" LA CHIESA DI SANTA MARIA DELLA STELLA A MODICA E LA TOMBA DI PLACIDO CARRAFA " di Carmelo Cataldi
Lo storico e giurista Placido Carrafa, la sua tomba e la Chiesa di Santa Maria della Stella a Modica.
Ipotesi innovative sul luogo di sepoltura dello scrittore e sulla Chiesa di Santa Maria della Stella a Modica.
Recentemente si è posta l'attenzione sull'antesignano giurista e storico modicano per antonomasia Placido Carrafa, ponendolo in diretta congiunzione con il culto di Santa Maria della Stella e di una presunta chiesa dallo stesso dedicata alla particolare iconografia della Madonna.
Lasciare così in sospeso diversi interrogativi sulla persona, il culto e la probabile edificazione del luogo di culto a Santa Maria della Stella non può far altro che alimentare curiosità e ulteriori ricerche, che poi alla fine sul piano storico e sociologico presentano il conto.
Partendo dal giurista e storico occorre precisare e premettere che esisteva un forte legame tra i Carrafa e la Chiesa Collegiata di San Giorgio, legami che risalgono addirittura ad un secolo precedente, quando un beneficio prima, ad opera di tale Antonia Carrafa nel 1552, secondo il prof. Paolo Nifosì, fu fondato presso la stessa, e poi, secondo l'autore stesso, un altare, ad uso e consumo della propria famiglia, ad opera di un suo antenato: “...quae inutile nostrorum in altare Sancti Petri martyris in Majori Ecclesia edidit don Thomas Carrafa...”. Altrettanto lo furono alcune importanti figure ecclesiastiche legate funzionalmente alla Chiesa Madre: contemporaneo al Placido vi fu il Preposito della Collegiata di San Giorgio Francesco Carrafa, ma anche il Canonico della Collegiata Benedetto Carrafa, che potrebbe identificarsi anche con il figlio Claudio Benedetto Giuseppe (il nome del fratello del padre), battezzato da don Benedetto Salemi, nipote di don Vincenzo, il primo Preposito della Collegiata e suo collaboratore stretto negli ultimi anni di vita.
Dall'atto di morte dello storico modicano si desume che lo stesso in pompa magna venne sepolto nella Chiesa Madre di San Giorgio, ma senza indicarne l'esatta ubicazione della tumulazione, tanto che lo stesso Enzo Sipione se ne rammarica in quanto non è stato possibile fino ad allora poter collocare una targa che ricordasse il personaggio illustre.
Ma se la storia si fa con i documenti è pur vero che quando essi sono carenti, bisogna raggiungere, con la logica e con quello che si ha disposizione, delle ipotesi il più possibili prossime alla verità. Nel caso del giurista e storico oggi si può affermare, almeno fino a quando non verrà rinvenuto il testamento ed in esso espressa direttamente una volontà particolare sul luogo di tumulazione, che, attraverso la registrazione della sua morte, nonché la presenza della registrazione di morte del coevo Preposito Francesco Carrafa che muore nel 1788 e viene: “...tumulatum loco depositi in cappella ut dicitur della Madonna dell'Assumptione...”, esisteva con certezza un altare personale della famiglia dentro la Chiesa Madre e dedicato a San Pietro martire.
Pertanto, seppur non vi è “la pistola fumante”, ossia la prova provata, è molto indicativo che la Cappella dell'Assunzione incorporasse beneficio ed altare di San Pietro Martire, ove i Carrafa avevano titolo alla sepoltura, come attesta lo stesso storico.
Ma qual è il nesso fra Placido Carrafa, la Chiesa Madre di San Giorgio e la Madonna della Stella?
Placido Carrafa era legato a doppio filo con il territorio della città di Messina e la sua nobiltà più ricca e titolata. Sua, oltre alle " Sicaniae Descriptio et Delinatio " del 1653 e " Insitium Historicum ad Annalia Siciliae " del 1655, fu anche "La Chiave dell'Italia, Compendio Historico della Nobile ed Esemplare Città di Messina " del 1670, opera dedicata al Senato Peloritano, ma soprattutto a Don Baladassare Marquet e a don Francesco de Gregorio, entrambi Cavalieri dell'Ordine Militare ed Equestre della Stella e membri di due delle più potenti famiglie della nobiltà messinese e dell'Ordine stesso. L'Ordine Equestre e Militare della Stella aveva come sua patrona Santa Maria dell'Epifania, il cui particolare emblema era proprio una stella, ossia la cometa che condusse i Magi al cospetto del Cristo appena nato.
Questo spiegherebbe il perchè il Carrafa, tre anni prima della pubblicazione della sua opera su Messina, secondo il professore Nifosì, avrebbe: “...quale casa da benedire come sopra espressato, per la sua officiatura i coniugi destinano la rendita annua di due onze, su un capitale di quaranta onze, garantite dal loro grande palazzo della Piazza di Santa Maria degli Angeli, e di San Crispino e Crispiniano. La chiesa sarà sotto la giurisdizione della chiesa matrice di San Giorgio nella persona del preposito della chiesa matrice di san Giorgio.”.
Purtroppo la Chiesa voluta dal Placido Carrafa e coniuge alla fine non venne costruita presso l'attuale piazza di San Crispino, perchè ivi vi fu costruita proprio quella di San Crispino, presente già nel 1683 alla prima visita pastorale di Mons. Francesco Fortezza e sconsacrata e ceduta a privati intorno agli anni 20 del XX secolo, mentre tradizione vuole che la stessa fosse stata effettivamente costruita, probabilmente nei primi decenni del XVIII secolo, attigua ed alle spalle di quella che prima era denominata come la Chiesa di Santa Maria del Popolo e dopo la ricostruzione post terremoto del 1693 come quella di Santa Tersa d'Avila.
Francesco Libero Belgiorno nella sua famosa opera fa molta confusione tra le tre chiese e sulle rispettive origini, ma due cose quasi le azzecca e cioè che la Chiesa di Santa Maria della Stella si potesse trovare al civico 24 di via Rollo a Modica (e ne fa una descrizione dei resti, ma sbagliando il civico, che oggi è il 34) e che la stessa avesse una relazione storica e filologica con l'Ordine dei Cavalieri della Stella di Messina, di cui è stato spiegato prima quale era il nesso temporale e soggettivo tra il Placido Carrafa, la Città di Messina e l'Ordine dei Cavalieri della Stella.
La chiesa già non era presente nel 1820, almeno utile all'officiatura sacramentale o religiosa, perchè non elencata fra quelle esistenti sul territorio modicano nel riepilogo generale del patrimonio ecclesiastico, sia come regolare che secolare.
A completare il quadro generale, e secondo quanto direttamente affermato dal Preposito di San Giorgio Don Giovanni Stracquadanio, e questo permette di ricongiungere storicamente e filologicamente il tutto, la tela riproducente Santa Maria della Stella, presente nel Duomo di San Giorgio, fu ivi portata nel XX secolo, dalla Chiesa di Santa Teresa d'Avila, ove si trovava da tempo, ivi ricoverata dopo la dismissione della omonima chiesa che si trovava appunto in via Rollo, alle spalle della prima.
Ipotesi innovative sul luogo di sepoltura dello scrittore e sulla Chiesa di Santa Maria della Stella a Modica.
Recentemente si è posta l'attenzione sull'antesignano giurista e storico modicano per antonomasia Placido Carrafa, ponendolo in diretta congiunzione con il culto di Santa Maria della Stella e di una presunta chiesa dallo stesso dedicata alla particolare iconografia della Madonna.
Lasciare così in sospeso diversi interrogativi sulla persona, il culto e la probabile edificazione del luogo di culto a Santa Maria della Stella non può far altro che alimentare curiosità e ulteriori ricerche, che poi alla fine sul piano storico e sociologico presentano il conto.
Partendo dal giurista e storico occorre precisare e premettere che esisteva un forte legame tra i Carrafa e la Chiesa Collegiata di San Giorgio, legami che risalgono addirittura ad un secolo precedente, quando un beneficio prima, ad opera di tale Antonia Carrafa nel 1552, secondo il prof. Paolo Nifosì, fu fondato presso la stessa, e poi, secondo l'autore stesso, un altare, ad uso e consumo della propria famiglia, ad opera di un suo antenato: “...quae inutile nostrorum in altare Sancti Petri martyris in Majori Ecclesia edidit don Thomas Carrafa...”. Altrettanto lo furono alcune importanti figure ecclesiastiche legate funzionalmente alla Chiesa Madre: contemporaneo al Placido vi fu il Preposito della Collegiata di San Giorgio Francesco Carrafa, ma anche il Canonico della Collegiata Benedetto Carrafa, che potrebbe identificarsi anche con il figlio Claudio Benedetto Giuseppe (il nome del fratello del padre), battezzato da don Benedetto Salemi, nipote di don Vincenzo, il primo Preposito della Collegiata e suo collaboratore stretto negli ultimi anni di vita.
Dall'atto di morte dello storico modicano si desume che lo stesso in pompa magna venne sepolto nella Chiesa Madre di San Giorgio, ma senza indicarne l'esatta ubicazione della tumulazione, tanto che lo stesso Enzo Sipione se ne rammarica in quanto non è stato possibile fino ad allora poter collocare una targa che ricordasse il personaggio illustre.
Ma se la storia si fa con i documenti è pur vero che quando essi sono carenti, bisogna raggiungere, con la logica e con quello che si ha disposizione, delle ipotesi il più possibili prossime alla verità. Nel caso del giurista e storico oggi si può affermare, almeno fino a quando non verrà rinvenuto il testamento ed in esso espressa direttamente una volontà particolare sul luogo di tumulazione, che, attraverso la registrazione della sua morte, nonché la presenza della registrazione di morte del coevo Preposito Francesco Carrafa che muore nel 1788 e viene: “...tumulatum loco depositi in cappella ut dicitur della Madonna dell'Assumptione...”, esisteva con certezza un altare personale della famiglia dentro la Chiesa Madre e dedicato a San Pietro martire.
Pertanto, seppur non vi è “la pistola fumante”, ossia la prova provata, è molto indicativo che la Cappella dell'Assunzione incorporasse beneficio ed altare di San Pietro Martire, ove i Carrafa avevano titolo alla sepoltura, come attesta lo stesso storico.
Ma qual è il nesso fra Placido Carrafa, la Chiesa Madre di San Giorgio e la Madonna della Stella?
Placido Carrafa era legato a doppio filo con il territorio della città di Messina e la sua nobiltà più ricca e titolata. Sua, oltre alle " Sicaniae Descriptio et Delinatio " del 1653 e " Insitium Historicum ad Annalia Siciliae " del 1655, fu anche "La Chiave dell'Italia, Compendio Historico della Nobile ed Esemplare Città di Messina " del 1670, opera dedicata al Senato Peloritano, ma soprattutto a Don Baladassare Marquet e a don Francesco de Gregorio, entrambi Cavalieri dell'Ordine Militare ed Equestre della Stella e membri di due delle più potenti famiglie della nobiltà messinese e dell'Ordine stesso. L'Ordine Equestre e Militare della Stella aveva come sua patrona Santa Maria dell'Epifania, il cui particolare emblema era proprio una stella, ossia la cometa che condusse i Magi al cospetto del Cristo appena nato.
Questo spiegherebbe il perchè il Carrafa, tre anni prima della pubblicazione della sua opera su Messina, secondo il professore Nifosì, avrebbe: “...quale casa da benedire come sopra espressato, per la sua officiatura i coniugi destinano la rendita annua di due onze, su un capitale di quaranta onze, garantite dal loro grande palazzo della Piazza di Santa Maria degli Angeli, e di San Crispino e Crispiniano. La chiesa sarà sotto la giurisdizione della chiesa matrice di San Giorgio nella persona del preposito della chiesa matrice di san Giorgio.”.
Purtroppo la Chiesa voluta dal Placido Carrafa e coniuge alla fine non venne costruita presso l'attuale piazza di San Crispino, perchè ivi vi fu costruita proprio quella di San Crispino, presente già nel 1683 alla prima visita pastorale di Mons. Francesco Fortezza e sconsacrata e ceduta a privati intorno agli anni 20 del XX secolo, mentre tradizione vuole che la stessa fosse stata effettivamente costruita, probabilmente nei primi decenni del XVIII secolo, attigua ed alle spalle di quella che prima era denominata come la Chiesa di Santa Maria del Popolo e dopo la ricostruzione post terremoto del 1693 come quella di Santa Tersa d'Avila.
Francesco Libero Belgiorno nella sua famosa opera fa molta confusione tra le tre chiese e sulle rispettive origini, ma due cose quasi le azzecca e cioè che la Chiesa di Santa Maria della Stella si potesse trovare al civico 24 di via Rollo a Modica (e ne fa una descrizione dei resti, ma sbagliando il civico, che oggi è il 34) e che la stessa avesse una relazione storica e filologica con l'Ordine dei Cavalieri della Stella di Messina, di cui è stato spiegato prima quale era il nesso temporale e soggettivo tra il Placido Carrafa, la Città di Messina e l'Ordine dei Cavalieri della Stella.
La chiesa già non era presente nel 1820, almeno utile all'officiatura sacramentale o religiosa, perchè non elencata fra quelle esistenti sul territorio modicano nel riepilogo generale del patrimonio ecclesiastico, sia come regolare che secolare.
A completare il quadro generale, e secondo quanto direttamente affermato dal Preposito di San Giorgio Don Giovanni Stracquadanio, e questo permette di ricongiungere storicamente e filologicamente il tutto, la tela riproducente Santa Maria della Stella, presente nel Duomo di San Giorgio, fu ivi portata nel XX secolo, dalla Chiesa di Santa Teresa d'Avila, ove si trovava da tempo, ivi ricoverata dopo la dismissione della omonima chiesa che si trovava appunto in via Rollo, alle spalle della prima.
Non è chiaro come sia stato possibile costruire una chiesa con lo stesso nome di quella desiderata e voluta dal Placido Carrafa distante dal sito e dal fabbricato dallo stesso donato, ma poiché la storia è sempre un lavoro in progress si spera in futuro di rinvenire ulteriori documenti che possano ricollegare idealmente e filologicamente tutte queste sospensioni documentarie e dare un quadro effettivo e storicamente esatto.
Carmelo Cataldi