RAGUSA - IL CASO " TUMINO ": ALCUNE RIFLESSIONI.
Sono trascorsi due giorni da quando, su un giornale on-line, è uscita la notizia del rinvio a giudizio di uno dei candidati a sindaco di Ragusa. Immediatamente, nel pomeriggio, l´ing. Maurizio Tumino ha convocato una conferenza stampa per svelare il suo rinvio a processo, il prossimo 24 ottobre, per una vicenda privata ( un contenzioso per delle attrezzature edili ) e per scagliarsi contro giornalisti e nemici politici, gratificati con una serie di contumelie decisamente pesanti.
Ora, nel momento in cui i contorni della vicenda si sono un po´ chiariti, vale la pena fare alcune riflessioni, con mente fredda e con ciglio asciutto.
Non siamo d´accordo con chi ( nella fattispecie Mario Papa ) eccelle nel cerchiobottismo, offrendo la propria solidarietà a Tumino, ma condannando ( aspetto assolutamente non di sostanza ) le modalità di svolgimento della conferenza stampa. Vero è che la vicenda, in cui è coinvolto l´ing. Tumino, è di natura squisitamente privata: per noi, comunque, chi anela a una carica pubblica, per di più elettiva, deve essere " candido ", puro, come candida era la veste che nell´antica Roma indossavano quanti anelavano a essere eletti nelle varie magistrature pubbliche.
Ovviamente, fino a quando non sarà completato il processo e non ci sarà un verdetto definitivo della magistratura, nessuno può essere dichiarato colpevole: ma questo è un altro aspetto e riguarda il comune cittadino, come anche l´ing. Tumino.
La cosa più grave, nella vicenda in questione, è il momento in cui la notizia è stata diramata, per non parlare dell´attore che l´ha diramata. Sicuramente la denuncia di parte ( perché questa avrà innescato il meccanismo giudiziario ) è stata presentata molto tempo fa; la decisione del rinvio a giudizio sarebbe da collocare nel mese di aprile; qualcuno ha saputo e ha tenuto la notizia nel cassetto fino alla fine di maggio, per " azzoppare " il candidato Tumino dieci giorni prima del voto amministrativo.
Ora, fino a quando in Italia si cercherà di usare la giustizia come arma politica e, per di più, a orologeria, saremo di fronte a una democrazia " incerta " e " incompiuta ".
Lasciamo alla giustizia ( separata dagli altri poteri, secondo il precetto di Montesquieu ) il compito di svolgere il proprio ruolo e sconfiggiamo i nostri avversari politici con la forza delle idee: tutto il resto è subdola tattica.
Girolamo Piparo