VITTORIA - IL " DRAMMA SACRO " DEL MARCHESE ALFONSO RICCA RECITATO IN UN MOMENTO DI TENSIONE E DI VENTI DI GUERRA.

In un momento delicatissimo come quello che stiamo attraversando, in cui i venti di guerra soffiano a gran forza e da varie parti del globo, il Venerdì Santo rappresenta per il mondo Cristiano un momento di riflessione e di dolore.
A Vittoria si perpetua un evento da oltre tre secoli: stiamo parlando del Dramma Sacro o se preferiamo delle " Parti", la Sacra Rappresentazione della morte di Gesù Cristo, scritta dal marchese Alfonso Ricca. Le " Parti " si svolgono a Vittoria in piazza Sei Martiri o piazza Calvario, o più comunemente per i vittoriesi, " U Cianu a Cruci ". Nella suggestiva piazza che sorge in alto, a confine con la monumentale Villa Comunale, ogni anno la morte di Cristo qui viene celebrata. Migliaia di fedeli, di storici, di semplici appassionati vengono da più parti della Sicilia per assistere a questo evento, già proclamato Patrimonio Immateriale dell´Unesco per la sua storia e per il grande valore artistico che esso contiene.
A solcare per primo il Golgota è stato il bravissimo Giovanni Arezzi, raccontandoci la Creazione. A poco a poco, però, l´enormità del Creato si sgretola a poco a poco a causa del nostro operato. L´uomo, infatti, non è in grado di tutelare e difendere ciò che Dio ha creato per noi. Il richiamo all´attualità è rimarcato in quei versi, che ci parlano di un mare che diventa morte. Quel mare che dovrebbe rappresentare la rinascita, la fuga dal terrore delle guerre, dalla fame, diventa spesso il letto di morte per migliaia e migliaia di bambini, di donne, di uomini. Qui l´attore attinge con gran classe al metodo Stanislavskij ed inizia a tagliare alcune ciocche dei suoi ricci, una per ogni nostro peccato, e le lascia svolazzare su quel palco, che da lì a poco diventerà tomba. Già lo spettacolo potrebbe finire.
La folla è attonita, un applauso scuote gli animi degli astanti.
Ma un ´Ave Maria interpretata a modo suo, con un arrangiamento capace di porre parole e note nelle corde di Massimiliano Nicosia,spinge la folla a vìolare per la seconda volta quel patto di pubblico muto e ad applaudire. É un momento strano. Alle "Parti" non si applaude. Si sa´!
Ma stasera il pubblico non riesce a trattenere l´applauso. La folla é attenta e gradisce.
Poi è il momento del testo del marchese Alfonso Ricca. Qui oltre al consolidato ruolo di Maria interpretato da Liliana Stimolo, dal Longino ( Emanuele Nicosia), da Misandro (Alessandro Sparacino ), è Piero Gurrieri a regalarci un altro momento di grande emozione. La scenografia è stata curata nei dettagli, grazie alle luci in particolare con l´azzurro che si scaglia sul bianco delle calcaree pietre del Golgota. La disputa risente del vuoto artistico ed interpretativo lasciato da Gianni Battaglia; Nicodemo, dall´alto della sua saggezza e dal ruolo conferitogli, è di fatti il vero protagonista assoluto in questa fase del recital, presenza scenica e dizione fanno la differenza in un´opera del ´700 scritta in endecasillabi e dove le licenze poetiche dettate dalla ritmica impongono scelte coraggiose.
Il Dramma si conclude così. Adesso è la volta della tradizione. La Processione che segue la Deposizione. Massimo Leggio ha centrato il suo obbiettivo artistico. L´ Opera è da ritenersi di gran talento e di ottima fattura. Bravo! Aggiungiamo noi.
Peppe Guastella- Eco degli Iblei- Vittoria
A Vittoria si perpetua un evento da oltre tre secoli: stiamo parlando del Dramma Sacro o se preferiamo delle " Parti", la Sacra Rappresentazione della morte di Gesù Cristo, scritta dal marchese Alfonso Ricca. Le " Parti " si svolgono a Vittoria in piazza Sei Martiri o piazza Calvario, o più comunemente per i vittoriesi, " U Cianu a Cruci ". Nella suggestiva piazza che sorge in alto, a confine con la monumentale Villa Comunale, ogni anno la morte di Cristo qui viene celebrata. Migliaia di fedeli, di storici, di semplici appassionati vengono da più parti della Sicilia per assistere a questo evento, già proclamato Patrimonio Immateriale dell´Unesco per la sua storia e per il grande valore artistico che esso contiene.
A solcare per primo il Golgota è stato il bravissimo Giovanni Arezzi, raccontandoci la Creazione. A poco a poco, però, l´enormità del Creato si sgretola a poco a poco a causa del nostro operato. L´uomo, infatti, non è in grado di tutelare e difendere ciò che Dio ha creato per noi. Il richiamo all´attualità è rimarcato in quei versi, che ci parlano di un mare che diventa morte. Quel mare che dovrebbe rappresentare la rinascita, la fuga dal terrore delle guerre, dalla fame, diventa spesso il letto di morte per migliaia e migliaia di bambini, di donne, di uomini. Qui l´attore attinge con gran classe al metodo Stanislavskij ed inizia a tagliare alcune ciocche dei suoi ricci, una per ogni nostro peccato, e le lascia svolazzare su quel palco, che da lì a poco diventerà tomba. Già lo spettacolo potrebbe finire.
La folla è attonita, un applauso scuote gli animi degli astanti.
Ma un ´Ave Maria interpretata a modo suo, con un arrangiamento capace di porre parole e note nelle corde di Massimiliano Nicosia,spinge la folla a vìolare per la seconda volta quel patto di pubblico muto e ad applaudire. É un momento strano. Alle "Parti" non si applaude. Si sa´!
Ma stasera il pubblico non riesce a trattenere l´applauso. La folla é attenta e gradisce.
Poi è il momento del testo del marchese Alfonso Ricca. Qui oltre al consolidato ruolo di Maria interpretato da Liliana Stimolo, dal Longino ( Emanuele Nicosia), da Misandro (Alessandro Sparacino ), è Piero Gurrieri a regalarci un altro momento di grande emozione. La scenografia è stata curata nei dettagli, grazie alle luci in particolare con l´azzurro che si scaglia sul bianco delle calcaree pietre del Golgota. La disputa risente del vuoto artistico ed interpretativo lasciato da Gianni Battaglia; Nicodemo, dall´alto della sua saggezza e dal ruolo conferitogli, è di fatti il vero protagonista assoluto in questa fase del recital, presenza scenica e dizione fanno la differenza in un´opera del ´700 scritta in endecasillabi e dove le licenze poetiche dettate dalla ritmica impongono scelte coraggiose.
Il Dramma si conclude così. Adesso è la volta della tradizione. La Processione che segue la Deposizione. Massimo Leggio ha centrato il suo obbiettivo artistico. L´ Opera è da ritenersi di gran talento e di ottima fattura. Bravo! Aggiungiamo noi.
Peppe Guastella- Eco degli Iblei- Vittoria