GORIZIA- ALLA BIBLIOTECA STATALE ISONTINA " FORMA E COLORE ", MOSTRA DI VITTORIO BALCONE ( GRUPPO BAI DI COMISO ) E LAURA BOLETIG

Aprirà i battenti il prossimo 8 maggio, alle ore 18,00, la mostra " Forma e Colore " dello scultore di origine comisana Vittorio Balcone e della pittrice Laura Boletig. La mostra, presso la galleria d´arte " M. Di Iorio " in via Mameli 10/12 a Gorizia, resterà aperta fino al 22 maggio. Di entrambi gli artisti molte opere si trovano presso collezioni pubbliche e private: in particolare sculture di Balcone si trovano, per gentile concessione dell´autore, presso il Museo d´Arte Contemporanea " E. Musso " di Comiso.
Il catalogo della mostra è stato curato da Eliana Mogorovich, di cui presentiamo due testi dedicati a Balcone e a Boletig.
" A definire le opere di Vittorio Balcone non è solamente - secondo un´accezione rinascimentale della scultura - " l´arte di levare ". Alla capacità di cogliere e fare emergere l´idea insita nella materia, alla docilità dell´autore nei confronti dei suggerimenti che la materia stessa offre all´artefice, si unisce infatti l´intuizione, nella fase progettuale dell´opera, del ruolo svolto dallo spazio. I lavori di Balcone sono il risultato della collaborazione tra pieni e vuoti, elementi di pari importanza nella definizione della dinamica delle opere. Ciò che maggiormente conta per l´artista è infatti il senso di movimento, di articolazione nello spazio di forme che proprio dallo spazio vengono definite sia quando lo riempiono ( è il caso dei lavori in ferro, materiale cui è approdato recentemente ) sia quando ne vengono permeate.
Compagno di una vita, conosciuto e lavorato assieme alla pietra calcarea di Comiso, il marmo stempera la propria immobile solidità nella duttilità dell´aria, che gli conferisce inattesa morbidezza e duttilità. Immaginare il suolo dell´aria sulla materia permette così all´artista di costruire lavori pittorici, capaci di assonanze chiaroscurali, che contribuiscono a definire i volumi. E questi si articolano seguendo la linea e la sfera, forme predilette dall´artista che in esse intende cogliere l´organicismo della natura assieme al manifestarsi simbolico della vita.
Procedendo a una sorta di epurazione della materia dai suoi attributi, Balcone ricerca l´origine dell´universo trasformando il caos cosmico in un significativo equilibrio tra pieni e vuoti, mescolando bidimensionalità e terza dimensione, trascolorando la luce nell´ombra e così il cerchio, da lui tanto amato, richiude le fratture in cui si è aperto per abbracciare lo spazio."
" Colori che sono tracce; tracce che si manifestano come tasselli di colore. A un´attenta analisi le opere di Laura Boletig sono una riflessione sullo scorrere degli anni Una riflessione condotta in punta di piedi, come è nelle corde dell´autrice. Come accade quando si corre dietro alle fantasie suggerite dalle forme delle nuvole, allo stesso modo la Boletig si lascia suggestionare dai lacerti sovrapposti dei cartelloni pubblicitari e dai graffiti che spesso li affiancano sui muri cittadini. Questi squarci di colore ormai sbiadito ( e riprodotto attraverso l´acquosità tenue degli acquerelli ) vengono da lei interpretati come sbiadite manifestazioni del tempo che passa. Tracce del sempre più incalzante avvicendarsi dei costumi della nostra società, ma pure metafora del segno che ognuno di noi lascia nell´altro, questi frammenti colpiscono l´immaginazione dell´autrice anche come sollecitazione a ricercare un ordine nel caos, delle figure geometriche predefinite in stinte macchie di colore rimaste sulle superficie murarie in modo totalmente casuale. Facendo violenza a se stessa, l´autrice nei suoi ultimi lavori lascia le forme nell´indeterminatezza, avvolgendole in una sorta di nebbiolina allusiva dell´incomunicabilità e dell´invisibilità in cui talvolta sono lasciate certe figure emarginate della società. Opere in qualche modo sfocate, dunque, ma che cercano proprio con questa indeterminatezza di dissipare le ombre che troppo spesso avvolgono le persone: ricordandoci che ogni esperienza, ogni vissuto del passato si riverbera nelle piccole tracce del nostro presente.
I segni lasciati dall´uomo sull´arredo urbano la portano a indagare. Posta di fronte a delle tavole di Rorschach ingigantite, Laura Boletig cerca dunque delle risposte all´affannarsi dell´uomo intessendo un delicato dialogo tra forme e colori."
Nelle foto : " Nel segno dei pesci ", ferro di Balcone, 2014; " L´opacità della forma ", olio su tela di Laura Boletig, 2013.
Il catalogo della mostra è stato curato da Eliana Mogorovich, di cui presentiamo due testi dedicati a Balcone e a Boletig.
" A definire le opere di Vittorio Balcone non è solamente - secondo un´accezione rinascimentale della scultura - " l´arte di levare ". Alla capacità di cogliere e fare emergere l´idea insita nella materia, alla docilità dell´autore nei confronti dei suggerimenti che la materia stessa offre all´artefice, si unisce infatti l´intuizione, nella fase progettuale dell´opera, del ruolo svolto dallo spazio. I lavori di Balcone sono il risultato della collaborazione tra pieni e vuoti, elementi di pari importanza nella definizione della dinamica delle opere. Ciò che maggiormente conta per l´artista è infatti il senso di movimento, di articolazione nello spazio di forme che proprio dallo spazio vengono definite sia quando lo riempiono ( è il caso dei lavori in ferro, materiale cui è approdato recentemente ) sia quando ne vengono permeate.
Compagno di una vita, conosciuto e lavorato assieme alla pietra calcarea di Comiso, il marmo stempera la propria immobile solidità nella duttilità dell´aria, che gli conferisce inattesa morbidezza e duttilità. Immaginare il suolo dell´aria sulla materia permette così all´artista di costruire lavori pittorici, capaci di assonanze chiaroscurali, che contribuiscono a definire i volumi. E questi si articolano seguendo la linea e la sfera, forme predilette dall´artista che in esse intende cogliere l´organicismo della natura assieme al manifestarsi simbolico della vita.
Procedendo a una sorta di epurazione della materia dai suoi attributi, Balcone ricerca l´origine dell´universo trasformando il caos cosmico in un significativo equilibrio tra pieni e vuoti, mescolando bidimensionalità e terza dimensione, trascolorando la luce nell´ombra e così il cerchio, da lui tanto amato, richiude le fratture in cui si è aperto per abbracciare lo spazio."
" Colori che sono tracce; tracce che si manifestano come tasselli di colore. A un´attenta analisi le opere di Laura Boletig sono una riflessione sullo scorrere degli anni Una riflessione condotta in punta di piedi, come è nelle corde dell´autrice. Come accade quando si corre dietro alle fantasie suggerite dalle forme delle nuvole, allo stesso modo la Boletig si lascia suggestionare dai lacerti sovrapposti dei cartelloni pubblicitari e dai graffiti che spesso li affiancano sui muri cittadini. Questi squarci di colore ormai sbiadito ( e riprodotto attraverso l´acquosità tenue degli acquerelli ) vengono da lei interpretati come sbiadite manifestazioni del tempo che passa. Tracce del sempre più incalzante avvicendarsi dei costumi della nostra società, ma pure metafora del segno che ognuno di noi lascia nell´altro, questi frammenti colpiscono l´immaginazione dell´autrice anche come sollecitazione a ricercare un ordine nel caos, delle figure geometriche predefinite in stinte macchie di colore rimaste sulle superficie murarie in modo totalmente casuale. Facendo violenza a se stessa, l´autrice nei suoi ultimi lavori lascia le forme nell´indeterminatezza, avvolgendole in una sorta di nebbiolina allusiva dell´incomunicabilità e dell´invisibilità in cui talvolta sono lasciate certe figure emarginate della società. Opere in qualche modo sfocate, dunque, ma che cercano proprio con questa indeterminatezza di dissipare le ombre che troppo spesso avvolgono le persone: ricordandoci che ogni esperienza, ogni vissuto del passato si riverbera nelle piccole tracce del nostro presente.
I segni lasciati dall´uomo sull´arredo urbano la portano a indagare. Posta di fronte a delle tavole di Rorschach ingigantite, Laura Boletig cerca dunque delle risposte all´affannarsi dell´uomo intessendo un delicato dialogo tra forme e colori."
Nelle foto : " Nel segno dei pesci ", ferro di Balcone, 2014; " L´opacità della forma ", olio su tela di Laura Boletig, 2013.