CURIOSITA´ - " RUBRICA ETYMOLOGICA VERBORUM SICULORUM " DI GIANLUCA VINDIGNI ( quarta parte: la derivazione dal greco )
RUBRICA ETYMOLOGICA VERBORUM SICULORUM
Come avevo preannunciato nel precedente articolo, non è il solo Latino ad aver lasciato nella lingua siciliana numerosi residui lessicali: anche la lingua greca, quantunque con minor vigore, ha impiantato un´eco che tuttora riecheggia nella bocca dei parlanti, con termini tuttavia più astrusi da rintracciare e di etimo più recondito.
Passeremo adesso in rassegna alcuni grecismi – sostantivi, aggettivi e verbi - presenti nel siciliano.
SOSTANTIVI E AGGETTIVI DI DERIVAZIONE GRECA
Vi sono diversi sostantivi e aggettivi che nel corso dei secoli hanno subìto lievi mutamenti morfologici, le cui radici e i cui significati ci sono pervenuti quasi identici. Eccone alcuni:
b u c à l i (il boccale) < βαύκαλις, ιδος (bàukalis, idos), “vaso per bevande”;
l i p p u (il muschio d´acqua) < λίπος, ους (lìpos, ous), “grasso”;
m u s t a z z u (il baffo) < μύσταξ, ακος (mùstax, akos), “labbro superiore” ma al plurale “baffi”;
´n t a m a t u (scimunito) < θαῦμα, ατος (thàuma, atos), “stupore”; dalla preposizione latina “in” + thauma, indicando chi si getta precipitosamente ed eccessivamente nello stupore di ogni cosa così da apparire sciocco agli occhi degli altri.
Sussistono tuttavia anche alcuni termini di derivazione greco-latina, se si considera che nel corso dei secoli, quando la dominazione romana prese il sopravvento nella Sicilia, numerosissimi termini greci finirono per essere assorbiti dalla cultura romana e pertanto latinizzati. È il caso di p u t r i s i n u, nome con cui nella maggior parte dell´isola - tranne nell´estrema parte orientale, nel catanese e nel siracusano, dove è pronunciato “puddisinu” - si suole indicare il prezzemolo.
Per capire meglio facciamo un passo indetro. Considerando che in greco antico il nome σέλινον (sèlinon) indica il sedano - dal cui termine deriva anche il nome della città di Selinunte, fondata nel VII a. C., supposto e considerato il fatto che i greci arrivati in quel sito vi trovarono un vasto campo di sedano - se ad esso viene anteposto il termine “pietra”, nella sua forma al genitivo, si ottiene la locuzione πέτρας + σέλινον (pètras sèlinon), ovvero “il sedano della pietra” e dunque “selvatico”. Ma cosa s´intende con sedano selvatico? Il sedano selvatico, appunto, che cresce tra le rocce, non è nient´altro che il prezzemolo! Da questa locuzione deriva il sostantivo greco πετροσέλινον, ου (petrosèlinon, ou), “il sedano”, successivamente latinizzato e attestato presso Plinio il Vecchio nella voce ´petroselinum, i´; da questo, tramite la sincope del digramma “li”, si arriva al siciliano p u t r i s i n u (petroselinum > petrose(li)num > petrosenum > putrisinu).
VERBI DI DERIVAZIONE GRECA
Come avevo detto la scorsa volta, esistono dei verbi che hanno mantenuto una derivazione diretta dalla lingua greca, sebbene con delle variazioni morfologiche. Va ricordato, tuttavia, che sono davvero pochissimi e talvolta anche di dubbia etimologia, soggetti alle più svariate interpretazioni dai linguisti. Quest´oggi proponiamo tre verbi che possiedono un inconfutabile etimo greco:
a r r a s s à r i (allontanare) < ἀράσσειν (aràssein), “urtare”; termine diffuso nel catanese ed utilizzato come sinonimo di “allascari”: di fatti una tipica espressione quale “arràssiti” è usata nel senso di “allaschiti”, in quanto vorrebbe significare “urtati” e, di conseguenza, “spingiti oltre”, ovvero “allontanati”;
a t t u p p a r i (sbattere) < τύπτειν (tùptein), “colpire”; con un “ad” intensivo, comunissimo a quasi tutti i verbi siciliani – ex. gr. avviriri, assentiri, arrispunniri, arrinesciri, accapiri etc. – col senso di “colpire verso” e dunque “sbattere” (*adtuptare > attuppari);
a s s u n t u m a r i (svenire) < σύμπτωμα, ατος (sùmptoma, atos), “caduta”, nomen rei actae del verbo συμπίπτειν (sumpìptein), “cadere”, con la consueta “ad” intensiva comune ai verbi siciliani; è diffuso anche nel ragusano - ma nella forma a s s i n t u m a r i - dove tuttavia è presente una voce parallela, che costituisce un´esclusiva della provincia, quale a s s i m p r i c à r i, la cui derivazione è ricondotta al verbo “sincopare”; basti pensare che il termine “sincope”, in ambito medico, indica l´estemporanea sospensione dell´attività cardiocircolatoria e respiratoria. L´etimo non è semplice, ma da vittoriese persisto nel palesarvelo seppur semplificandone i passaggi. Il verbo, al quale viene premessa la consueta “ad” intensiva, subisce metàtesi (trasposizione): adsincopare > adsinpocare; tramite altri processi fonetici che non sto qui ad elencarvi si perviene ad "assimpicari", e dopodiché si inserisce un infisso in liquida -r (es.: fischiare > f-r-iscari), per cui: assimpicari > assimp-r-icari. Espressioni come "assuntumaiu" o "assimpricaiu" hanno di fatti la medesima valenza.
Quest´oggi ho voluto insistere ancora una volta su alcune derivazioni dalla lingua greca, sebbene di gran lunga minori rispetto a quelle dalla lingua latina, ma credo sia doveroso venire a conoscenza dell´etimo di parole che tutt´oggi utilizziamo inconsapevolmente nel quotidiano, ignorando la ricchezza e la nobiltà linguistica che esse possiedono. Spero come sempre di aver attirato la vostra attenzione, dimostrandovi quanto nobile sia la nostra amata lingua siciliana. Alla prossima!
Gianluca Vindigni
Come avevo preannunciato nel precedente articolo, non è il solo Latino ad aver lasciato nella lingua siciliana numerosi residui lessicali: anche la lingua greca, quantunque con minor vigore, ha impiantato un´eco che tuttora riecheggia nella bocca dei parlanti, con termini tuttavia più astrusi da rintracciare e di etimo più recondito.
Passeremo adesso in rassegna alcuni grecismi – sostantivi, aggettivi e verbi - presenti nel siciliano.
SOSTANTIVI E AGGETTIVI DI DERIVAZIONE GRECA
Vi sono diversi sostantivi e aggettivi che nel corso dei secoli hanno subìto lievi mutamenti morfologici, le cui radici e i cui significati ci sono pervenuti quasi identici. Eccone alcuni:
b u c à l i (il boccale) < βαύκαλις, ιδος (bàukalis, idos), “vaso per bevande”;
l i p p u (il muschio d´acqua) < λίπος, ους (lìpos, ous), “grasso”;
m u s t a z z u (il baffo) < μύσταξ, ακος (mùstax, akos), “labbro superiore” ma al plurale “baffi”;
´n t a m a t u (scimunito) < θαῦμα, ατος (thàuma, atos), “stupore”; dalla preposizione latina “in” + thauma, indicando chi si getta precipitosamente ed eccessivamente nello stupore di ogni cosa così da apparire sciocco agli occhi degli altri.
Sussistono tuttavia anche alcuni termini di derivazione greco-latina, se si considera che nel corso dei secoli, quando la dominazione romana prese il sopravvento nella Sicilia, numerosissimi termini greci finirono per essere assorbiti dalla cultura romana e pertanto latinizzati. È il caso di p u t r i s i n u, nome con cui nella maggior parte dell´isola - tranne nell´estrema parte orientale, nel catanese e nel siracusano, dove è pronunciato “puddisinu” - si suole indicare il prezzemolo.
Per capire meglio facciamo un passo indetro. Considerando che in greco antico il nome σέλινον (sèlinon) indica il sedano - dal cui termine deriva anche il nome della città di Selinunte, fondata nel VII a. C., supposto e considerato il fatto che i greci arrivati in quel sito vi trovarono un vasto campo di sedano - se ad esso viene anteposto il termine “pietra”, nella sua forma al genitivo, si ottiene la locuzione πέτρας + σέλινον (pètras sèlinon), ovvero “il sedano della pietra” e dunque “selvatico”. Ma cosa s´intende con sedano selvatico? Il sedano selvatico, appunto, che cresce tra le rocce, non è nient´altro che il prezzemolo! Da questa locuzione deriva il sostantivo greco πετροσέλινον, ου (petrosèlinon, ou), “il sedano”, successivamente latinizzato e attestato presso Plinio il Vecchio nella voce ´petroselinum, i´; da questo, tramite la sincope del digramma “li”, si arriva al siciliano p u t r i s i n u (petroselinum > petrose(li)num > petrosenum > putrisinu).
VERBI DI DERIVAZIONE GRECA
Come avevo detto la scorsa volta, esistono dei verbi che hanno mantenuto una derivazione diretta dalla lingua greca, sebbene con delle variazioni morfologiche. Va ricordato, tuttavia, che sono davvero pochissimi e talvolta anche di dubbia etimologia, soggetti alle più svariate interpretazioni dai linguisti. Quest´oggi proponiamo tre verbi che possiedono un inconfutabile etimo greco:
a r r a s s à r i (allontanare) < ἀράσσειν (aràssein), “urtare”; termine diffuso nel catanese ed utilizzato come sinonimo di “allascari”: di fatti una tipica espressione quale “arràssiti” è usata nel senso di “allaschiti”, in quanto vorrebbe significare “urtati” e, di conseguenza, “spingiti oltre”, ovvero “allontanati”;
a t t u p p a r i (sbattere) < τύπτειν (tùptein), “colpire”; con un “ad” intensivo, comunissimo a quasi tutti i verbi siciliani – ex. gr. avviriri, assentiri, arrispunniri, arrinesciri, accapiri etc. – col senso di “colpire verso” e dunque “sbattere” (*adtuptare > attuppari);
a s s u n t u m a r i (svenire) < σύμπτωμα, ατος (sùmptoma, atos), “caduta”, nomen rei actae del verbo συμπίπτειν (sumpìptein), “cadere”, con la consueta “ad” intensiva comune ai verbi siciliani; è diffuso anche nel ragusano - ma nella forma a s s i n t u m a r i - dove tuttavia è presente una voce parallela, che costituisce un´esclusiva della provincia, quale a s s i m p r i c à r i, la cui derivazione è ricondotta al verbo “sincopare”; basti pensare che il termine “sincope”, in ambito medico, indica l´estemporanea sospensione dell´attività cardiocircolatoria e respiratoria. L´etimo non è semplice, ma da vittoriese persisto nel palesarvelo seppur semplificandone i passaggi. Il verbo, al quale viene premessa la consueta “ad” intensiva, subisce metàtesi (trasposizione): adsincopare > adsinpocare; tramite altri processi fonetici che non sto qui ad elencarvi si perviene ad "assimpicari", e dopodiché si inserisce un infisso in liquida -r (es.: fischiare > f-r-iscari), per cui: assimpicari > assimp-r-icari. Espressioni come "assuntumaiu" o "assimpricaiu" hanno di fatti la medesima valenza.
Quest´oggi ho voluto insistere ancora una volta su alcune derivazioni dalla lingua greca, sebbene di gran lunga minori rispetto a quelle dalla lingua latina, ma credo sia doveroso venire a conoscenza dell´etimo di parole che tutt´oggi utilizziamo inconsapevolmente nel quotidiano, ignorando la ricchezza e la nobiltà linguistica che esse possiedono. Spero come sempre di aver attirato la vostra attenzione, dimostrandovi quanto nobile sia la nostra amata lingua siciliana. Alla prossima!
Gianluca Vindigni