SANTA MARIA DEL FOCALLO - DOPO LA LETTERA DELLO SCORSO OTTOBRE, LEGAMBIENTE OTTIENE L´INTERVENTO DEL MINISTERO DELL´AMBIENTE PER IL RIPASCIMENTO DELLA COSTA ISPICESE.
Alla cortese attenzione dell´on. Gianluca Galletti Ministro dell´ Ambiente e della tutela del territorio e del Mare
p.c. alla cortese attenzione dell´assessore Maurizio Croce, Assessore del territorio e dell´ambiente della Regione Sicilia
LETTERA APERTA
Oggetto: Salvaguardia e tutela della fascia costiera iblea con particolare riferimento al "Progetto generale di tutela della fascia costiera Santa Maria del Focallo". Egregio Ministro, con la presente, come Legambiente, intendiamo sottoporle un tema che sta a cuore all´associazione e a tutte le cittadine e i cittadine iblei riguardo la salvaguardia e la tutela dei litorali della provincia di Ragusa, e non solo. In questo tratto di costa negli ultimi anni, anche attraverso l´utilizzo dei finanziamenti del Ministero dell´Ambiente, si è assistito ad un proliferare di progetti antierosione delle spiagge. I progetti, pur avendo "nobili motivazioni", si basano su presupposti alquanto opinabili, con l´obiettivo, a nostro avviso, di giustificare imponenti interventi strutturali, attraverso la realizzazione di pennelli, barriere soffolte e scogliere artificiali, che rischiano di modificare e rovinare per sempre uno dei più bei tratti della costa meridionale siciliana.
Quasi tutti i progetti, sia quelli conclusi sia quelli ancora in corso, prevedono infatti la realizzazione di strutture rigide quali pennelli e barriere. Nella comunità scientifica internazionale ma anche in quella italiana, al contrario, è universalmente accettato che questo tipo di soluzioni progettuali, sono causa di problemi ambientali e di sicurezza nella balneazione (Rapporto ISTISAN n° 12/23 dell´Istituto Superiore di
Via Salaria, 403, 00199 Roma – Tel. 06862681 – Fax 0686218474 – c.c.p. 57431009 – www.legambiente.it
Sanità Annegamento e pericoli della balneazione), oltre a non risolvere il problema dell´erosione costiera. Nelle zone dove sono state realizzate, infatti, hanno causato a loro volta fenomeni di erosione delle spiagge limitrofe. Non è un caso che anche per questi motivi, negli Stati Uniti questa tipologia di opere sono state abbondonate dagli anni ´70 e tutti i recenti studi a livello internazionale, le strategie europee che riguardano la gestione integrata delle coste e atti d´indirizzo nazionali propongono interventi alternativi per far fronte al problema dell´erosione costiera. Si citano a questo proposito la Raccomandazione UE sulla gestione integrata delle zone costiere (2002); Protocollo sulla gestione integrata zone costiere del Mediterraneo (2008); Direttiva quadro sulla strategia per l´ambiente marino (2008); Carta di Bologna (2012) e in ultimo la Strategia nazionale per la gestione integrata delle zone costiere curata dallo stesso Ministero dell´ambiente e tuttora in corso di redazione. In provincia di Ragusa ci sono alcuni casi emblematici. Il primo è quello relativo del tratto di litorale ad est di Donnalucata dove alcune barriere realizzate più di 30 anni fa hanno causato l´erosione del tratto di litorale immediatamente ad est, in zona Arizza-Spinasanta. Per risolvere il problema, le Amministrazioni hanno realizzato negli ultimi anni ulteriori 17 pennelli in zona Arizza. Intervento, quest´ultimo, che provocherà l´erosione anche del tratto di costa immediatamente ad est dando corso ad un circolo invirtuoso senza fine. Vale la pena citare anche un altro esempio. Lo scorso anno stava per essere approvato anche il progetto di "Intervento di tutela fascia costiera Riserva Naturale Fiume Irminio" del comune di Scicli (fortunatamente è stato bocciato all´ultimo grazie anche all´azione di Legambiente). L´intervento prevedeva anche la realizzazione di 23 barriere soffolte di massi naturali in pieno sito SIC (Sito di importanza comunitaria tutelato da direttive europee). Praticamente la comunità iblea ha rischiato di fregiarsi di avere il sito SIC più antropizzato d´Europa, e il nostro Paese di dover giustificare alla Commissione europea un intervento che andava contro le sue politiche di tutela della natura e della biodiversità. L´assurdo progetto aveva infatti ricevuto una serie di Nulla-Osta da parte delle varie Amministrazioni che avevano espresso un parere, tra le quali, inspiegabilmente, la Soprintendenza ai BB.CC.AA. di Ragusa, nonostante questo tipo di opere sono vietate dal Piano Paesaggistico della provincia di Ragusa. Fortunatamente, grazie anche ad una corposa relazione presentata da Legambiente, l´Assessorato Territorio e Ambiente della Regione Sicilia, con D.A 135/GAB del 27 aprile 2015, si è espresso negativamente riguardo la realizzazione delle 23 barriere, affermando che non è stato verificato il progetto con gli obiettivi del Piano Paesaggistico.
Via Salaria, 403, 00199 Roma – Tel. 06862681 – Fax 0686218474 – c.c.p. 57431009 – www.legambiente.it
Riteniamo inconcepibile anche solo il fatto che un progetto come questo sia potuto andare tanto avanti nell´iter autorizzativo e che sia stato necessario l´intervento dell´assessore regionale all´ambiente. Sarebbe bastato un minimo di approfondimento tecnico scientifico, di conoscenza e studio del fenomeno dell´erosione costiera lungo questo tratto di costa e soprattutto del rispetto delle disposizioni dei piani regionali vigenti, per evitare che progetti come questo fossero anche soltanto concepiti o presentati. Le spiagge iblee infatti presentano delle caratteristiche morfologiche particolari che le distinguono l´una dall´altra, con ecosistemi estremamente delicati e una risorsa in termini di biodiversità, oltre che economica e turistica, particolarmente rilevante. Si potrebbe dire che ogni spiaggia ragusana rappresenta un "ambiente diverso" ed ha anche un "odore diverso". Ben lo sanno i numerosi registi che hanno realizzato film e sceneggiati nelle nostre zone, non ultima la fortunata serie televisiva del "Commissario Montalbano". Oggi ci troviamo a dover fronteggiare un ulteriore progetto, stavolta in procinto di realizzazione (il progetto è iniziato l´anno scorso. Nei primi mesi hanno solo svolto lavori preparatori, poi hanno interrotto per la stagione estiva e ora, da un mese a questa parte, stanno costruendo le barriere rigide). Un progetto che è stato approvato malgrado presenti diverse irregolarità procedurali, oltre che problemi di carattere ambientale e in termini di efficacia. Per questo abbiamo ritenuto necessario sottoporre questa situazione alla Sua attenzione con la richiesta che possa essere fatta la massima chiarezza a riguardo e che tale intervento venga ripensato totalmente. Entrando nel dettaglio del progetto. L´Amministrazione comunale di Ispica sta realizzando lavori relativi al "progetto generale di tutela della fascia costiera Santa Maria del Focallo" dell´importo complessivo di euro 15.750.000,00 euro, consistente nella realizzazione di: Una scogliera radente in massi naturali a protezione di un tratto della SP67 per una lunghezza complessiva di circa 800 m; 13 pennelli in massi naturali della lunghezza variabile tra 50 e 250 metri e n. 11 barriere parallele alla costa di lunghezza tra 110 e 200 metri; Interventi di ripascimento dell´arenile mediante il versamento di circa 235.000 mc di materiale, di cui circa 220.000 mc provenienti da cave sottomarine; Interventi puntuali di pulizia della spiaggia e ripristino dell´equilibrio naturale del sistema mediante trasporto a discarica di oggetti di media-grossa taglia (pneumatici etc.) abbandonati sulla battigia.
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Con la Determina Dirigenziale n. 80 del 12/02/2016 (liquidazione primo SAL ripascimento), l´Amministrazione di Ispica ha già liquidato i lavori relativi al primo stralcio del progetto, il cui importo risulta essere di euro 3.600.000, come si desume dalla lettura del documento del Comune.
Tale intervento, per quanto concerne la realizzazione dei 13 pennelli e delle 11 barriere a mare, è in aperto contrasto con quanto disposto dal Piano paesaggistico della Provincia di Ragusa (adottato con D.A. n.1767 del 10 agosto 2010 ed approvato con D.A. del 5 aprile 2016 - GURS del 13 maggio 2016, con particolare riferimento all´ex art. 36, diventato con l´approvazione l´art. 35, ma rimasto immutato nei contenuti). Inoltre, oltre all´inosservanza alle prescrizioni di tale piano, l´intero iter progettuale si è svolto, stando agli elementi riportati nell´allegato, in totale inosservanza del rispetto delle procedure dettate dalla normativa VIA. Il progetto, infatti, essendo ascrivibile tra le opere costiere "destinate a combattere l´erosione" e tra i "lavori marittimi volti a modificare la costa", doveva essere sottoposto, prima dell´approvazione, a verifica di assoggettabilità a VIA, ad eventuale procedura di VIA ed alla procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale, dal momento che tale intervento va ad incidere su Siti di interesse Comunitario (interessando aree comprese nel SIC ITA09003 "Pantani della Sicilia Sud-Orientale", nella ZPS ITA090029 "Pantani della Sicilia Sud-Orientale di Punta Pilieri e Vendicari").
Queste procedure, come ben noto, prevedono che ci debba essere un diretto coinvolgimento del Pubblico disciplinando anche le modalità con cui tale coinvolgimento debba avvenire, secondo le normative nazionali ed europee, ma tutto questo non è avvenuto.
A dimostrazione il fatto che nella GURS (Gazzetta Ufficiale della Regione Sicilia) n. 11 del 18 marzo 2016 (parte II) l´Amministrazione comunale di Ispica, per la prima volta in tutto l´iter di approvazione del progetto generale e del successivo stralcio esecutivo, ha pubblicato l´avviso che: «nella conferenza dei servizi del 23 settembre 2011 l´Assessorato Regionale del Territorio e dell´Ambiente ha espresso giudizio positivo di compatibilità ambientale ai sensi dell´art. 23 del D.Lgs. 3 aprile 2006 n.152 nonché Valutazione di Incidenza ambientale ai sensi dell´art.5 del D.P.R. n.357/97 con prescrizioni sul "progetto definitivo generale delle opere di tutela della fascia costiera Santa Maria del Focallo" proposto dal Comune di Ispica", titolandolo elusivamente "Estratto del parere di V.I.A. di competenza della Regione Siciliana».
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Importante evidenziare che l´amministrazione comunale di Ispica, sicuramente con eccessivo ritardo, si è decisa di fare questo "scarno comunicato" nella GURS dopo che con regolare richiesta di accesso agli atti fatta dall´Associazione Legambiente nel febbraio 2016, si chiedeva espressamente la data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Provvedimento VIA in oggetto. Il comune, in data 3 marzo 2016, rispondeva laconicamente che avrebbe provveduto alla pubblicazione per estratto nella GURS. Tentando di sanare, dopo ben 5 anni, un insanabile vizio del procedimento VIA.
Rimandiamo comunque alla scheda tecnica allegata per approfondire in maniera più puntuale questi e ulteriori aspetti.
Per quanto finora argomentato si richiede la vostra collaborazione per chiarire questi spiacevoli avvenimenti e per verificare l´effettiva applicazione della normativa comunitaria e nazionale in materia di Valutazione di Impatto Ambientale. Riteniamo inoltre che ci siano le condizioni perché vengano ritirati sia il nulla osta della Soprintendenza ai Beni Culturali di Ragusa sia il parere della Regione in merito alla VIA, a seguito delle palesi violazioni amministrative e procedurali descritte nella scheda tecnica che segue.
Alla luce di tutto ciò la nostra associazione le rivolge fin da subito la propria disponibilità e collaborazione per approfondire e affrontare questa situazione, al fine di ripristinare quelle minime condizioni di legalità che, a nostro parere, non sono state rispettate soprattutto per quanto concerne l´iter procedurale relativo alla realizzazione di pennelli e barriere a mare che, seppure ancora non realizzate, rischiano di esserlo a breve.
Certi di un Vs interessamento alla questione e restando in fiduciosa attesa di riscontro, cogliamo l´occasione per porgere distinti saluti.
La Presidente di Legambiente
Rossella Muroni
Il presidente di Legambiente Sicilia
Gianfranco Zanna
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Il presidente del circolo di Legambiente Sikelion di Ispica
Gaetano Donzella
p.c. alla cortese attenzione dell´assessore Maurizio Croce, Assessore del territorio e dell´ambiente della Regione Sicilia
LETTERA APERTA
Oggetto: Salvaguardia e tutela della fascia costiera iblea con particolare riferimento al "Progetto generale di tutela della fascia costiera Santa Maria del Focallo". Egregio Ministro, con la presente, come Legambiente, intendiamo sottoporle un tema che sta a cuore all´associazione e a tutte le cittadine e i cittadine iblei riguardo la salvaguardia e la tutela dei litorali della provincia di Ragusa, e non solo. In questo tratto di costa negli ultimi anni, anche attraverso l´utilizzo dei finanziamenti del Ministero dell´Ambiente, si è assistito ad un proliferare di progetti antierosione delle spiagge. I progetti, pur avendo "nobili motivazioni", si basano su presupposti alquanto opinabili, con l´obiettivo, a nostro avviso, di giustificare imponenti interventi strutturali, attraverso la realizzazione di pennelli, barriere soffolte e scogliere artificiali, che rischiano di modificare e rovinare per sempre uno dei più bei tratti della costa meridionale siciliana.
Quasi tutti i progetti, sia quelli conclusi sia quelli ancora in corso, prevedono infatti la realizzazione di strutture rigide quali pennelli e barriere. Nella comunità scientifica internazionale ma anche in quella italiana, al contrario, è universalmente accettato che questo tipo di soluzioni progettuali, sono causa di problemi ambientali e di sicurezza nella balneazione (Rapporto ISTISAN n° 12/23 dell´Istituto Superiore di
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Sanità Annegamento e pericoli della balneazione), oltre a non risolvere il problema dell´erosione costiera. Nelle zone dove sono state realizzate, infatti, hanno causato a loro volta fenomeni di erosione delle spiagge limitrofe. Non è un caso che anche per questi motivi, negli Stati Uniti questa tipologia di opere sono state abbondonate dagli anni ´70 e tutti i recenti studi a livello internazionale, le strategie europee che riguardano la gestione integrata delle coste e atti d´indirizzo nazionali propongono interventi alternativi per far fronte al problema dell´erosione costiera. Si citano a questo proposito la Raccomandazione UE sulla gestione integrata delle zone costiere (2002); Protocollo sulla gestione integrata zone costiere del Mediterraneo (2008); Direttiva quadro sulla strategia per l´ambiente marino (2008); Carta di Bologna (2012) e in ultimo la Strategia nazionale per la gestione integrata delle zone costiere curata dallo stesso Ministero dell´ambiente e tuttora in corso di redazione. In provincia di Ragusa ci sono alcuni casi emblematici. Il primo è quello relativo del tratto di litorale ad est di Donnalucata dove alcune barriere realizzate più di 30 anni fa hanno causato l´erosione del tratto di litorale immediatamente ad est, in zona Arizza-Spinasanta. Per risolvere il problema, le Amministrazioni hanno realizzato negli ultimi anni ulteriori 17 pennelli in zona Arizza. Intervento, quest´ultimo, che provocherà l´erosione anche del tratto di costa immediatamente ad est dando corso ad un circolo invirtuoso senza fine. Vale la pena citare anche un altro esempio. Lo scorso anno stava per essere approvato anche il progetto di "Intervento di tutela fascia costiera Riserva Naturale Fiume Irminio" del comune di Scicli (fortunatamente è stato bocciato all´ultimo grazie anche all´azione di Legambiente). L´intervento prevedeva anche la realizzazione di 23 barriere soffolte di massi naturali in pieno sito SIC (Sito di importanza comunitaria tutelato da direttive europee). Praticamente la comunità iblea ha rischiato di fregiarsi di avere il sito SIC più antropizzato d´Europa, e il nostro Paese di dover giustificare alla Commissione europea un intervento che andava contro le sue politiche di tutela della natura e della biodiversità. L´assurdo progetto aveva infatti ricevuto una serie di Nulla-Osta da parte delle varie Amministrazioni che avevano espresso un parere, tra le quali, inspiegabilmente, la Soprintendenza ai BB.CC.AA. di Ragusa, nonostante questo tipo di opere sono vietate dal Piano Paesaggistico della provincia di Ragusa. Fortunatamente, grazie anche ad una corposa relazione presentata da Legambiente, l´Assessorato Territorio e Ambiente della Regione Sicilia, con D.A 135/GAB del 27 aprile 2015, si è espresso negativamente riguardo la realizzazione delle 23 barriere, affermando che non è stato verificato il progetto con gli obiettivi del Piano Paesaggistico.
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Riteniamo inconcepibile anche solo il fatto che un progetto come questo sia potuto andare tanto avanti nell´iter autorizzativo e che sia stato necessario l´intervento dell´assessore regionale all´ambiente. Sarebbe bastato un minimo di approfondimento tecnico scientifico, di conoscenza e studio del fenomeno dell´erosione costiera lungo questo tratto di costa e soprattutto del rispetto delle disposizioni dei piani regionali vigenti, per evitare che progetti come questo fossero anche soltanto concepiti o presentati. Le spiagge iblee infatti presentano delle caratteristiche morfologiche particolari che le distinguono l´una dall´altra, con ecosistemi estremamente delicati e una risorsa in termini di biodiversità, oltre che economica e turistica, particolarmente rilevante. Si potrebbe dire che ogni spiaggia ragusana rappresenta un "ambiente diverso" ed ha anche un "odore diverso". Ben lo sanno i numerosi registi che hanno realizzato film e sceneggiati nelle nostre zone, non ultima la fortunata serie televisiva del "Commissario Montalbano". Oggi ci troviamo a dover fronteggiare un ulteriore progetto, stavolta in procinto di realizzazione (il progetto è iniziato l´anno scorso. Nei primi mesi hanno solo svolto lavori preparatori, poi hanno interrotto per la stagione estiva e ora, da un mese a questa parte, stanno costruendo le barriere rigide). Un progetto che è stato approvato malgrado presenti diverse irregolarità procedurali, oltre che problemi di carattere ambientale e in termini di efficacia. Per questo abbiamo ritenuto necessario sottoporre questa situazione alla Sua attenzione con la richiesta che possa essere fatta la massima chiarezza a riguardo e che tale intervento venga ripensato totalmente. Entrando nel dettaglio del progetto. L´Amministrazione comunale di Ispica sta realizzando lavori relativi al "progetto generale di tutela della fascia costiera Santa Maria del Focallo" dell´importo complessivo di euro 15.750.000,00 euro, consistente nella realizzazione di: Una scogliera radente in massi naturali a protezione di un tratto della SP67 per una lunghezza complessiva di circa 800 m; 13 pennelli in massi naturali della lunghezza variabile tra 50 e 250 metri e n. 11 barriere parallele alla costa di lunghezza tra 110 e 200 metri; Interventi di ripascimento dell´arenile mediante il versamento di circa 235.000 mc di materiale, di cui circa 220.000 mc provenienti da cave sottomarine; Interventi puntuali di pulizia della spiaggia e ripristino dell´equilibrio naturale del sistema mediante trasporto a discarica di oggetti di media-grossa taglia (pneumatici etc.) abbandonati sulla battigia.
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Con la Determina Dirigenziale n. 80 del 12/02/2016 (liquidazione primo SAL ripascimento), l´Amministrazione di Ispica ha già liquidato i lavori relativi al primo stralcio del progetto, il cui importo risulta essere di euro 3.600.000, come si desume dalla lettura del documento del Comune.
Tale intervento, per quanto concerne la realizzazione dei 13 pennelli e delle 11 barriere a mare, è in aperto contrasto con quanto disposto dal Piano paesaggistico della Provincia di Ragusa (adottato con D.A. n.1767 del 10 agosto 2010 ed approvato con D.A. del 5 aprile 2016 - GURS del 13 maggio 2016, con particolare riferimento all´ex art. 36, diventato con l´approvazione l´art. 35, ma rimasto immutato nei contenuti). Inoltre, oltre all´inosservanza alle prescrizioni di tale piano, l´intero iter progettuale si è svolto, stando agli elementi riportati nell´allegato, in totale inosservanza del rispetto delle procedure dettate dalla normativa VIA. Il progetto, infatti, essendo ascrivibile tra le opere costiere "destinate a combattere l´erosione" e tra i "lavori marittimi volti a modificare la costa", doveva essere sottoposto, prima dell´approvazione, a verifica di assoggettabilità a VIA, ad eventuale procedura di VIA ed alla procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale, dal momento che tale intervento va ad incidere su Siti di interesse Comunitario (interessando aree comprese nel SIC ITA09003 "Pantani della Sicilia Sud-Orientale", nella ZPS ITA090029 "Pantani della Sicilia Sud-Orientale di Punta Pilieri e Vendicari").
Queste procedure, come ben noto, prevedono che ci debba essere un diretto coinvolgimento del Pubblico disciplinando anche le modalità con cui tale coinvolgimento debba avvenire, secondo le normative nazionali ed europee, ma tutto questo non è avvenuto.
A dimostrazione il fatto che nella GURS (Gazzetta Ufficiale della Regione Sicilia) n. 11 del 18 marzo 2016 (parte II) l´Amministrazione comunale di Ispica, per la prima volta in tutto l´iter di approvazione del progetto generale e del successivo stralcio esecutivo, ha pubblicato l´avviso che: «nella conferenza dei servizi del 23 settembre 2011 l´Assessorato Regionale del Territorio e dell´Ambiente ha espresso giudizio positivo di compatibilità ambientale ai sensi dell´art. 23 del D.Lgs. 3 aprile 2006 n.152 nonché Valutazione di Incidenza ambientale ai sensi dell´art.5 del D.P.R. n.357/97 con prescrizioni sul "progetto definitivo generale delle opere di tutela della fascia costiera Santa Maria del Focallo" proposto dal Comune di Ispica", titolandolo elusivamente "Estratto del parere di V.I.A. di competenza della Regione Siciliana».
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Rimandiamo comunque alla scheda tecnica allegata per approfondire in maniera più puntuale questi e ulteriori aspetti.
Per quanto finora argomentato si richiede la vostra collaborazione per chiarire questi spiacevoli avvenimenti e per verificare l´effettiva applicazione della normativa comunitaria e nazionale in materia di Valutazione di Impatto Ambientale. Riteniamo inoltre che ci siano le condizioni perché vengano ritirati sia il nulla osta della Soprintendenza ai Beni Culturali di Ragusa sia il parere della Regione in merito alla VIA, a seguito delle palesi violazioni amministrative e procedurali descritte nella scheda tecnica che segue.
Alla luce di tutto ciò la nostra associazione le rivolge fin da subito la propria disponibilità e collaborazione per approfondire e affrontare questa situazione, al fine di ripristinare quelle minime condizioni di legalità che, a nostro parere, non sono state rispettate soprattutto per quanto concerne l´iter procedurale relativo alla realizzazione di pennelli e barriere a mare che, seppure ancora non realizzate, rischiano di esserlo a breve.
Certi di un Vs interessamento alla questione e restando in fiduciosa attesa di riscontro, cogliamo l´occasione per porgere distinti saluti.
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