COMISO - LO SCULTORE LUIGI GALOFARO DONA DUE OPERE, CHE VENGONO ALLOCATE ALL´INTERNO DI EDIFICI PUBBLICI



L’Arte trova il suo spazio.
Collocate due opere dello scultore Luigi Galofaro.
Dissonanza verticale, scultura del maestro Luigi Galofaro, è stata installata all’interno del Palazzo Comunale di Comiso il 17 dicembre 2015. L’opera, del ’91, venne esposta per la prima volta nel 1996 in p.zza San Biagio, in occasione della collettiva dei maestri V. Balcone, G. A. Elia e M. Licata, curata da S. Schembari La virtù è ordinato amore, con testo in catalogo di A. Cottonaro. Galofaro decise in quell’occasione di fare dono alla propria città dell’opera che, dopo alcuni mesi, venne definitivamente installata prezzo le villette del quartiere “Grazia”. Più volte deturpata da vandali, circa sei mesi fa venne quasi completamente distrutta. Invitato dal Dirigente dell’Ufficio Tecnico del Comune, Ing. N. Micieli, lo scultore ha accettato di restaurare l’opera all’unica condizione che non venisse più esposta all’aperto. Anche la scultura Strutturatensiva, donata al Comune e collata per circa tredici anni in P.zza “Delle Erbe”, era stata deturpata. Restaurata e rivisitata dall’autore nelle superfici è ora collocata nell’androne dell’ Ufficio Tecnico del Comune, prezzo l’ex Manifattura Tabacchi, in p.zza K. Marx.
Dissonanza verticale è un’opera modulare in ferro ed acciaio (cm 1,90X45X35). Le superfici lucidate a specchio contrastano con quelle rugose del ferro creando dissonante verticalità interrotta obliquamente da triangoli – schegge che le danno dinamicità, la percorrono e quasi la dividono.
La dinamicità di Strutturatensiva (opera del ’95 1,70X95x30) gioca sui triangoli che la compongono e sembrano dilatarsi generando una forza tensiva che crea volume. Ancora una volta l’artista ha cercato e sapientemente ottenuto il contrasto dei piani. Il gioco dei pieni e dei vuoti è sottolineato dalla ricerca delle superfici che arricchisce la materia di colore.
Le sculture del Maestro Galofaro, astratte e quindi fuori da ogni riferimento con la realtà, si inseriscono perfettamente nell’ambiente armonizzandolo ed arricchendolo. Nascono dai moti interiori dell’artista che inventano dinamicità in potenza, senza invadere in atto lo spazio, cercando l’infinito in una stasi di movimento.
Marta Galofaro
Le ultime due foto sono di Giovanni D´Avola
Collocate due opere dello scultore Luigi Galofaro.
Dissonanza verticale, scultura del maestro Luigi Galofaro, è stata installata all’interno del Palazzo Comunale di Comiso il 17 dicembre 2015. L’opera, del ’91, venne esposta per la prima volta nel 1996 in p.zza San Biagio, in occasione della collettiva dei maestri V. Balcone, G. A. Elia e M. Licata, curata da S. Schembari La virtù è ordinato amore, con testo in catalogo di A. Cottonaro. Galofaro decise in quell’occasione di fare dono alla propria città dell’opera che, dopo alcuni mesi, venne definitivamente installata prezzo le villette del quartiere “Grazia”. Più volte deturpata da vandali, circa sei mesi fa venne quasi completamente distrutta. Invitato dal Dirigente dell’Ufficio Tecnico del Comune, Ing. N. Micieli, lo scultore ha accettato di restaurare l’opera all’unica condizione che non venisse più esposta all’aperto. Anche la scultura Strutturatensiva, donata al Comune e collata per circa tredici anni in P.zza “Delle Erbe”, era stata deturpata. Restaurata e rivisitata dall’autore nelle superfici è ora collocata nell’androne dell’ Ufficio Tecnico del Comune, prezzo l’ex Manifattura Tabacchi, in p.zza K. Marx.
Dissonanza verticale è un’opera modulare in ferro ed acciaio (cm 1,90X45X35). Le superfici lucidate a specchio contrastano con quelle rugose del ferro creando dissonante verticalità interrotta obliquamente da triangoli – schegge che le danno dinamicità, la percorrono e quasi la dividono.
La dinamicità di Strutturatensiva (opera del ’95 1,70X95x30) gioca sui triangoli che la compongono e sembrano dilatarsi generando una forza tensiva che crea volume. Ancora una volta l’artista ha cercato e sapientemente ottenuto il contrasto dei piani. Il gioco dei pieni e dei vuoti è sottolineato dalla ricerca delle superfici che arricchisce la materia di colore.
Le sculture del Maestro Galofaro, astratte e quindi fuori da ogni riferimento con la realtà, si inseriscono perfettamente nell’ambiente armonizzandolo ed arricchendolo. Nascono dai moti interiori dell’artista che inventano dinamicità in potenza, senza invadere in atto lo spazio, cercando l’infinito in una stasi di movimento.
Marta Galofaro
Le ultime due foto sono di Giovanni D´Avola