ISPICA - MONACA: " COSTITUITA IBLEA ACQUE S.P.A.: GESTIRA' 60 MILIONI L'ANNO PER 30 ANNI".
COSTITUITA IBLEA ACQUE S.P.A. TRA OMISSIONI, PASTICCI, RICORSI AL TAR E CONTRADDIZIONI PER LA GESTIONE DI UN APPALTO PUBBLICO DA 60 MILIONI DI € ALL’ANNO, PER 30 ANNI.
E’ una brutta pagina quella che si sta consumando all’ATI Idrico di Ragusa dove alla competenza e alla trasparenza - caratteristiche di una istituzione efficiente e trasparente - si è sostituita la furbizia e il sotterfugio tipici di una mentalità da regnanti e non di amministratori pubblici.
Questa considerazione, purtroppo, è necessaria per meglio comprendere cosa sta accadendo, all’insaputa di tutti noi cittadini-contribuenti, in quello che potrebbe essere il più rilevante appalto a livello provinciale di un servizio pubblico essenziale, come quello idrico integrato, che riguarderà l’approvvigionamento e la distribuzione dell’acqua, il servizio di fognatura e di depurazione delle acque reflue dell’intera provincia di Ragusa.
IL TAR Catania infatti dovrà presto esprimersi sulla legittimità della procedura adottata dai dodici comuni iblei per la costituzione della Iblea Acque S.p.A., la società che dovrebbe gestire l’appalto del servizio idrico integrato dell’intera provincia di Ragusa.
Nessuna sorpresa per il sottoscritto, che già lo scorso maggio, in consiglio comunale aveva sollevato dubbi sulla costituenda società, invitando gli amministratori a meglio approfondire la l’argomento.
Sarà il TAR a emettere la sentenza, certo, ma qualche perplessità è lecito averla.
Vista le innumerevoli incongruenze una domanda è d’obbligo: siamo davvero sicuri che per noi cittadini la scelta dell’affidamento “in house” per la gestione di un servizio pubblico come quello della distribuzione dell’acqua, fognatura e depurazione sia davvero conveniente? Lo scopriremo dopo, adesso ci interessa comunque sottolineare alcune anomalie riscontrate e come si è perso di vista l’obiettivo principale ovvero che l’acqua è un bene pubblico e non una merce di scambio.
Veniamo ai fatti. L’ATI di Ragusa ad agosto del 2021, dopo aver avviato un Avviso Esplorativo rivolto ad operatori del settore idrico integrato al fine di “verificare l’effettiva convenienza della scelta dell’affidamento “in house”, riceve entro il termine del 15 ottobre 2021 cinque manifestazioni d’interesse da parte di primari operatori del settore, e precisamente A2A S.p.A., IRETI S.p.A., SOTECO S.p.A., DAM S.L. e ATP Srl.
Dopodiché, tutto tace per circa 6 mesi.
Ed esattamente con verbale n.2 del 08.04.2022, l’Assemblea ATI di Ragusa formalmente approva la bozza di Statuto per la costituenda Società Iblea Acque S.p.A. e soprattutto decide per l’affidamento in house della gestione del sistema integrato nell’ATO 4 Ragusa.
Com’è stato possibile che in questa sede i rappresentanti di ben 12 comuni, prima di esprimersi favorevolmente, non abbiano verificato se tutti gli adempimenti erano correttamente motivati e riscontrati? E per quale ragione nessun amministratore non ha sentito l’esigenza di promuovere un momento di confronto, esplicitando e confrontando gli eventuali vantaggi per i cittadini-contribuenti in termini di efficienza, di economicità, di investimenti e di servizi connessi?
Già dal mese di maggio 2022 mi era ampiamente chiaro che c’era qualcosa di bizzarro in tutta questa articolata e contorta vicenda, allorché decido di presentare formale accesso agli atti il 16 maggio 2022 tramite pec, inviata all’ATI Idrico di Ragusa, chiedendo copia della famosa Relazione ex art 34, che avrebbe dovuto attestare i benefici per la collettività dal ricorso all'in house providing, con riferimento ad efficienza, economicità, qualità del servizio ed ottimale utilizzo di risorse pubbliche.
Sapete cosa accade? Nonostante siano trascorsi oltre 30 giorni e non avendo ricevuto alcuna risposta, il 25 Giugno 2022 invio un sollecito per l’istanza di accesso agli atti invitando al rilascio della documentazione richiesta.
Sbagliare è umano, direte voi. Niente affatto.
L’ATI Idrico di Ragusa il 27 Ottobre 2022, dopo esattamente 164 giorni, si degna di rispondermi ma senza trasmettere quanto richiesto, piuttosto ricevo la famosa Relazione ex art. 34 ma modificata e soprattutto con una variazione del piano economico-finanziario.
Ovviamente ho nuovamente inviato richiesta pretendendo di ricevere, in questa circostanza è il caso di dirlo, la copia conforme all’originale!
Ma soprattutto alcuni aspetti sono tutt’ora un mistero.
E’ possibile immaginare che L’ATI Idrico di Ragusa, pur di giustificare alcune determinate scelte, abbia potuto approvare un documento redatto quale “bozza” , in cui alcune parti del testo sono state lasciate palesemente “in bianco”, senza che siano state approfondite eventuali criticità della scelta di una gestione in house?
Come mai appaiono del tutto assenti i fondamentali elementi prescritti dall'art. 192 del D.lgs. 50/2016, e in particolare le ragioni del mancato ricorso al mercato e i benefici per la collettività dal ricorso all'in house providing, con riferimento a efficienza, economicità, qualità del servizio ed ottimale utilizzo di risorse pubbliche?
Ma soprattutto da cittadino mi chiedo, nel piano economico-finanziario sono stati determinati gli aumenti dei costi energetici? Che ripercussioni ci potrebbero essere per gli utenti?
C’è il rischio che pagheremo una tariffa molto più alta rispetto a quanto previsto?
Se si è edotti della gestione in house, come mai i vertici dell’ATI Idrico di Ragusa già dichiarano “della possibilità di affidare il sistema di lettura, tariffazione e riscossione ad una società esterna”?
Infine, vorremmo conoscere l‘attendibilità della notizia della presunta irregolarità della nomina dell’Ing. Franco Poidomani quale amministratore unico della società Iblea Acque S.p.A. da parte del Dipartimento Regionale delle Autonomie Locali.
ATI Idrico di Ragusa se ci sei batti un colpo, noi siamo armati di serenità e buona pazienza.
*Copia del ricorso al Tar di Catania al seguente link: https://www.paolomonaca.it/wp-content/uploads/2022/11/allegato-3.pdf
ISPICA, 07.11.2022 IL CONSIGLIERE COMUNALE
Paolo Monaca
Movimento politico ” CambiamoDavveroIspica”
E’ una brutta pagina quella che si sta consumando all’ATI Idrico di Ragusa dove alla competenza e alla trasparenza - caratteristiche di una istituzione efficiente e trasparente - si è sostituita la furbizia e il sotterfugio tipici di una mentalità da regnanti e non di amministratori pubblici.
Questa considerazione, purtroppo, è necessaria per meglio comprendere cosa sta accadendo, all’insaputa di tutti noi cittadini-contribuenti, in quello che potrebbe essere il più rilevante appalto a livello provinciale di un servizio pubblico essenziale, come quello idrico integrato, che riguarderà l’approvvigionamento e la distribuzione dell’acqua, il servizio di fognatura e di depurazione delle acque reflue dell’intera provincia di Ragusa.
IL TAR Catania infatti dovrà presto esprimersi sulla legittimità della procedura adottata dai dodici comuni iblei per la costituzione della Iblea Acque S.p.A., la società che dovrebbe gestire l’appalto del servizio idrico integrato dell’intera provincia di Ragusa.
Nessuna sorpresa per il sottoscritto, che già lo scorso maggio, in consiglio comunale aveva sollevato dubbi sulla costituenda società, invitando gli amministratori a meglio approfondire la l’argomento.
Sarà il TAR a emettere la sentenza, certo, ma qualche perplessità è lecito averla.
Vista le innumerevoli incongruenze una domanda è d’obbligo: siamo davvero sicuri che per noi cittadini la scelta dell’affidamento “in house” per la gestione di un servizio pubblico come quello della distribuzione dell’acqua, fognatura e depurazione sia davvero conveniente? Lo scopriremo dopo, adesso ci interessa comunque sottolineare alcune anomalie riscontrate e come si è perso di vista l’obiettivo principale ovvero che l’acqua è un bene pubblico e non una merce di scambio.
Veniamo ai fatti. L’ATI di Ragusa ad agosto del 2021, dopo aver avviato un Avviso Esplorativo rivolto ad operatori del settore idrico integrato al fine di “verificare l’effettiva convenienza della scelta dell’affidamento “in house”, riceve entro il termine del 15 ottobre 2021 cinque manifestazioni d’interesse da parte di primari operatori del settore, e precisamente A2A S.p.A., IRETI S.p.A., SOTECO S.p.A., DAM S.L. e ATP Srl.
Dopodiché, tutto tace per circa 6 mesi.
Ed esattamente con verbale n.2 del 08.04.2022, l’Assemblea ATI di Ragusa formalmente approva la bozza di Statuto per la costituenda Società Iblea Acque S.p.A. e soprattutto decide per l’affidamento in house della gestione del sistema integrato nell’ATO 4 Ragusa.
Com’è stato possibile che in questa sede i rappresentanti di ben 12 comuni, prima di esprimersi favorevolmente, non abbiano verificato se tutti gli adempimenti erano correttamente motivati e riscontrati? E per quale ragione nessun amministratore non ha sentito l’esigenza di promuovere un momento di confronto, esplicitando e confrontando gli eventuali vantaggi per i cittadini-contribuenti in termini di efficienza, di economicità, di investimenti e di servizi connessi?
Già dal mese di maggio 2022 mi era ampiamente chiaro che c’era qualcosa di bizzarro in tutta questa articolata e contorta vicenda, allorché decido di presentare formale accesso agli atti il 16 maggio 2022 tramite pec, inviata all’ATI Idrico di Ragusa, chiedendo copia della famosa Relazione ex art 34, che avrebbe dovuto attestare i benefici per la collettività dal ricorso all'in house providing, con riferimento ad efficienza, economicità, qualità del servizio ed ottimale utilizzo di risorse pubbliche.
Sapete cosa accade? Nonostante siano trascorsi oltre 30 giorni e non avendo ricevuto alcuna risposta, il 25 Giugno 2022 invio un sollecito per l’istanza di accesso agli atti invitando al rilascio della documentazione richiesta.
Sbagliare è umano, direte voi. Niente affatto.
L’ATI Idrico di Ragusa il 27 Ottobre 2022, dopo esattamente 164 giorni, si degna di rispondermi ma senza trasmettere quanto richiesto, piuttosto ricevo la famosa Relazione ex art. 34 ma modificata e soprattutto con una variazione del piano economico-finanziario.
Ovviamente ho nuovamente inviato richiesta pretendendo di ricevere, in questa circostanza è il caso di dirlo, la copia conforme all’originale!
Ma soprattutto alcuni aspetti sono tutt’ora un mistero.
E’ possibile immaginare che L’ATI Idrico di Ragusa, pur di giustificare alcune determinate scelte, abbia potuto approvare un documento redatto quale “bozza” , in cui alcune parti del testo sono state lasciate palesemente “in bianco”, senza che siano state approfondite eventuali criticità della scelta di una gestione in house?
Come mai appaiono del tutto assenti i fondamentali elementi prescritti dall'art. 192 del D.lgs. 50/2016, e in particolare le ragioni del mancato ricorso al mercato e i benefici per la collettività dal ricorso all'in house providing, con riferimento a efficienza, economicità, qualità del servizio ed ottimale utilizzo di risorse pubbliche?
Ma soprattutto da cittadino mi chiedo, nel piano economico-finanziario sono stati determinati gli aumenti dei costi energetici? Che ripercussioni ci potrebbero essere per gli utenti?
C’è il rischio che pagheremo una tariffa molto più alta rispetto a quanto previsto?
Se si è edotti della gestione in house, come mai i vertici dell’ATI Idrico di Ragusa già dichiarano “della possibilità di affidare il sistema di lettura, tariffazione e riscossione ad una società esterna”?
Infine, vorremmo conoscere l‘attendibilità della notizia della presunta irregolarità della nomina dell’Ing. Franco Poidomani quale amministratore unico della società Iblea Acque S.p.A. da parte del Dipartimento Regionale delle Autonomie Locali.
ATI Idrico di Ragusa se ci sei batti un colpo, noi siamo armati di serenità e buona pazienza.
*Copia del ricorso al Tar di Catania al seguente link: https://www.paolomonaca.it/wp-content/uploads/2022/11/allegato-3.pdf
ISPICA, 07.11.2022 IL CONSIGLIERE COMUNALE
Paolo Monaca
Movimento politico ” CambiamoDavveroIspica”