IL COMMENTO - " L'IMPORTANZA DI AVERE ACCANTO ... " di Nele Vernuccio
L'importanza di aver accanto chi hai amato sino all'ultimo rantolo…
Premetto che è sempre difficilissimo parlare del dolore, ma ho deciso di farlo per affrontare una problematica comune su cui tutti dovremmo batterci.
Poco fa ho appena letto il post della cara Alessandra Di Stefano, ove con immenso dolore condivide con tutti lo strazio per la dipartita del suo caro papà.
Leggere che è stata accanto al suo papà tramite videochiamata e non è potuta stargli accanto sino all'ultimo respiro è una cosa che nel 2023 non si può accettare.
Ricordiamoci che ad oggi, giustamente, abbiamo istituito i cimiteri per i cani: scrivo ciò per affermare che anche i cani hanno il dovuto rispetto.
Adesso mi dovreste spiegare come sia possibile che da tre anni a questa parte morire in un ospedale è un'ulteriore disgrazia e aggiunta di dolore che ti traumatizza sino al camposanto.
È inammissibile e inconcepibile che un povero malato, non solo deve vivere atroci sofferenze, ma con l'aggravante che sino al suo ultimo rantolo deve essere solo e trattato peggio dei cani.
Inutile che mi date la giustificazione del covid: il covid è una malattia con la quale dobbiamo e abbiamo imparato a convivere, pertanto mi incazzo maledettamente quando sento per l'ennesima volta l'affermazione “ restrizioni per covid”.
Foscolo nei suoi 'Sepolcri' ci descrive in versi l'importanza di una degna sepoltura, ma oramai non si tratta di sepoltura ma di vicinanza ad una persona che sta lasciando la vita e che il più delle volte è ancora cosciente e muore con l'immenso dolore di non aver avuto la mano stretta da chi lo ha amato. Tutto ciò è ancora più grave e inconcepibile rispetto ad una sepoltura.
Dobbiamo ribellarci ampiamente all'applicazione di norme approvate da degli emeriti "coglioni ".
Infine per farvi comprendere l'infinito dolore che si prova vi riporto un commento che ho scritto di getto.
“Carissima Ale, con queste tue parole sto rivivendo perfettamente il mio dolore e ti spiego perché: in primis, soltanto per la benevolenza dei medici sono potuto stare accanto a papà sino all'ultimo respiro, in quanto hanno capito che era finita, ci hanno detto portatevelo, altrimenti non lo potrete vedere neanche nella bara. Il secondo motivo è il seguente: papà, da quando l'abbiamo portato a casa, ha resistito una settimana; in quella settimana non ha voluto che stessi accanto a lui poiché non voleva che soffrissi per le atrocità che stava attraversando. Per un figlio tutto ciò è straziante, ma i nostri genitori l'hanno voluto perché ci vogliono bene infinitamente: pertanto il tuo caro papà se ne è andato appena ti sei allontanata per non farti vivere questo strazio. Per me è stato uguale. Non ci sono parole che possano esplicare il dolore che si prova: "noi" veniamo annullati e difficilmente riusciremo a ritrovare la felicità, sopravviveremo sino al camposanto, nulla di più. Perdonami se mi sono dilungato, ma quando attraversi questi strazi puoi condividerli soltanto con chi ti può comprendere in pieno altrimenti esci pazzo. Un abbraccio dal profondo del mio cuore da chi da tre anni vive il tuo stesso dolore e riesce a sopravvivere e attende soltanto di raggiungere il suo "infinito amore " al camposanto. “
So che queste mie parole emozioneranno chi li leggerà, ma ho scritto queste parole perché determinate cose vanno esplicate a pieno per essere comprese.
Immaginate cosa vive chi a questo dolore deve aggiungere il rimorso indelebile di non essere stato accanto a chi ha voluto bene per via delle norme mantenute in vigore da qualche emerito interdetto…
Nele Vernuccio
Premetto che è sempre difficilissimo parlare del dolore, ma ho deciso di farlo per affrontare una problematica comune su cui tutti dovremmo batterci.
Poco fa ho appena letto il post della cara Alessandra Di Stefano, ove con immenso dolore condivide con tutti lo strazio per la dipartita del suo caro papà.
Leggere che è stata accanto al suo papà tramite videochiamata e non è potuta stargli accanto sino all'ultimo respiro è una cosa che nel 2023 non si può accettare.
Ricordiamoci che ad oggi, giustamente, abbiamo istituito i cimiteri per i cani: scrivo ciò per affermare che anche i cani hanno il dovuto rispetto.
Adesso mi dovreste spiegare come sia possibile che da tre anni a questa parte morire in un ospedale è un'ulteriore disgrazia e aggiunta di dolore che ti traumatizza sino al camposanto.
È inammissibile e inconcepibile che un povero malato, non solo deve vivere atroci sofferenze, ma con l'aggravante che sino al suo ultimo rantolo deve essere solo e trattato peggio dei cani.
Inutile che mi date la giustificazione del covid: il covid è una malattia con la quale dobbiamo e abbiamo imparato a convivere, pertanto mi incazzo maledettamente quando sento per l'ennesima volta l'affermazione “ restrizioni per covid”.
Foscolo nei suoi 'Sepolcri' ci descrive in versi l'importanza di una degna sepoltura, ma oramai non si tratta di sepoltura ma di vicinanza ad una persona che sta lasciando la vita e che il più delle volte è ancora cosciente e muore con l'immenso dolore di non aver avuto la mano stretta da chi lo ha amato. Tutto ciò è ancora più grave e inconcepibile rispetto ad una sepoltura.
Dobbiamo ribellarci ampiamente all'applicazione di norme approvate da degli emeriti "coglioni ".
Infine per farvi comprendere l'infinito dolore che si prova vi riporto un commento che ho scritto di getto.
“Carissima Ale, con queste tue parole sto rivivendo perfettamente il mio dolore e ti spiego perché: in primis, soltanto per la benevolenza dei medici sono potuto stare accanto a papà sino all'ultimo respiro, in quanto hanno capito che era finita, ci hanno detto portatevelo, altrimenti non lo potrete vedere neanche nella bara. Il secondo motivo è il seguente: papà, da quando l'abbiamo portato a casa, ha resistito una settimana; in quella settimana non ha voluto che stessi accanto a lui poiché non voleva che soffrissi per le atrocità che stava attraversando. Per un figlio tutto ciò è straziante, ma i nostri genitori l'hanno voluto perché ci vogliono bene infinitamente: pertanto il tuo caro papà se ne è andato appena ti sei allontanata per non farti vivere questo strazio. Per me è stato uguale. Non ci sono parole che possano esplicare il dolore che si prova: "noi" veniamo annullati e difficilmente riusciremo a ritrovare la felicità, sopravviveremo sino al camposanto, nulla di più. Perdonami se mi sono dilungato, ma quando attraversi questi strazi puoi condividerli soltanto con chi ti può comprendere in pieno altrimenti esci pazzo. Un abbraccio dal profondo del mio cuore da chi da tre anni vive il tuo stesso dolore e riesce a sopravvivere e attende soltanto di raggiungere il suo "infinito amore " al camposanto. “
So che queste mie parole emozioneranno chi li leggerà, ma ho scritto queste parole perché determinate cose vanno esplicate a pieno per essere comprese.
Immaginate cosa vive chi a questo dolore deve aggiungere il rimorso indelebile di non essere stato accanto a chi ha voluto bene per via delle norme mantenute in vigore da qualche emerito interdetto…
Nele Vernuccio