VITTORIA - PRESENTATO " SONO NATA BADALAMENTI ", ROMANZO BIOGRAFICO DI MARIA BADALAMENTI.

”Quando vado a Cinisi io guardo i mafiosi che girano con Lamborghini e Ferrari. Loro abbassano lo sguardo. Io no"...
Così conclude la presentazione del suo libro "Sono nata Badalamenti "Maria Badalamenti nella sala "E . Giudice " a Vittoria, dopo aver condiviso con la comunità scolastica e cittadina la dolorosa testimonianza sulla sua esperienza di vita. Maria è parente del famigerato boss della mafia Gaetano Badalamenti e figlia del fratello di "Don Tano" , Silvio Badalamenti, uomo onesto barbaramente assassinato dalla mafia quando Maria aveva 9 anni.
“Don Tano” per chi non lo conoscesse è quel Tano Seduto che Peppino Impastato denunciava dai microfoni di " Radio Aut ".
Maria insieme alla sorella e alla madre si trasferisce a Palermo in un mondo che guarda loro con disprezzo perché il nome evoca malaffare e criminalità : il pregiudizio del cognome.
Maria è stretta in una morsa inesorabile: quella del disprezzo.
Disprezzo da parte dei mafiosi perché figlia di un uomo onesto che ha fatto una scelta diversa, disprezzo d'altra parte della società "civile" perché il nome "pesa".
Questa donna sceglie la via del coraggio e della denuncia, della rivendicazione alla giustizia e alla dignità. Scelta che la porta in modo deciso e determinato a riappropriarsi del nome Badalamenti, la parte onesta, la parte dignitosa.
Nell'incontro avvenuto precedentemente con gli studenti dell 'I C "Giovanni XXIII- Colonna" , mediatrice la D.S. Vittoria Lombardo, tenutosi in mattinata, più volte si è avvertito un assordante silenzio: il messaggio è passato, forte e chiaro, la testimonianza di Maria Badalamenti ha attraversato menti e cuori dei ragazzi che hanno consapevolmente recepito.
Così conclude la presentazione del suo libro "Sono nata Badalamenti "Maria Badalamenti nella sala "E . Giudice " a Vittoria, dopo aver condiviso con la comunità scolastica e cittadina la dolorosa testimonianza sulla sua esperienza di vita. Maria è parente del famigerato boss della mafia Gaetano Badalamenti e figlia del fratello di "Don Tano" , Silvio Badalamenti, uomo onesto barbaramente assassinato dalla mafia quando Maria aveva 9 anni.
“Don Tano” per chi non lo conoscesse è quel Tano Seduto che Peppino Impastato denunciava dai microfoni di " Radio Aut ".
Maria insieme alla sorella e alla madre si trasferisce a Palermo in un mondo che guarda loro con disprezzo perché il nome evoca malaffare e criminalità : il pregiudizio del cognome.
Maria è stretta in una morsa inesorabile: quella del disprezzo.
Disprezzo da parte dei mafiosi perché figlia di un uomo onesto che ha fatto una scelta diversa, disprezzo d'altra parte della società "civile" perché il nome "pesa".
Questa donna sceglie la via del coraggio e della denuncia, della rivendicazione alla giustizia e alla dignità. Scelta che la porta in modo deciso e determinato a riappropriarsi del nome Badalamenti, la parte onesta, la parte dignitosa.
Nell'incontro avvenuto precedentemente con gli studenti dell 'I C "Giovanni XXIII- Colonna" , mediatrice la D.S. Vittoria Lombardo, tenutosi in mattinata, più volte si è avvertito un assordante silenzio: il messaggio è passato, forte e chiaro, la testimonianza di Maria Badalamenti ha attraversato menti e cuori dei ragazzi che hanno consapevolmente recepito.
Nel libro si legge la volontà di restituire dignità alla sua storia, ma c'è anche il grido di una donna che è voluta tornare in Sicilia e restarci, per viverci a testa alta, senza paura.
Peppe Guastella- Eco degli Iblei- Vittoria
Le foto sono di Manuela del Fabbro