VITTORIA - ORGANIZZATA DA " LIBERTY BENE UNESCO " SI E´ SVOLTA LA CONFERENZA DEL PROF. ALFREDO CAMPO SUL LIBERTY.


" L´arte è vita " sosteneva l´archiettto Antonin Gaudì e, come ribadisce il prof. Alfredo Campo, " la pietra vive " atraverso le creazioni dello stile floreale vittoriese. Da Ernesto Basile a Vito Melodia, dai fratelli Alessandrello a Salvatore Battaglia e a Salvatore Nifosì è stata tutta una carrellata di immagini e di notizie sullo stile " Liberty " ( dal nome del commerciante inglese, che a Milano contribuì potentemente a diffondere lo stile modernista, unico nuovo stile deciso a superare il vecchio rivisto, dal neogotico al neorinascimentale etc).
La conferenza, che il prof. Alfredo Campo ha tenuto ieri sera presso la sala Mandarà a Vittoria, su " Ricerca formale, estrosità e bellezza delle architetture liberty di Vittoria ", ha affascinato il pubblico presente per la chiarezza espositiva, per il pathos coinvolgente e per le curiosità storico-artistiche rese di pubblico dominio. E´ venuto così fuori che la Torre Eiffel non è altro che una guglia gotica realizzata con il ferro, così come la torretta angolare di tanti edifici liberty a Palermo, a Vittoria e a Ispica non significa altro che la trasposizione, in chiave modernista, delle torri arabo-normanne, con cui il palermitano Ernesto Basile ha dovuto fare i conti nel corso della sua formazione.
E che dire poi del miracolo in pietra dei festoni di fiori o, nel caso vittoriese, dei grappoli d´uva? In una città , la cui borghesia imprenditoriale si era arricchita grazie al vino cerasuolo ( l´antico " mesopotamium " coltivato tra i fiumi Dirillo e Ippari ), l´uva non poteva che farla da padrona, insieme alle mille figure di donna, il cui volto viene rappresentato nelle chiavi di volta sempre in maniera difforme.
E´ un patrimonio quello vittoriese, che va salvaguardato: molto è andato perduto, ma molto è rimasto di un´arte che è complessiva e globale, senza alcuna distinzione tra arti maggiori e arti minori o applicate, distinzione artificiosa purtroppo in parte ancora portata avanti. Un appello particolare va rivolto ai politici, responsabili del degrado o della conservazione dei beni culturali: si devono avvarere delle competenze degli esperti, non di " sperti ", per dirla in dialetto, cioè personaggi tuttofare, responsabili di tante malefattte.
E i collegamenti con Ispica ( Palazzo Bruno di Belmonte o Politeama Aurelio ), con Palazzolo, con Palermo ( ovviamente ) , ma anche con Milano e con Firenze, emergono prepotentemente nella discussione del prof. Alfredo Campo, che si appresta ora a pubblicare, anche grazie alle foto di Tony Barbagallo e Maurizio Cugnata, l´elenco definitivo di tutti i beni liberty presenti in Sicilia.
Un plauso particolare va alla presidente dell´associazione culturale " Libery bene Unesco ", l´avv. Francesca Corbino, che ha organizzato l´incontro e da diversi mesi si muove, con impegno meritorio, nella direzione del riconoscimento, da parte dell´Unesco, della tipicità dei beni liberty a Vittoria e in Sicilia, al fine della loro salvaguardia e della conseguente valorizzazione.
Girolamo Piparo
La conferenza, che il prof. Alfredo Campo ha tenuto ieri sera presso la sala Mandarà a Vittoria, su " Ricerca formale, estrosità e bellezza delle architetture liberty di Vittoria ", ha affascinato il pubblico presente per la chiarezza espositiva, per il pathos coinvolgente e per le curiosità storico-artistiche rese di pubblico dominio. E´ venuto così fuori che la Torre Eiffel non è altro che una guglia gotica realizzata con il ferro, così come la torretta angolare di tanti edifici liberty a Palermo, a Vittoria e a Ispica non significa altro che la trasposizione, in chiave modernista, delle torri arabo-normanne, con cui il palermitano Ernesto Basile ha dovuto fare i conti nel corso della sua formazione.
E che dire poi del miracolo in pietra dei festoni di fiori o, nel caso vittoriese, dei grappoli d´uva? In una città , la cui borghesia imprenditoriale si era arricchita grazie al vino cerasuolo ( l´antico " mesopotamium " coltivato tra i fiumi Dirillo e Ippari ), l´uva non poteva che farla da padrona, insieme alle mille figure di donna, il cui volto viene rappresentato nelle chiavi di volta sempre in maniera difforme.
E´ un patrimonio quello vittoriese, che va salvaguardato: molto è andato perduto, ma molto è rimasto di un´arte che è complessiva e globale, senza alcuna distinzione tra arti maggiori e arti minori o applicate, distinzione artificiosa purtroppo in parte ancora portata avanti. Un appello particolare va rivolto ai politici, responsabili del degrado o della conservazione dei beni culturali: si devono avvarere delle competenze degli esperti, non di " sperti ", per dirla in dialetto, cioè personaggi tuttofare, responsabili di tante malefattte.
E i collegamenti con Ispica ( Palazzo Bruno di Belmonte o Politeama Aurelio ), con Palazzolo, con Palermo ( ovviamente ) , ma anche con Milano e con Firenze, emergono prepotentemente nella discussione del prof. Alfredo Campo, che si appresta ora a pubblicare, anche grazie alle foto di Tony Barbagallo e Maurizio Cugnata, l´elenco definitivo di tutti i beni liberty presenti in Sicilia.
Un plauso particolare va alla presidente dell´associazione culturale " Libery bene Unesco ", l´avv. Francesca Corbino, che ha organizzato l´incontro e da diversi mesi si muove, con impegno meritorio, nella direzione del riconoscimento, da parte dell´Unesco, della tipicità dei beni liberty a Vittoria e in Sicilia, al fine della loro salvaguardia e della conseguente valorizzazione.
Girolamo Piparo