CURIOSITA´ - " RUBRICA ETYMOLOGICA VERBORUM SICULORUM " DI GIANLUCA VINDIGNI ( sesta parte )
RUBRICA ETYMOLOGICA VERBORUM SICULORUM
Non si finisce mai di parlare di etimologie latine presenti nella lingua siciliana, se si considera che la Sicilia, dopo la battaglia delle isole Egadi al termine della prima guerra punica, nel 241 a.C., fu il primo territorio conquistato dalla repubblica romana oltre i confini della penisola italica. L´impronta greca, tuttavia, alquanto evidente, restò marcata per parecchio tempo anche dopo la conquista: il latino in Sicilia, infatti, si affermò solo a partire dal I secolo a.C. Proseguiamo anche oggi elencando alcuni sostantivi e verbi aventi un indiscutibile etimo latino.
SOSTANTIVI DI DERIVAZIONE LATINA
Passerò adesso in rassegna tre sostantivi siciliani che traggono il loro etimo da nomi latini che presentano ad interno di parola il nesso «li». Mi riferisco a:
m u g g h i e r i (la moglie) < mulier, eris, “donna”; dall´accusativo singolare “mulierem”, col passaggio dal digramma «li» al trigramma «ggh»: muliere(m) > mugghieri. C´è da dire, però, che vi è un passaggio intermedio. Il digramma «li», infatti, prima di mutarsi in «ggh», diviene trigramma «gli» - ex. gr. filum (latino) > figlio (italiano) > f i g g h i u (siciliano), folium (latino) > foglio (italiano) > f u o g g h i u (siciliano), etc. - che in alcune parti dell´isola, tuttavia, è rimasto invariato: è quanto avviene nel dialetto nisseno o in città che ne risultano influenzate come Canicattì, dove è in uso la sola voce m u g l i e r i;
p a r p a g g h i u n i (la farfalla, il farfallone) < papilio, onis, “farfalla”; dall´accusativo singolare “papilionem” col medesimo processo, spiegato poc´anzi, che avviene nel sostantivo m u l i e r e m. Si avranno, infatti, i seguenti passaggi: papilione(m) > papigghione > papagghiuni. L´anello mancante, nonché l´ultimo passaggio, consiste nell´inserzione della liquida «r» - fenomeno comune ai dialetti centro-meridionali, se si pensa che da "fischiare" ne deriva il siciliano f r i s c a r i o da "finire" il napoletano f i r n i r i - cosicché: papagghiuni > pa-r-pagghiuni. Da questa stessa radice latina, inoltre, deriva anche il termine francese «papillon» che vuol dire appunto farfalla;
s t i g g h i u (l´utensìle) < dal latino tardo usitilium, i, “utensìle”, derivato dal verbo utor, “io uso”; dall´accusativo singolare “usitilium” con afèresi della «u» iniziale e sincope della successiva «i»: usitiliu(m) > sitiliu > stiliu > stigghiu.
VERBI DI DERIVAZIONE LATINA
Elenchiamo adesso alcuni verbi che, seppur con alcune varianti morfologiche, hanno un immediato etimo latino:
s u s i r i (alzare) < susum, “in su”, ed ire, “andare”; susum + ire, “andare in su” e dunque “alzarsi”; in alcuni dialetti dell´isola infatti, come l´agrigentino, l´avverbio latino “susum” è stato mantenuto nella forma s u s u, che vuol dire appunto “sopra”;
v i v i r i (bere) < bibo, is, bibi, bibitum, ere, “bere”; col passaggio dalla labiale «b» alla fricativa «v»: bibere > viviri. Tale fenomeno è frequentissimo nel siciliano, se si pensa a casi come: braccio > v r a z z u, bastone > v a s t u n i, budella > v u r e d d a, barba > v a r v a, etc.; o a cognomi come Basile e Vasile che sono ricorrenti in entrambe le forme;
f o r r a (io fossi, io sarei) < fuerat, "io ero stato"; questa variante di congiuntivo imperfetto - iu forra, tu forritu, iddu forra, niautri forrimu, viautri forrivu, iddi forriru - è del tutto ragusana, sebbene sia presente in provincia anche la variante più diffusa in tutta l´isola (iu fussi, tu fussitu, iddu fussi, etc), ed è riconducibile secondo alcuni grammatici alla voce del piùcheperfetto latino «fuerat». Tuttavia è possibile ricondurlo anche ad una arcaica forma di congiuntivo imperfetto latino del verbo essere, quale «forem, fores, foret, foremus, foretis, forent», etimologia a mio parere più consona e assolutamente valida dal punto di vista linguistico e verbale.
È dovere di noi siciliani venire a conoscenza del significato e delle origini delle parole che ogni giorno pronunciamo, essendo prima di chiunque altro nobilissimi eredi e conservatori della lingua latina. Concludo augurandomi come sempre di aver suscitato il vostro interesse e di aver stimolato la vostra curiosità. Alla prossima!
Gianluca Vindigni
Non si finisce mai di parlare di etimologie latine presenti nella lingua siciliana, se si considera che la Sicilia, dopo la battaglia delle isole Egadi al termine della prima guerra punica, nel 241 a.C., fu il primo territorio conquistato dalla repubblica romana oltre i confini della penisola italica. L´impronta greca, tuttavia, alquanto evidente, restò marcata per parecchio tempo anche dopo la conquista: il latino in Sicilia, infatti, si affermò solo a partire dal I secolo a.C. Proseguiamo anche oggi elencando alcuni sostantivi e verbi aventi un indiscutibile etimo latino.
SOSTANTIVI DI DERIVAZIONE LATINA
Passerò adesso in rassegna tre sostantivi siciliani che traggono il loro etimo da nomi latini che presentano ad interno di parola il nesso «li». Mi riferisco a:
m u g g h i e r i (la moglie) < mulier, eris, “donna”; dall´accusativo singolare “mulierem”, col passaggio dal digramma «li» al trigramma «ggh»: muliere(m) > mugghieri. C´è da dire, però, che vi è un passaggio intermedio. Il digramma «li», infatti, prima di mutarsi in «ggh», diviene trigramma «gli» - ex. gr. filum (latino) > figlio (italiano) > f i g g h i u (siciliano), folium (latino) > foglio (italiano) > f u o g g h i u (siciliano), etc. - che in alcune parti dell´isola, tuttavia, è rimasto invariato: è quanto avviene nel dialetto nisseno o in città che ne risultano influenzate come Canicattì, dove è in uso la sola voce m u g l i e r i;
p a r p a g g h i u n i (la farfalla, il farfallone) < papilio, onis, “farfalla”; dall´accusativo singolare “papilionem” col medesimo processo, spiegato poc´anzi, che avviene nel sostantivo m u l i e r e m. Si avranno, infatti, i seguenti passaggi: papilione(m) > papigghione > papagghiuni. L´anello mancante, nonché l´ultimo passaggio, consiste nell´inserzione della liquida «r» - fenomeno comune ai dialetti centro-meridionali, se si pensa che da "fischiare" ne deriva il siciliano f r i s c a r i o da "finire" il napoletano f i r n i r i - cosicché: papagghiuni > pa-r-pagghiuni. Da questa stessa radice latina, inoltre, deriva anche il termine francese «papillon» che vuol dire appunto farfalla;
s t i g g h i u (l´utensìle) < dal latino tardo usitilium, i, “utensìle”, derivato dal verbo utor, “io uso”; dall´accusativo singolare “usitilium” con afèresi della «u» iniziale e sincope della successiva «i»: usitiliu(m) > sitiliu > stiliu > stigghiu.
VERBI DI DERIVAZIONE LATINA
Elenchiamo adesso alcuni verbi che, seppur con alcune varianti morfologiche, hanno un immediato etimo latino:
s u s i r i (alzare) < susum, “in su”, ed ire, “andare”; susum + ire, “andare in su” e dunque “alzarsi”; in alcuni dialetti dell´isola infatti, come l´agrigentino, l´avverbio latino “susum” è stato mantenuto nella forma s u s u, che vuol dire appunto “sopra”;
v i v i r i (bere) < bibo, is, bibi, bibitum, ere, “bere”; col passaggio dalla labiale «b» alla fricativa «v»: bibere > viviri. Tale fenomeno è frequentissimo nel siciliano, se si pensa a casi come: braccio > v r a z z u, bastone > v a s t u n i, budella > v u r e d d a, barba > v a r v a, etc.; o a cognomi come Basile e Vasile che sono ricorrenti in entrambe le forme;
f o r r a (io fossi, io sarei) < fuerat, "io ero stato"; questa variante di congiuntivo imperfetto - iu forra, tu forritu, iddu forra, niautri forrimu, viautri forrivu, iddi forriru - è del tutto ragusana, sebbene sia presente in provincia anche la variante più diffusa in tutta l´isola (iu fussi, tu fussitu, iddu fussi, etc), ed è riconducibile secondo alcuni grammatici alla voce del piùcheperfetto latino «fuerat». Tuttavia è possibile ricondurlo anche ad una arcaica forma di congiuntivo imperfetto latino del verbo essere, quale «forem, fores, foret, foremus, foretis, forent», etimologia a mio parere più consona e assolutamente valida dal punto di vista linguistico e verbale.
È dovere di noi siciliani venire a conoscenza del significato e delle origini delle parole che ogni giorno pronunciamo, essendo prima di chiunque altro nobilissimi eredi e conservatori della lingua latina. Concludo augurandomi come sempre di aver suscitato il vostro interesse e di aver stimolato la vostra curiosità. Alla prossima!
Gianluca Vindigni