CURIOSITA´ - LE TRASPOSIZIONI DI CONSONANTI O VOCALI NEL DIALETTO: «´A CRAPA» E «´U SBINNONNU»? NON SONO ERRORI MA SOLO METÀTESI ! ECCO LA SPIEGAZIONE DI GIANLUCA VINDIGNI
Ogniqualvolta un siciliano sente dire ad altri compaesani parole come «crapa» o «sbinnonnu», potrebbe comprensibilmente credersi in errore o pensare addirittura «mamma che ignoranza»! In realtà non è affatto questione di ignoranza, e vi spiego perché. Esiste infatti un processo linguistico che consiste nell´inversione di posto tra alcune consonanti o vocali ad interno di parola, il quale prende il nome di metàtesi (o «transmutatio» in latino), che letteralmente significa "trasposizione". Le metàtesi sono frequentissime nella lingua siciliana, ma non mancano esempi anche nella lingua italiana: è il caso di "fradicio" che deriva dall´aggettivo latino "fracidus, a, um", nel quale, come si può evincere, la dentale sonora «d» viene portata indietro cambiandosi di posto con la velare sorda «c», cosicché: fraci-d-u(m) > fra-d-icio. In siciliano, come nella maggior parte dei dialetti centro-meridionali, le metàtesi ricorrono dappertutto, anche come divergenze linguistiche tra provincia e provincia, o addirittura come differenze locali tra paesi vicini in una medesima provincia. Vediamone alcuni esempi:
METÀTESI DELLA LIQUIDA «R»
La metatesi della liquida «r» è la più diffusa nella lingua siciliana, e si possono distinguere innumerevoli sostantivi e verbi che subiscono questo processo linguistico.
Sostantivi:
c r a p a < capra
s t r a n u t u < starnuto
c r a v u n i (prov. di Ragusa etc.) < carbone
f r o v i c e (Mirabella Imbaccari) < forbice
f r è v i < febris (latino; “la febbre”)
t r o n u < tonitrum (latino; “il tuono”)
p a l o r a < parola
m a n n i r a < mandria
d i s t r u b b u < disturbo
s c r a v a g g h i u < scarafaggio
r a s t a < gastra (latino; “il vaso”); si ha dapprima la metàtesi della liquida «r», gastra > grasta, e poi la caduta per afèresi della velare sonora «g», grasta > rasta. Va notato che in siciliano tutti i termini inizianti per digramma «gr» perdono la velare iniziale per afèresi: grotta > r u t t a, grazia > r a z i a, grandine > r a n n u l i, grosso > r u o s s u, grattare > r a t t a r i, etc.
a p p i e r s u (avverbio; prov. di Ragusa) < appresso; altrove è attestata la più comune voce “appressu”, che sussite con minore frequenza anche nel ragusano, con la consueta metafonèsi, nella voce a p p r i e s s u;
Verbi:
s t r a n u t a r i < starnutare
´n t r u c c i n i a r i < intorcinare
s c r ò p i r i (vedere) < scoprire (con la vista); diffuso nel ragusano
p r ò i r i < porgere; in questo verbo si ha dapprima la metàtesi della liquida «r», porgere > progere, e poi la sincope (caduta) della velare intervocalica «g», progere > proiri. In siciliano, infatti, cadono quasi sempre per sincope le velari sonore «g» intervocalice (anche doppie), come si può evincere da: regalo > r i a l u, pregare > p r i a r i, Ragusa > R a u s a, figura > f i u r a, friggere > f r i i r i, appoggiare > a p p u i a r i, etc.
r à p i r i < aprire; va notato che quasi tutti i verbi siciliani, tranne quelli di prima coniugazione in -are, ritraggono l´accento indietro secondo la legge della baritonèsi - ex. gr. sentìre > s è n t i r i, offrìre > ò f f r i r i, partìre > p à r t i r i, vedère > v ì r i r i, cadère > c à r i r i, etc. - per cui da aprìre > r à p i r i, con baritonesi oltreché metàtesi.
ALTRI CASI DI METÀTESI CONSONANTICHE
Al di là di quelle con la liquida «r» che sono più diffuse, sussistono nel siciliano anche metàtesi di consonanti differenti, come per esempio:
s b i n n o n n u < bisnonno
v i e g n u < vengo
t i e g n u < tengo
´g n e g n u < ingegno
´g n i s s a r i < ingessare;
Va precisato che la metàtesi del gruppo consonantico «ng» che muta in «gn», o viceversa, è diffusa non nella sola Sicilia bensì in quasi tutti i dialetti centro-meridionali. Basti pensare al romanesco: mangiare > m a g n a r e, piangere > p i a g n e r e, spingere > s p i g n e r e, stringere > s t r i g n e r e, spegnere > s p e n g e r e, etc. Non mancano tuttavia casi simili anche all´interno del dialetto siciliano stesso; è quello che accade nella provincia di Ragusa, dove la variante più diffusa del verbo "inaugurare", che quasi ovunque nell´isola è detto ´n c i g n a r i, diviene ´n c i n g a r i.
Sussistono anche altri casi di metàtesi consonantiche che sono indice di differenza nel parlato tra provincia e provincia. È, ad esempio, il caso di:
c h i r i c o p a ("albicocche"; prov. di Ragusa etc.) > p [i] r i c o c a (prov. di Catania etc.)
c u f u n i ("barbecue"; prov. di Ragusa etc.) > f u c u n i (prov. di Catania etc.); la lezione consigliata sarebbe f u c u n i, in quanto derivato dal latino «focus», "il fuoco", nel senso di "grande fuoco"
s c r u p p i d d u ("fuscello", "individuo mingherlino"; prov. di Ragusa) > s c u r p i d d u (prov. di Catania etc.);
Isolati casi, invece, sono rappresentati dai nomi "televisione" e "cinema", che nello stretto parlato catanese divengono rispettivamente t e v i l i s i o n i e c i m e n a, quando altrove sono pronunciati senza alcuna variante linguistica.
METÀTESI VOCALICHE
Seppur in misura minore, non mancano casi di metàtesi vocaliche nella lingua siciliana che, tuttavia, sono indice di differenze linguistiche tra provincia e provincia, e non nel passaggio dall´italiano al siciliano. Eccone alcuni esempi:
c a u s e t t a ("calza"; prov. di Ragusa) > c u a s e t t a (prov. di Catania etc.)
c a u r i a r i ("riscaldare"; prov. di Ragusa) > c u a r i a ri (prov. di Catania etc.)
m i n z u g n a r u ("bugiardo"; prov. di Ragusa) > m u n z i g n a r u (prov. di Catania etc.)
g h i e b b a ("cisterna di campagna"; prov. di Ragusa) > gebbia (prov. di Catania etc.)
p a c i e n z a ("pazienza"; prov. di Ragusa etc.) > p a c e n z i a (prov. di Catania etc.)
´a u r i e n z a ("ascolto, attenzione"; prov. di Ragusa) > ´d e n z i a (prov. di Catania etc.); utilizzato solo nell´espressione «dari ´a urienza», lett. "dare l´ascolto", quando si cerca l´attenzione di qualcuno. Questa voce, assieme alla precedente p a c e n z i a, è attestata nell´alto catanese in città come Fiumefreddo di Sicilia o Randazzo.
Quest´oggi ho voluto giocare un po´ con le metàtesi presenti nel siciliano, per evidenziare che non vi è alcun errore linguistico in qualsivoglia parola dialettale che a primo acchito possa apparire astrusa o morfologicamente errata agli occhi dei parlanti. Non vergognatevi della vostra lingua né di parlarla, perché rinnegare le proprie origini dialettali, e la nobiltà che in esse vi si cela, è il primo passo verso l´ignoranza. Spero, come sempre, di aver solleticato il vostro interesse. Alla prossima!
Gianluca Vindigni
METÀTESI DELLA LIQUIDA «R»
La metatesi della liquida «r» è la più diffusa nella lingua siciliana, e si possono distinguere innumerevoli sostantivi e verbi che subiscono questo processo linguistico.
Sostantivi:
c r a p a < capra
s t r a n u t u < starnuto
c r a v u n i (prov. di Ragusa etc.) < carbone
f r o v i c e (Mirabella Imbaccari) < forbice
f r è v i < febris (latino; “la febbre”)
t r o n u < tonitrum (latino; “il tuono”)
p a l o r a < parola
m a n n i r a < mandria
d i s t r u b b u < disturbo
s c r a v a g g h i u < scarafaggio
r a s t a < gastra (latino; “il vaso”); si ha dapprima la metàtesi della liquida «r», gastra > grasta, e poi la caduta per afèresi della velare sonora «g», grasta > rasta. Va notato che in siciliano tutti i termini inizianti per digramma «gr» perdono la velare iniziale per afèresi: grotta > r u t t a, grazia > r a z i a, grandine > r a n n u l i, grosso > r u o s s u, grattare > r a t t a r i, etc.
a p p i e r s u (avverbio; prov. di Ragusa) < appresso; altrove è attestata la più comune voce “appressu”, che sussite con minore frequenza anche nel ragusano, con la consueta metafonèsi, nella voce a p p r i e s s u;
Verbi:
s t r a n u t a r i < starnutare
´n t r u c c i n i a r i < intorcinare
s c r ò p i r i (vedere) < scoprire (con la vista); diffuso nel ragusano
p r ò i r i < porgere; in questo verbo si ha dapprima la metàtesi della liquida «r», porgere > progere, e poi la sincope (caduta) della velare intervocalica «g», progere > proiri. In siciliano, infatti, cadono quasi sempre per sincope le velari sonore «g» intervocalice (anche doppie), come si può evincere da: regalo > r i a l u, pregare > p r i a r i, Ragusa > R a u s a, figura > f i u r a, friggere > f r i i r i, appoggiare > a p p u i a r i, etc.
r à p i r i < aprire; va notato che quasi tutti i verbi siciliani, tranne quelli di prima coniugazione in -are, ritraggono l´accento indietro secondo la legge della baritonèsi - ex. gr. sentìre > s è n t i r i, offrìre > ò f f r i r i, partìre > p à r t i r i, vedère > v ì r i r i, cadère > c à r i r i, etc. - per cui da aprìre > r à p i r i, con baritonesi oltreché metàtesi.
ALTRI CASI DI METÀTESI CONSONANTICHE
Al di là di quelle con la liquida «r» che sono più diffuse, sussistono nel siciliano anche metàtesi di consonanti differenti, come per esempio:
s b i n n o n n u < bisnonno
v i e g n u < vengo
t i e g n u < tengo
´g n e g n u < ingegno
´g n i s s a r i < ingessare;
Va precisato che la metàtesi del gruppo consonantico «ng» che muta in «gn», o viceversa, è diffusa non nella sola Sicilia bensì in quasi tutti i dialetti centro-meridionali. Basti pensare al romanesco: mangiare > m a g n a r e, piangere > p i a g n e r e, spingere > s p i g n e r e, stringere > s t r i g n e r e, spegnere > s p e n g e r e, etc. Non mancano tuttavia casi simili anche all´interno del dialetto siciliano stesso; è quello che accade nella provincia di Ragusa, dove la variante più diffusa del verbo "inaugurare", che quasi ovunque nell´isola è detto ´n c i g n a r i, diviene ´n c i n g a r i.
Sussistono anche altri casi di metàtesi consonantiche che sono indice di differenza nel parlato tra provincia e provincia. È, ad esempio, il caso di:
c h i r i c o p a ("albicocche"; prov. di Ragusa etc.) > p [i] r i c o c a (prov. di Catania etc.)
c u f u n i ("barbecue"; prov. di Ragusa etc.) > f u c u n i (prov. di Catania etc.); la lezione consigliata sarebbe f u c u n i, in quanto derivato dal latino «focus», "il fuoco", nel senso di "grande fuoco"
s c r u p p i d d u ("fuscello", "individuo mingherlino"; prov. di Ragusa) > s c u r p i d d u (prov. di Catania etc.);
Isolati casi, invece, sono rappresentati dai nomi "televisione" e "cinema", che nello stretto parlato catanese divengono rispettivamente t e v i l i s i o n i e c i m e n a, quando altrove sono pronunciati senza alcuna variante linguistica.
METÀTESI VOCALICHE
Seppur in misura minore, non mancano casi di metàtesi vocaliche nella lingua siciliana che, tuttavia, sono indice di differenze linguistiche tra provincia e provincia, e non nel passaggio dall´italiano al siciliano. Eccone alcuni esempi:
c a u s e t t a ("calza"; prov. di Ragusa) > c u a s e t t a (prov. di Catania etc.)
c a u r i a r i ("riscaldare"; prov. di Ragusa) > c u a r i a ri (prov. di Catania etc.)
m i n z u g n a r u ("bugiardo"; prov. di Ragusa) > m u n z i g n a r u (prov. di Catania etc.)
g h i e b b a ("cisterna di campagna"; prov. di Ragusa) > gebbia (prov. di Catania etc.)
p a c i e n z a ("pazienza"; prov. di Ragusa etc.) > p a c e n z i a (prov. di Catania etc.)
´a u r i e n z a ("ascolto, attenzione"; prov. di Ragusa) > ´d e n z i a (prov. di Catania etc.); utilizzato solo nell´espressione «dari ´a urienza», lett. "dare l´ascolto", quando si cerca l´attenzione di qualcuno. Questa voce, assieme alla precedente p a c e n z i a, è attestata nell´alto catanese in città come Fiumefreddo di Sicilia o Randazzo.
Quest´oggi ho voluto giocare un po´ con le metàtesi presenti nel siciliano, per evidenziare che non vi è alcun errore linguistico in qualsivoglia parola dialettale che a primo acchito possa apparire astrusa o morfologicamente errata agli occhi dei parlanti. Non vergognatevi della vostra lingua né di parlarla, perché rinnegare le proprie origini dialettali, e la nobiltà che in esse vi si cela, è il primo passo verso l´ignoranza. Spero, come sempre, di aver solleticato il vostro interesse. Alla prossima!
Gianluca Vindigni