SIRACUSA - PROTESTA E DIFFIDA CONTRO L´ASSESSORE REGIONALE LO BELLO PER L´ACCORPAMENTO DELLE CAMERE DI COMMERCIO DI SIRACUSA E RAGUSA: E NON SOLO.

AUTORITA´ PORTUALE dopo CAMERA di COMMERCIO
Dopo lo scippo della CAMERA di COMMERCIO , che ricordiamo vuol dire una quota consistente degli aeroporti di Catania e Comiso, si continua con l´AUTORITA PORTUALE!!!
Due atti di arroganza politica che mortificano il territorio di Siracusa, le sue imprese, i lavoratori e i cittadini.
Non se ne può più!! Prima ancora è stata la volta della Banca d´Italia.
Inutile dire che le Associazioni datoriali da tempo hanno lanciato allarmi ai rappresentanti istituzionali : deputati nazionali e regionali perché prendessero posizione forte, unitaria e decisa.
Nonostante i falsi acclarati e le gravissime irregolarità che hanno caratterizzato la procedura di costituzione della Camera di Commercio di Catania, Ragusa e Siracusa della Sicilia Orientale, nonostante una delibera di revoca all´accorpamento votata quasi all´unanimità dai consiglieri camerali, il Presidente della Regione on. Rosario Crocetta ha proceduto con la firma del decreto conclusivo di nomina dei consiglieri camerali e l´Assessore regionale ha stabilito la data di insediamento del nuovo consiglio a Catania.
Nessun rispetto per i Siracusani, a loro solo la conclusione dello scippo della Istituzione Camerale che insieme all´ex Provincia detiene il 25% delle azione nei due aeroporti.
Ancora peggio con l´Autorità portuale di Augusta!! La governance siracusana è riuscita a far classificare il porto come " Core" dalle autorità Europee con possibilità di ingenti finanziamenti e un decreto del Ministro su sollecito del Presidente della Regione decide di spostare l´Autorità di Sistema a Catania nei primi due anni che in Italia e Sicilia significano in eterno.
Organizzare sistemi di area vasta non significa assolutamente privilegiare solo ed esclusivamente il territorio più forte politicamente ed elettoralmente a discapito di quello più debole.
Fare sistema significa integrazione di intelligenze e di professionalità.
Non ci meritiamo assolutamente di essere pestati ed umiliati!! Occorre reagire con tutte le forze che un territorio produttivo e di grande potenzialità come il nostro può mettere in campo.
NO allo scippo dell´AUTORITA´ PORTUALE e NO allo SCIPPO della CAMERA di COMMERCIO.
Le Associazioni datoriali appoggeranno tutte le iniziative di contrasto anche quelle più dure e propongono le seguenti iniziative:
Un CONSIGLIO di tutti i CONSIGLI Comunali del territorio con la presenza dei Sindaci e dei parlamentari nazionali e regionali che prepari una grande mobilitazione;
Una diffida all´Assessore Regionale LO BELLO e al Presidente Crocetta di fermare l´iter di costituzione della Camera di Commercio della Sicilia Orientale fino al 6 Luglio prossimo, giorno in cui si discuterà al Tar sul merito del ricorso presentato dalle Associazioni di categoria siracusane.
A seguire la diffida all´assessore regionale Lo Bello:
Spetta/le ASSESSORE ATTIVITA´ PRODUTTIVE
REGIONE SICILIA
P A L E R M O
L´Associazione Co.P.AGRI. – Confederazione Produttori Agricoli Siracusa, la Federazione provinciale Coltivatori Aretusea, Confagricoltura Siracusa e l´Associazione Territorio Protagonista 2016, ciascuna in persona del proprio legale rappresentante pro-tempore, denuncia e rappresenta quanto segue.
Alla luce della grave condotta tenuta dal Commissario Pagliaro, contraddistinta da gravi e rilevanti irregolarità, che appresso si ribadiranno, gioverà sottolineare come con il decreto dell´assessore alle attività produttive e con il successivo provvedimento del presidente della regione si sia proceduto ad avallare le gravissime irregolarità, ampiamente segnalate, omettendo ogni forma di controllo e di successivo intervento (come si ribadirà).
A non tenere conto del procedimento pendente davanti al Giudice amministrativo (che, va tenuto a mente, ben è a conoscenza la S.V. della pendenza del giudizio de quo per esserne parte in causa), avendo fissato al 14 febbraio 2017 la convocazione del nuovo Consiglio Camerale per il relativo insediamento e per la designazione del Presidente dell´organo.
Medio tempore, alla camera di consiglio dello scorso 26 gennaio 2017, di trattazione della domanda cautelare, il Presidente del Tar Catania, dopo avere manifestato la considerazione della natura "complessa" del giudizio ha, conseguentemente, ritenuta l´inopportunità della trattazione del ricorso nella fase sommaria e fissato d´ufficio l´udienza pubblica del prossimo 6 luglio 2017, per la discussione nel merito e la definizione della vicenda con sentenza, di talché un intervento della S.V. si rende improcrastinabile.
In ogni caso, in premessa va subito detto che le migliaia di falsità poste in essere si connotano per la loro incidenza sull´esito finale della composizione della nuova Camera, con l´effetto di intervenire in maniera risolutiva sul risultato del procedimento, capovolgendone l´esito.
Poiché le ipotizzate fattispecie di reato, dopo essere stati denunciati alla Magistratura, sono stati tutti puntualmente documentati per iscritto all´assessore alle attività produttive, desta perplessità la scelta compiuta da chi ricopre quale persona fisica il detto incarico pubblico aver prestato tacita acquiescenza alle irregolarità prodottesi, peraltro disattendendo in punto la stessa richiesta di approfondimento avanzata dal presidente della regione del maggio del 2016 ed anzi arrivando al paradosso di delegare il controllo sulla regolarità della procedura esattamente al soggetto da sottoporre al controllo, e cioè al medesimo Pagliaro appunto indagato proprio per i falsi prodotti nella detta procedura.
Anche sulle singolari connessioni tra la vicenda camerale ed il sistema aeroportuale si confida nell´approfondimento della magistratura.
Intanto gioverà richiamare la denuncia sulle gravissime condotte di falso in atto pubblico già rassegnate da altre associazioni al Presidente della regione e all´ Assessore sin da dicembre 2015 e consistenti nella:
emersione di migliaia di duplicazioni di iscrizioni di imprese ad associazioni di categoria;
partecipazione di associazioni inesistenti;
comunicazione, da parte di talune associazioni, di dati falsi sull´adesione di numerose imprese, sconfessati dalle imprese stesse con formali dichiarazioni di non appartenenza ovvero con denuncia per sostituzione di persona e falso ai Carabinieri;
ingiustificata sostituzione dei dati presentati, contraria alle indicazioni della legge e dei regolamenti;
verifiche effettuate dal Commissario Pagliaro contrarie alle norme, alle prassi ed agli stessi regolamenti da egli emanati;
validazione di addetti alle imprese palesemente falsi e smentiti dalle stesse imprese.
Violazioni patenti e gravissime che hanno condizionato la procedura fino al punto di ribaltarne, addirittura, l´esito.
Violazioni che, per la parte di competenza territoriale, sono state denunciate da alcune associazioni alla Procura della Repubblica di Catania, il cui Ufficio ha disposta l´apertura di un fascicolo d´indagine contro Noti, con relativa iscrizione nel registro degli indagati degli amministratori protagonisti della vicenda, e tra questi del dott. Alfio Pagliaro.
Orbene, imperanti ragioni di completezza suggeriscono, una ennesima volta (da mesi, infatti, vengono sottoposte alla sua attenzione segnalazioni, diffide e inviti a intervenire che non hanno mai sortito effetto, neppure nel senso di un espresso rifiuto a intervenire), una ricognizione dei principali fatti che hanno inciso sul risultato finale.
Auspicando finalmente un suo intervento su di una vicenda che la vede protagonista, in una rinnovata ottica di piena collaborazione, e di confidante consapevolezza che non vorrà di certo concorrere nel disegno criminoso accuratamente preordinato (sul punto, si rinvia ex plurimis alla nota trasmessa al MISE ed agli altri soggetti competenti in data 27 dicembre u.s. che si allega).
In particolare, si denunciano:
1 - Anomalie: duplicazioni, crescita imprese, falsi, ecc.
Fin dalle fasi iniziali della procedura sono emerse con fortissima evidenza gravissime anomalie e falsi conclamati. Falsi la cui enumerazione sta vivendo una costante crescita esponenziale stante, ancora recentemente, nuovi e ulteriori atti di denuncia ed esposti provenienti da importanti realtà imprenditoriali, con migliaia di dipendenti, che hanno disconosciuto l´adesione alle associazioni che le avevano dichiarate come aderenti.
Ciò, ove ancora occorra, a ulteriore conferma della assoluta non veridicità del sistema di procedura tenuto e della evidente fallacità dei relativi meccanismi di controllo, da sempre denunciate dalle diverse associazioni di categoria nelle sedi competenti, prime fra tutte la Regione e codesto Assessorato oltre che al MISE.
2 - Sistema iniziale dei controlli.
Il commissario ha adottato un sistema di controlli totalmente inidoneo a garantire la loro efficacia. Ciò vale sia nella scelta del metodo d´individuazione del campione da controllare (5% con un tetto massimo di 30 imprese), sia nella loro attuazione (così per avere invertito la fase dei controlli a campione, che sarebbe dovuta avvenire dopo, con quella dei controlli puntuali, così ulteriormente riducendone l´efficacia). L´effetto è stato quello di rendere l´azione dei controlli assai poco incisiva. In particolare, la scelta del metodo di individuazione del campione è chiaramente inadeguata per procedure di accorpamento che interessano un cosi vasto territorio e conseguentemente un così ampio numero di associazioni e di imprese.
3 - Procedure in violazione dei principali criteri di trasparenza stabiliti dalla legge 241/90.
Fin dalle fasi iniziali la procedura è stata caratterizzata dall´assenza dei più elementari principi di trasparenza, a partire dall´apertura delle buste, avvenuta fuori dalla seduta pubblica nella fase preliminare e portata avanti con la composizione della commissione di valutazione (in violazione delle indicazioni della Unioncamere) e con le procedure di estrazione del campione (negando la possibilità di delega da parte del legale rappresentante e quindi impedendo nei fatti la presenza di alcuni partecipanti).
4 - Sostituzione dei dati sugli addetti.
Nell´ambito della procedura il Commissario ha ritenuto, arbitrariamente, di sostituire il dato sugli addetti dichiarato dalle associazioni attraverso l´allegato A) con quello ricavato dai file forniti da Infocamere.
Questa arbitraria e indebita sostituzione dei dati ha determinato una riduzione di oltre 20.000 addetti all´apparentamento che include industriali, artigiani e cooperative a fronte di poco più di 3.600 dell´apparentamento che include buona parte dei commercianti. E poiché i dati sugli addetti costituiscono due dei quattro addendi della formula per il calcolo della rappresentatività, con un peso incisivo che è evidente, l´impatto sul risultato finale è stato dirompente. Infocamere ha chiarito che i dati provenienti dai propri archivi non potevano essere utilizzati a tale scopo, come peraltro specificato dalla legge sul punto, e che solamente il dato autocertificato dalle associazioni con l´allegato A) (vedi circolare MISE 39517 del 7/3/2014, comma 4, punto 1) era da ritenersi "autentico" e, come tale, da assumere a riferimento; ove, poi, il responsabile del procedimento avesse ravvisato incongruenze, avrebbe dovuto procedere d´ufficio alla comunicazione al dichiarante con richiesta di relativa conferma (fatto quest´ultimo che non è avvenuto).
Ancora. La legge impone al commissario (RUP) di trasmettere alla Regione tutti i documenti, inclusi gli allegati A). Residuano, tutt´oggi, importanti zone d´ombra:
a) Il Commissario ha trasmesso gli allegati A?
b) Se non li ha trasmessi, perché?
c) Se li ha trasmessi, che controlli ha effettuato la Regione? Come mai, se sono stati effettuati i controlli, non sono emerse tali incredibili discrepanze sugli addetti?
Allo stato l´unica conclusione credibile è che detti controlli siano stati del tutto omessi, mentre persino l´autorevole sottosegretario al MISE, On. Gentile, ha risposto, alla interrogazione postagli nel question time della Camera dei Deputati, che i controlli spettano unicamente alla regione siciliana.
5 - Controlli aggiuntivi.
Alla luce delle denunce avanzate l´assessorato ha disposto l´ampliamento dei controlli. Tale attività è stata posta in essere con macroscopiche violazioni delle procedure e con irregolarità ancora più gravi di quelle che hanno caratterizzato il sistema iniziale dei controlli con il risultato di squilibrare ulteriormente la competizione sempre a favore di uno schieramento e penalizzando l´altro.
L´effetto dei controlli al 100% è stato, infatti, quello di incrementare (in ciò il paradosso) di 2 unità le imprese riconosciute all´apparentamento che include i commercianti e di ridurre di 5.411 unità quelle dell´apparentamento che include industriali, artigiani e cooperative. Analogo andamento si registra, in ordine agli addetti, con effetti anche qui dirompenti, con una decurtazione di 12.231 addetti per il primo apparentamento e solo 447 per l´altro.
Ciò significa e dimostra come i "presunti" controlli aggiuntivi posti in essere dal commissario del MISE e non dalla Regione, presunti in quanto è emerso in modo incontrovertibile che soltanto alcune associazioni sono state sottoposte al controllo al 100%, abbiano non soltanto mancato l´obiettivo avuto di mira dalle verifiche condotte su anomalie che si attestavano lapalissiane ma, viceversa, procurato nuove falle nella procedura, tali da aggravare le già profonde e ingiustificate discriminazioni tra una parte e l´altra: così nell´avere concesso solamente 5 giorni consecutivi per la produzione della documentazione relativa al 100% delle imprese, negando la chiesta proroga, proroga viceversa concessa (9 giorni lavorativi) per il campione del 5% e 21 giorni lavorativi per il campione del 30%. Tutto ciò ha chiaramente generato l´effetto di impedire la partecipazione a quelle associazioni (appunto, non tutte) alle quali questo controllo è stato applicato, generando una macroscopica alterazione delle forze in campo.
6 - Piccola impresa.
Con un´interpretazione del tutto personale e contraria al dato normativo, il commissario ha ritenuto che fosse necessaria una dichiarazione di apparentamento specifica per la partecipazione congiunta di più associazioni ai seggi riservati alla "piccola impresa" nei settori dell´agricoltura, del commercio e dell´industria. Dichiarazione, tuttavia, non dovuta: la norma richiede chiaramente e ben diversamente (in linea con quella stessa prassi ben nota al commissario per averla egli osservata e applicata nel rivestito ruolo di segretario generale) che per partecipare alla piccola impresa è sufficiente esplicitare quali, tra le imprese dell´elenco presentato per il settore, sono "piccole".
Con questa scelta il Commissario ha sottratto almeno un altro seggio all´apparentamento costituito da industriali, artigiani e cooperative.
Aggrava il quadro la consapevolezza di questo assessorato che se ne accorge, conferma, con D.A. 2394 del 9/8/2016, il corretto principio e, tuttavia, non rettifica l´attribuzione (errata) dei seggi.
7 - Scelte sulla composizione del consiglio.
Il commissario ad acta, con propria determina, ha stabilito la composizione del consiglio omettendo di effettuare gli atti preliminari dovuti, finalizzati a stabilire la necessità di inserire o meno i seggi relativi ai settori di rilevante interesse per l´economia della circoscrizione previsti dal comma 2 dell´art. 10 della legge 580/93. In particolare egli ha:
a) Omesso di prendere in considerazione le indicazioni provenienti:
i) dai consigli in carica delle camere in accorpamento;
ii) dalle associazioni di categoria;
b) Omesso di considerare le composizioni dei preesistenti consigli e, in particolare, la presenza dei seggi relativi a tali settori di particolare interesse per l´economia della circoscrizione così come avrebbe dovuto.
La dichiarata ragione del rifiuto sarebbe coincisa con una carenza di potere. Ragione contraddetta, nei fatti, dalle scelte effettuate dagli altri commissari ad acta per gli altri accorpamenti in Sicilia e dal direttore generale del MISE che, con nota di risposta a specifico interpello dello stesso commissario, ha confermato che la scelta non soltanto era possibile ma, altresì, che sarebbe spettata ai consigli in carica e alle associazioni di categoria in ragione degli assetti preesistenti.
Tutto ciò senza considerare la straordinaria, ingiustificata accelerazione subita dalla procedura proprio nell´imminenza dell´arrivo del riscontro ministeriale (giunta in appena 7 giorni!) le cui indicazioni sono rimaste lettera morta.
Tali scelte hanno influito sul risultato finale come si vedrà nella simulazione riportata in coda al presente documento. Se fossero stati inseriti tali settori, così come doveva essere fatto, si sarebbe assistito a una riduzione dei seggi nei quali sono più rappresentative le associazioni del commercio ("turismo" e "altri settori") e, viceversa, a un aumento dei seggi rappresentativi delle altre associazioni ("servizi alle persone" o "commercio estero" e "pesca").
8 - Mancate contestazioni.
L´art. 5 comma 2 del D.M. 156/2011 recita:
" Nel caso in cui i dati e i documenti di cui al comma 1 risultino affetti da irregolarità non sanabili, o non sia rispettato il termine di cui al comma 1 o quello di cui all´articolo 2, comma 2, ovvero non siano stati presentati gli elenchi di cui, rispettivamente, all´articolo 2, comma 3, e all´articolo 3, comma 2, il responsabile del procedimento dichiara l´irricevibilità della dichiarazione o l´esclusione dal procedimento, notificando il provvedimento al legale rappresentante dell´organizzazione o dell´associazione.
Nell´ambito della procedura di costituzione degli Organi della nuova Camera di commercio, le esclusioni non sono mai state notificate alle associazioni interessate, quantomeno alle scriventi, e non è stato mai pubblicato sul sito un relativo provvedimento di esclusione.
Analogamente non è stato notificata l´esclusione del riconoscimento dell´apparentamento che ha coinvolto diverse Associazione nel settore INDUSTRIA piccola impresa, laddove, senza entrare nel merito, dette organizzazioni sono state escluse dalla possibilità di partecipare in apparentamento. In tal senso le stesse non hanno mai ricevuto la notifica di alcun provvedimento che motivasse e delineasse i profili dell´esclusione e che desse loro la possibilità di conoscere ufficialmente il motivo della loro esclusione.
Un elemento ulteriore riguarda le rinunce volontarie a partecipare alla competizione da parte dell´Associazione FAPI ed EUROMED, rimaste inesitate, assente un provvedimento (per lo meno non è noto agli altri partecipanti) che prendesse atto della situazione e ne motivasse l´esclusione .
Fatto ancor più grave riguarda il mancato rispetto del disposto di legge sopra citato, il cui comma 3, dell´art. 5, D.M. 156/2011, prevede che al Presidente della Regione vadano trasmessi gli atti e/o provvedimenti adottati: il Presidente, dunque, é stato tenuto all´oscuro dei fatti che hanno generato l´esclusione o l´irricevibilità delle Organizzazioni dalla competizione di che trattasi, inquinandone il quadro cognitivo che avrebbe dovuto presiedere all´adozione di un decreto costitutivo degli Organi della nuova Camera di commercio accorpata scevro da illegittimità.
9 - Omessi controlli
La Regione ha dimostrato di essere pienamente consapevole delle gravi irregolarità emerse. E infatti:
1) Il Presidente della Regione e codesto Assessorato hanno, in più occasioni, dichiarato che sarebbe stato nominato un super commissario per i controlli;
2) con nota prot. n. 8346, del 16 maggio del 2016, il Presidente della Regione ha onerato codesto Assessorato del compimento di controlli aggiuntivi con struttura diversa dal Commissario ad acta – e, ben diversamente, delegati allo stesso commissario e da questi condotti con le modalità sopra evidenziate - ammonendo anche con riferimento alle possibili conseguenze penali;
3) infine, con decreto n. 2360, del 04 agosto 2016, codesto Assessorato ha dapprima istituito un Collegio di Garanzia conferendo mandato, ove fossero state accertate le denunciate irregolarità, di proporre la revoca in autotutela degli atti e di trasmetterli alle autorità competenti. Va da sé che l´adozione di un decreto di tal fatta abbia a presupposto la valutazione circa la necessità dell´istituzione del Collegio de quo.
Occorre segnalare che tra i partecipanti alla procedura di assegnazione dei seggi, si registrò a un certo punto la presenza di associazioni fino a quel momento pressoché sconosciute sul territorio delle tre province interessate dall´accorpamento, come ad esempio FAPI e CONFIMPRESA EUROMED, che avevano presentato un numero di iscritti elevatissimo. A un primo controllo, effettuato non dal commissario ma dalle associazioni partecipanti attraverso la visione degli elenchi a Siracusa, è emerso che in una di tali associazioni (FAPI) avrebbero aderito un numero enorme, oltre il 50%, di tutte le start-up nate nel periodo. E che circa la metà delle aziende aderenti ad essa aderiva anche a CONFIMPRESA EUROMED. Dati entrambi oggettivamente inverosimili.
Dopo le relative denunce proposte, inaspettatamente le due associazioni FAPI e CONFIMPRESA EUROMED si sono ritirate.
Emerge, dunque, ancora una volta la grave carenza del controllo operato dal commissario e, più in generale, l´inadeguatezza del sistema dei controlli cui tale elemento è sfuggito. Senza che, peraltro, il ritiro delle due associazioni abbia risolto il problema, così come si è tentato di affermare.
Per sua miglior comprensione si rappresenta che la motivazione addotta a giustificazione del proprio ritiro dal rappresentante di CONFIMPRESA EUROMED apre scenari di illegalità che vanno ben oltre la semplice inadeguatezza dei controlli: "Confimpresa denuncia di essere l´evidente vittima sacrificale di una guerra in atto tra soggetti e agglomerati di ben altro livello e dimensioni per la quale probabilmente l´associazione è risultata utile strumento - si legge nel comunicato - dinamiche definite di comune accordo con una pluralità di enti e associazioni nel corso di vertici come quelli recenti tenuti presso la sedi regionali e territoriali delle associazioni e dei conseguenti apparentamenti concordati". "E´ allora del tutto evidente come quanto accaduto sia piuttosto l´effetto di una guerra che, in realtà, va ben oltre Confimpresa e la mera assegnazione di cariche sociali e che verosimilmente sottende interessi economici inconfessabili di significativo rilievo come, per esempio, quelli connessi alla gestione degli scali aeroportuali" (quotidiano online LIVESICILIA, nella pagina di Palermo, il 20/02/2016).
Simulazione
Avendo preso atto di tutte le anomalie si è effettuata una simulazione dell´esito della procedura.
La simulazione, realizzata applicando il metodo D´Hondt, cioè quello previsto dalla legge, è stata effettuata:
1) correggendo l´effetto delle principali distorsioni contestate al commissario ad acta
2) tenendo conto dell´avvenuto ritiro delle associazioni FAPI ed EUROMED
3) e comunque senza depurare gli elenchi dai falsi e dalle duplicazioni
Per quanto riguarda il punto 1) in particolare:
a. si è tenuto conto dei dati degli addetti dichiarati dalle associazioni (quindi senza effettuare, come fatto dal commissario, la loro illegittima sostituzione con quelli derivanti dagli archivi Infocamere) applicando però agli stessi dati le identiche percentuali di errore rilevate dal commissario con i controlli sul campione del 5%
b. si è tenuto conto dell´effettivo apparentamento nella piccola impresa e quindi senza considerare le associazioni del raggruppamento "Confindustria" non apparentate come illegittimamente fatto dal Commissario
c. non si è tenuto conto dei tagli operati dal Commissario ad acta, sostanzialmente su un solo schieramento, attraverso l´illegittima procedura con la quale si sarebbero dovuti fare i controlli sulla totalità dei dati (100%)
Si è insomma simulata la composizione del consiglio senza l´effetto degli interventi posti in essere dal commissario con gli atti richiamati dai punti 1, 5, 6 e 7 delle slides allegate.
Il risultato è che i seggi attribuiti all´apparentamento che include industriali, artigiani e cooperative passano da 8 a 14 mentre quelli attribuiti all´apparentamento che include i commercianti si riducono da 19 a 12 (se si introduce il seggio della "Pesca" viene meno un seggio del "Turismo", e anche questo è un dato che fa pensare se si guarda alla paradossale procedura seguita dal commissario per la composizione del consiglio, da noi contestata con il ricorso originario, ed alla pervicacia con la quale, in barba alle indicazioni ministeriali, egli abbia voluto omettere di audire consigli in carica e associazioni e valutare adeguatamente le preesistenti composizioni dei consigli).
Le tabelle di seguito riportate mettono a confronto nel dettaglio le attribuzioni dei seggi ai sensi del D.A. 2394 del 9/8/2016 e della detta simulazione.
Il risultato è evidente.
E ciò, si ribadisce, è stato ottenuto considerando integralmente gli elenchi trasmessi dalle singole associazioni, senza tenere conto dell´incredibile serie di duplicazioni e falsi accertati e già emersi con certezza, ovverossia di tutte le problematiche che in qualche misura hanno che fare con i punti 2, 3, e 8 delle slides allegate.
E´ quindi pressoché certo che il risultato sarebbe ancor più a favore dello schieramento legato a Confindustria laddove i controlli fossero stati fatti come dovevano essere fatti!
Pertanto, a riprova di quanto sostenuto, le anomalie che si sono manifestate hanno sostanzialmente ribaltato il risultato della procedura assegnando all´apparentamento dei commercianti una vittoria che in condizioni regolari non si sarebbe assolutamente concretizzata
* * *
Avverso le gravi situazioni denunciate e le ulteriori, gravi irregolarità emerse e denunciate nelle successive settimane (denunce di false adesioni nella procedura di costituzione della Camera di Commercio di Catania, Ragusa e Siracusa; disconoscimento di adesione da parte di grandissime aziende con migliaia di dipendenti, alcune addirittura partecipate da enti pubblici; documenti di disconoscimento notificati anche al Presidente della Regione Crocetta e a codesto Assessorato a mezzo posta certificata), codesto Assessorato ha d´emblée rinvenuto un´unica soluzione: revocare il Collegio di Garanzia istituito (giusto Decreto Assessoriale n. 2360 del 04 agosto 2016) per la supervisione delle procedure alla luce delle gravi anomalie denunciate.
Quest´ultima decisione invero potrebbe produrre una condotta di reato autonoma in capo a chi ha disposto la revoca posto che si è così consentito che rimanessero prive di sanzioni le condotte di falso,. Trattasi di omissione che si lega con nesso di causalità manifesto al disegno criminoso denunciato.
Persino spregiudicata appare per effetto l´asserita motivazione della revoca attribuita al pericolo che potesse configurarsi un atto omissivo rispetto al presunto "obbligo" dell´Amministrazione "di attuazione e definizione delle procedure relative all´accorpamento" delle Camere.
Il che varrebbe quanto dire che le esigenze di accelerazione proprie del procedimento di accorpamento che fossero state incise dai controlli de quibus, assumerebbero, nella prospettiva di questo Assessorato, prevalenza e preminenza rispetto alle illegalità denunciate e alle esigenze di supremazia (questa sì, di rango primario) del principio di legalità.
E questo, va ribadito, senza tenere conto della pendenza di una indagine penale per le irregolarità denunciate e di due ricorsi amministrativi vertenti, sotto distinti profili, sulla procedura in esame.
I contorni della vicenda sono chiari in punto d´irregolarità confermandosi, viceversa, oscuri in ordine alle ragioni della stasi opposta dall´amministrazione regionale riguardo le prime.
Sono certamente individuabili gravi omissioni di atti d´ufficio, penalmente rilevanti, in capo a questo ente per avere:
1) vanificato le ragioni che avevano determinato l´istituzione – peraltro tardiva, appena d Agosto 2016, stante che l´esigenza di più stretti controlli si era già manifestata a dicembre del 2015 – del Collegio di garanzia, appena ad agosto 2016: il Collegio non si è mai insediato per inerzia della stessa Regione che ha così impedito i controlli aggiuntivi da parte di un organismo terzo, pur ritenuti necessari e, infine, addirittura rimosso nella sua stessa esistenza giuridica il collegio;
2) avallato e favorito, per facta concludentia, le condotte di reato per falso denunciate e allo stato sub judice, il cui paventato quanto irreale (visti i falsi acclarati) rischio di incorrere in condotte omissive in difetto di un rapido insediamento del Consiglio dissimula, ben diversamente, la precisa volontà di adiuvare, con la omissione dei controlli, condotte antigiuridiche e procurando, per questa via, un indebito vantaggio all´autore del reato.
E´ appena il caso di rammentare che questo eccesso di zelo manifestato dalla Regione in ordine al rischio di presunte omissioni, collima poco con la condotta dallo stesso tenuta in un recente passato: dal 2014, ossia prima dell´avvio delle procedure di accorpamento, questo ente ha ostacolato il funzionamento regolare del consiglio della Camera di Commercio di Catania allorché, a seguito delle dimissioni di 12 componenti della Confcommercio e della Confesercenti, senza alcuna motivazione, non ha mai completato le procedure avviate per la loro sostituzione, impedendo di fatto alla maggioranza ben definita di esprimere Giunta e Presidente.
Un dato si delinea chiaramente: la precisa volontà di forzare l´insediamento del Consiglio della Camera del Sud-Est, per un verso; l´altrettanto precisa intenzione di bloccare l´insediamento della Camera di Commercio di Catania, per altro verso, assumono una traiettoria unica nella direzione di favorire sempre le stesse associazioni peraltro al centro dai recentissimi e gravi disconoscimenti.
* * *
Per tutto quanto sopra ampiamente tratteggiato, le associazioni odierne scriventi, ciascuna in persona del proprio legale rappresentante, con la presente,
Invitano e diffidano
Codesto Assessorato a voler disporre la immediata sospensione di ogni attività connessa alla costituita nuova Camera di Commercio per la Sicilia orientale, a partire dalla seduta di convocazione del prossimo 14 febbraio, stante la pendenza di un procedimento penale sui fatti puntualmente posti a conoscenza dell´assessore.
Si compie riserva di trasmettere la presente all´autorità giudiziaria affinché venga informata degli ulteriori sviluppi giudiziari e delle scelte che, in senso diametralmente opposto e, dunque, in dispregio agli accertamenti di cui ai giudizi in corso, questo ente sta reiteratamente compiendo.
Altresì, si tramette la presente all´ANAC chiedendo l´espresso intervento per la patente violazione dei più elementari presupposti di legge che regolamentano la procedura, e per la violazione di norme specifiche poste a tutela della trasparenza della Pubblica Amministrazione contro il pericolo di disegni di corruttela.
Infine, si trasmette detta diffida ai Prefetti di Catania, Palermo, Siracusa e Ragusa, affinché procedano a carico di chi riveste incarichi istituzionali in ragione ai poteri attribuiti ai predetti in forza della legge istitutiva dell´ANAC.
Salvo ogni altro diritto.
Dopo lo scippo della CAMERA di COMMERCIO , che ricordiamo vuol dire una quota consistente degli aeroporti di Catania e Comiso, si continua con l´AUTORITA PORTUALE!!!
Due atti di arroganza politica che mortificano il territorio di Siracusa, le sue imprese, i lavoratori e i cittadini.
Non se ne può più!! Prima ancora è stata la volta della Banca d´Italia.
Inutile dire che le Associazioni datoriali da tempo hanno lanciato allarmi ai rappresentanti istituzionali : deputati nazionali e regionali perché prendessero posizione forte, unitaria e decisa.
Nonostante i falsi acclarati e le gravissime irregolarità che hanno caratterizzato la procedura di costituzione della Camera di Commercio di Catania, Ragusa e Siracusa della Sicilia Orientale, nonostante una delibera di revoca all´accorpamento votata quasi all´unanimità dai consiglieri camerali, il Presidente della Regione on. Rosario Crocetta ha proceduto con la firma del decreto conclusivo di nomina dei consiglieri camerali e l´Assessore regionale ha stabilito la data di insediamento del nuovo consiglio a Catania.
Nessun rispetto per i Siracusani, a loro solo la conclusione dello scippo della Istituzione Camerale che insieme all´ex Provincia detiene il 25% delle azione nei due aeroporti.
Ancora peggio con l´Autorità portuale di Augusta!! La governance siracusana è riuscita a far classificare il porto come " Core" dalle autorità Europee con possibilità di ingenti finanziamenti e un decreto del Ministro su sollecito del Presidente della Regione decide di spostare l´Autorità di Sistema a Catania nei primi due anni che in Italia e Sicilia significano in eterno.
Organizzare sistemi di area vasta non significa assolutamente privilegiare solo ed esclusivamente il territorio più forte politicamente ed elettoralmente a discapito di quello più debole.
Fare sistema significa integrazione di intelligenze e di professionalità.
Non ci meritiamo assolutamente di essere pestati ed umiliati!! Occorre reagire con tutte le forze che un territorio produttivo e di grande potenzialità come il nostro può mettere in campo.
NO allo scippo dell´AUTORITA´ PORTUALE e NO allo SCIPPO della CAMERA di COMMERCIO.
Le Associazioni datoriali appoggeranno tutte le iniziative di contrasto anche quelle più dure e propongono le seguenti iniziative:
Un CONSIGLIO di tutti i CONSIGLI Comunali del territorio con la presenza dei Sindaci e dei parlamentari nazionali e regionali che prepari una grande mobilitazione;
Una diffida all´Assessore Regionale LO BELLO e al Presidente Crocetta di fermare l´iter di costituzione della Camera di Commercio della Sicilia Orientale fino al 6 Luglio prossimo, giorno in cui si discuterà al Tar sul merito del ricorso presentato dalle Associazioni di categoria siracusane.
A seguire la diffida all´assessore regionale Lo Bello:
Spetta/le ASSESSORE ATTIVITA´ PRODUTTIVE
REGIONE SICILIA
P A L E R M O
L´Associazione Co.P.AGRI. – Confederazione Produttori Agricoli Siracusa, la Federazione provinciale Coltivatori Aretusea, Confagricoltura Siracusa e l´Associazione Territorio Protagonista 2016, ciascuna in persona del proprio legale rappresentante pro-tempore, denuncia e rappresenta quanto segue.
Alla luce della grave condotta tenuta dal Commissario Pagliaro, contraddistinta da gravi e rilevanti irregolarità, che appresso si ribadiranno, gioverà sottolineare come con il decreto dell´assessore alle attività produttive e con il successivo provvedimento del presidente della regione si sia proceduto ad avallare le gravissime irregolarità, ampiamente segnalate, omettendo ogni forma di controllo e di successivo intervento (come si ribadirà).
A non tenere conto del procedimento pendente davanti al Giudice amministrativo (che, va tenuto a mente, ben è a conoscenza la S.V. della pendenza del giudizio de quo per esserne parte in causa), avendo fissato al 14 febbraio 2017 la convocazione del nuovo Consiglio Camerale per il relativo insediamento e per la designazione del Presidente dell´organo.
Medio tempore, alla camera di consiglio dello scorso 26 gennaio 2017, di trattazione della domanda cautelare, il Presidente del Tar Catania, dopo avere manifestato la considerazione della natura "complessa" del giudizio ha, conseguentemente, ritenuta l´inopportunità della trattazione del ricorso nella fase sommaria e fissato d´ufficio l´udienza pubblica del prossimo 6 luglio 2017, per la discussione nel merito e la definizione della vicenda con sentenza, di talché un intervento della S.V. si rende improcrastinabile.
In ogni caso, in premessa va subito detto che le migliaia di falsità poste in essere si connotano per la loro incidenza sull´esito finale della composizione della nuova Camera, con l´effetto di intervenire in maniera risolutiva sul risultato del procedimento, capovolgendone l´esito.
Poiché le ipotizzate fattispecie di reato, dopo essere stati denunciati alla Magistratura, sono stati tutti puntualmente documentati per iscritto all´assessore alle attività produttive, desta perplessità la scelta compiuta da chi ricopre quale persona fisica il detto incarico pubblico aver prestato tacita acquiescenza alle irregolarità prodottesi, peraltro disattendendo in punto la stessa richiesta di approfondimento avanzata dal presidente della regione del maggio del 2016 ed anzi arrivando al paradosso di delegare il controllo sulla regolarità della procedura esattamente al soggetto da sottoporre al controllo, e cioè al medesimo Pagliaro appunto indagato proprio per i falsi prodotti nella detta procedura.
Anche sulle singolari connessioni tra la vicenda camerale ed il sistema aeroportuale si confida nell´approfondimento della magistratura.
Intanto gioverà richiamare la denuncia sulle gravissime condotte di falso in atto pubblico già rassegnate da altre associazioni al Presidente della regione e all´ Assessore sin da dicembre 2015 e consistenti nella:
emersione di migliaia di duplicazioni di iscrizioni di imprese ad associazioni di categoria;
partecipazione di associazioni inesistenti;
comunicazione, da parte di talune associazioni, di dati falsi sull´adesione di numerose imprese, sconfessati dalle imprese stesse con formali dichiarazioni di non appartenenza ovvero con denuncia per sostituzione di persona e falso ai Carabinieri;
ingiustificata sostituzione dei dati presentati, contraria alle indicazioni della legge e dei regolamenti;
verifiche effettuate dal Commissario Pagliaro contrarie alle norme, alle prassi ed agli stessi regolamenti da egli emanati;
validazione di addetti alle imprese palesemente falsi e smentiti dalle stesse imprese.
Violazioni patenti e gravissime che hanno condizionato la procedura fino al punto di ribaltarne, addirittura, l´esito.
Violazioni che, per la parte di competenza territoriale, sono state denunciate da alcune associazioni alla Procura della Repubblica di Catania, il cui Ufficio ha disposta l´apertura di un fascicolo d´indagine contro Noti, con relativa iscrizione nel registro degli indagati degli amministratori protagonisti della vicenda, e tra questi del dott. Alfio Pagliaro.
Orbene, imperanti ragioni di completezza suggeriscono, una ennesima volta (da mesi, infatti, vengono sottoposte alla sua attenzione segnalazioni, diffide e inviti a intervenire che non hanno mai sortito effetto, neppure nel senso di un espresso rifiuto a intervenire), una ricognizione dei principali fatti che hanno inciso sul risultato finale.
Auspicando finalmente un suo intervento su di una vicenda che la vede protagonista, in una rinnovata ottica di piena collaborazione, e di confidante consapevolezza che non vorrà di certo concorrere nel disegno criminoso accuratamente preordinato (sul punto, si rinvia ex plurimis alla nota trasmessa al MISE ed agli altri soggetti competenti in data 27 dicembre u.s. che si allega).
In particolare, si denunciano:
1 - Anomalie: duplicazioni, crescita imprese, falsi, ecc.
Fin dalle fasi iniziali della procedura sono emerse con fortissima evidenza gravissime anomalie e falsi conclamati. Falsi la cui enumerazione sta vivendo una costante crescita esponenziale stante, ancora recentemente, nuovi e ulteriori atti di denuncia ed esposti provenienti da importanti realtà imprenditoriali, con migliaia di dipendenti, che hanno disconosciuto l´adesione alle associazioni che le avevano dichiarate come aderenti.
Ciò, ove ancora occorra, a ulteriore conferma della assoluta non veridicità del sistema di procedura tenuto e della evidente fallacità dei relativi meccanismi di controllo, da sempre denunciate dalle diverse associazioni di categoria nelle sedi competenti, prime fra tutte la Regione e codesto Assessorato oltre che al MISE.
2 - Sistema iniziale dei controlli.
Il commissario ha adottato un sistema di controlli totalmente inidoneo a garantire la loro efficacia. Ciò vale sia nella scelta del metodo d´individuazione del campione da controllare (5% con un tetto massimo di 30 imprese), sia nella loro attuazione (così per avere invertito la fase dei controlli a campione, che sarebbe dovuta avvenire dopo, con quella dei controlli puntuali, così ulteriormente riducendone l´efficacia). L´effetto è stato quello di rendere l´azione dei controlli assai poco incisiva. In particolare, la scelta del metodo di individuazione del campione è chiaramente inadeguata per procedure di accorpamento che interessano un cosi vasto territorio e conseguentemente un così ampio numero di associazioni e di imprese.
3 - Procedure in violazione dei principali criteri di trasparenza stabiliti dalla legge 241/90.
Fin dalle fasi iniziali la procedura è stata caratterizzata dall´assenza dei più elementari principi di trasparenza, a partire dall´apertura delle buste, avvenuta fuori dalla seduta pubblica nella fase preliminare e portata avanti con la composizione della commissione di valutazione (in violazione delle indicazioni della Unioncamere) e con le procedure di estrazione del campione (negando la possibilità di delega da parte del legale rappresentante e quindi impedendo nei fatti la presenza di alcuni partecipanti).
4 - Sostituzione dei dati sugli addetti.
Nell´ambito della procedura il Commissario ha ritenuto, arbitrariamente, di sostituire il dato sugli addetti dichiarato dalle associazioni attraverso l´allegato A) con quello ricavato dai file forniti da Infocamere.
Questa arbitraria e indebita sostituzione dei dati ha determinato una riduzione di oltre 20.000 addetti all´apparentamento che include industriali, artigiani e cooperative a fronte di poco più di 3.600 dell´apparentamento che include buona parte dei commercianti. E poiché i dati sugli addetti costituiscono due dei quattro addendi della formula per il calcolo della rappresentatività, con un peso incisivo che è evidente, l´impatto sul risultato finale è stato dirompente. Infocamere ha chiarito che i dati provenienti dai propri archivi non potevano essere utilizzati a tale scopo, come peraltro specificato dalla legge sul punto, e che solamente il dato autocertificato dalle associazioni con l´allegato A) (vedi circolare MISE 39517 del 7/3/2014, comma 4, punto 1) era da ritenersi "autentico" e, come tale, da assumere a riferimento; ove, poi, il responsabile del procedimento avesse ravvisato incongruenze, avrebbe dovuto procedere d´ufficio alla comunicazione al dichiarante con richiesta di relativa conferma (fatto quest´ultimo che non è avvenuto).
Ancora. La legge impone al commissario (RUP) di trasmettere alla Regione tutti i documenti, inclusi gli allegati A). Residuano, tutt´oggi, importanti zone d´ombra:
a) Il Commissario ha trasmesso gli allegati A?
b) Se non li ha trasmessi, perché?
c) Se li ha trasmessi, che controlli ha effettuato la Regione? Come mai, se sono stati effettuati i controlli, non sono emerse tali incredibili discrepanze sugli addetti?
Allo stato l´unica conclusione credibile è che detti controlli siano stati del tutto omessi, mentre persino l´autorevole sottosegretario al MISE, On. Gentile, ha risposto, alla interrogazione postagli nel question time della Camera dei Deputati, che i controlli spettano unicamente alla regione siciliana.
5 - Controlli aggiuntivi.
Alla luce delle denunce avanzate l´assessorato ha disposto l´ampliamento dei controlli. Tale attività è stata posta in essere con macroscopiche violazioni delle procedure e con irregolarità ancora più gravi di quelle che hanno caratterizzato il sistema iniziale dei controlli con il risultato di squilibrare ulteriormente la competizione sempre a favore di uno schieramento e penalizzando l´altro.
L´effetto dei controlli al 100% è stato, infatti, quello di incrementare (in ciò il paradosso) di 2 unità le imprese riconosciute all´apparentamento che include i commercianti e di ridurre di 5.411 unità quelle dell´apparentamento che include industriali, artigiani e cooperative. Analogo andamento si registra, in ordine agli addetti, con effetti anche qui dirompenti, con una decurtazione di 12.231 addetti per il primo apparentamento e solo 447 per l´altro.
Ciò significa e dimostra come i "presunti" controlli aggiuntivi posti in essere dal commissario del MISE e non dalla Regione, presunti in quanto è emerso in modo incontrovertibile che soltanto alcune associazioni sono state sottoposte al controllo al 100%, abbiano non soltanto mancato l´obiettivo avuto di mira dalle verifiche condotte su anomalie che si attestavano lapalissiane ma, viceversa, procurato nuove falle nella procedura, tali da aggravare le già profonde e ingiustificate discriminazioni tra una parte e l´altra: così nell´avere concesso solamente 5 giorni consecutivi per la produzione della documentazione relativa al 100% delle imprese, negando la chiesta proroga, proroga viceversa concessa (9 giorni lavorativi) per il campione del 5% e 21 giorni lavorativi per il campione del 30%. Tutto ciò ha chiaramente generato l´effetto di impedire la partecipazione a quelle associazioni (appunto, non tutte) alle quali questo controllo è stato applicato, generando una macroscopica alterazione delle forze in campo.
6 - Piccola impresa.
Con un´interpretazione del tutto personale e contraria al dato normativo, il commissario ha ritenuto che fosse necessaria una dichiarazione di apparentamento specifica per la partecipazione congiunta di più associazioni ai seggi riservati alla "piccola impresa" nei settori dell´agricoltura, del commercio e dell´industria. Dichiarazione, tuttavia, non dovuta: la norma richiede chiaramente e ben diversamente (in linea con quella stessa prassi ben nota al commissario per averla egli osservata e applicata nel rivestito ruolo di segretario generale) che per partecipare alla piccola impresa è sufficiente esplicitare quali, tra le imprese dell´elenco presentato per il settore, sono "piccole".
Con questa scelta il Commissario ha sottratto almeno un altro seggio all´apparentamento costituito da industriali, artigiani e cooperative.
Aggrava il quadro la consapevolezza di questo assessorato che se ne accorge, conferma, con D.A. 2394 del 9/8/2016, il corretto principio e, tuttavia, non rettifica l´attribuzione (errata) dei seggi.
7 - Scelte sulla composizione del consiglio.
Il commissario ad acta, con propria determina, ha stabilito la composizione del consiglio omettendo di effettuare gli atti preliminari dovuti, finalizzati a stabilire la necessità di inserire o meno i seggi relativi ai settori di rilevante interesse per l´economia della circoscrizione previsti dal comma 2 dell´art. 10 della legge 580/93. In particolare egli ha:
a) Omesso di prendere in considerazione le indicazioni provenienti:
i) dai consigli in carica delle camere in accorpamento;
ii) dalle associazioni di categoria;
b) Omesso di considerare le composizioni dei preesistenti consigli e, in particolare, la presenza dei seggi relativi a tali settori di particolare interesse per l´economia della circoscrizione così come avrebbe dovuto.
La dichiarata ragione del rifiuto sarebbe coincisa con una carenza di potere. Ragione contraddetta, nei fatti, dalle scelte effettuate dagli altri commissari ad acta per gli altri accorpamenti in Sicilia e dal direttore generale del MISE che, con nota di risposta a specifico interpello dello stesso commissario, ha confermato che la scelta non soltanto era possibile ma, altresì, che sarebbe spettata ai consigli in carica e alle associazioni di categoria in ragione degli assetti preesistenti.
Tutto ciò senza considerare la straordinaria, ingiustificata accelerazione subita dalla procedura proprio nell´imminenza dell´arrivo del riscontro ministeriale (giunta in appena 7 giorni!) le cui indicazioni sono rimaste lettera morta.
Tali scelte hanno influito sul risultato finale come si vedrà nella simulazione riportata in coda al presente documento. Se fossero stati inseriti tali settori, così come doveva essere fatto, si sarebbe assistito a una riduzione dei seggi nei quali sono più rappresentative le associazioni del commercio ("turismo" e "altri settori") e, viceversa, a un aumento dei seggi rappresentativi delle altre associazioni ("servizi alle persone" o "commercio estero" e "pesca").
8 - Mancate contestazioni.
L´art. 5 comma 2 del D.M. 156/2011 recita:
" Nel caso in cui i dati e i documenti di cui al comma 1 risultino affetti da irregolarità non sanabili, o non sia rispettato il termine di cui al comma 1 o quello di cui all´articolo 2, comma 2, ovvero non siano stati presentati gli elenchi di cui, rispettivamente, all´articolo 2, comma 3, e all´articolo 3, comma 2, il responsabile del procedimento dichiara l´irricevibilità della dichiarazione o l´esclusione dal procedimento, notificando il provvedimento al legale rappresentante dell´organizzazione o dell´associazione.
Nell´ambito della procedura di costituzione degli Organi della nuova Camera di commercio, le esclusioni non sono mai state notificate alle associazioni interessate, quantomeno alle scriventi, e non è stato mai pubblicato sul sito un relativo provvedimento di esclusione.
Analogamente non è stato notificata l´esclusione del riconoscimento dell´apparentamento che ha coinvolto diverse Associazione nel settore INDUSTRIA piccola impresa, laddove, senza entrare nel merito, dette organizzazioni sono state escluse dalla possibilità di partecipare in apparentamento. In tal senso le stesse non hanno mai ricevuto la notifica di alcun provvedimento che motivasse e delineasse i profili dell´esclusione e che desse loro la possibilità di conoscere ufficialmente il motivo della loro esclusione.
Un elemento ulteriore riguarda le rinunce volontarie a partecipare alla competizione da parte dell´Associazione FAPI ed EUROMED, rimaste inesitate, assente un provvedimento (per lo meno non è noto agli altri partecipanti) che prendesse atto della situazione e ne motivasse l´esclusione .
Fatto ancor più grave riguarda il mancato rispetto del disposto di legge sopra citato, il cui comma 3, dell´art. 5, D.M. 156/2011, prevede che al Presidente della Regione vadano trasmessi gli atti e/o provvedimenti adottati: il Presidente, dunque, é stato tenuto all´oscuro dei fatti che hanno generato l´esclusione o l´irricevibilità delle Organizzazioni dalla competizione di che trattasi, inquinandone il quadro cognitivo che avrebbe dovuto presiedere all´adozione di un decreto costitutivo degli Organi della nuova Camera di commercio accorpata scevro da illegittimità.
9 - Omessi controlli
La Regione ha dimostrato di essere pienamente consapevole delle gravi irregolarità emerse. E infatti:
1) Il Presidente della Regione e codesto Assessorato hanno, in più occasioni, dichiarato che sarebbe stato nominato un super commissario per i controlli;
2) con nota prot. n. 8346, del 16 maggio del 2016, il Presidente della Regione ha onerato codesto Assessorato del compimento di controlli aggiuntivi con struttura diversa dal Commissario ad acta – e, ben diversamente, delegati allo stesso commissario e da questi condotti con le modalità sopra evidenziate - ammonendo anche con riferimento alle possibili conseguenze penali;
3) infine, con decreto n. 2360, del 04 agosto 2016, codesto Assessorato ha dapprima istituito un Collegio di Garanzia conferendo mandato, ove fossero state accertate le denunciate irregolarità, di proporre la revoca in autotutela degli atti e di trasmetterli alle autorità competenti. Va da sé che l´adozione di un decreto di tal fatta abbia a presupposto la valutazione circa la necessità dell´istituzione del Collegio de quo.
Occorre segnalare che tra i partecipanti alla procedura di assegnazione dei seggi, si registrò a un certo punto la presenza di associazioni fino a quel momento pressoché sconosciute sul territorio delle tre province interessate dall´accorpamento, come ad esempio FAPI e CONFIMPRESA EUROMED, che avevano presentato un numero di iscritti elevatissimo. A un primo controllo, effettuato non dal commissario ma dalle associazioni partecipanti attraverso la visione degli elenchi a Siracusa, è emerso che in una di tali associazioni (FAPI) avrebbero aderito un numero enorme, oltre il 50%, di tutte le start-up nate nel periodo. E che circa la metà delle aziende aderenti ad essa aderiva anche a CONFIMPRESA EUROMED. Dati entrambi oggettivamente inverosimili.
Dopo le relative denunce proposte, inaspettatamente le due associazioni FAPI e CONFIMPRESA EUROMED si sono ritirate.
Emerge, dunque, ancora una volta la grave carenza del controllo operato dal commissario e, più in generale, l´inadeguatezza del sistema dei controlli cui tale elemento è sfuggito. Senza che, peraltro, il ritiro delle due associazioni abbia risolto il problema, così come si è tentato di affermare.
Per sua miglior comprensione si rappresenta che la motivazione addotta a giustificazione del proprio ritiro dal rappresentante di CONFIMPRESA EUROMED apre scenari di illegalità che vanno ben oltre la semplice inadeguatezza dei controlli: "Confimpresa denuncia di essere l´evidente vittima sacrificale di una guerra in atto tra soggetti e agglomerati di ben altro livello e dimensioni per la quale probabilmente l´associazione è risultata utile strumento - si legge nel comunicato - dinamiche definite di comune accordo con una pluralità di enti e associazioni nel corso di vertici come quelli recenti tenuti presso la sedi regionali e territoriali delle associazioni e dei conseguenti apparentamenti concordati". "E´ allora del tutto evidente come quanto accaduto sia piuttosto l´effetto di una guerra che, in realtà, va ben oltre Confimpresa e la mera assegnazione di cariche sociali e che verosimilmente sottende interessi economici inconfessabili di significativo rilievo come, per esempio, quelli connessi alla gestione degli scali aeroportuali" (quotidiano online LIVESICILIA, nella pagina di Palermo, il 20/02/2016).
Simulazione
Avendo preso atto di tutte le anomalie si è effettuata una simulazione dell´esito della procedura.
La simulazione, realizzata applicando il metodo D´Hondt, cioè quello previsto dalla legge, è stata effettuata:
1) correggendo l´effetto delle principali distorsioni contestate al commissario ad acta
2) tenendo conto dell´avvenuto ritiro delle associazioni FAPI ed EUROMED
3) e comunque senza depurare gli elenchi dai falsi e dalle duplicazioni
Per quanto riguarda il punto 1) in particolare:
a. si è tenuto conto dei dati degli addetti dichiarati dalle associazioni (quindi senza effettuare, come fatto dal commissario, la loro illegittima sostituzione con quelli derivanti dagli archivi Infocamere) applicando però agli stessi dati le identiche percentuali di errore rilevate dal commissario con i controlli sul campione del 5%
b. si è tenuto conto dell´effettivo apparentamento nella piccola impresa e quindi senza considerare le associazioni del raggruppamento "Confindustria" non apparentate come illegittimamente fatto dal Commissario
c. non si è tenuto conto dei tagli operati dal Commissario ad acta, sostanzialmente su un solo schieramento, attraverso l´illegittima procedura con la quale si sarebbero dovuti fare i controlli sulla totalità dei dati (100%)
Si è insomma simulata la composizione del consiglio senza l´effetto degli interventi posti in essere dal commissario con gli atti richiamati dai punti 1, 5, 6 e 7 delle slides allegate.
Il risultato è che i seggi attribuiti all´apparentamento che include industriali, artigiani e cooperative passano da 8 a 14 mentre quelli attribuiti all´apparentamento che include i commercianti si riducono da 19 a 12 (se si introduce il seggio della "Pesca" viene meno un seggio del "Turismo", e anche questo è un dato che fa pensare se si guarda alla paradossale procedura seguita dal commissario per la composizione del consiglio, da noi contestata con il ricorso originario, ed alla pervicacia con la quale, in barba alle indicazioni ministeriali, egli abbia voluto omettere di audire consigli in carica e associazioni e valutare adeguatamente le preesistenti composizioni dei consigli).
Le tabelle di seguito riportate mettono a confronto nel dettaglio le attribuzioni dei seggi ai sensi del D.A. 2394 del 9/8/2016 e della detta simulazione.
Il risultato è evidente.
E ciò, si ribadisce, è stato ottenuto considerando integralmente gli elenchi trasmessi dalle singole associazioni, senza tenere conto dell´incredibile serie di duplicazioni e falsi accertati e già emersi con certezza, ovverossia di tutte le problematiche che in qualche misura hanno che fare con i punti 2, 3, e 8 delle slides allegate.
E´ quindi pressoché certo che il risultato sarebbe ancor più a favore dello schieramento legato a Confindustria laddove i controlli fossero stati fatti come dovevano essere fatti!
Pertanto, a riprova di quanto sostenuto, le anomalie che si sono manifestate hanno sostanzialmente ribaltato il risultato della procedura assegnando all´apparentamento dei commercianti una vittoria che in condizioni regolari non si sarebbe assolutamente concretizzata
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Avverso le gravi situazioni denunciate e le ulteriori, gravi irregolarità emerse e denunciate nelle successive settimane (denunce di false adesioni nella procedura di costituzione della Camera di Commercio di Catania, Ragusa e Siracusa; disconoscimento di adesione da parte di grandissime aziende con migliaia di dipendenti, alcune addirittura partecipate da enti pubblici; documenti di disconoscimento notificati anche al Presidente della Regione Crocetta e a codesto Assessorato a mezzo posta certificata), codesto Assessorato ha d´emblée rinvenuto un´unica soluzione: revocare il Collegio di Garanzia istituito (giusto Decreto Assessoriale n. 2360 del 04 agosto 2016) per la supervisione delle procedure alla luce delle gravi anomalie denunciate.
Quest´ultima decisione invero potrebbe produrre una condotta di reato autonoma in capo a chi ha disposto la revoca posto che si è così consentito che rimanessero prive di sanzioni le condotte di falso,. Trattasi di omissione che si lega con nesso di causalità manifesto al disegno criminoso denunciato.
Persino spregiudicata appare per effetto l´asserita motivazione della revoca attribuita al pericolo che potesse configurarsi un atto omissivo rispetto al presunto "obbligo" dell´Amministrazione "di attuazione e definizione delle procedure relative all´accorpamento" delle Camere.
Il che varrebbe quanto dire che le esigenze di accelerazione proprie del procedimento di accorpamento che fossero state incise dai controlli de quibus, assumerebbero, nella prospettiva di questo Assessorato, prevalenza e preminenza rispetto alle illegalità denunciate e alle esigenze di supremazia (questa sì, di rango primario) del principio di legalità.
E questo, va ribadito, senza tenere conto della pendenza di una indagine penale per le irregolarità denunciate e di due ricorsi amministrativi vertenti, sotto distinti profili, sulla procedura in esame.
I contorni della vicenda sono chiari in punto d´irregolarità confermandosi, viceversa, oscuri in ordine alle ragioni della stasi opposta dall´amministrazione regionale riguardo le prime.
Sono certamente individuabili gravi omissioni di atti d´ufficio, penalmente rilevanti, in capo a questo ente per avere:
1) vanificato le ragioni che avevano determinato l´istituzione – peraltro tardiva, appena d Agosto 2016, stante che l´esigenza di più stretti controlli si era già manifestata a dicembre del 2015 – del Collegio di garanzia, appena ad agosto 2016: il Collegio non si è mai insediato per inerzia della stessa Regione che ha così impedito i controlli aggiuntivi da parte di un organismo terzo, pur ritenuti necessari e, infine, addirittura rimosso nella sua stessa esistenza giuridica il collegio;
2) avallato e favorito, per facta concludentia, le condotte di reato per falso denunciate e allo stato sub judice, il cui paventato quanto irreale (visti i falsi acclarati) rischio di incorrere in condotte omissive in difetto di un rapido insediamento del Consiglio dissimula, ben diversamente, la precisa volontà di adiuvare, con la omissione dei controlli, condotte antigiuridiche e procurando, per questa via, un indebito vantaggio all´autore del reato.
E´ appena il caso di rammentare che questo eccesso di zelo manifestato dalla Regione in ordine al rischio di presunte omissioni, collima poco con la condotta dallo stesso tenuta in un recente passato: dal 2014, ossia prima dell´avvio delle procedure di accorpamento, questo ente ha ostacolato il funzionamento regolare del consiglio della Camera di Commercio di Catania allorché, a seguito delle dimissioni di 12 componenti della Confcommercio e della Confesercenti, senza alcuna motivazione, non ha mai completato le procedure avviate per la loro sostituzione, impedendo di fatto alla maggioranza ben definita di esprimere Giunta e Presidente.
Un dato si delinea chiaramente: la precisa volontà di forzare l´insediamento del Consiglio della Camera del Sud-Est, per un verso; l´altrettanto precisa intenzione di bloccare l´insediamento della Camera di Commercio di Catania, per altro verso, assumono una traiettoria unica nella direzione di favorire sempre le stesse associazioni peraltro al centro dai recentissimi e gravi disconoscimenti.
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Per tutto quanto sopra ampiamente tratteggiato, le associazioni odierne scriventi, ciascuna in persona del proprio legale rappresentante, con la presente,
Invitano e diffidano
Codesto Assessorato a voler disporre la immediata sospensione di ogni attività connessa alla costituita nuova Camera di Commercio per la Sicilia orientale, a partire dalla seduta di convocazione del prossimo 14 febbraio, stante la pendenza di un procedimento penale sui fatti puntualmente posti a conoscenza dell´assessore.
Si compie riserva di trasmettere la presente all´autorità giudiziaria affinché venga informata degli ulteriori sviluppi giudiziari e delle scelte che, in senso diametralmente opposto e, dunque, in dispregio agli accertamenti di cui ai giudizi in corso, questo ente sta reiteratamente compiendo.
Altresì, si tramette la presente all´ANAC chiedendo l´espresso intervento per la patente violazione dei più elementari presupposti di legge che regolamentano la procedura, e per la violazione di norme specifiche poste a tutela della trasparenza della Pubblica Amministrazione contro il pericolo di disegni di corruttela.
Infine, si trasmette detta diffida ai Prefetti di Catania, Palermo, Siracusa e Ragusa, affinché procedano a carico di chi riveste incarichi istituzionali in ragione ai poteri attribuiti ai predetti in forza della legge istitutiva dell´ANAC.
Salvo ogni altro diritto.