VITTORIA - VENERDI´ 18 NOVEMBRE IL COMITATO PER IL NO ORGANIZZA UN DIBATTITO CON ASSENZA, POGLIESE, TRANCHIDA E COMISI.
A QUESTO REFERENDUM VOTIAMO NO
Perché questa Riforma Costituzionale è sostenuta dai poteri economico-finanziari ed è voluta da un Presidente
del Consiglio non eletto dal popolo e da un Parlamento eletto con una legge elettorale dichiarata Incostituzionale, con sentenza della corte costituzionale 1/2014 e giustamente denominata porcellum.
Perché non si lascerà alle Regioni la loro Autonomia, dato che con la riforma del Titolo V della Costituzione ogni atto legislativo, sia regionale che statale, dovrà adeguarsi alle Direttive europee. Ciò comporta che, insieme ad altri Statuti regionali, verrà annullato anche lo Statuto Speciale Siciliano.
Perché, triplicando il numero dalle firme necessarie per proporre Disegni di Legge di Iniziativa Popolare e portando da 500.000 ad 800.00 il numero delle firme per proporre Referendum, la possibilità di intervenire nelle questioni di ordine politico del Popolo Italiano viene gravemente compromessa.
Perché le tanto sbandierata novità sono soltanto mere parole e tutto quello che è presentato come una semplificazione dei procedimenti legislativi di fatto non fa altro che moltiplicarli, incrementando confusione ed incertezze.
Perché è assurdo che il popolo non possa eleggere i rappresentanti in Senato, dato che questa camera del parlamento manterrà la sua autorevolezza e svolgerà importanti funzioni, oltre al fatto che è falsa la volontà di superare il bicameralismo quando si mantiene la camera che si vuole annullare.
In fin dei conti non è difficile accorgersi di come questa riforma miri ad altro rispetto a ciò per cui la si pubblicizza. Per fare un esempio, è ovvio che se si vuole ridurre le spese, anziché mantenere un Senato di nominati, basterebbe annullarlo e ridurre i compensi della Camera rimanente, inoltre per velocizzare i procedimenti legislativi basterebbe che i rappresentanti in parlamento lavorassero cinque giorni a settimana anziché tre.
Perché questa Riforma Costituzionale è sostenuta dai poteri economico-finanziari ed è voluta da un Presidente
del Consiglio non eletto dal popolo e da un Parlamento eletto con una legge elettorale dichiarata Incostituzionale, con sentenza della corte costituzionale 1/2014 e giustamente denominata porcellum.
Perché non si lascerà alle Regioni la loro Autonomia, dato che con la riforma del Titolo V della Costituzione ogni atto legislativo, sia regionale che statale, dovrà adeguarsi alle Direttive europee. Ciò comporta che, insieme ad altri Statuti regionali, verrà annullato anche lo Statuto Speciale Siciliano.
Perché, triplicando il numero dalle firme necessarie per proporre Disegni di Legge di Iniziativa Popolare e portando da 500.000 ad 800.00 il numero delle firme per proporre Referendum, la possibilità di intervenire nelle questioni di ordine politico del Popolo Italiano viene gravemente compromessa.
Perché le tanto sbandierata novità sono soltanto mere parole e tutto quello che è presentato come una semplificazione dei procedimenti legislativi di fatto non fa altro che moltiplicarli, incrementando confusione ed incertezze.
Perché è assurdo che il popolo non possa eleggere i rappresentanti in Senato, dato che questa camera del parlamento manterrà la sua autorevolezza e svolgerà importanti funzioni, oltre al fatto che è falsa la volontà di superare il bicameralismo quando si mantiene la camera che si vuole annullare.
In fin dei conti non è difficile accorgersi di come questa riforma miri ad altro rispetto a ciò per cui la si pubblicizza. Per fare un esempio, è ovvio che se si vuole ridurre le spese, anziché mantenere un Senato di nominati, basterebbe annullarlo e ridurre i compensi della Camera rimanente, inoltre per velocizzare i procedimenti legislativi basterebbe che i rappresentanti in parlamento lavorassero cinque giorni a settimana anziché tre.