IL COMMENTO - " NESSUNO IN OCCIDENTE VUOLE LA PACE IN UCRAINA " di Antonio Paludi
NESSUNO IN OCCIDENTE VUOLE LA PACE IN UCRAINA
Nell’Est d’Europa ormai è quasi un anno di guerra, migliaia di ucraini costretti a lasciare le proprie case, molti ad emigrare in altri Paesi, le infrastrutture di Kiev distrutte o rese inservibili. Il freddo, il gelo attanagliano con durezza: donne, bambini, anziani e i soldati al fronte, insomma una situazione drammatica di cui non si vede l’uscita.
Penso che, in altri tempi, capi di governo responsabili, ucraini o di altri Stati, avrebbero fatto di tutto per fermare la guerra ed arrivare ad un cessate il fuoco o alla pace, invece oggi tutte le voci che sento “parlano”, all’unisono, e stanno lì a chiedere o promettere armi sempre più potenti.
Fino alla caduta del muro di Berlino le due superpotenze: USA e URSS, con arsenali bellici potentissimi, riuscirono, nonostante le molte tensioni, a garantire al mondo decenni di pace. Quando i leader di questi due paesi parlavano o s’incontravano gli accordi e le intese erano davanti alla platea del mondo. Oggi mi sembra che il dio Marte sia entrato nel cuore di molti e vi abbia innalzato la sua tenda e seduto, magari a fumare la sua pipa, goda a vedere gli uomini che si ammazzano, come si ammazzavano tremila anni fa, per le stesse ragioni, per gli stessi motivi.
La parola “PACE” è scomparsa dal cuore dei governanti di oggi, come se questi signori fossero posseduti, penso a qualche film visto al cinema! Da un diavolo, dallo stesso diavolo. Il posseduto non è un Benigni che ci faceva ridere con le sue battute, anzi i “posseduti” di oggi ci fanno piangere, ci rendono tristi, ci fanno riflettere sul virus dell’egoismo, lo stesso virus che mette in bocca al “potente” di turno la battuta che Sordi ha recitato, con enfasi, nel film “Il marchese del Grillo”: … ma io so io, voi non siete un ca**o. Siamo arrivati al punto che qualcuno pensa che i popoli, tutti i popoli, non siano altro che “un mucchietto” di persone che vivono nella minorità e quindi necessitano d’essere guidare nella direzione indicata da un grande “pastore”. I popoli non capaci d’agire, ma resi muti, costretti al silenzio, pur gridando a squarciagola: pace, pace, pace.
In 11 mesi di guerra in Ucraina sono morti 250.000 soldati e civili, un numero enorme, una carneficina, che ha coinvolto e coinvolge ancora: oltre i soldati, le donne, i vecchi e i bambini. Una carneficina che viene alimentata giorno per giorno dalle armi messe in campo dai Russi e da quelle, sempre più potenti, inviate agli Ucraini dai Paesi occidentali.
Quante mamme piangono i figli morti, quante le vedove che non rivedranno più a casa i mariti, quanti i figli che cresceranno senza l’abbraccio affettuoso d’un padre. Tutte queste sofferenze, che segneranno intere generazioni, non sono messa in conto da chi in modo palese o occulto ha causato e poi alimentato questo conflitto.
L’Occidente che, dal secondo dopoguerra, è stato sempre paladino di pace sembra si sia invaghito del dio Ares, almeno nei suoi vertici politici, ridotti al silenzio, al mutismo i popoli. La guerra in Ucraina è una guerra che, secondo lo scrivente, va al di là di quello che leggiamo sui giornali e sentiamo nelle televisioni. A livello mondiale è in atto una lotta di supremazia politica ed economica, una lotta che per essere vinta deve tagliare le ali agli avversari più temibili. Il dominio mondiale giustifica una guerra, giustifica i morti, le sofferenze dei popoli, le vedove, gli orfani, la distruzione d’uno Stato.
I governanti di oggi, nonostante i tempi siano cambiati, ragionano come i governanti d’una volta. Il forte vince, detta le regole e scrive la storia, il debole soccombe o si veste da zerbino, con un “salve” davanti alla porta, se vuole sopravvivere.
La Russia ha fatto un grave errore a dare avvio a quella che chiama operazione militare, l’unica arma che una grande potenza deve utilizzare è quella del dialogo, del sedersi ad un tavolo e trovare un’intesa a tutti i costi, cedere su qualcosa pur di far vincere la pace.
L’Occidente, con in testa gli USA, sta alimentando, con l’invio di armi questo conflitto, sta tirando una corda che potrebbe spezzarsi in un conflitto ben peggiore. Alla Russia non è stata lasciata aperta nessuna porta onorevole per porre fine alla sua operazione militare, non ha alternative all’uso delle armi. Ma a tal proposito contesto la decisione russa di colpire le infrastrutture ucraine, costringere al freddo milione di persone, oppure colpire con i missili quartieri residenziali per uccidere gente inerme o bambini, questo è solo un modo per esacerbare gli animi e far prevalere ancora di più l’odio.
In Italia i nostri governanti hanno indossato “la mimetica da guerra”, contro il nostro popolo che è per la pace, vedo che hanno sposato (amore a prima vista) tutti i ragionamenti della NATO, che, secondo me, non è altro che un cortiletto americano. Mi dà fastidio che le mie tasse, le nostre tasse siano utilizzate per finanziare l’invio di armi in un altro Stato, le mie tasse voglio che siano usate per lo sviluppo e la pace, per favorire rapporti d’amicizia fra i popoli. Allora, se questa è la filosofia di qualche nostro governante, perché salvare giustamente nel Mediterraneo migliaia di immigrati e, nello stesso tempo, essere indifferente alla morte di tanti giovani Ucraini e russi costretti a questa appena aperta macelleria di giovani?
Il consenso elettorale, cari governanti di destra, centro e sinistra, viene dato dai cittadini non per la guerra, ma per la pace, se non si capisce questo elementare principio democratico vuol dire che si è proprio ignoranti sia di politica sia di democrazia.
Antonio Paludi
Nell’Est d’Europa ormai è quasi un anno di guerra, migliaia di ucraini costretti a lasciare le proprie case, molti ad emigrare in altri Paesi, le infrastrutture di Kiev distrutte o rese inservibili. Il freddo, il gelo attanagliano con durezza: donne, bambini, anziani e i soldati al fronte, insomma una situazione drammatica di cui non si vede l’uscita.
Penso che, in altri tempi, capi di governo responsabili, ucraini o di altri Stati, avrebbero fatto di tutto per fermare la guerra ed arrivare ad un cessate il fuoco o alla pace, invece oggi tutte le voci che sento “parlano”, all’unisono, e stanno lì a chiedere o promettere armi sempre più potenti.
Fino alla caduta del muro di Berlino le due superpotenze: USA e URSS, con arsenali bellici potentissimi, riuscirono, nonostante le molte tensioni, a garantire al mondo decenni di pace. Quando i leader di questi due paesi parlavano o s’incontravano gli accordi e le intese erano davanti alla platea del mondo. Oggi mi sembra che il dio Marte sia entrato nel cuore di molti e vi abbia innalzato la sua tenda e seduto, magari a fumare la sua pipa, goda a vedere gli uomini che si ammazzano, come si ammazzavano tremila anni fa, per le stesse ragioni, per gli stessi motivi.
La parola “PACE” è scomparsa dal cuore dei governanti di oggi, come se questi signori fossero posseduti, penso a qualche film visto al cinema! Da un diavolo, dallo stesso diavolo. Il posseduto non è un Benigni che ci faceva ridere con le sue battute, anzi i “posseduti” di oggi ci fanno piangere, ci rendono tristi, ci fanno riflettere sul virus dell’egoismo, lo stesso virus che mette in bocca al “potente” di turno la battuta che Sordi ha recitato, con enfasi, nel film “Il marchese del Grillo”: … ma io so io, voi non siete un ca**o. Siamo arrivati al punto che qualcuno pensa che i popoli, tutti i popoli, non siano altro che “un mucchietto” di persone che vivono nella minorità e quindi necessitano d’essere guidare nella direzione indicata da un grande “pastore”. I popoli non capaci d’agire, ma resi muti, costretti al silenzio, pur gridando a squarciagola: pace, pace, pace.
In 11 mesi di guerra in Ucraina sono morti 250.000 soldati e civili, un numero enorme, una carneficina, che ha coinvolto e coinvolge ancora: oltre i soldati, le donne, i vecchi e i bambini. Una carneficina che viene alimentata giorno per giorno dalle armi messe in campo dai Russi e da quelle, sempre più potenti, inviate agli Ucraini dai Paesi occidentali.
Quante mamme piangono i figli morti, quante le vedove che non rivedranno più a casa i mariti, quanti i figli che cresceranno senza l’abbraccio affettuoso d’un padre. Tutte queste sofferenze, che segneranno intere generazioni, non sono messa in conto da chi in modo palese o occulto ha causato e poi alimentato questo conflitto.
L’Occidente che, dal secondo dopoguerra, è stato sempre paladino di pace sembra si sia invaghito del dio Ares, almeno nei suoi vertici politici, ridotti al silenzio, al mutismo i popoli. La guerra in Ucraina è una guerra che, secondo lo scrivente, va al di là di quello che leggiamo sui giornali e sentiamo nelle televisioni. A livello mondiale è in atto una lotta di supremazia politica ed economica, una lotta che per essere vinta deve tagliare le ali agli avversari più temibili. Il dominio mondiale giustifica una guerra, giustifica i morti, le sofferenze dei popoli, le vedove, gli orfani, la distruzione d’uno Stato.
I governanti di oggi, nonostante i tempi siano cambiati, ragionano come i governanti d’una volta. Il forte vince, detta le regole e scrive la storia, il debole soccombe o si veste da zerbino, con un “salve” davanti alla porta, se vuole sopravvivere.
La Russia ha fatto un grave errore a dare avvio a quella che chiama operazione militare, l’unica arma che una grande potenza deve utilizzare è quella del dialogo, del sedersi ad un tavolo e trovare un’intesa a tutti i costi, cedere su qualcosa pur di far vincere la pace.
L’Occidente, con in testa gli USA, sta alimentando, con l’invio di armi questo conflitto, sta tirando una corda che potrebbe spezzarsi in un conflitto ben peggiore. Alla Russia non è stata lasciata aperta nessuna porta onorevole per porre fine alla sua operazione militare, non ha alternative all’uso delle armi. Ma a tal proposito contesto la decisione russa di colpire le infrastrutture ucraine, costringere al freddo milione di persone, oppure colpire con i missili quartieri residenziali per uccidere gente inerme o bambini, questo è solo un modo per esacerbare gli animi e far prevalere ancora di più l’odio.
In Italia i nostri governanti hanno indossato “la mimetica da guerra”, contro il nostro popolo che è per la pace, vedo che hanno sposato (amore a prima vista) tutti i ragionamenti della NATO, che, secondo me, non è altro che un cortiletto americano. Mi dà fastidio che le mie tasse, le nostre tasse siano utilizzate per finanziare l’invio di armi in un altro Stato, le mie tasse voglio che siano usate per lo sviluppo e la pace, per favorire rapporti d’amicizia fra i popoli. Allora, se questa è la filosofia di qualche nostro governante, perché salvare giustamente nel Mediterraneo migliaia di immigrati e, nello stesso tempo, essere indifferente alla morte di tanti giovani Ucraini e russi costretti a questa appena aperta macelleria di giovani?
Il consenso elettorale, cari governanti di destra, centro e sinistra, viene dato dai cittadini non per la guerra, ma per la pace, se non si capisce questo elementare principio democratico vuol dire che si è proprio ignoranti sia di politica sia di democrazia.
Antonio Paludi