L'ANALISI - " LA TERRA: CITTA’ DI DIO, CITTA’ DELL’UOMO, PER NESSUN ALTRO C’E’ POSTO " di Antonio Paludi
LA TERRA: CITTA’ DI DIO, CITTA’ DELL’UOMO, PER NESSUN ALTRO C’E’ POSTO
La vita dell’uomo sulla terra è legata, secondo lo scrivente, ad un fattore fondamentale che può essere sintetizzato, per dare un’idea del mio pensiero, col termine “armonia”. Questo termine presuppone che ogni elemento del “quadro terrestre o universale” deve essere coerente col tutto, deve essere funzionale al tutto, basta un piccolo cedimento, nell’unità dell’insieme, per innescare una catena di effetti che si ripercuotano in modo dirompente sull’essere umano. L’uomo vive sempre al confine fra armonia e disarmonia e, masochisticamente, spesso ama attraversarlo, non per un bene supremo, ma forse per mettere alla prova tutto il sistema delle regole universali, così come si fa quando si stuzzica un cane che dorme. Voglio dire che l’uomo non vive in armonia col tutto, ma vi si pone come controparte o, addirittura, come avversario.
Le guerre, la scienza cattiva, l’asservimento della Natura, l’inquinamento, la sottomissione di tutti gli esseri viventi del cielo, del mare, della terra, l’egoismo sono la prova evidente del discorso che ho fatto nella mia premessa. Per non fare di tutta un’erba un fascio dico che non tutti gli uomini hanno le medesime responsabilità nella realizzazione del quadro dipinto, ma che ogni bipede partecipa con un suo apporto nella realizzazione dello stesso, nessuno escluso. Ci sforziamo affinché tutti gli strumenti emanino suoni, che nel loro insieme, creino armonia, ma i cattivi suoni sono dietro ogni angolo e sommandoli insieme contribuiscono alla cattiva opera finale, alla brutta sinfonia.
Qualcuno di voi dira: Chissà dove vuole arrivare lo scrivente? E questo qualcuno ha proprio ragione! Le mi argomentazioni partano sempre da lontano per arrivare al punto, ma vengo adesso al punto! Comiso è una città che ha tanti punti di luce, ma anche qualcuno d’ombra, come poi è in tutte le città del mondo. Noi esseri umani abbiamo sempre guardato al mondo pensando, ingiustamente, d’esserne i padroni, d’esserne i signori. Questo convincimento ha fatto sì che tutte le altre creature, con cui condividiamo la terra, siano state asservite agli interessi umani. È il concetto delle “riserve o dei parchi” creati per preservare delle specie viventi (umane, vegetali e animali) portate, dallo stesso uomo, sulla soglia dell’estinzione. Vige fra gli esseri umani, se riflettiamo solo un pochino, la legge del più forte, la legge del lupo, che a torto, vuole mangiare l’agnello, della Russia che fa la guerra all’Ucraina, del bullo che calpesta il più debole. La storia è stata sempre così, e così sarà in futuro, non mi faccio illusione! Chi non ha tifato per l’agnello, nella nota favola, ma sappiamo che l’agnello è stato mangiato dal lupo, non sempre, quindi, la vittoria è dalla parte del giusto.
Nel mondo l’anello debole, nella lotta per la vita, è rappresentato dalla specie animale e da quella vegetale, tutte queste specie hanno come loro unica Costituzione la legge della Natura, legge che nulla può contro la legge dell’uomo: quando costruiamo un edificio, quando qualcuno va a pesca, quando deforestiamo, inquiniamo, facciamo una guerra (come in questi giorni), vuol dire che abbiamo distrutto o siamo sul punto di distruggere un ecosistema da qualche parte. Chi non ama le rondini nel mondo? Nel nostro paese, che ne ospita tantissime, continuano ancora a venire, nonostante restringiamo loro lo spazio per nidificare e per sopravvivere. La comune rondine, detta rondone, è quell’esserino che ci rende leggero il cuore per un attimo, è quel puntino nero che ci fa salire con lo sguardo in cielo al mattino e ci rende lievi i pensieri. Proprio questo esserino, che plana leggera sulle nostre teste e ci fa ancora sentire umani, meriterebbe più attenzione, più sensibilità, se ancora ne esiste in giro, e io ci voglio credere.
Un tempo il rondone costruiva il suo nido sotto una tegola d’argilla, era bello vedere questo piccolo volatile passare per le strade, rasentare col petto i muri, riempire del suo linguaggio le nostre case, prima d’infilarsi con precisione nel nido. Sono amorevoli le rondini con i loro piccoli, chi alza la testa verso un vecchio tetto non può non vedere intere famigliole di rondini passare dal nido ed intonare, per i piccoli, la più bella nenia di mamma, li immagino mentre sorridono e stendono le loro ali per accarezzare quelle dei genitori. Abbandonando questo quadretto idillico e andando al reale non possiamo non vedere le difficoltà che patiscono, invece, i rondoni nel loro vivere quotidiano. Lo scorso anno, qui a Comiso, per il caldo, molti piccoli hanno lasciato il nido precocemente, finendo, non avendo ancora la forza del volo, sulla strada. Alcuni sono sopravvissuti solo grazie alla mano amica dei migliori esseri umani, molti, purtroppo, hanno fatto una triste fine in qualche angolo buio d’una anonima strada o schiacciati dalle ruote d’una macchina.
Che bello disegnare la figura dei rondoni sulle finestre delle classi delle elementari! Che bello rappresentarle magari su una bella torta nuziale o come simbolo di tutto ciò che la fantasia umana proietta su di loro. Ma nella sostanza, questi gentili esserini, come vediamo tutti i giorni, occupano uno spazio parallelo a quello umano, spazio che diventa sempre più stretto, più inquinato, più invivibile e noi sappiamo per colpa di chi. Gli edifici moderni sono i nemici dei rondoni, vengono costruiti con l’intento di evitare l’impianto dei nidi, ecco perché la comune rondine la incontriamo solo nei centri storici, perché ancora lì resistono le vecchie tegole di terracotta. Allora, appare nella sua grandezza, l’ipocrisia umana, l’ipocrisia che non si vergogna e si mostra, nell’universo, con cento maschere. L’uomo quando avrà mangiato tutti i pesci del mare, quando si sarà saziato di tutti gli animali della terra, quando avrà svuotato il cielo di tutti gli uccelli, verso chi rivolgerò la sua famelica attenzione?
Le rondini, per concludere il discorso, sono una risorsa affettiva, psicologica, sono un’altra umanità che bisogna rispettare, aiutare nel bisogno. Sono esseri migliori, rispetto all’uomo, perché agiscono secondo natura e non contro la natura, come hanno spesso fatto, in tutta la storia, i figli di Adamo e di Eva.
Antonio Paludi
La vita dell’uomo sulla terra è legata, secondo lo scrivente, ad un fattore fondamentale che può essere sintetizzato, per dare un’idea del mio pensiero, col termine “armonia”. Questo termine presuppone che ogni elemento del “quadro terrestre o universale” deve essere coerente col tutto, deve essere funzionale al tutto, basta un piccolo cedimento, nell’unità dell’insieme, per innescare una catena di effetti che si ripercuotano in modo dirompente sull’essere umano. L’uomo vive sempre al confine fra armonia e disarmonia e, masochisticamente, spesso ama attraversarlo, non per un bene supremo, ma forse per mettere alla prova tutto il sistema delle regole universali, così come si fa quando si stuzzica un cane che dorme. Voglio dire che l’uomo non vive in armonia col tutto, ma vi si pone come controparte o, addirittura, come avversario.
Le guerre, la scienza cattiva, l’asservimento della Natura, l’inquinamento, la sottomissione di tutti gli esseri viventi del cielo, del mare, della terra, l’egoismo sono la prova evidente del discorso che ho fatto nella mia premessa. Per non fare di tutta un’erba un fascio dico che non tutti gli uomini hanno le medesime responsabilità nella realizzazione del quadro dipinto, ma che ogni bipede partecipa con un suo apporto nella realizzazione dello stesso, nessuno escluso. Ci sforziamo affinché tutti gli strumenti emanino suoni, che nel loro insieme, creino armonia, ma i cattivi suoni sono dietro ogni angolo e sommandoli insieme contribuiscono alla cattiva opera finale, alla brutta sinfonia.
Qualcuno di voi dira: Chissà dove vuole arrivare lo scrivente? E questo qualcuno ha proprio ragione! Le mi argomentazioni partano sempre da lontano per arrivare al punto, ma vengo adesso al punto! Comiso è una città che ha tanti punti di luce, ma anche qualcuno d’ombra, come poi è in tutte le città del mondo. Noi esseri umani abbiamo sempre guardato al mondo pensando, ingiustamente, d’esserne i padroni, d’esserne i signori. Questo convincimento ha fatto sì che tutte le altre creature, con cui condividiamo la terra, siano state asservite agli interessi umani. È il concetto delle “riserve o dei parchi” creati per preservare delle specie viventi (umane, vegetali e animali) portate, dallo stesso uomo, sulla soglia dell’estinzione. Vige fra gli esseri umani, se riflettiamo solo un pochino, la legge del più forte, la legge del lupo, che a torto, vuole mangiare l’agnello, della Russia che fa la guerra all’Ucraina, del bullo che calpesta il più debole. La storia è stata sempre così, e così sarà in futuro, non mi faccio illusione! Chi non ha tifato per l’agnello, nella nota favola, ma sappiamo che l’agnello è stato mangiato dal lupo, non sempre, quindi, la vittoria è dalla parte del giusto.
Nel mondo l’anello debole, nella lotta per la vita, è rappresentato dalla specie animale e da quella vegetale, tutte queste specie hanno come loro unica Costituzione la legge della Natura, legge che nulla può contro la legge dell’uomo: quando costruiamo un edificio, quando qualcuno va a pesca, quando deforestiamo, inquiniamo, facciamo una guerra (come in questi giorni), vuol dire che abbiamo distrutto o siamo sul punto di distruggere un ecosistema da qualche parte. Chi non ama le rondini nel mondo? Nel nostro paese, che ne ospita tantissime, continuano ancora a venire, nonostante restringiamo loro lo spazio per nidificare e per sopravvivere. La comune rondine, detta rondone, è quell’esserino che ci rende leggero il cuore per un attimo, è quel puntino nero che ci fa salire con lo sguardo in cielo al mattino e ci rende lievi i pensieri. Proprio questo esserino, che plana leggera sulle nostre teste e ci fa ancora sentire umani, meriterebbe più attenzione, più sensibilità, se ancora ne esiste in giro, e io ci voglio credere.
Un tempo il rondone costruiva il suo nido sotto una tegola d’argilla, era bello vedere questo piccolo volatile passare per le strade, rasentare col petto i muri, riempire del suo linguaggio le nostre case, prima d’infilarsi con precisione nel nido. Sono amorevoli le rondini con i loro piccoli, chi alza la testa verso un vecchio tetto non può non vedere intere famigliole di rondini passare dal nido ed intonare, per i piccoli, la più bella nenia di mamma, li immagino mentre sorridono e stendono le loro ali per accarezzare quelle dei genitori. Abbandonando questo quadretto idillico e andando al reale non possiamo non vedere le difficoltà che patiscono, invece, i rondoni nel loro vivere quotidiano. Lo scorso anno, qui a Comiso, per il caldo, molti piccoli hanno lasciato il nido precocemente, finendo, non avendo ancora la forza del volo, sulla strada. Alcuni sono sopravvissuti solo grazie alla mano amica dei migliori esseri umani, molti, purtroppo, hanno fatto una triste fine in qualche angolo buio d’una anonima strada o schiacciati dalle ruote d’una macchina.
Che bello disegnare la figura dei rondoni sulle finestre delle classi delle elementari! Che bello rappresentarle magari su una bella torta nuziale o come simbolo di tutto ciò che la fantasia umana proietta su di loro. Ma nella sostanza, questi gentili esserini, come vediamo tutti i giorni, occupano uno spazio parallelo a quello umano, spazio che diventa sempre più stretto, più inquinato, più invivibile e noi sappiamo per colpa di chi. Gli edifici moderni sono i nemici dei rondoni, vengono costruiti con l’intento di evitare l’impianto dei nidi, ecco perché la comune rondine la incontriamo solo nei centri storici, perché ancora lì resistono le vecchie tegole di terracotta. Allora, appare nella sua grandezza, l’ipocrisia umana, l’ipocrisia che non si vergogna e si mostra, nell’universo, con cento maschere. L’uomo quando avrà mangiato tutti i pesci del mare, quando si sarà saziato di tutti gli animali della terra, quando avrà svuotato il cielo di tutti gli uccelli, verso chi rivolgerò la sua famelica attenzione?
Le rondini, per concludere il discorso, sono una risorsa affettiva, psicologica, sono un’altra umanità che bisogna rispettare, aiutare nel bisogno. Sono esseri migliori, rispetto all’uomo, perché agiscono secondo natura e non contro la natura, come hanno spesso fatto, in tutta la storia, i figli di Adamo e di Eva.
Antonio Paludi