ROMA - CONCLUSA LA CONVENTION DELLA MINORANZA PD: HA PARTECIPATO IL LABORATORIO "BERLINGUER " DI COMISO MENTRE PACETTO E ALTRI A SCICLI MEDITANO SULLA SINISTRA

"Era il 12 Aprile 2014 quando la minoranza del PD si riunì al teatro Ghione, una manifestazione a cui parteciparono i nomi noti della politica italiana da Gianni Cuperlo a Massimo D'Alema, da Pier Luigi Bersani a Stefano Fassina, da Alfredo D'Attorre a Guglielmo Epifani. Aprire una discussione su cosa doveva essere la Sinistra nella nuova fase, aperta con il governo Renzi, questo era allora l'intento. Adesso a distanza di un anno nulla è cambiato, esattamente nulla... ogni anima della minoranza del PD è impegnata a tutelare la propria forza e la propria autonomia; si è parlato e si continua a parlare di un progetto unificatore della Sinistra del PD, ma in realtà c'è soltanto uno scenario evidentissimo di frammentazione. La verità è che nel nostro Paese non esiste più la Sinistra, però se guardiamo nel resto d'Europa la Sinistra c'è, da qualche parte tiene, da qualche parte addirittura cresce. E allora il problema o meglio la responsabilità è soprattutto soggettiva. E' del gruppo dirigente del PD, che in questo campo non si riconosce più. Difatti è un partito della Nazione, il grande contenitore delle larghe intese che da un lato appoggia Schulz e poi vota Junker, che vara politiche economiche strettamente liberiste. Ma la colpa è anche del nostro mondo. Siamo quelli che si definiscono "la minoranza", gli "anti", i "nostalgici" e intanto in mezzo a questo caos di anime e di identità c'è la vita reale, con le sofferenze, le delusioni, le speranze soffocate, di milioni di persone. In particolare c'è una generazione, la nostra, che cresce in balia dell'incertezza, della precarietà dello studio, del lavoro, dei diritti e persino degli affetti. Una generazione che in parte rimane in silenzio e in parte urla, ma dentro un film muto.
Senza una rappresentanza politica credibile ( perché l'alternativa è tra una Sinistra che non fa più la sinistra e la Sinistra che non serve a nessuno) e per di più bloccata da un vero e proprio tappo generazionale, inchiodata da una sconfitta congressuale e ad una marginalità passiva, che ci viene presentata, da chi dirige, gestisce e nomina, come destino immutabile. Per questo la soluzione è una sola, anche se fa tremare le gambe: "FARE LA SINISTRA", mettersi a lavoro per un vero processo costituente. Prendersi la responsabilità di non delegare più a strutture, nomi, simboli, che non ce l'hanno fatta in questi anni a ricompattare quanti come noi sperano in un atto di responsabilità non verso il governo Renzi, quanto piuttosto verso il popolo italiano, verso la nostra Costituzione, verso quel concetto di democrazia costituzionale, da troppi e per troppo tempo messo subdolamente in discussione. Anche la "coalizione sociale" di Maurizio Landini pur volendo incarnare e far propria una battaglia sociale che parte dal basso , rischia all'interno di questo sistema di diventare un'ulteriore anima in balia delle sopraffazioni politiche da un lato, ad un poco dignitoso passo indietro della CGIL che ha visto nel processo riformista del segretario della FIOM un probabile venir meno dei propri privilegi. Insomma già oggi la Sinistra italiana si presenta tanto divisa quanto afona dalle minoranze del PD ai partitini moribondi della sinistra radicale. Se Landini si presenta sulla scena proprio per superare tali divisioni, appare alquanto probabile che finisca per aggiungersi alle tante correnti minoritarie. Renzi, a quanto pare può dormire sonni tranquilli!"
Laboratorio Politico " Berlinguer "- Comiso
A testimonianza del dibattito sui progetti della sinistra interviene anche il dott. Guglielmo Pacetto, che a Scicli prepara il manifesto " Parliamo di Sinistra ":
" Manifesto Ideale
Abbiamo bisogno di più Socialismo, di più Sinistra, oggi più che mai nella coscienza di vivere la società del declino civile. Lo potremmo chiamare anche mutualismo laico, o in qualunque altro modo, purché l'accezione sia utile a porre in rilievo l'esigenza di un contraltare alla feroce competizione per il profitto e il dissoluto eccessivo accumulo di ricchezze da iper-produzione, spesso solo in nome dell'artificio finanziario. In altri termini ci serve un'alternativa da contrapporre al capitalismo più liberista e meno liberare. Socialismo e capitalismo (o astraendoli ab origine collettivismo e individualismo), sono modelli di pensiero innati nell'umanità, e concorrono vicendevolmente alla formazione di una Civiltà Libera e in progresso continuo. Perciò non si vuole demonizzare il fatto che esista, da parte di una rilevante porzione sociale, la tensione alla proprietà, o alla realizzazione di un capitale, piuttosto si crede utile ricorrere alla moderazione degli eccessi conseguenti a tale visione della vita, per mezzo di politiche di tipo liberal-socialiste. Così che tutto possa concorrere utilmente nel sistema conviviale. Il lavoratore e il datore di lavoro sono figure imprescindibili per qualunque tipo di analisi storica ed economica. Nel rispetto reciproco delle opposte relazioni dialettiche, l'uomo evolve insieme agli eventi e ai tempi, che già da soli precorrono talvolta le azioni. Il sistema si inceppa quando una delle due visioni ideologiche ha il sopravvento sull'altra. Ed è per tale ragione incontestabile che oggi occorre uscire dai piagnistei fatui dell'antipolitica, quanto dall'asservimento al pensiero del più forte. Occorre comunque cambiare le cose, ripristinando gli equilibri sociali, e bisogna farlo muovendo riflessioni critiche e proficue dall'interno, nello specifico dal e nel Partito Democratico, casa unica del pensiero di Sinistra e Liberale, aderendo con convinzione alle logiche di un socialismo di respiro europeo. Lo si deve fare nel massimo e assoluto rispetto delle gerarchie interne democraticamente elette all'interno del Partito, a tutti i livelli territoriali. Non solo in collaborazione, ma soprattutto in funzione - anche nelle critica - delle scelte politiche segratariali, in quanto esatta e pertinente manifestazione democratica interna, per cui degna del massimo rispetto. Occorre modificare le storture con la politica, chiedendo Sinistra, Socialismo, Progressismo, Riformismo - come già detto - Mutualismo o Consociativismo etico e libero, pretendendolo con forza assolutamente al di fuori da ogni forma equivalente alla mera elemosina. La Carità alla Chiesa, la Dignità per l'Uomo. Il Liberal-socialismo ha come base le componenti descritte, dunque si auspica che la richiesta di una politica di sinistra possa indurre il liberista a tornare liberale, funzionalmente alle comuni prospettive che riguardano la lieta convivenza umana. Si parla spesso a vanvera di re-distribuzione, oggi invece sarebbe utile spingere la discussione preventivamente sulla distribuzione. Dovremo giungere a Roma partendo dalla periferia, è un dato ideologico oltre che geografico. La restrizione del campo dei problemi è una necessità che oggi si impone all'analisi politica. Riusciremo a suggerire una discussione di elevata qualità, nel senso più progressista, solo dando risposte nell'immediato nel nostro territorio.
Seguirà nei prossimi giorni un comunicato progettuale, di attività concreta, su base territoriale.
Parliamo di Sinistra "
Claudio Caruso,Bartolo Bonvento,Guglielmo Pacetto, Francesco Occhipinti,Gaetano Celestre
Nella foto l'intervento di Massimo D'Alema alla Convention.
Senza una rappresentanza politica credibile ( perché l'alternativa è tra una Sinistra che non fa più la sinistra e la Sinistra che non serve a nessuno) e per di più bloccata da un vero e proprio tappo generazionale, inchiodata da una sconfitta congressuale e ad una marginalità passiva, che ci viene presentata, da chi dirige, gestisce e nomina, come destino immutabile. Per questo la soluzione è una sola, anche se fa tremare le gambe: "FARE LA SINISTRA", mettersi a lavoro per un vero processo costituente. Prendersi la responsabilità di non delegare più a strutture, nomi, simboli, che non ce l'hanno fatta in questi anni a ricompattare quanti come noi sperano in un atto di responsabilità non verso il governo Renzi, quanto piuttosto verso il popolo italiano, verso la nostra Costituzione, verso quel concetto di democrazia costituzionale, da troppi e per troppo tempo messo subdolamente in discussione. Anche la "coalizione sociale" di Maurizio Landini pur volendo incarnare e far propria una battaglia sociale che parte dal basso , rischia all'interno di questo sistema di diventare un'ulteriore anima in balia delle sopraffazioni politiche da un lato, ad un poco dignitoso passo indietro della CGIL che ha visto nel processo riformista del segretario della FIOM un probabile venir meno dei propri privilegi. Insomma già oggi la Sinistra italiana si presenta tanto divisa quanto afona dalle minoranze del PD ai partitini moribondi della sinistra radicale. Se Landini si presenta sulla scena proprio per superare tali divisioni, appare alquanto probabile che finisca per aggiungersi alle tante correnti minoritarie. Renzi, a quanto pare può dormire sonni tranquilli!"
Laboratorio Politico " Berlinguer "- Comiso
A testimonianza del dibattito sui progetti della sinistra interviene anche il dott. Guglielmo Pacetto, che a Scicli prepara il manifesto " Parliamo di Sinistra ":
" Manifesto Ideale
Abbiamo bisogno di più Socialismo, di più Sinistra, oggi più che mai nella coscienza di vivere la società del declino civile. Lo potremmo chiamare anche mutualismo laico, o in qualunque altro modo, purché l'accezione sia utile a porre in rilievo l'esigenza di un contraltare alla feroce competizione per il profitto e il dissoluto eccessivo accumulo di ricchezze da iper-produzione, spesso solo in nome dell'artificio finanziario. In altri termini ci serve un'alternativa da contrapporre al capitalismo più liberista e meno liberare. Socialismo e capitalismo (o astraendoli ab origine collettivismo e individualismo), sono modelli di pensiero innati nell'umanità, e concorrono vicendevolmente alla formazione di una Civiltà Libera e in progresso continuo. Perciò non si vuole demonizzare il fatto che esista, da parte di una rilevante porzione sociale, la tensione alla proprietà, o alla realizzazione di un capitale, piuttosto si crede utile ricorrere alla moderazione degli eccessi conseguenti a tale visione della vita, per mezzo di politiche di tipo liberal-socialiste. Così che tutto possa concorrere utilmente nel sistema conviviale. Il lavoratore e il datore di lavoro sono figure imprescindibili per qualunque tipo di analisi storica ed economica. Nel rispetto reciproco delle opposte relazioni dialettiche, l'uomo evolve insieme agli eventi e ai tempi, che già da soli precorrono talvolta le azioni. Il sistema si inceppa quando una delle due visioni ideologiche ha il sopravvento sull'altra. Ed è per tale ragione incontestabile che oggi occorre uscire dai piagnistei fatui dell'antipolitica, quanto dall'asservimento al pensiero del più forte. Occorre comunque cambiare le cose, ripristinando gli equilibri sociali, e bisogna farlo muovendo riflessioni critiche e proficue dall'interno, nello specifico dal e nel Partito Democratico, casa unica del pensiero di Sinistra e Liberale, aderendo con convinzione alle logiche di un socialismo di respiro europeo. Lo si deve fare nel massimo e assoluto rispetto delle gerarchie interne democraticamente elette all'interno del Partito, a tutti i livelli territoriali. Non solo in collaborazione, ma soprattutto in funzione - anche nelle critica - delle scelte politiche segratariali, in quanto esatta e pertinente manifestazione democratica interna, per cui degna del massimo rispetto. Occorre modificare le storture con la politica, chiedendo Sinistra, Socialismo, Progressismo, Riformismo - come già detto - Mutualismo o Consociativismo etico e libero, pretendendolo con forza assolutamente al di fuori da ogni forma equivalente alla mera elemosina. La Carità alla Chiesa, la Dignità per l'Uomo. Il Liberal-socialismo ha come base le componenti descritte, dunque si auspica che la richiesta di una politica di sinistra possa indurre il liberista a tornare liberale, funzionalmente alle comuni prospettive che riguardano la lieta convivenza umana. Si parla spesso a vanvera di re-distribuzione, oggi invece sarebbe utile spingere la discussione preventivamente sulla distribuzione. Dovremo giungere a Roma partendo dalla periferia, è un dato ideologico oltre che geografico. La restrizione del campo dei problemi è una necessità che oggi si impone all'analisi politica. Riusciremo a suggerire una discussione di elevata qualità, nel senso più progressista, solo dando risposte nell'immediato nel nostro territorio.
Seguirà nei prossimi giorni un comunicato progettuale, di attività concreta, su base territoriale.
Parliamo di Sinistra "
Claudio Caruso,Bartolo Bonvento,Guglielmo Pacetto, Francesco Occhipinti,Gaetano Celestre
Nella foto l'intervento di Massimo D'Alema alla Convention.