AGRIGENTO - OPERAZIONE " WATERLOO ": LA CITTA' MUORE DI SETE ( DA DECENNI ) E " GIRGENTI ACQUE "DISTRIBUISCE SOLDI AI POLITICI. 6 FERMI E INDAGINI SU D'ORSI ( EX PRESIDENTE PROVINCIA ) , MICCICHE' ( PRESIDENTE ARS), ON. SCOMA ED EX PREFETTO DIOMEDE.

La Procura di Agrigento, con l'ausilio delle forze dell'ordine, ha scoperchiato il vaso di Pandora legato a " GIRGENTI ACQUE", la SpA che gestisce l'erogazione idrica nella città dei Templi, città sempre più assetata, da decenni.
Nel corso dell'operazione " Waterloo " sono finiti agli arresti 8 esponenti del CdA della società e sono indagate figure di spicco della politica siciliana, dal presidente dell'ARS, Miccichè, a D'Orsi, ex presidente della provincia di Agrigento, al deputato Francesco Scoma all'ex prefetto di Agrigento Diomede. Naturalmente gli indagati negano ogni addebito.A Miccichè da " Girgenti acque " sarebbe arrivato in campagna elettorale un contributo di quasi 25.000 euro.
La Federconusmatori annuncia la costituzione di parte civile, mentre il Forum delle Acque chiede l'estensione delle indsgini. Ecco i comunicati delle due associazioni.
" Operazione Waterloo:_Federconsumatori valuta costituzione di parte civile nell'eventuale processo
L'inchiesta Waterloo, che ha portato al fermo di otto figure apicali della governance di Girgenti Acque, nonché a ben 84 indagati tra politici, imprenditori e funzionari pubblici, non fa altro che mettere finalmente nero su bianco la pessima gestione del servizio idrico in provincia di Agrigento.
Una serie di inefficienze e abusi che erano sotto gli occhi di tutti, che da anni i cittadini lamentavano e che ha portato Federconsumatori, dapprima, a insistere per la rescissione del contratto con l'ormai ex gestore, e, successivamente, ad attivarsi per sostenere il passaggio da una gestione privatizzata dell'acqua ad una gestione pubblica e partecipata della stessa, nonché, con il Forum siciliano dei movimenti per l'Acqua ed i Beni Comuni, ad evidenziare l'assenza di certificazione antimafia, della depurazione e il mancato rispetto di parti del contratto di gestione; non tralasciando l'assistenza individuale da anni fornita ai cittadini della provincia.
Ebbene, nel plaudire fermamente all'operato delle forze dell'ordine e della magistratura agrigentina e consapevoli che i fermati e gli arrestati ancora non hanno subito un giudizio, preannunciamo sin d'ora che valuteremo la costituzione di parte civile nel caso in cui dovesse avviarsi un processo: se le accuse dovessero essere confermate, gli utenti risulterebbero lesi non solo da un punto economico ma anche per quanto riguarda la propria salute, senza trascurare il danno ambientale. "
Angelo Pisano
Presidente Federconsumatori AgrigentO
Ecco il comunicato di Forum Acque
"Stop affari sull'Acqua e sui servizi pubblici locali. Dopo Agrigento si scoperchino tutte le pentole.
Quello che emergerebbe dalle dichiarazioni che hanno portato agli arresti di Marco Campione e dei vertici delle società da lui create per gestire il servizio idrico di Agrigento è inquietante solo per chi ha finto per molti anni di non sapere e non vedere.
Il Forum siciliano Acqua e Beni Comuni fin della gara con un unico concorrente, dalla aggiudicazione e sottoscrizione di un contratto la sera della vigilia di Natale, denuncia inascoltato tutte le storture e illegittimità di un affidamento e di una gestione malata, che ha visto il concorso di forze che avrebbero dovuto vigilare per il pubblico interesse anziché per favorire come parrebbe interessi privati illeciti; politici ad ogni livello, funzionari pubblici, servizi segreti, giornalisti. Non ci stupisce affatto il sistema di potere e di coperture istituzionali che vengono alla luce grazie allo straordinario lavoro della Procura, perché per anni abbiamo denunciato, inascoltati, che il gestore operasse in assenza di certificazione antimafia, (ma è indagato l'ex Prefetto), che il contratto di gestione non era rispettato in molte delle sue parti, (emblematico il segmento depurazione), che in provincia di Agrigento tutti sapessero che Girgenti Acque era un assumificio che non ha mai reso un servizio efficace, efficiente ed economico, ma al contrario ha causato un disastro ambientale e negato l'accesso al bene comune primario ad ampie fasce di popolazione.
Non dimentichiamo chi si è suicidato perché non aveva accesso all'acqua a causa di tariffe proibitive, non dimentichiamo che tutte le nostre pubbliche denunce e le sollecitazioni alla Regione, ai Commissari ad acta dell'ATO idrico, alle forze politiche, per troppi anni sono cadute nel vuoto. Quello che abbiamo sempre chiesto era, ed è, che la politica è la buona amministrazione arrivino prima della magistratura, alla quale va il nostro apprezzamento per avere scoperchiato una delle tante pentole che a nostro parere ribollono ancora, con il loro mefitico contenuto di compromissioni ed illegalità.
Le affinità tra il caso Agrigento e le altre privatizzazioni dell'acqua in Sicilia sono anche quelle sotto gli occhi di tutti, Caltanissetta, Enna, un gestore del sovrambito, Siciliacque della multinazionale francese Veolia per il 75%, sulle quali pare che nessuno voglia appuntare l'attenzione.
Quello che auspichiamo per Agrigento è che si costituisca quanto prima l'azienda speciale consortile quale gestore pubblico, come deliberato da tempo dai sindaci, che l'azienda sia gestita attraverso meccanismi di partecipazione e controllo democratico e non solo politico; un concorso pubblico europeo per individuare per merito e capacità il direttore dell'azienda sarebbe ad esempio un bel segnale. Quello che auspichiamo per tutti gli altri ambiti siciliani è che si scelga velocemente la stessa strada dell'ATI di Agrigento; gestioni interamente pubbliche e partecipative, sotto l'effettivo controllo democratico. Quello che auspichiamo per la politica regionale è un sussulto di dignità; si risolva il contratto con Siciliacque, si rispetti la legge 19/2015 vigente che recita che sull'acqua non si può fare profitto, si assuma la responsabilità di utilizzare i fondi pubblici della programmazione EU 2021~27 e del PNRR a favore dei territori e delle collettività, per sanare il disastro di questi anni di disamministrazione e privatizzazione.
Vale per l'acqua, vale per i rifiuti, vale per l'energia. Stop affari, troppo spesso sporchi a beneficio di pochi, la Sicilia merita un futuro sostenibile e partecipativo. Si scrive acqua e beni comuni, si legge Democrazia. Non ci stancheremo mai di ripeterlo. "
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Quello che emergerebbe dalle dichiarazioni che hanno portato agli arresti di Marco Campione e dei vertici delle società da lui create per gestire il servizio idrico di Agrigento è inquietante solo per chi ha finto per molti anni di non sapere e non vedere.
Il Forum siciliano Acqua e Beni Comuni fin della gara con un unico concorrente, dalla aggiudicazione e sottoscrizione di un contratto la sera della vigilia di Natale, denuncia inascoltato tutte le storture e illegittimità di un affidamento e di una gestione malata, che ha visto il concorso di forze che avrebbero dovuto vigilare per il pubblico interesse anziché per favorire come parrebbe interessi privati illeciti; politici ad ogni livello, funzionari pubblici, servizi segreti, giornalisti. Non ci stupisce affatto il sistema di potere e di coperture istituzionali che vengono alla luce grazie allo straordinario lavoro della Procura, perché per anni abbiamo denunciato, inascoltati, che il gestore operasse in assenza di certificazione antimafia, (ma è indagato l'ex Prefetto), che il contratto di gestione non era rispettato in molte delle sue parti, (emblematico il segmento depurazione), che in provincia di Agrigento tutti sapessero che Girgenti Acque era un assumificio che non ha mai reso un servizio efficace, efficiente ed economico, ma al contrario ha causato un disastro ambientale e negato l'accesso al bene comune primario ad ampie fasce di popolazione.
Non dimentichiamo chi si è suicidato perché non aveva accesso all'acqua a causa di tariffe proibitive, non dimentichiamo che tutte le nostre pubbliche denunce e le sollecitazioni alla Regione, ai Commissari ad acta dell'ATO idrico, alle forze politiche, per troppi anni sono cadute nel vuoto. Quello che abbiamo sempre chiesto era, ed è, che la politica è la buona amministrazione arrivino prima della magistratura, alla quale va il nostro apprezzamento per avere scoperchiato una delle tante pentole che a nostro parere ribollono ancora, con il loro mefitico contenuto di compromissioni ed illegalità.
Le affinità tra il caso Agrigento e le altre privatizzazioni dell'acqua in Sicilia sono anche quelle sotto gli occhi di tutti, Caltanissetta, Enna, un gestore del sovrambito, Siciliacque della multinazionale francese Veolia per il 75%, sulle quali pare che nessuno voglia appuntare l'attenzione.
Quello che auspichiamo per Agrigento è che si costituisca quanto prima l'azienda speciale consortile quale gestore pubblico, come deliberato da tempo dai sindaci, che l'azienda sia gestita attraverso meccanismi di partecipazione e controllo democratico e non solo politico; un concorso pubblico europeo per individuare per merito e capacità il direttore dell'azienda sarebbe ad esempio un bel segnale. Quello che auspichiamo per tutti gli altri ambiti siciliani è che si scelga velocemente la stessa strada dell'ATI di Agrigento; gestioni interamente pubbliche e partecipative, sotto l'effettivo controllo democratico. Quello che auspichiamo per la politica regionale è un sussulto di dignità; si risolva il contratto con Siciliacque, si rispetti la legge 19/2015 vigente che recita che sull'acqua non si può fare profitto, si assuma la responsabilità di utilizzare i fondi pubblici della programmazione EU 2021~27 e del PNRR a favore dei territori e delle collettività, per sanare il disastro di questi anni di disamministrazione e privatizzazione.
Vale per l'acqua, vale per i rifiuti, vale per l'energia. Stop affari, troppo spesso sporchi a beneficio di pochi, la Sicilia merita un futuro sostenibile e partecipativo. Si scrive acqua e beni comuni, si legge Democrazia. Non ci stancheremo mai di ripeterlo. "
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