ROMA - E´ USCITO IL LIBRO " SCICLI, STORIA, CULTURA E RELIGIONE ( SEC. V-XVI )" DI SALVO MICCICHE´ E STEFANIA FORNARO.
Il 5 luglio 2018 per i tipi di Carocci Editore, in Roma, esce Scicli. Storia, cultura e religione (secc. V-XVI), il nuovo studio sulla storia medievale di Scicli, ad opera dello scrittore Salvo Micciché e dell´archeologa Stefania Fornaro.
Nel libro, la cui prefazione è a cura del prof. Giuseppe Pitrolo, sono ospitati anche i contributi della numismatica Stefania Santangelo (IBAM, CNR Catania), dello storico Ignazio La China, del pubblicista Giuseppe Nativo.
«Che cosa si conosce realmente di Scicli nel Medioevo? – si sono chiesti gli Autori – Che cosa tramandano le fonti, i reperti dell´abitato e del circondario (e poi della città) di Scicli e le varie forme del suo toponimo (Xicli, Sicli, Sycla, Shiklah...)?» Per rispondere a queste domande, il volume analizza la storia, la cultura e la religione di Scicli dal Medioevo al Cinquecento commentando le fonti e i reperti relativi alla storia della città.
«L´importanza di Scicli nell´ambito della Contea di Modica, il più vasto Stato feudale della Sicilia, – sottolineano Fornaro e Micciché – si impose con forza anche grazie alla sua felice posizione geografica, non lontana dal mare».
Toponomastica, onomastica, culti e storie di uomini e luoghi, cristiani ed ebrei, dal V al XVI secolo: sono i percorsi di lettura che gli Autori propongono allo studioso e al lettore curioso che vuole approfondire la storia che conduce alla nascita della città iblea che sarà poi barocca e moderna e che Vittorini definì «la più bella del mondo».
Molto è stato scritto della Scicli barocca e moderna (si pensi agli ottimi lavori di Giuseppe Barone, Paolo Nifosì, Paolo Militello per esempio), abbastanza sull´archeologia del territorio sciclitano (anche grazie all´opera degli archeologi Pietro Militello ed Elio Militello), tanto sulla religione (Ignazio La China tra tutti); le fonti e gli scritti sul Medioevo erano sparsi in vari testi e documenti e gli Autori hanno l´ambizione di proporre un testo guida da cui partire per approfondire queste fonti e questi scritti con l´obiettivo di invitare giovani studiosi a portare avanti la ricerca e l´invito agli storici a proporre un rinnovato interesse per la storia medievale della città, che sicuramente va ampliata e ripensata, partendo dalle opere degli eruditi (tra gli altri, Carioti, Perello, Spadaro) e degli storici moderni (dal Cataudella al Santiapichi fino ai contemporanei).
Il volume nasce grazie alla collaborazione tra Carocci Editore (editore leader nel settore dei testi storici e scientifici dedicati agli studiosi e alle università), e la rivista on line Ondaiblea, Rivista del Sud Est (di cui Salvo Micciché è il direttore editoriale), che con orgoglio presenta lo studio a chi ama Scicli e la sua storia.
Il libro, che consta di ben 404 pagine, un articolato indice ed una corposa bibliografia, è disponibile in tutte le librerie d´Italia (anche online) e nel sito di Carocci Editore.
Giuseppe Nativo
Nel libro, la cui prefazione è a cura del prof. Giuseppe Pitrolo, sono ospitati anche i contributi della numismatica Stefania Santangelo (IBAM, CNR Catania), dello storico Ignazio La China, del pubblicista Giuseppe Nativo.
«Che cosa si conosce realmente di Scicli nel Medioevo? – si sono chiesti gli Autori – Che cosa tramandano le fonti, i reperti dell´abitato e del circondario (e poi della città) di Scicli e le varie forme del suo toponimo (Xicli, Sicli, Sycla, Shiklah...)?» Per rispondere a queste domande, il volume analizza la storia, la cultura e la religione di Scicli dal Medioevo al Cinquecento commentando le fonti e i reperti relativi alla storia della città.
«L´importanza di Scicli nell´ambito della Contea di Modica, il più vasto Stato feudale della Sicilia, – sottolineano Fornaro e Micciché – si impose con forza anche grazie alla sua felice posizione geografica, non lontana dal mare».
Toponomastica, onomastica, culti e storie di uomini e luoghi, cristiani ed ebrei, dal V al XVI secolo: sono i percorsi di lettura che gli Autori propongono allo studioso e al lettore curioso che vuole approfondire la storia che conduce alla nascita della città iblea che sarà poi barocca e moderna e che Vittorini definì «la più bella del mondo».
Molto è stato scritto della Scicli barocca e moderna (si pensi agli ottimi lavori di Giuseppe Barone, Paolo Nifosì, Paolo Militello per esempio), abbastanza sull´archeologia del territorio sciclitano (anche grazie all´opera degli archeologi Pietro Militello ed Elio Militello), tanto sulla religione (Ignazio La China tra tutti); le fonti e gli scritti sul Medioevo erano sparsi in vari testi e documenti e gli Autori hanno l´ambizione di proporre un testo guida da cui partire per approfondire queste fonti e questi scritti con l´obiettivo di invitare giovani studiosi a portare avanti la ricerca e l´invito agli storici a proporre un rinnovato interesse per la storia medievale della città, che sicuramente va ampliata e ripensata, partendo dalle opere degli eruditi (tra gli altri, Carioti, Perello, Spadaro) e degli storici moderni (dal Cataudella al Santiapichi fino ai contemporanei).
Il volume nasce grazie alla collaborazione tra Carocci Editore (editore leader nel settore dei testi storici e scientifici dedicati agli studiosi e alle università), e la rivista on line Ondaiblea, Rivista del Sud Est (di cui Salvo Micciché è il direttore editoriale), che con orgoglio presenta lo studio a chi ama Scicli e la sua storia.
Il libro, che consta di ben 404 pagine, un articolato indice ed una corposa bibliografia, è disponibile in tutte le librerie d´Italia (anche online) e nel sito di Carocci Editore.
Giuseppe Nativo