COMISO - IL DISEGNO D´ARTE DAL XVII AL XX SECOLO: UNA MOSTRA DI DISEGNI ANTICHI DAL 4 MARZO ALLA " PRO LOCO ".





Chi non ricorda, ripercorrendo nella memoria le pagine della letteratura latina, le figure di Tito Pomponio Attico o di Gaio Cilnio Mecenate? Vissuti negli anni tumultuosi tra la Repubblica e l´Impero, i due riuscirono a creare dei circoli letterari di fama sempiterna e a raccogliere un patrimonio di opere d´arte di valore inestimabile, tra i primi nella storia della civiltà umana. Si può certo affermare che sono stati gli antesignani di quella illustre categoria di persone che continua con gli umanisti Poggio Bracciolini e Leonardo Bruno, con Cosimo il Vecchio e Lorenzo dei Medici, con i cardinali Scipione Borghese e Pietro Aldobrandini, fino ad arrivare al nostro tempo con la famiglia Guggenheim e, fatte le dovute differenze, con Emanuele Agnello, viaggiatore comisano trapiantato a Roma.
Parliamo dei collezionisti di opere d´arte, una genìa di personaggi senza i quali non avremmo l´opportunità di ammirare capolavori artistici, che non sarebbero stati sicuramente prodotti ( senza la dovuta committenza ) e non sarebbero pervenuti a noi, senza il collezionista, che li ha acquisiti, conservati e offerti alla gioia dei sensi dello spettatore.
Emanuele Agnello, ragusano per nascita, di madre comisana ( che gli impose il secondo nome di Biagio in onore al Santo Protettore di Comiso ), diplomato presso lo storico Istituto d´Arte " Fiume ", con studi in Architettura e in Scenografia, è sicuramente un collezionista, che nobilita la lunga tradizione di operatori, che affondano le loro origini nel mondo greco-romano, proprio quello di Pomponio o di Mecenate. La lunga attività di scenografo e di decoratore ( ha lavorato per i De Filippo, per Luca Ronconi o per Mauro Bolognini o per Carlo Verdone o per Lina Werttmuller , oltre che come realizzatore di " trompe l´oeil " in numerose residenze private a Roma, Il Cairo, Ginevra e Parigi ) lo ha portato a entrare in contatto con diverse famiglie gentilizie romane ( dai Pallavicini ai Barberini ad esempio ) e con varie case d´aste, acquisendo competenze nel panorama della produzione di disegni e sanguigne dal 1600 in poi.
E´ così che " il piacere della conoscenza e della scoperta del disegna antico " ha spinto il nostro Emanuele - come confessa lui stesso - a collezionare opere della cultura figurativa europea dal XVII al XX secolo. Si tratta di tante opere, di tanti disegni " acquerellati a soggetto vedutistico, architettonico e figurativo ", che Emanuele Agnello presenta a Comiso, a partire dal prossimo 4 marzo e fino al 15 dello stesso mese, presso i locali della " Pro loco ", in via Di Vita.
I vecchi docenti del " Fiume " invitavano gli allievi, durante le ore di disegno, ad agire " di bella mano ", parafrasando Giorgio Vasari, il grande aretino, che ne " Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti " alludeva alla pittura " a fresco " e al disegno eseguiti con " una mano destra, risoluta e veloce ", come ricorda lo stesso Agnello.
E non è, allora, un caso il fatto che la mostra di disegni antichi, che aprirà i battenti il prossimo 4 marzo, prende il titolo vasariano " Di bellamano ", con un chiaro omaggio al principe degli storici dell´arte, artista egli stesso.
Le opere presentate nella mostra, una quarantina, sono frutto di viaggi a Ginevra, in Francia o in Italia, alla ricerca di quanto di meglio il mercato antiquario e le case d´arte soso state e sono in grado di offrire all´intenditore. Rappresentano, quindi, esse stesse un viaggio, quello attraverso i tipi di carta ( da quella filigranata a quella vergata o alla carta da musica o alla carta vergellata ) o i vari timbri dei collezionisti, che nel retro del disegno attestano l´antica proprietà e, spesse volte, i vari passaggi di mano in mano o di paese in paese.
E attraverso i disegni, come avviene sempre nelle mostre d´arte, scorre la storia d´ Italia e d´Europa: come nel caso della famiglia Galli da Bibbiena, del cui capostipite Ferdinando viene presentata un´opera, o del grande Filippo Juvara o Juvarra, che, diventato uomo di Chiesa, conobbe a Messina Vittorio Emanuele II di Savoia e si trasferì a Torino.
Grande attenzione, nella mostra, viene riservata a diversi pittori francesi o di formazione francese, come il ginevrino Jean Etienne Liotard, Jean Honorè Fragonard ( originario della cittadina di Grasse, famosa per le essenze dei profumi, come lo " Chanel 5" ), o Jean Charles Delafosse, tutti artisti del XVIII secolo. In particolare di Liotard viene riecheggiata la famosa tela de " La cioccolataia ", conservata a Dresda, in un disegno di Joseph Caraud, " La servante à la soupière ".
E´ naturale osservare, a questo punto del discorso, il fatto che molti disegni, eseguiti da pittori, scenografi o architetti, erano per lo più propedeutici alla realizzazione di dipinti o di quinte teatrali o di opere architettoniche.
" De hoc satis ", direbbero gli antichi. Ci auguriamo di essere riusciti a stuzzicare la curiosità e l´interesse intellettuale dei nostri lettori: la visione delle opere in mostra certamente varrà la pena di una visita e di un tuffo nel disegno dei 5 secoli che ci hanno preceduto.
Girolamo Piparo
Nelle foto:
1) locandina mostra
2) Figura con cappello. Disegno di scuola italiana o francese. Matita su carta da musica. Inizio XX secolo. 1920 "c a."
3)Ponte Milvio Roma. Disegno di scuola francese.Sanguigna con annotazione scritta a sinistra .Ponte Emilio detto Ponte Molle. Attr. alla scuola di JEAN ANDRE FRAGONARD.Metà XVIII secolo. 1760 "ca." 4) Scena di un paesaggio urbano. Disegno di scuola italiana. Penna e inchiostro grigio acquerellato su carta vergata. Attr. a FABRIZIO GALLIARI. Fine XVII secolo. 1770" c a.
5) "Spaccato Architettonico. Disegno di scuola Francese.Penna e inchiostro bruno acquerellato su carta filigranata. Primo XVIII secolo. 1740 "c a."
6) Emanuele Agnello
Parliamo dei collezionisti di opere d´arte, una genìa di personaggi senza i quali non avremmo l´opportunità di ammirare capolavori artistici, che non sarebbero stati sicuramente prodotti ( senza la dovuta committenza ) e non sarebbero pervenuti a noi, senza il collezionista, che li ha acquisiti, conservati e offerti alla gioia dei sensi dello spettatore.
Emanuele Agnello, ragusano per nascita, di madre comisana ( che gli impose il secondo nome di Biagio in onore al Santo Protettore di Comiso ), diplomato presso lo storico Istituto d´Arte " Fiume ", con studi in Architettura e in Scenografia, è sicuramente un collezionista, che nobilita la lunga tradizione di operatori, che affondano le loro origini nel mondo greco-romano, proprio quello di Pomponio o di Mecenate. La lunga attività di scenografo e di decoratore ( ha lavorato per i De Filippo, per Luca Ronconi o per Mauro Bolognini o per Carlo Verdone o per Lina Werttmuller , oltre che come realizzatore di " trompe l´oeil " in numerose residenze private a Roma, Il Cairo, Ginevra e Parigi ) lo ha portato a entrare in contatto con diverse famiglie gentilizie romane ( dai Pallavicini ai Barberini ad esempio ) e con varie case d´aste, acquisendo competenze nel panorama della produzione di disegni e sanguigne dal 1600 in poi.
E´ così che " il piacere della conoscenza e della scoperta del disegna antico " ha spinto il nostro Emanuele - come confessa lui stesso - a collezionare opere della cultura figurativa europea dal XVII al XX secolo. Si tratta di tante opere, di tanti disegni " acquerellati a soggetto vedutistico, architettonico e figurativo ", che Emanuele Agnello presenta a Comiso, a partire dal prossimo 4 marzo e fino al 15 dello stesso mese, presso i locali della " Pro loco ", in via Di Vita.
I vecchi docenti del " Fiume " invitavano gli allievi, durante le ore di disegno, ad agire " di bella mano ", parafrasando Giorgio Vasari, il grande aretino, che ne " Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti " alludeva alla pittura " a fresco " e al disegno eseguiti con " una mano destra, risoluta e veloce ", come ricorda lo stesso Agnello.
E non è, allora, un caso il fatto che la mostra di disegni antichi, che aprirà i battenti il prossimo 4 marzo, prende il titolo vasariano " Di bellamano ", con un chiaro omaggio al principe degli storici dell´arte, artista egli stesso.
Le opere presentate nella mostra, una quarantina, sono frutto di viaggi a Ginevra, in Francia o in Italia, alla ricerca di quanto di meglio il mercato antiquario e le case d´arte soso state e sono in grado di offrire all´intenditore. Rappresentano, quindi, esse stesse un viaggio, quello attraverso i tipi di carta ( da quella filigranata a quella vergata o alla carta da musica o alla carta vergellata ) o i vari timbri dei collezionisti, che nel retro del disegno attestano l´antica proprietà e, spesse volte, i vari passaggi di mano in mano o di paese in paese.
E attraverso i disegni, come avviene sempre nelle mostre d´arte, scorre la storia d´ Italia e d´Europa: come nel caso della famiglia Galli da Bibbiena, del cui capostipite Ferdinando viene presentata un´opera, o del grande Filippo Juvara o Juvarra, che, diventato uomo di Chiesa, conobbe a Messina Vittorio Emanuele II di Savoia e si trasferì a Torino.
Grande attenzione, nella mostra, viene riservata a diversi pittori francesi o di formazione francese, come il ginevrino Jean Etienne Liotard, Jean Honorè Fragonard ( originario della cittadina di Grasse, famosa per le essenze dei profumi, come lo " Chanel 5" ), o Jean Charles Delafosse, tutti artisti del XVIII secolo. In particolare di Liotard viene riecheggiata la famosa tela de " La cioccolataia ", conservata a Dresda, in un disegno di Joseph Caraud, " La servante à la soupière ".
E´ naturale osservare, a questo punto del discorso, il fatto che molti disegni, eseguiti da pittori, scenografi o architetti, erano per lo più propedeutici alla realizzazione di dipinti o di quinte teatrali o di opere architettoniche.
" De hoc satis ", direbbero gli antichi. Ci auguriamo di essere riusciti a stuzzicare la curiosità e l´interesse intellettuale dei nostri lettori: la visione delle opere in mostra certamente varrà la pena di una visita e di un tuffo nel disegno dei 5 secoli che ci hanno preceduto.
Girolamo Piparo
Nelle foto:
1) locandina mostra
2) Figura con cappello. Disegno di scuola italiana o francese. Matita su carta da musica. Inizio XX secolo. 1920 "c a."
3)Ponte Milvio Roma. Disegno di scuola francese.Sanguigna con annotazione scritta a sinistra .Ponte Emilio detto Ponte Molle. Attr. alla scuola di JEAN ANDRE FRAGONARD.Metà XVIII secolo. 1760 "ca." 4) Scena di un paesaggio urbano. Disegno di scuola italiana. Penna e inchiostro grigio acquerellato su carta vergata. Attr. a FABRIZIO GALLIARI. Fine XVII secolo. 1770" c a.
5) "Spaccato Architettonico. Disegno di scuola Francese.Penna e inchiostro bruno acquerellato su carta filigranata. Primo XVIII secolo. 1740 "c a."
6) Emanuele Agnello