RAGUSA- " UNA SCUOLA PER UOMINI NUOVI ": CONFERENZA DEL PROF. ANTONIO BELLIGRERI PER " VENERDINSIEME"
"Una scuola per uomini nuovi" è il titolo del prossimo incontro del ciclo Venerdì Insieme 2015 che si terrà Venerdì 17 Aprile alle 17,45 presso la sala AVIS di Ragusa e che avrà come Relatore il prof. Antonio Bellingreri (Docente di pedagogia generale e sociale dell'Università di Palermo).
La formazione dell'uomo e del cittadino, la sua crescita umana e culturale sono quanto sancito dalla Costituzione e quanto pensato dai nostri Padri Costituenti nel progettare la scuola come un "ascensore sociale" che potesse permettere a tutti di contribuire alla crescita della nostra società.
In un momento in cui la scuola sembra essere proiettata verso un modello di "privatizzazione" in cui un Dirigente-Manager gestisce dei Docenti-Tecnici assunti basandosi su criteri soggettivi e sottoposti a un continuo spostamento senza alcuna garanzia di continuità didattica, quali percorsi di crescita e formazione possono essere garantiti agli Studenti-Utenti?
"La scuola come comunità educante" era il tema su cui, nel ciclo di incontri Venerdì Insieme 2011 abbiamo riflettuto: è ancora possibile parlare di comunità in un sistema così fortemente gerarchizzato ed in cui gli organi collegiali sono privati di ogni potere? Il sistema scolastico nazionale, spina dorsale su cui si innesterà il futuro del Paese garantisce ancora il diritto allo studio conciliandolo con la libertà di insegnamento? [artt.33, 34 Costituzione Repubblica Italiana]
L'incontro di venerdì sarà dunque l'occasione per confrontarci su queste tematiche e per riflettere su quale scuola abbia veramente bisogno il Paese
Giuliano Ottaviano
Dalla Costituzione della Repubblica Italiana
Art. 33.
L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento.
La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.
La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali.
È prescritto un esame di Stato per l'ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l'abilitazione all'esercizio professionale.
Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.
Art. 34.
La scuola è aperta a tutti.
L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.
La formazione dell'uomo e del cittadino, la sua crescita umana e culturale sono quanto sancito dalla Costituzione e quanto pensato dai nostri Padri Costituenti nel progettare la scuola come un "ascensore sociale" che potesse permettere a tutti di contribuire alla crescita della nostra società.
In un momento in cui la scuola sembra essere proiettata verso un modello di "privatizzazione" in cui un Dirigente-Manager gestisce dei Docenti-Tecnici assunti basandosi su criteri soggettivi e sottoposti a un continuo spostamento senza alcuna garanzia di continuità didattica, quali percorsi di crescita e formazione possono essere garantiti agli Studenti-Utenti?
"La scuola come comunità educante" era il tema su cui, nel ciclo di incontri Venerdì Insieme 2011 abbiamo riflettuto: è ancora possibile parlare di comunità in un sistema così fortemente gerarchizzato ed in cui gli organi collegiali sono privati di ogni potere? Il sistema scolastico nazionale, spina dorsale su cui si innesterà il futuro del Paese garantisce ancora il diritto allo studio conciliandolo con la libertà di insegnamento? [artt.33, 34 Costituzione Repubblica Italiana]
L'incontro di venerdì sarà dunque l'occasione per confrontarci su queste tematiche e per riflettere su quale scuola abbia veramente bisogno il Paese
Giuliano Ottaviano
Dalla Costituzione della Repubblica Italiana
Art. 33.
L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento.
La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.
La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali.
È prescritto un esame di Stato per l'ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l'abilitazione all'esercizio professionale.
Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.
Art. 34.
La scuola è aperta a tutti.
L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.