RAGUSA - " FRATELLI D´ITALIA " SUL FEMMINICIDIO

Il 25 novembre 1999 l´Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con la risoluzione 54/134, invitava i Governi, le Organizzazioni governative e non, i media e la società civile a sensibilizzare le coscienze sulla violenza di genere.
Sono trascorsi esattamente 17 anni e non passa un solo giorno in cui non leggiamo dalle cronache quotidiane notizie su abusi, maltrattamenti ed omicidi nei confronti delle donne.
Secondo i dati dell´OMS la prima causa di uccisione nel Mondo di donne tra i 16 e i 44 anni è l´omicidio da parte di conoscenti, che in una sola parola viene chiamato: "femminicidio".
Esistono realtà , in Europa e nel resto del Mondo, dove le ragazzine vengono uccise dai loro padri perché rifiutano il matrimonio a loro imposto e la loro colpa è quella di aver trasgredito al ruolo ideale di donna imposto dalla società .
In poche parole, vengono "punite" per essersi arrogate il diritto di scelta nella propria vita, per essersi sottratte al controllo del proprio partner, padre o amante e questa loro libertà ha avuto come sbocco la morte.
Ma è soprattutto la violenza domestica che preoccupa atteso che i casi sembrano più numerosi e proprio in questo settore si è avuta una crescita della coscienza femminile, della prevenzione, del lavoro dei centri antiviolenza, dei media e, in genere, della società civile.
Nonostante ciò, però, i dati sono comunque allarmanti: il 10,6% delle donne ha subito violenze sessuali prima dei 16 anni e aumenta la percentuale nel caso di violenza assistita e da questo triste bollettino non sono esentate neppure le donne disabili.
Il femminicidio non risparmia nessun contesto, nemmeno quello economicamente e socialmente avanzato, in quanto l´istruzione e il ceto sociale da soli non bastano da deterrenti ed a immunizzare dal senso di possesso e di rabbia.
In ogni caso, nelle donne è aumentata la volontà di abbattere il muro del silenzio, che costituisce il primo alleato della violenza.
Nonostante tutto, però, la strada è ancora lunga e le basi della prevenzione dovrebbero essere gettate proprio all´interno delle famiglie: è proprio lì che crescono i futuri uomini e le future donne del domani.
In parallelo dovrebbe esserci l´opera incisiva delle Istituzioni che dovrebbe portare a un sistema giuridico che preveda la certezza della pena. Sono 6 milioni 788 mila le donne che hanno subito, nel corso della propria vita, una qualche forma di violenza fisica o sessuale. In Italia, 1 donna su 10 prima dei 16 anni. Quanti aguzzini saranno rimasti impuniti? E quanti altri ce ne saranno? Il 25 novembre, ovvero la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, dovrebbe essere un punto di partenza per affrontare e neutralizzare il problema partendo dal presupposto di una vera parità di genere.
Ragusa, 24.11.2015
Avv. Alessandro Sittinieri
Referente Provinciale Dipartimento Tutela Vittime FDI-AN
Dirigente Nazionale Fratelli d´Italia - AN
Sono trascorsi esattamente 17 anni e non passa un solo giorno in cui non leggiamo dalle cronache quotidiane notizie su abusi, maltrattamenti ed omicidi nei confronti delle donne.
Secondo i dati dell´OMS la prima causa di uccisione nel Mondo di donne tra i 16 e i 44 anni è l´omicidio da parte di conoscenti, che in una sola parola viene chiamato: "femminicidio".
Esistono realtà , in Europa e nel resto del Mondo, dove le ragazzine vengono uccise dai loro padri perché rifiutano il matrimonio a loro imposto e la loro colpa è quella di aver trasgredito al ruolo ideale di donna imposto dalla società .
In poche parole, vengono "punite" per essersi arrogate il diritto di scelta nella propria vita, per essersi sottratte al controllo del proprio partner, padre o amante e questa loro libertà ha avuto come sbocco la morte.
Ma è soprattutto la violenza domestica che preoccupa atteso che i casi sembrano più numerosi e proprio in questo settore si è avuta una crescita della coscienza femminile, della prevenzione, del lavoro dei centri antiviolenza, dei media e, in genere, della società civile.
Nonostante ciò, però, i dati sono comunque allarmanti: il 10,6% delle donne ha subito violenze sessuali prima dei 16 anni e aumenta la percentuale nel caso di violenza assistita e da questo triste bollettino non sono esentate neppure le donne disabili.
Il femminicidio non risparmia nessun contesto, nemmeno quello economicamente e socialmente avanzato, in quanto l´istruzione e il ceto sociale da soli non bastano da deterrenti ed a immunizzare dal senso di possesso e di rabbia.
In ogni caso, nelle donne è aumentata la volontà di abbattere il muro del silenzio, che costituisce il primo alleato della violenza.
Nonostante tutto, però, la strada è ancora lunga e le basi della prevenzione dovrebbero essere gettate proprio all´interno delle famiglie: è proprio lì che crescono i futuri uomini e le future donne del domani.
In parallelo dovrebbe esserci l´opera incisiva delle Istituzioni che dovrebbe portare a un sistema giuridico che preveda la certezza della pena. Sono 6 milioni 788 mila le donne che hanno subito, nel corso della propria vita, una qualche forma di violenza fisica o sessuale. In Italia, 1 donna su 10 prima dei 16 anni. Quanti aguzzini saranno rimasti impuniti? E quanti altri ce ne saranno? Il 25 novembre, ovvero la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, dovrebbe essere un punto di partenza per affrontare e neutralizzare il problema partendo dal presupposto di una vera parità di genere.
Ragusa, 24.11.2015
Avv. Alessandro Sittinieri
Referente Provinciale Dipartimento Tutela Vittime FDI-AN
Dirigente Nazionale Fratelli d´Italia - AN