SIRACUSA - DIFFIDA DELLE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA A CROCETTA SULL´ACCORPAMENTO DELLE CAMERE DI COMMERCIO CT/RG/SR.
Accorpamenti Camere di Commercio di Catania, Siracusa e Ragusa: le associazioni di Categoria diffidano il Presidente Crocetta
Siracusa, 11 novembre 2016 – Assenza di trasparenza e minaccia al principio di legalità nel corso delle procedure di accorpamento tra le Camere di Commercio di Catania, Siracusa e Ragusa. Queste, in estrema sintesi, le motivazioni che hanno spinto le associazioni di categoria del Sudest di Sicilia a presentare formale diffida verso il Presidente della Regione Rosario Crocetta, responsabile ultimo delle contestate procedure di accorpamento.
"Non una guerra contro qualcuno o, peggio, una lotta per le poltrone – dichiarano le associazioni di categoria – ma una presa di posizione netta a favore della trasparenza e della legalità, due principi di cui proprio il Presidente Crocetta, anche a rischio della sua stessa vita, si è fatto portavoce nel corso della sua carriera politica".
La richiesta di una commissione di verifica delle procedure di accorpamento, in un primo tempo approvata con determina dall´assessore Lo Bello, non solo è stata successivamente disattesa "ma addirittura sono stati varati provvedimenti in sfregio proprio a quella richiesta, basandosi esclusivamente sui controversi dati e rilievi del commissario ad acta per l´accorpamento delle Camere di Commercio di Catania, Siracusa e Ragusa dott. Alfio Pagliaro la cui condotta, a seguito delle nostre denunce, è tutt´ora al vaglio della Magistratura amministrativa e penale oltre che oggetto di una specifica interrogazione parlamentare da parte dell´On. Gianpiero D´Alia".
La necessità di una seria verifica dei numeri e delle procedure viene però vista inspiegabilmente da una parte di associazioni datoriali come fumo negli occhi, nonostante si dicano sicure del risultato ottenuto.
"E´ evidente – sostengono le associazioni firmatarie della diffida – il paradosso di una simile situazione: da una parte si è sicuri di quanto accaduto, dall´altra se ne rifiuta una puntuale e trasparente verifica. Delle due l´una: o il risultato non è poi così scontato o la procedura non è stata del tutto lineare e trasparente. Di chi o di che cosa hanno dunque paura questi soggetti? Di sicuro non dovrebbero averne della verità, o almeno così ci auguriamo".
Netta e lapidaria la conclusione delle associazioni datoriali di Catania, Siracusa e Ragusa firmatarie del documento: "auspichiamo che si attenda ormai l´imminente arrivo della Legge Madia sulla riforma della P.A., contenente con precisione e chiarezza le nuove procedure per gli accorpamenti ma qualora la diffida fosse disattesa – concludono – riterremo direttamente e personalmente responsabili per i danni causati sia il Presidente Crocetta sia l´assessore Lo Bello".
Confindustria, Sicilia Impresa, Confimprese, Cna, Claai, Confartigianato, Confesercenti, Lega Coop, Confcooperative, Assoimprese, A.g.c.i, Un.I.Coop
Allegati: diffida al Presidente Crocetta
Alla cortese attenzione del
Presidente della Regione
On. Rosario Crocetta
Palazzo d´Orleans
PALERMO
Ai Signori
Assessori, componenti la Giunta di governo
Tutti presso la sede di Palazzo d´Orleans
PALERMO
On. Antonino CRACOLICI
Sig.ra Maria LO BELLO
Prof. Carlo VERMIGLIO
Dott. Alessandro BACCEI
Dott.ssa Vania CONTRAFATTO
On. Gianluca MICCICHE´
On. Annunziata Luisa LANTIERI
Sen. Giovanni PISTORIO
On. Bruno MARZIANO
On. Baldassare GUCCIARDI
Dott. Maurizio CROCE
On. Anthony BARBAGALLO
e p.c.:
alla cortese attenzione del
Procuratore Distrettuale della Repubblica
Dr. Francesco LO VOI
PALERMO
Oggetto: Diffida ex art. 328 c.p. con richiesta di trasmissione di atti all´Autorità giudiziaria.
Signor Presidente della Regione on.le Crocetta, Signori Assessori,
le sottoelencate associazioni, singolarmente e tutte insieme, rappresentano quanto segue:
a far data dal mese di ottobre 2015 ha preso avvio la procedura di unificazione delle Camere di Commercio di Catania, Siracusa e Ragusa per la formazione della nuova "Camera di Commercio di Catania, Ragusa e Siracusa della Sicilia Orientale".
La procedura di accorpamento è sottoposta, naturalmente, a puntuali prescrizioni di legge per la individuazione di quanti hanno titolo a concorrervi, designare i componenti del Consiglio camerale, eleggerne il presidente.
Lo svolgimento della procedura veniva affidato ad un commissario ad acta, nominato dal MISE, individuato nella persona del segretario generale della Camera di Commercio di Catania, dott. Alfio Pagliaro, mentre le tre distinte Camere erano già state commissariate, o sono state commissariate in corso di svolgimento della procedura, giusto provvedimento emesso dal Suo Ufficio e quindi con la nomina di funzionari regionali. La Camera di Ragusa è successivamente uscita dallo stato di commissariamento.
Fin dal mese di dicembre 2015 abbiamo avuto modo di rivolgerci per iscritto a Lei, o all´Assessore competente della Giunta da Lei presieduta, lamentando gravissime anomalie nella procedura:
denunciando l´emersione sospetta di migliaia di duplicazioni di iscrizioni di imprese ad associazioni di categoria;
segnalando la partecipazione di associazioni sconosciute e pressoché inesistenti;
rilevando la comunicazione, da parte di talune associazioni, di dati falsi sull´adesione di numerose imprese, sconfessati dalle imprese stesse con formali dichiarazioni di non appartenenza;
lamentando l´ingiustificata sostituzione dei dati presentati, contraria alle indicazioni della legge e dei regolamenti;
protestando per verifiche effettuate da detto Commissario ad acta anch´esse all´evidenza contrarie alle norme, alle prassi ed agli stessi regolamenti da egli emanati, tutte gravi anomalie che hanno condizionato, e addirittura capovolto, l´esito della procedura medesima.
D´altra parte, mentre si provvedeva ad informarla per iscritto di quanto stava accadendo, venivano presentate dettagliate denunce dalle quali, com´è noto (vedasi certificazione allegata emessa dalla Procura della Repubblica di Catania in data 9 agosto 2016 e in data 8 settembre 2016), scaturiva un procedimento penale, con il Commissario Pagliaro, tra gli altri, iscritto nel Registro degli indagati, presso la Procura della Repubblica di Catania con ipotesi di reato contestate nell´ambito appunto delle condotte a suo tempo a Lei rappresentate.
In seguito alle nostre denunce, una Sua comunicazione del 16 maggio u.s. indirizzata all´assessore competente Maria Lo Bello, impartiva precise disposizioni per effettuare le opportune verifiche, prima che si procedesse all´adozione del decreto assessoriale.
Ed invece, l´assessore Lo Bello adottava comunque un primo decreto (e ne adotterà infine ben tre a correzione di inspiegabili errori); il decreto dell´assessore veniva addirittura presentato alla stampa congiuntamente, dall´assessore e da Lei stesso, ancorchè non vi fosse stata alcuna pubblicazione e, soprattutto, malgrado il provvedimento ignorasse totalmente la Sua disposizione del maggio precedente con cui ordinava i controlli esterni.
Singolare, e francamente grave, appariva anche la Sua specifica posizione, atteso che:
1) dapprima aveva disposto i controlli esterni;
2) successivamente aveva presentato alla stampa un decreto del suo assessore in violazione della sua stessa comunicazione;
3) prometteva la nomina di un verificatore terzo, con l´istituzione formale di un Collegio di Garanzia (D.A. n. 2360 del 04/08/2016), addirittura indicato nella persona di un autorevole magistrato in pensione, che non ha ritenuto di potere accettare l´incarico;
4) infine dichiarava repentinamente che non sarebbe toccato a Lei verificare le denunce di brogli e di precisi reati, a lei che è un pubblico ufficiale (sic!), bensì al MISE.
E ciò Lei dichiarava, si deve ritenere nella piena consapevolezza di affermare cosa non vera, posto che prima il Direttore Generale del MISE e poi il sottosegretario al MISE on. Gentile rispondendo ad un´interrogazione parlamentare, avevano chiarito che i controlli competevano alla Regione, come d´altra parte chiunque avrebbe potuto rilevare posto che è stato un membro del Suo governo ad emettere il primo decreto e sarà infine con un Suo decreto, firmato nella qualità di presidente, a compiersi l´atto finale della procedura citata; ma soprattutto visto che quei controlli, poi non effettuati, li aveva ordinati proprio Lei.
Appare, perciò, di tutta evidenza che se così stessero le cose, alle condotte poste in essere dal dott. Pagliaro, avrebbe altresì concorso il Suo assessore Lo Bello, attraverso un atto commissivo, consistito nell´avere emesso un decreto delegando i controlli proprio alla stessa persona che intanto era stata indagata nell´ambito della stessa procedura; ed ugualmente vi concorrerebbe Lei, attraverso un atto omissivo, consistente nell´avere dapprima disposto i controlli per poi ignorare la sua stessa direttiva, facendo proprio il decreto del Suo assessore.
E ciò senza considerare il gravissimo ed ingiustificato precedente costituito dal fatto che, nonostante le chiare previsioni di legge, non si è a suo tempo proceduto a completare, in base a quanto previsto dagli artt. 11 e 12 del DM 156/2011, il Consiglio della Camera di Commercio di Catania con la sostituzione dei componenti dimissionari (dimissioni che determinavano il risultato di impedire il regolare funzionamento del Consiglio e la regolare elezione degli organi), con ciò estromettendo nei fatti dalla gestione della delicata procedura di accorpamento delle Camere di Commercio di Catania, Ragusa e Siracusa i legittimi rappresentanti della Camera di Commercio di Catania, e le legittime maggioranze che si erano formate, e sostituendole con un Commissario nominato dalla Regione che gestisce la Camera di Catania ormai da diversi anni.
Si tratta, francamente, di una condotta ingiustificata che, crediamo, Lei vorrà contraddire, astenendosi dall´adottare il decreto presidenziale, che a tutti gli effetti potrebbe essere a quel punto ritenuto quale atto comprovante il Suo concorso nelle plurime condotte di falso e di abuso, attribuendo ad esse il crisma del Suo alto ufficio.
Con la presente, pertanto, per le ragioni sopra esposte e documentate, si
DIFFIDA
la Sua persona, nonché gli assessori, tutti singolarmente e ciascuno nella qualità di titolare dell´ufficio ricoperto di presidente della Regione e di Componenti della Giunta di governo, dal voler adottare alcun atto amministrativo che accolga tutti gli elementi denunciati, mentre la presente diffida vale anche ai sensi dell´art. 328 c.p. quale ingiunzione affinché immediatamente e senza altro indugio voglia trasmettere alla Procura della Repubblica di Palermo tutti gli atti, custoditi presso il Suo ufficio nonché presso l´assessorato alle attività produttive, relativi alla formazione della nuova Camera di Commercio di Catania, Ragusa e Siracusa della Sicilia Orientale, sia che si tratti di documenti trasmessi dal commissario ad acta Pagliaro che di documenti invece formatisi proprio presso la Regione, e ciò in quanto potrebbero tra essi essere presenti di atti costituenti corpi del reato che, nella Sua qualità di pubblico ufficiale, ha l´obbligo di trasmettere all´Autorità giudiziaria.
Catania, 9 novembre 2016
Siracusa, 11 novembre 2016 – Assenza di trasparenza e minaccia al principio di legalità nel corso delle procedure di accorpamento tra le Camere di Commercio di Catania, Siracusa e Ragusa. Queste, in estrema sintesi, le motivazioni che hanno spinto le associazioni di categoria del Sudest di Sicilia a presentare formale diffida verso il Presidente della Regione Rosario Crocetta, responsabile ultimo delle contestate procedure di accorpamento.
"Non una guerra contro qualcuno o, peggio, una lotta per le poltrone – dichiarano le associazioni di categoria – ma una presa di posizione netta a favore della trasparenza e della legalità, due principi di cui proprio il Presidente Crocetta, anche a rischio della sua stessa vita, si è fatto portavoce nel corso della sua carriera politica".
La richiesta di una commissione di verifica delle procedure di accorpamento, in un primo tempo approvata con determina dall´assessore Lo Bello, non solo è stata successivamente disattesa "ma addirittura sono stati varati provvedimenti in sfregio proprio a quella richiesta, basandosi esclusivamente sui controversi dati e rilievi del commissario ad acta per l´accorpamento delle Camere di Commercio di Catania, Siracusa e Ragusa dott. Alfio Pagliaro la cui condotta, a seguito delle nostre denunce, è tutt´ora al vaglio della Magistratura amministrativa e penale oltre che oggetto di una specifica interrogazione parlamentare da parte dell´On. Gianpiero D´Alia".
La necessità di una seria verifica dei numeri e delle procedure viene però vista inspiegabilmente da una parte di associazioni datoriali come fumo negli occhi, nonostante si dicano sicure del risultato ottenuto.
"E´ evidente – sostengono le associazioni firmatarie della diffida – il paradosso di una simile situazione: da una parte si è sicuri di quanto accaduto, dall´altra se ne rifiuta una puntuale e trasparente verifica. Delle due l´una: o il risultato non è poi così scontato o la procedura non è stata del tutto lineare e trasparente. Di chi o di che cosa hanno dunque paura questi soggetti? Di sicuro non dovrebbero averne della verità, o almeno così ci auguriamo".
Netta e lapidaria la conclusione delle associazioni datoriali di Catania, Siracusa e Ragusa firmatarie del documento: "auspichiamo che si attenda ormai l´imminente arrivo della Legge Madia sulla riforma della P.A., contenente con precisione e chiarezza le nuove procedure per gli accorpamenti ma qualora la diffida fosse disattesa – concludono – riterremo direttamente e personalmente responsabili per i danni causati sia il Presidente Crocetta sia l´assessore Lo Bello".
Confindustria, Sicilia Impresa, Confimprese, Cna, Claai, Confartigianato, Confesercenti, Lega Coop, Confcooperative, Assoimprese, A.g.c.i, Un.I.Coop
Allegati: diffida al Presidente Crocetta
Alla cortese attenzione del
Presidente della Regione
On. Rosario Crocetta
Palazzo d´Orleans
PALERMO
Ai Signori
Assessori, componenti la Giunta di governo
Tutti presso la sede di Palazzo d´Orleans
PALERMO
On. Antonino CRACOLICI
Sig.ra Maria LO BELLO
Prof. Carlo VERMIGLIO
Dott. Alessandro BACCEI
Dott.ssa Vania CONTRAFATTO
On. Gianluca MICCICHE´
On. Annunziata Luisa LANTIERI
Sen. Giovanni PISTORIO
On. Bruno MARZIANO
On. Baldassare GUCCIARDI
Dott. Maurizio CROCE
On. Anthony BARBAGALLO
e p.c.:
alla cortese attenzione del
Procuratore Distrettuale della Repubblica
Dr. Francesco LO VOI
PALERMO
Oggetto: Diffida ex art. 328 c.p. con richiesta di trasmissione di atti all´Autorità giudiziaria.
Signor Presidente della Regione on.le Crocetta, Signori Assessori,
le sottoelencate associazioni, singolarmente e tutte insieme, rappresentano quanto segue:
a far data dal mese di ottobre 2015 ha preso avvio la procedura di unificazione delle Camere di Commercio di Catania, Siracusa e Ragusa per la formazione della nuova "Camera di Commercio di Catania, Ragusa e Siracusa della Sicilia Orientale".
La procedura di accorpamento è sottoposta, naturalmente, a puntuali prescrizioni di legge per la individuazione di quanti hanno titolo a concorrervi, designare i componenti del Consiglio camerale, eleggerne il presidente.
Lo svolgimento della procedura veniva affidato ad un commissario ad acta, nominato dal MISE, individuato nella persona del segretario generale della Camera di Commercio di Catania, dott. Alfio Pagliaro, mentre le tre distinte Camere erano già state commissariate, o sono state commissariate in corso di svolgimento della procedura, giusto provvedimento emesso dal Suo Ufficio e quindi con la nomina di funzionari regionali. La Camera di Ragusa è successivamente uscita dallo stato di commissariamento.
Fin dal mese di dicembre 2015 abbiamo avuto modo di rivolgerci per iscritto a Lei, o all´Assessore competente della Giunta da Lei presieduta, lamentando gravissime anomalie nella procedura:
denunciando l´emersione sospetta di migliaia di duplicazioni di iscrizioni di imprese ad associazioni di categoria;
segnalando la partecipazione di associazioni sconosciute e pressoché inesistenti;
rilevando la comunicazione, da parte di talune associazioni, di dati falsi sull´adesione di numerose imprese, sconfessati dalle imprese stesse con formali dichiarazioni di non appartenenza;
lamentando l´ingiustificata sostituzione dei dati presentati, contraria alle indicazioni della legge e dei regolamenti;
protestando per verifiche effettuate da detto Commissario ad acta anch´esse all´evidenza contrarie alle norme, alle prassi ed agli stessi regolamenti da egli emanati, tutte gravi anomalie che hanno condizionato, e addirittura capovolto, l´esito della procedura medesima.
D´altra parte, mentre si provvedeva ad informarla per iscritto di quanto stava accadendo, venivano presentate dettagliate denunce dalle quali, com´è noto (vedasi certificazione allegata emessa dalla Procura della Repubblica di Catania in data 9 agosto 2016 e in data 8 settembre 2016), scaturiva un procedimento penale, con il Commissario Pagliaro, tra gli altri, iscritto nel Registro degli indagati, presso la Procura della Repubblica di Catania con ipotesi di reato contestate nell´ambito appunto delle condotte a suo tempo a Lei rappresentate.
In seguito alle nostre denunce, una Sua comunicazione del 16 maggio u.s. indirizzata all´assessore competente Maria Lo Bello, impartiva precise disposizioni per effettuare le opportune verifiche, prima che si procedesse all´adozione del decreto assessoriale.
Ed invece, l´assessore Lo Bello adottava comunque un primo decreto (e ne adotterà infine ben tre a correzione di inspiegabili errori); il decreto dell´assessore veniva addirittura presentato alla stampa congiuntamente, dall´assessore e da Lei stesso, ancorchè non vi fosse stata alcuna pubblicazione e, soprattutto, malgrado il provvedimento ignorasse totalmente la Sua disposizione del maggio precedente con cui ordinava i controlli esterni.
Singolare, e francamente grave, appariva anche la Sua specifica posizione, atteso che:
1) dapprima aveva disposto i controlli esterni;
2) successivamente aveva presentato alla stampa un decreto del suo assessore in violazione della sua stessa comunicazione;
3) prometteva la nomina di un verificatore terzo, con l´istituzione formale di un Collegio di Garanzia (D.A. n. 2360 del 04/08/2016), addirittura indicato nella persona di un autorevole magistrato in pensione, che non ha ritenuto di potere accettare l´incarico;
4) infine dichiarava repentinamente che non sarebbe toccato a Lei verificare le denunce di brogli e di precisi reati, a lei che è un pubblico ufficiale (sic!), bensì al MISE.
E ciò Lei dichiarava, si deve ritenere nella piena consapevolezza di affermare cosa non vera, posto che prima il Direttore Generale del MISE e poi il sottosegretario al MISE on. Gentile rispondendo ad un´interrogazione parlamentare, avevano chiarito che i controlli competevano alla Regione, come d´altra parte chiunque avrebbe potuto rilevare posto che è stato un membro del Suo governo ad emettere il primo decreto e sarà infine con un Suo decreto, firmato nella qualità di presidente, a compiersi l´atto finale della procedura citata; ma soprattutto visto che quei controlli, poi non effettuati, li aveva ordinati proprio Lei.
Appare, perciò, di tutta evidenza che se così stessero le cose, alle condotte poste in essere dal dott. Pagliaro, avrebbe altresì concorso il Suo assessore Lo Bello, attraverso un atto commissivo, consistito nell´avere emesso un decreto delegando i controlli proprio alla stessa persona che intanto era stata indagata nell´ambito della stessa procedura; ed ugualmente vi concorrerebbe Lei, attraverso un atto omissivo, consistente nell´avere dapprima disposto i controlli per poi ignorare la sua stessa direttiva, facendo proprio il decreto del Suo assessore.
E ciò senza considerare il gravissimo ed ingiustificato precedente costituito dal fatto che, nonostante le chiare previsioni di legge, non si è a suo tempo proceduto a completare, in base a quanto previsto dagli artt. 11 e 12 del DM 156/2011, il Consiglio della Camera di Commercio di Catania con la sostituzione dei componenti dimissionari (dimissioni che determinavano il risultato di impedire il regolare funzionamento del Consiglio e la regolare elezione degli organi), con ciò estromettendo nei fatti dalla gestione della delicata procedura di accorpamento delle Camere di Commercio di Catania, Ragusa e Siracusa i legittimi rappresentanti della Camera di Commercio di Catania, e le legittime maggioranze che si erano formate, e sostituendole con un Commissario nominato dalla Regione che gestisce la Camera di Catania ormai da diversi anni.
Si tratta, francamente, di una condotta ingiustificata che, crediamo, Lei vorrà contraddire, astenendosi dall´adottare il decreto presidenziale, che a tutti gli effetti potrebbe essere a quel punto ritenuto quale atto comprovante il Suo concorso nelle plurime condotte di falso e di abuso, attribuendo ad esse il crisma del Suo alto ufficio.
Con la presente, pertanto, per le ragioni sopra esposte e documentate, si
DIFFIDA
la Sua persona, nonché gli assessori, tutti singolarmente e ciascuno nella qualità di titolare dell´ufficio ricoperto di presidente della Regione e di Componenti della Giunta di governo, dal voler adottare alcun atto amministrativo che accolga tutti gli elementi denunciati, mentre la presente diffida vale anche ai sensi dell´art. 328 c.p. quale ingiunzione affinché immediatamente e senza altro indugio voglia trasmettere alla Procura della Repubblica di Palermo tutti gli atti, custoditi presso il Suo ufficio nonché presso l´assessorato alle attività produttive, relativi alla formazione della nuova Camera di Commercio di Catania, Ragusa e Siracusa della Sicilia Orientale, sia che si tratti di documenti trasmessi dal commissario ad acta Pagliaro che di documenti invece formatisi proprio presso la Regione, e ciò in quanto potrebbero tra essi essere presenti di atti costituenti corpi del reato che, nella Sua qualità di pubblico ufficiale, ha l´obbligo di trasmettere all´Autorità giudiziaria.
Catania, 9 novembre 2016