BYE BYE DI MAIO, BYE BYE RENZI, BYE BYE CASELLATI: LA FESTA E' FINITA !
Mario Draghi ha ripresentato le dimissioni e il presidente Mattarella lo ha confermato solo per gli affari correnti: si tratta del primo passo verso le elezioni anticipate, che si dovrebbero svolgere il prossimo 18 settembre o il 2 ottobre. Avremo, quindi, un'estate infuocata dal punto di vista politico, con mesi di campagna elettorale: in Sicilia il tutto si incendia con le elezioni regionali di autunno.
Mario Draghi non ha completato il suo disegno, legato ai poteri forti (da Bildelberg a " Golden Sachs" e ai magnati bancari del mondo): è riuscito a smantellare gran parte delle riforme attuate da Conte, è riuscito a portare alle stelle il prezzo dei carburanti, ha scatenato l'ira di ben 40.000 tassisti, ha spinto l'inflazione, ha impoverito gli Italiani, memore dell'azione svolta quando era al vertice della BCE e ha immiserito la Grecia per farle pagare i debiti contratti con banche francesi e tedesche. Eppure non è riuscito a fare con l'Italia quello che ha fatto con la Grecia.
Senza essere eletto dai cittadini, si è intromesso nelle vicende interne dei partiti, felpatamente: dietro la scissione di Di Maio, incompetente ministro degli Esteri, molti osservatori vedono la " manina " di Draghi e di Mattarella, mentre la sua caduta ha spaccato anche " Forza Italia " con la fuoriuscita dell'ala ministeriale di Gelmini e di Brunetta.
Ora si va alle elezioni anticipate: non è un dramma, visto che in momenti di grande crisi internazionale ed economica Germania e Francia hanno regolarmente in questi mesi proceduto ad elezioni, mentre il premier inglese è stato mandato a casa.
Il probabile scioglimento delle Camere, che Mattarella dovrebbe attuare, porta anche elementi di chiarezza e di grande positività. Ci dovremmo liberare di personaggi, che hanno tradito e che, con percentuali da prefisso telefonico, vogliono dettare legge. Ci riferiamo a Renzi, che nonostante i problemi giudiziari relativi a lui, alla sua famiglia e alla sua cerchia politica, ha fatto cadere il Conte 2 e, dall'alto del suo 2%, tutte le sere pontifica su tutti i canali TV e propone scelte politiche. Ci riferiamo a Di Maio, che ha distrutto il M5S per restare attaccato alla poltrona e, con il suo 1% scarso, non riuscirà più a rientrare in Parlamento o a fare rieleggere i vari scappati dal movimento ( " in primis " la ex ministro Azzolina ). E che dire, poi, della presidente del Senato, Casellati, rimasta inchiodata alla poltrona nonostante lo scandalo dei voli utilizzati pare in modo improprio? La Casellati, trra l'altro, è la stessa che aveva sostenuto Berlusconi in tutte le sue vicende giudiziarie, anche di matrice boccaccesca.
Ci auguriamo che gli elettori saranno così intelligenti da liberarci, con il voto, di questi personaggi e di eliminare tutti quei " pidocchi " politici, che inquinano la politica e impediscono maggioranze parlamentari chiare.
Certo il rischio del salto della quaglia e di ritrovarsi sempre le stesse facce in Parlamento esiste: basti pensare a Beatrice Lorenzin e a Ferdinando Casini, che dalla destra sono resuscitati sotto le ali di Marx e di Gramsci, grazie al PD. C'è il rischio che i vari Di Maio e Renzi tenteranno la stessa strada.
Una considerazioe su questo partito va fatta, ovviamente. Le dimissioni di Draghi sono anche una sconfitta per Enrico Letta, che ha fatto del PD un partito irriconoscibile, votato solo da un certo ceto medio secondo le analisi sociologiche, un partito guerrafondaio, una formazione politica draghiana di ferro. Il PD è il grande equivoco della politica italiana: lo voti e non sai che fine fa il tuo voto. E' un partito certamente sempre e comunque con vocazione di occupazione del potere, a Roma come a Bruxelles. Già, perché il PD ha fatto suo il motto di un illustre ex dirigente siciliano, Vladimiro Crisafulli di Enna, che sosteneva che lui sarebbe stato sempre e comunque eletto, " con il voto o pure con il sorteggio ". Nella storia politica recente il PD è uscito sconfitto più volte dalle urne, ma si è abbarbicato lo stesso al potere e al governo: dopo le ultime elezioni il M5S ha raggiunto il 33%, il PD è uscito bastonato e il M5S lo ha portato al governo.
Bene, ormai si va alle urne: buon voto a tutti e, soprattutto, occhio ai trasformisti, che vogliono conservare la poltrona!
Girolamo Piparo
21 luglio 2022