RAGUSA - ROBERTO CARUSO OLIVO ( TSRM ) CONTRO IL CONDONO DEGLI ABUSIVI DELLA PORFESSIONE SANITARIA.
A seguito dell’approvazione al Senato del provvedimento inserito in legge di bilancio, il Presidente dell'Ordine TSRM PSTRP di Ragusa, Roberto Caruso Olivo ha voluto fare chiarezza sul comma 283 bis del maxiemendamento alla legge finanziaria davanti ad alcuni professionisti appartenenti ai 19 Albi professionali ed alla presenza del Presidente regionale AIOrAO Sicilia Flora Mondelli.
Al varo un ennesimo tentativo di condono degli abusivi della professione sanitaria
Se dovessimo descrivere con un termine consono le misure che il Senato ha stabilito approvando la legge finanziaria 2019 (vedi in particolare il comma 283 bis), si potrebbe usare, senza timore di smentita, l’espressione “Condono dell’abusivismo sanitario”.
Questi provvedimenti, mirano di fatto a legalizzare la posizione di chi per anni ha esercitato in modo illegale una professione sanitaria, rischiando di mettere a serio repentaglio la salute del cittadino.
Quale credibilità può avere e che garanzie può offrire chi si è autodenunciato come abusivo per mancanza di un titolo professionale abilitante?
La dedizione alla professione e la specializzazione ottenuta tramite anni di studio dovrebbero rappresentare un patrimonio insostituibile a garanzia di ognuno di noi, sia operatore che fruitore di un servizio sanitario.
Promuovere un condono come quello inserito nella legge finanziaria significa svilire il valore del titolo di studio e manda un messaggio negativo a tutti gli operatori che hannoottenuto il riconoscimento della loro preparazione, di fatto si equipara chi non ha titoli a chi ha una laurea.
Secondo il Ministro della salute, questo emendamento mira a salvare il posto di lavoro ad oltre 20.000 lavoratori già presenti nelle strutture sanitarie, purché abbiano svolto per almeno 36 mesi, anche non continuativi, nell’arco di dieci anni, un'attività in regime di lavoro dipendente o autonomo. Un decreto attuativo del ministero della salute dovrà poi entro 60 giorni istituire degli elenchi speciali controllati dagli Ordini Professionali dove verranno inseriti questi lavoratori.
Se la preoccupazione del Ministro Grillo era veramente mirata a salvaguardare quei lavoratori che da anni svolgono con professionalità la propria mansione all’interno di una struttura sanitaria, i quali in virtù della creazione dell’Ordine dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie, della Riabilitazione e della Prevenzione rischiano di perdere il lavoro perché provvisti di un titolo formativo che oggi non rientra tra quelli abilitanti, equivalenti o equipollenti, allora il Ministro si sarebbe dovuta preoccupare ad inserire nell’emendamento alcuni elementi qualitativi e non solo quantitativi, come il percorso formativo seguito, il titolo di studio conseguito, le modalità di accesso al mondo del lavoro, l’inquadramento e la retribuzione, infatti è solo sulla base di questi elementi che ci si potrà iscrivere negli elenchi speciali.
Riteniamo che la disposizione di legge al comma 283 bis sia profondamente ingiusta, eticamente discutibile e rischia anche di essere incostituzionale, ci si augura che quegli elementi qualitativi che mancano siano inseriti nel decreto attuativo
Auspichiamo che i Parlamento ponga al più presto rimedio a questa stortura, che è tale anche nel metodo impiegato, visto che non è stata discussa con nessuna associazione di categoria e senza nessun dibattito ne pubblico ne parlamentare e che la legge di bilancio inoltre, non sembra essere lo strumento normativo idoneo per questo tipo di misura.
Al varo un ennesimo tentativo di condono degli abusivi della professione sanitaria
Se dovessimo descrivere con un termine consono le misure che il Senato ha stabilito approvando la legge finanziaria 2019 (vedi in particolare il comma 283 bis), si potrebbe usare, senza timore di smentita, l’espressione “Condono dell’abusivismo sanitario”.
Questi provvedimenti, mirano di fatto a legalizzare la posizione di chi per anni ha esercitato in modo illegale una professione sanitaria, rischiando di mettere a serio repentaglio la salute del cittadino.
Quale credibilità può avere e che garanzie può offrire chi si è autodenunciato come abusivo per mancanza di un titolo professionale abilitante?
La dedizione alla professione e la specializzazione ottenuta tramite anni di studio dovrebbero rappresentare un patrimonio insostituibile a garanzia di ognuno di noi, sia operatore che fruitore di un servizio sanitario.
Promuovere un condono come quello inserito nella legge finanziaria significa svilire il valore del titolo di studio e manda un messaggio negativo a tutti gli operatori che hannoottenuto il riconoscimento della loro preparazione, di fatto si equipara chi non ha titoli a chi ha una laurea.
Secondo il Ministro della salute, questo emendamento mira a salvare il posto di lavoro ad oltre 20.000 lavoratori già presenti nelle strutture sanitarie, purché abbiano svolto per almeno 36 mesi, anche non continuativi, nell’arco di dieci anni, un'attività in regime di lavoro dipendente o autonomo. Un decreto attuativo del ministero della salute dovrà poi entro 60 giorni istituire degli elenchi speciali controllati dagli Ordini Professionali dove verranno inseriti questi lavoratori.
Se la preoccupazione del Ministro Grillo era veramente mirata a salvaguardare quei lavoratori che da anni svolgono con professionalità la propria mansione all’interno di una struttura sanitaria, i quali in virtù della creazione dell’Ordine dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie, della Riabilitazione e della Prevenzione rischiano di perdere il lavoro perché provvisti di un titolo formativo che oggi non rientra tra quelli abilitanti, equivalenti o equipollenti, allora il Ministro si sarebbe dovuta preoccupare ad inserire nell’emendamento alcuni elementi qualitativi e non solo quantitativi, come il percorso formativo seguito, il titolo di studio conseguito, le modalità di accesso al mondo del lavoro, l’inquadramento e la retribuzione, infatti è solo sulla base di questi elementi che ci si potrà iscrivere negli elenchi speciali.
Riteniamo che la disposizione di legge al comma 283 bis sia profondamente ingiusta, eticamente discutibile e rischia anche di essere incostituzionale, ci si augura che quegli elementi qualitativi che mancano siano inseriti nel decreto attuativo
Auspichiamo che i Parlamento ponga al più presto rimedio a questa stortura, che è tale anche nel metodo impiegato, visto che non è stata discussa con nessuna associazione di categoria e senza nessun dibattito ne pubblico ne parlamentare e che la legge di bilancio inoltre, non sembra essere lo strumento normativo idoneo per questo tipo di misura.