volto all´approvazione del regolamento per la definizione dei criteri e delle procedure per l´esecuzione degli accertamenti e delle ispezioni sugli impianti termici degli edifici. La decisione è stata presa dopo che è stato possibile appurare come nell´area iblea viga "un regime di totale deregolamentazione dell´attività, obbligatoria per legge, di certificazione degli impianti termici. Tale condizione di deregolamentazione – è precisato ancora nel documento firmato dal presidente della Cna territoriale di Ragusa e trasmesso ai suddetti enti territoriali – determina un effetto distorsivo del settore con grave danno per l´intera filiera, dalla concorrenza tra i soggetti certificatori al mancato perseguimento del risparmio per l´utenza e in genere del mancato raggiungimento degli obiettivi di tutela dell´ambiente e di risparmio energetico". Nel contesto di uno specifico quadro normativo di riferimento, risulta centrale il ruolo delle autorità competenti per l´adozione dei regolamenti attuativi della legge 10/1991 e successivi, ossia i Comuni con popolazione superiore a 40mila abitanti e le cessate Province per tutti gli altri, in quanto funzionale al perseguimento della sicurezza degli ambienti domestici e lavorativi, del rispetto dell´ambiente, del risparmio energetico. "In mancanza della regolamentazione da parte di Comuni ed ex Provincia – è chiarito nel documento di diffida, come precisa il presidente provinciale dell´Unione Cna installazione e impianti, Maurizio Scalone – l´intero impianto normativo sopra richiamato risulta vanificato in quanto, con specifico riferimento alle autorità competenti in indirizzo, si assiste ad un aumento esponenziale dei costi di consumo e al dilagare del fenomeno dell´abusivismo nel settore delle installazioni e delle manutenzioni degli impianti". "Tale condizione – precisa ancora Scalone – appare non più tollerabile perché priva di giustificazione e palesemente contraria alle richiamate disposizioni primarie e secondarie". "La Cna si sta muovendo – aggiunge Vittorio Schininà, responsabile regionale della suddetta Unione Cna – affinché gli interessi dei propri associati e delle imprese del settore più in generale siano tutelati in via istituzionale al fine di garantire la tutela della concorrenza tra gli operatori economici, evitando le distorsioni che derivano dall´attuale deregolamentazione. Abbiamo formulato la diffida per fare in modo che le autorità in indirizzo provvedano, senza ulteriore indugio, ad adottare i provvedimenti di propria competenza al fine di regolare il settore in questione. Nella diffida è stato assegnato il termine di trenta giorni con l´avvertimento che, in mancanza, si procederà innanzi la competente magistratura amministrativa per l´accertamento del silenzio inadempimento e la conseguente nomina di un commissario ad acta".
Ufficio Stampa Giorgio Liuzzo
La Cna territoriale di Ragusa invia formale diffida a tre comuni dell´area iblea (Ragusa, Vittoria e Modica) e all´ex Provincia
L´Unione Installazione e Impianti: "Situazione non tollerabile"
La Cna territoriale di Ragusa ha inviato una diffida ai Comuni di Ragusa, Vittoria e Modica, oltre che al Libero consorzio comunale, avente ad oggetto l´avvio del procedimento volto all´approvazione del regolamento per la definizione dei criteri e delle procedure per l´esecuzione degli accertamenti e delle ispezioni sugli impianti termici degli edifici. La decisione è stata presa dopo che è stato possibile appurare come nell´area iblea viga "un regime di totale deregolamentazione dell´attività, obbligatoria per legge, di certificazione degli impianti termici. Tale condizione di deregolamentazione – è precisato ancora nel documento firmato dal presidente della Cna territoriale di Ragusa e trasmesso ai suddetti enti territoriali – determina un effetto distorsivo del settore con grave danno per l´intera filiera, dalla concorrenza tra i soggetti certificatori al mancato perseguimento del risparmio per l´utenza e in genere del mancato raggiungimento degli obiettivi di tutela dell´ambiente e di risparmio energetico". Nel contesto di uno specifico quadro normativo di riferimento, risulta centrale il ruolo delle autorità competenti per l´adozione dei regolamenti attuativi della legge 10/1991 e successivi, ossia i Comuni con popolazione superiore a 40mila abitanti e le cessate Province per tutti gli altri, in quanto funzionale al perseguimento della sicurezza degli ambienti domestici e lavorativi, del rispetto dell´ambiente, del risparmio energetico. "In mancanza della regolamentazione da parte di Comuni ed ex Provincia – è chiarito nel documento di diffida, come precisa il presidente provinciale dell´Unione Cna installazione e impianti, Maurizio Scalone – l´intero impianto normativo sopra richiamato risulta vanificato in quanto, con specifico riferimento alle autorità competenti in indirizzo, si assiste ad un aumento esponenziale dei costi di consumo e al dilagare del fenomeno dell´abusivismo nel settore delle installazioni e delle manutenzioni degli impianti". "Tale condizione – precisa ancora Scalone – appare non più tollerabile perché priva di giustificazione e palesemente contraria alle richiamate disposizioni primarie e secondarie". "La Cna si sta muovendo – aggiunge Vittorio Schininà, responsabile regionale della suddetta Unione Cna – affinché gli interessi dei propri associati e delle imprese del settore più in generale siano tutelati in via istituzionale al fine di garantire la tutela della concorrenza tra gli operatori economici, evitando le distorsioni che derivano dall´attuale deregolamentazione. Abbiamo formulato la diffida per fare in modo che le autorità in indirizzo provvedano, senza ulteriore indugio, ad adottare i provvedimenti di propria competenza al fine di regolare il settore in questione. Nella diffida è stato assegnato il termine di trenta giorni con l´avvertimento che, in mancanza, si procederà innanzi la competente magistratura amministrativa per l´accertamento del silenzio inadempimento e la conseguente nomina di un commissario ad acta".
Ufficio Stampa Giorgio Liuzzo