CURIOSITA´ - " RUBRICA ETYMOLOGICA VERBORUM SICULORUM " DI GIANLUCA VINDIGNI ( nona parte )
RUBRICA ETYMOLOGICA VERBORUM SICULORUM
Continuiamo anche oggi con etimologie, presenti nella lingua siciliana, di termini che possiedono una pura derivazione latina. Elencherò quest´oggi sostantivi e verbi che nei secoli hanno mantenuto, quantunque con evoluzioni linguistiche, un´inconfutabile derivazione classica.
SOSTANTIVI DI DERIVAZIONE LATINA
Passerò adesso in rassegna dei sostantivi siciliani che traggono il loro etimo da nomi latini. È il caso di:
m a r r u g g i u (il manico di legno) < marra, ae, "zappa"; da una presumibile forma diminutiva tarda e volgare quale *marruculum, adoperato per indicare il manico di legno della zappa, dell´accetta e di altri attrezzi, questo termine è presente in tutta l´isola, ma nella provincia di Ragusa e in quelle che parlano il dialetto modicano vige la logica variante m a r r u g g h i u, conforme alle differenze morfologiche del parlato dialettale;
s u r r u s c u (il lampo) < coruscus, a, um, "lampeggiante"; questo termine, diffuso nella provincia di Ragusa, sebbene ormai in disuso, veniva utilizzato per indicare quei lampi in lontananza di cui era percepibile la sola luce, ma non il suono che ne consegue;
p i r i c u d d u (il peduncolo) < pediculus, i, "peduncolo"; termine indicante principalmente il piccolo piede con cui il frutto è attaccato al ramo da cui pende, ma finito, con allargamento semantico, ad indicare qualsiasi altro oggetto ne abbia simili sembianze.
VERBI DI DERIVAZIONE LATINA
Ed ecco tre verbi che possiedono un indiscutibile etimo latino:
a d d i m u r a r i (indugiare) < demoror, aris, demoratus sum, ari, "indugiare"; con una «ad» intensiva comune a numerosi verbi siciliani, questo verbo, al participio perfetto nella voce a d d i m u r a t u, indica anche il cibo andato a male, che, appunto, ha "soggiornato" troppo fino a non essere più commestibile;
c a l i a r i (abbrustolire) < caleo, es, calui, ere, "ardere"; questo verbo, di possibile etimo anche greco come ho specificato in qualche articolo precedente, potrebbe derivare persino dal latino «calēre», col passaggio dalla seconda coniugazione in «-ēre» alla prima in «-are» assieme ad un´ epentesi in vocale semiconsonantica «i» precedente la desinenza dell´infinito; se si considera che dal latino «studēre» deriva l´italiano "studiare", è probabile che per il medesimo processo da «calēre» derivi c a l i a r i.
s a r v a r i (conservare) < servo, as, avi, atum, are, "conservare"; questo verbo è legato al latino "servare", ma potrebbe avere anche una possibile derivazione dall´italiano "salvare", ugualmente riconducibile al suddetto verbo latino dal quale trae simile significato. Servare e salvare, in latino, possiedono pressappoco la stessa radice: infatti «salvare qualcuno» equivale a dire "conservare la vita di qualcuno".
Spero come sempre di avervi incuriositi e di aver accresciuto il vostro interesse verso la lingua siciliana, nobile e storica conservatrice di numerosissime parole classiche. Alla prossima!
Gianluca Vindigni
Continuiamo anche oggi con etimologie, presenti nella lingua siciliana, di termini che possiedono una pura derivazione latina. Elencherò quest´oggi sostantivi e verbi che nei secoli hanno mantenuto, quantunque con evoluzioni linguistiche, un´inconfutabile derivazione classica.
SOSTANTIVI DI DERIVAZIONE LATINA
Passerò adesso in rassegna dei sostantivi siciliani che traggono il loro etimo da nomi latini. È il caso di:
m a r r u g g i u (il manico di legno) < marra, ae, "zappa"; da una presumibile forma diminutiva tarda e volgare quale *marruculum, adoperato per indicare il manico di legno della zappa, dell´accetta e di altri attrezzi, questo termine è presente in tutta l´isola, ma nella provincia di Ragusa e in quelle che parlano il dialetto modicano vige la logica variante m a r r u g g h i u, conforme alle differenze morfologiche del parlato dialettale;
s u r r u s c u (il lampo) < coruscus, a, um, "lampeggiante"; questo termine, diffuso nella provincia di Ragusa, sebbene ormai in disuso, veniva utilizzato per indicare quei lampi in lontananza di cui era percepibile la sola luce, ma non il suono che ne consegue;
p i r i c u d d u (il peduncolo) < pediculus, i, "peduncolo"; termine indicante principalmente il piccolo piede con cui il frutto è attaccato al ramo da cui pende, ma finito, con allargamento semantico, ad indicare qualsiasi altro oggetto ne abbia simili sembianze.
VERBI DI DERIVAZIONE LATINA
Ed ecco tre verbi che possiedono un indiscutibile etimo latino:
a d d i m u r a r i (indugiare) < demoror, aris, demoratus sum, ari, "indugiare"; con una «ad» intensiva comune a numerosi verbi siciliani, questo verbo, al participio perfetto nella voce a d d i m u r a t u, indica anche il cibo andato a male, che, appunto, ha "soggiornato" troppo fino a non essere più commestibile;
c a l i a r i (abbrustolire) < caleo, es, calui, ere, "ardere"; questo verbo, di possibile etimo anche greco come ho specificato in qualche articolo precedente, potrebbe derivare persino dal latino «calēre», col passaggio dalla seconda coniugazione in «-ēre» alla prima in «-are» assieme ad un´ epentesi in vocale semiconsonantica «i» precedente la desinenza dell´infinito; se si considera che dal latino «studēre» deriva l´italiano "studiare", è probabile che per il medesimo processo da «calēre» derivi c a l i a r i.
s a r v a r i (conservare) < servo, as, avi, atum, are, "conservare"; questo verbo è legato al latino "servare", ma potrebbe avere anche una possibile derivazione dall´italiano "salvare", ugualmente riconducibile al suddetto verbo latino dal quale trae simile significato. Servare e salvare, in latino, possiedono pressappoco la stessa radice: infatti «salvare qualcuno» equivale a dire "conservare la vita di qualcuno".
Spero come sempre di avervi incuriositi e di aver accresciuto il vostro interesse verso la lingua siciliana, nobile e storica conservatrice di numerosissime parole classiche. Alla prossima!
Gianluca Vindigni